L'ESTATE
DEL 1967 – L'estate psichedelica dell'amore (e del Sergente Pepe)
Estate bella tosta. Scontri razziali. Vietnam. La Cina
che diventa
potenza nucleare. E c'è pure la Guerra dei Sei Giorni. Ma c'è un posto
magico dove sembra si possa cambiare il mondo inneggiando alla pace e
all'amore... "Se stai andando a San Francisco assicurati di
metterti un fiore tra i capelli". Così Scott McKenzie canta
dalla vetta delle classifiche di questa estate: l'"Estate dell'Amore" è esplosa e
San Francisco è la
sua riconosciuta capitale. La controcultura hippy,
come l'abbiamo conosciuta, diventa
"mainstream" e
moda e di fatto cessa di esistere. Ma non prima di aver generato una
nuova scena: quella psichedelica, figlia della
sperimentazione
di altre dimensioni mediante ausilio di sostanze chimiche.
Esplorazione tridimensionale del suono, la
psichedelia invade il rock. Ancora San Francisco e Londra sono
le scene chiave del nuovo movimento. La
musica pop si espande anche nel tempo, lambendo anche le
sponde della musica "colta".
Tanto che il buon Johann
Sebastian Bach
compare, non accreditato, tra gli ispiratori di ben due N. 1 mondiali
di questa estate. Il primo passo verso il rock progressivo è stato
fatto. E a guidare
la rivoluzione psichedelica, saltando sul carro con un tempismo
perfetto, ci son i "soliti
quattro di Liverpool" che, sotto le mentite - e colorate -
spoglie della Band dei
Cuori Solitari del Sergente Pepe di
fatto portano nel mainstream i suoni lisergici. "I hope you'll enjoy the
show"....
Di fatto si tratta di uno dei periodi più ricchi e
leggendari della Storia del Rock.
Una sorta di Rinascimento musicale moderno. Pertanto, per permettervi
di goderlo appieno, cercherò di mettermi nei panni di un Piero Angela
dei poveri per introdurvi in quest'epoca - purtroppo -
lontana...
Psychedelic
London
Immaginate
di camminare per le strade di Londra durante l'estate 1967. La città
descritta da Antonioni nel suo "Blow Up" vede ancora i Mod, sulle loro
Lambrette, sfidarsi con gli
eterni rivali rocker. Tuttavia
la fauna della città si è arricchita recentemente di una nuova specie
molto vistosa che sta prendendo il sopravvento. Spende
fortune in
vestiti ricercati e spesso sgargianti, sebbene non sia possibile
definire lo stile del vestiaro, dato che questo cambia alla
velocità della luce, secondo i dettami dell'ultima moda. E questa
fauna, alternativa, intellettuale,
raffinata e, ovviamente, un po' maledetta, spesso formata da studenti
di scuole d'arte, converge verso i nuovi poli d'attrazione della scena
notturna, che hanno sostituito le cantine dei Mods. Si tratta in
particolare di due locali, l'UFO
e il Middle Earth.
Fantascienza e Tolkien: ricerca di universi paralleli e del superamento
dei limiti spazio-temporali. Questo contraddistingue la nuova forma di
vita. Che non esita a far uso di ausiliari chimici per raggiungere lo
scopo. E la musica che tale fauna pratica è qualcosa di completamente
nuovo. Si chiama musica
psichedelica.
Ma
cosa diavolo è sta musica psichedelica? Beh, non è
esattamente un
genere, è più un'attitudine. La
parola d'ordine è sperimentare ed
espandere. La musica è votata a creare sensazioni
sensoriali inedite, e la stessa funzione è assegnata ai testi, che
devono essere originali al limite del delirio e prestarsi a molteplici
letture. La
psichedelia punta ad andare
oltre il semplice formato della canzone,
trattandola alla stregua della plastilina, dilatandola e deformandola,
spesso impiegando sostanze allucinogene come agente plasmante. E di
fatto tale tendenza
porta alla definitiva affermazione dell'album come principale formato sonoro,
che meglio si presta alle esigenze di "espansione" della musica.
Queste le caratteristiche generali. Poi, va detto che tra la
psichedelia inglese e l'americana (anzi, californiana) c'è una netta
differenza.
La psichedelia
inglese, basata su Soul e R'N'B, generi sempre amati dagli inglesi, è
decisamente più
aggressiva di quella americana, che invece è più legata al movimento
"peace
&
love" e al folk. La psichedelia britannica punta più
all'estetica e si basa sulla
costruzione di trame sonore sempre più complesse, mentre quella
americana ha un sottofondo politico che ovviamente la prima non ha (la
Gran Bretagna non è in guerra). I britannici non sentono tanto il
bisogno di protestare, quanto di trovare nuove forme musicali.
La
scena psichedelica inglese presenta molti studenti d'arte,
particolarmente orientati verso la sperimentazione. E la musica
si fonde con le arti visive e la moda, la letteratura beat, le
filosofie orientali e... gli stupefacenti. La scena londinese è
decisamente più modaiola e il vestiario diventa una delle voci più
importanti di ogni band psichedelica, che deve anticipare le mode e
dettare nuovi stili. Come dirà Jim McCarty degli Yardbirds, "avevamo
una reputazione da difendere perciò non badavamo a spese, e tutti i
nostri guadagni andavano in strumenti musicali e abbigliamento".
L'artista deve essere attento alla moda, anticipandola, non
subendola. Non per
nulla uno dei luoghi chiave della scena è il famoso negozio di
abbigliamento "Granny
Takes A Trip", di proprietà di Nigel Waymouth,
artista grafico tra i più richiesti. E qui si ottiene la chiusura del
cerchio: il legame dei musicisti con gli artisti grafici
diventa altrettanto essenziale. Le copertine dei dischi diventano
importanti come la musica che vi è incisa. L'album è concepito per la prima
volta come un'opera d'arte completa.
Questo è in netto contrasto con la scena
californiana, dove dominano l'abbigliamento casual e vige una tendenza
semplice e molto popolare, i cui protagonisti sono principalmente
artisti di strada al limite dello sbandato. Se la psichedelia americana
parte dal basso, quella londinese cala dall'alto. L'obiettivo rimane
tuttavia lo stesso: andare
oltre.
Passeggiando
per la Londra psichedelica, molto facilmente vi arriverà alle orecchie
l'hit che domina questa estate. E si tratta di un suono che abbatte le
barriere temporali, rivolgendosi al passato...
Procol
Harum - Un
successo da far impallidire
All'inizio
degli
anni '60 si forma un trio chiamato i The Paramounts. Il
loro
primo singolo, del 1963, è una cover di un pezzo dei The Coasters,
"Poison
Ivy", e fa un bel buco nell'acqua. E così i The
Paramounts franano a valle. Tuttavia il cantante e pianista del gruppo,
Gary Booker, non si arrende e decide di
mettere su una nuova versione
della fallimentare band. Stavolta però chiama il
poeta Keith
Reid come paroliere, in modo da conferire alla band un
livello
esoterico
che si addica alla nuova moda psichedelica. Tuttavia serve
anche un nome psichedelico! E il nome scovato dal loro
manager calza a
pennello: Procol Harum. Evocativo, vero? Beh, a dire il vero sarebbe il
nome del gatto di un amico. Che deriva dalla
storpiatura
delle parole latine "Procul Harun", ovvero "Oltre queste cose". Vabbè,
sarà pure gattesco, ma più
esoterico di così...

La band è formata in origine da Brooker, Reid (che tuttavia non compare
sul palco),
Ray Royer (chitarra)
Matthew Fisher (organo),
David Knights (basso) e
Bobby
Harrison (batteria). Prima della realizzazione del primo
singolo
Harrison viene licenziato. Tanto che nel suddetto singolo suona un
musicista da
studio, tal
Bill Eyden. Probabilmente Harrison si
sarà mangiato le falangi. Perchè quel singolo, che vede sul lato A un
brano che si intitola
A WHITER
SHADE OF PALE (
qui
un altro video),
è un
debutto col botto.
Con oltre 6 milioni di copie, il
singolo diventa il più venduto dell'anno nel Mondo e di fatto
rappresenta una clamorosa commistione tra musica classica e psichedelia.
Il testo, elaborato
da Reid, è piuttosto criptico:
descrive la fine di una relazione usando metafore letterarie in
quantità. mentre il titolo sembra ispirato a una ragazza presente ad un
party, la cui pelle è di un tenore ancor più candido del pallore.
L'autore dirà di non essere stato influenzato dalle
droghe mentre scriveva quel pezzo, ma di essere stato ispirato dal
surrealismo e dai film francesi della Nouvelle Vague. In ogni caso le
metafore impiegate (come le famigerate sei vergini
vestali)
saranno oggetto di alcune gag nel bel film di Alan Parker "
The
Commitments".

Ma il pezzo funziona soprattutto
per
quel riff d'organo
Hammond M-102,
suonato da Fisher che, nel 2006, farà causa per ottenere una
parte delle
royalties del pezzo, reso inconfondibile proprio da quella parte. In un
primo momento gli daranno ragione, poi, in appello, torto, in quanto ha
aspettato troppo per chiederle... Brooker è appassionato di musica
classica. E quando si tratta di associare al testo una melodia, attinge
da
Bach e
dalle sue "
Aria
Sulla
Quarta Corda" e "
Svegliatevi
Dormienti!".
Il pezzo viene registrato praticamente in presa diretta, in tre sole
registrazioni. La progressione degli accordi è praticamente identica a
quella di "
When
A Man Loves A Woman" di
Percy
Sledge.
Ovviamente la melodia è diversa. Tuttavia questa affinità con un pezzo
R'N'B evidenzia ancor di più le reali intenzioni di Brooker e Reid, che
definiscono il pezzo
"il
loro tentativo di fare un pezzo soul". E infatti il grande
Otis Redding
chiederà di registrarla. Tuttavia la Stax, l'etichetta di Redding,
vuole il pezzo in esclusiva. La band allora non accetta, preferendo
pubblicare il
singolo a proprio nome. Mai mossa fu più azzeccata. L'8 giugno è in
vetta
alla UK chart, dove resta per 6 settimane. Arriva in vetta anche in
altri paesi, come Germania e Australia ed entra nelle Top 10 di mezzo
mondo. Il 29 luglio è al N. 5 negli USA. E nel 1972 rientrerà nella Top
20 della Gran Bretagna.

Il brano verrà rifatto da
uno stramilione di altri artisti, tra cui i nostri Dik Dik (con
l'immancabile cover italiana, "
Senza
Luce", che non impedirà tuttavia all'originale di sfondare
anche nel nostro paese) e
Joe Cocker.
In tempi più recenti, si può citare la versione ad opera di
Annie
Lennox
del 1995, che ha riportato il brano nella Top 20 UK. Oltre a "The
Commitments", il brano comparirà in altri numerosi film, tra cui vale la
pena citare "Il Grande Freddo", l'episodio diretto da Scorsese di "New
York Stories" e "I Cento Passi" del nostro Marco Tullio Giordana. Verrà
indicato come il miglior singolo britannico del periodo
1952/1977 e nel 2004 verrà indicato come il pezzo più suonato di sempre
dalle radio britanniche.
Purtroppo "La tonalità di pallore
più bianca" rappresenta anche un enorme problema per la band, che si
trova funestata da uno dei più terrificanti
malefici del rock: il debutto di straordinario successo che entra
sparato nella leggenda. In sintesi: abbiamo piazzato il capolavoro al
primo colpo. E ora? Beh, intanto cementa la propria fama aprendo i
concerti per Jimi Hendrix. E poi pubblicherà a ottobre
l'atteso
successore, "Homburg".
Il pezzo sarà un discreto successo, ma ovviamente, col suo N.
6 UK, non potrà certo competere con il suo illustre predecessore, a
cui,
per altro, un po' assomiglia.
E la band, frustrata, sarà tuttavia incapace di
realizzare un altro hit capace di competere con quel mostro. Anche
perchè i Procol Harum sono una band più interessata agli
album, e tale definizione è troppo in anticipo sui tempi per
la
mentalità dei discografici dell'epoca, che
chiedono un
altro
super-hit. Ma, come detto prima, la psichedelia sta cambiando le cose.
E il suo figlio, il rock
progressivo, definirà il definitivo predominio
dell'album.
E proprio questa estate esce l'album che costituirà il definitivo spartiacque
nel passaggio dall'era dei singoli a quella degli album. Si tratta del
nuovo album di un gruppo che
comprende un tipo di nome John che afferma che il pezzo dei Procol
Harum è il suo preferito dell'anno...
Ma
per introdurlo, bisogna parlare di "corsa agli armamenti". No,
non sto
parlando della drammatica Guerra Fredda USA-URSS. Ma di una vera e
propria sfida
al calor bianco tra USA e UK in campo musicale. Nel 1965 quattro tipi di Liverpool
pubblicano un album di nome "Rubber
Soul", con cui iniziano il viaggio personale, seppur
ancora timidamente, nella
psichedelia. Dall'altra parte dell'oceano, un tipo geniale di nome
Brian Wilson e
i suoi amici, Ragazzotti
soliti
suonare sulla Spiaggia, ne rimangono
fulminati e stimolati. Brian
se ne va quindi in studio deciso a superare quell'album. E ci riesce. Pubblicando
un
capolavoro chiamato "Pet
Sounds". E la risposta dei quattro sudditi di Sua Maestà non
si
fa attendere. E rilanciano la posta. Facendosi ispirare
proprio dal lavoro di Wilson e chiamando
in causa un certo
Sergente...
The
Beatles -
Arriva la banda del Sergente Pepe
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Secondo il road manager
Neil
Aspinal, la prima mondiale dell'album
risale ad aprile, quando viene fatto suonare sull'impianto stereo della
casa di King's Road di Mama Cass dei The Mamas & The
Papas. Le
casse vengono messe sul davanzale della casa. Sono le sei di mattina.
La musica inizia e la gente incuriosita si affaccia alle finestre.
Nessuno però impreca contro gli antenati degli autori, perchè tutti
capiscono che stanno ascoltando qualcosa di importante... Anche se la
datazione non è certa (d'altra parte di quest'epoca si dirà che, se ti
ricordi bene cosa è successo, di sicuro non eri presente),
il
fatto evidenzia tutta la voglia dei Beatles di far ascoltare il loro
nuovo lavoro...
Quell'album segna
la definitiva esplosione
commerciale della scena psichedelica britannica. La scena
esiste già da
un paio di anni, ma il botto a livello di mainstream avviene proprio
con il Sergente Pepe. Nello stesso tempo questo lavoro evidenzia
come le due scene, americana e britannica, sia pur diverse, siano
profondamente connesse. Non per nulla le prime esperienze lisergiche
dei Fab Four risalgono ai viaggi americani. Ma anche musicalmente le
due scene si influenzano a vicenda, come testimoniato dalla disfida di
cui ho parlato poco fa.
L'album è il risultato di una serie di
sperimentazioni (musicali e non) atte ad ampliare gli orizzonti
musicali della band, da buon dettame psichedelico.
La band si sente
libera di sperimentare anche perchè
ha deciso di dare un taglio ai concerti dal vivo,
diventati ormai
improponibili per l'isterismo dei fan che costringono ogni volta la
band ad autentiche fughe. Non fare concerti comporta
ovviamente la
possibilità di sfruttare tutto il tempo nella scrittura delle
canzoni. E leva alla radice il problema di dover creare suoni
riproducibili su un palco, lasciando piena libertà. E così, da buoni
scarabei, eccoli compiere la metamorfosi da pop band da stadio a gruppo
da studio psichedelico ad alto tasso di sperimentazione. Il fatto poi
di essere i numeri uno, conferisce loro una libertà
artistica senza pari, oltre alla possibilità di accedere alle
tecnologie più evolute dell'epoca presso gli Abbey Road Studios. Come
dirà Paul: "
Tutto era
lecito e possibile".
I
quattro si guardano attorno e ascoltano le meraviglie prodotte dalla
"concorrenza", tra cui Brian Wilson, appunto. Con l'onda psichedelica,
la musica pop sta facendo
passi da giganteschi sia in termini compositivi sia tecnologici. Le
barriere
della canzone da 3 minuti scarsi stanno cedendo rovinosamente. E
l'approccio basato sull'hit single è ormai diventato stretto per i
quattro, che vedono nell'album uno strumento ben più versatile. E
mentre George se ne va in
India e impara a
suonare il sitar, Paul
scopre la musica di Karlheinz Stockhausen,
per altro incluso nella famosa copertina ad opera dell'album, ad
opera di Robert Frazer.
E così i Beatles si rifugiano in studio. Il tempo passa e la EMI inizia
a mostrare segni di impazienza. Così alla fine decidono di pubblicare
su singolo due brani che avrebbero dovuto figurare sull'album. Si
tratta giusto di due cosette, intitolate "
Strawberry
Fields Forever" e
"
Penny
Lane"...
Dato che la regola della band è di non includere negli album
pezzi
già pubblicati su singolo, i due pezzi non troveranno posto
nel disco in fase di lavorazione.
Poi, finalmente, il primo giugno 1967, il nuovo
attesissimo album dei Beatles arriva nei negozi britannici. Si intitola
"Sgt.
Pepper's Lonely Hearts Club Band".
L'album nelle intenzioni dovrebbe essere un concept album e dovrebbe
rappresentare la
performance della band psichedelica del titolo, una sorta di alter ego
dei Beatles, il cui nome ricorda quello delle nuove band psichedeliche
americane.
La band di finzione così creata è radicalmente diversa dai
"veri" Fab Four anche fisicamente: si tratta di barbuti capelloni
vestiti con coloratissime divise. Il leader della band del
Sergente Pepe è Billy
Shears, interpretato da Ringo, che, dopo
l'introduzione della band con la title-track,
si presenta
cantando "With A
Little Help from My Friends".
Tuttavia dopo aver registrato i due brani (per altro legati senza
soluzione di continuità) e il reprise del primo, i quattro cambiano
idea. E così accantonano l'idea di un album concerto di una band
immaginaria. Pertanto alla fine ci ritroviamo con un concept album
nelle intenzioni che tuttavia alla fine risulta essere una cosa
diversa. Detta così sembrerebbe che i quattro hanno fallito
l'obiettivo. Ovviamente non è così. L'insieme risulta un viaggio
psichedelico clamorosamente coeso.
L'album è un'autentica orgia di esperimenti
sonori clamorosi per l'epoca. Viene registrato con artifizi che lo
rendono simile a un album
registrato su un multi-traccia (una magia di George Martin:
all'epoca in Europa il massimo
disponibile era un 4-tracce). Per tacer dei vari
effetti (wah wah, fuzzbox) e dell'uso del Mellotron (il
campionatore). Si potrebbe dire che fanno uso di tutti i
trucchi disponibili, applicabili alle voci e agli strumenti.
Tra gli effetti indediti c'è l'ADT, ovvero l'automatic double
tracking, che permette di raddoppiare i suoni mediante
registratori.
Come ogni album epocale che si rispetti, numerose son le
leggende
che lo riguardano. Per
esempio quelle alimentate dai suoni che lo chiudono. L'album, al di
fuori della versione USA, si conclude infatti con un suono ad alta
frequenza (come detto da
Lennon, per rompere le scatole al vostro cane), seguito da una serie di
suoni in
loop, un mix di risate e frasi, tra cui sembrerebbe comparire la frase "Never
could be any other way". Ma la chicca vera accade se
qualcuno lo suona al contrario. I suoni infatti sembrano
formare una frase: "Will
Paul be back as Superman?"
(un riferimento alla leggenda urbana sulla presunta morte di Paul?). A
riguardo tuttavia c'è un aneddoto divertente. McCartney, in
seguito alle segnalazioni di alcuni ragazzini,
prova a suonare il pezzo al contrario. La frase che le sue orecchie
sembrano captare è "We'll fuck you like superman". Dopodichè Paul
chiede i sali...
Tra le band che useranno un trucchetto simile ci
saranno i Rush e i The
Who, in "The Who Sell Out".
L'album, da buon trip psichedelico, presenta anche
allusioni alle
droghe, che alimentano un'altra serie di pippe mentali. In
sintesi: la maria compare più volte ed
esplicitamente.
Non per nulla i Fab Four e Brian Epstein son tra i firmatari di una
petizione pubblicata sul Times per liberalizzare la cannabis... I
riferimenti all'LSD invece son stati negati dagli autori stessi,
nonostante le tonnellate di carta scritte su pezzi come "Lucy In
The
Sky With Diamond" e l'epocale "A Day In
The Life". Riguardo ai supposti
riferimenti all'eroina, diciamo che son tutti forzature.
Bastano perle come i pezzi sopracitati o la delicata "
She's
Leaving Home"
per rendere grande l'album, che diventa un clamoroso e
colossale
successo sia di pubblico sia di critica. L'album entra al N. 8 della UK
chart il 3 giugno e la settimana dopo è al N. 1. Ci
rimarrà 27 settimane. Rimarrà in classifica, comprese le varie
riedizioni, ben 198 settimane. Negli USA domina la Billboard Chart per
19 settimane. E sarà il primo album rock a vincere il Grammy.
Non
è facile parlare di sto album epocale. C'è chi oggi lo smantella
dicendo che non è poi sto granchè. Quasi a volersi distinguere dal
resto che ne parla come di un capolavoro. Probabilmente il suo impatto
all'epoca oggi arriva affievolito. Forse non è il miglior
album dei Beatles. C'è chi gli preferisce il precedente
"Revolver". Altri
votano per
"The Beatles"
(l'album bianco) o per
"Abbey
Road". C'è poi chi lo
considera alla pari del primo album degli Aqua, come un noto
supercritico da
rete (la provocazione paga, evidentemente). Di certo si tratta
del classico lavoro che non lascia indifferenti. Critici da rete a
parte, tra i maggiori detrattori c'è un grande come
Frank Zappa, che
accusa i quattro di aver adottato i valori della controcultura per
fare soldi. Non per nulla creerà come risposta l'album
"We're Only In It For The
Money", la cui copertina è una parodia di quella
beatlesiana. E pensare
che tra gli album che hanno ispirato "Sgt Pepper's" c'è proprio un
disco di Zappa,
"Freak
Out!", non per nulla considerato il primo concept
della storia. Tra i fan del lavoro invece
Jimi Hendrix, che
suona la
title track a distanza di due giorni dall'uscita dell'album, davanti
a una paltea che annovera anche Harrison e McCartney.
L'estate
del 1967 è epocale per i Beatles anche per altri motivi. Il 25 giugno
la band partecipa a uno show di sei ore, "Our World",
trasmesso via
satellite in 26 paesi e collegato all'Expo canadese. Si tratta del
primo programma dal vivo trasmesso
via satellite nei cinque continenti. Tra i partecipanti ci son la
Callas e Pablo Picasso (a rappresentare la dittatura greca e quella
spagnola?). E la
band, in qualità di rappresentanti della
Gran Bretagna, davanti a un pubblico stimato di 400 milioni di
spettatori, presenta in tale
contesto un pezzo nuovo intitolato ALL YOU
NEED IS LOVE.
Il pezzo è scritto da Lennon su
richiesta, proprio per
il programma.
La base
musicale del pezzo è stata registrata il 14 giugno agli Olympic
Studios, poi il brano è stato rifinito ad Abbey Road. Per la
trasmissione
il brano vieen eseguito con un'orchestra. I quattro son vestiti come
sulla copertina di "Sgt. Pepper's" e sono accompagnati da un coro con
numerosi amici della band, tra cui Mick Jagger, Keith Richards,
Marianne Faithful, Keith Moon, Graham Nash, Donovan... Praticamente un
supergruppo alla USA For Africa ante-litteram!
L'intro è "La Marsigliese", e nel brano
viene incluso un frammento di "In The Mood" di Glenn Miller, oltre che
di
"She Loves You". La versione che ne esce tuttavia non viene
pubblicata su singolo. John registra nuovamente la sua parte vocale, il
brano viene accorciato e solo allora esce su singolo. Diventa il loro
12esimo N. 1 UK
il 29 luglio e il 14esimo N. 1 USA il 19 agosto. Non ne parlo oltre
perchè in questo sito ne hanno già parlato a dovere Leonardo Viani
nella sua scheda
(per la cronaca, c'è pure una scheda sul pezzo dei Procol Harum).
Si, è pure la canzone usata da quel terrificante programma TV che non
oso
nominare... E se mi dite che vi piace quel programma, vi meritate di
finire
qui!
Ma è un'estate fondamentale anche per un altro motivo. Si
tratta tuttavia dell'ultimo album dei Beatles come vera band, con i
quattro
che lavorano assieme.
Brian
Epstein, il manager e deux ex machina dietro i Fab Four,
unico in grado di
risolvere alla base i
conflitti nascenti tra gli ego dei
quattro,
muore il 27
agosto a soli 32 anni per un'overdose di farmaci. La sua
morte segnerà in modo
inequivocabile l'inizio del dissolvimento della band.
Il 29 agosto si
tengono i suoi funerali in forma privata, a cui i quattro non
partecipano.
Per la cronaca, "Sgt.
Pepper's" non decreterà la fine della corsa agli armamenti.
Anzi...
The Beach Boys -
L'eroe Brian e i cattivi che gli impediscono di sorridere
Brian Wilson,
in parallelo ai Fab Four, si lancia in un nuovo lavoro, alla ricerca
dell'
"album perfetto".
Il progetto prevede una suite continua di canzoni legate da parti
vocali e segmenti musicali. Quel lavoro tuttavia incontra l'opposizione
del resto della sua band, che ha paura di cambiare, e dei discografici.
E verrà accantonato definitivamente nel maggio 1967, poco prima
dell'esplosione del Sergente. La sua mancata
pubblicazione sancirà la discesa negli inferi del musicista
californiano.
"Smile",
il titolo di quell'album, diventerà il più famoso album mai pubblicato
del rock, e vedrà la luce solo nel
2004...

La
necessità di tenere la band sotto l'attenzione del pubblico nonostante
la mancata uscita dell'atteso lavoro è probabilmente alla base della
pubblicazione in UK (dove i Beach Boys sembrano ormai essere più
popolari di quanto non lo siano in patria) di un pezzo originariamente
inserito nel loro album del 1965
"Summer Days (and Summer
Nights!!)". Si tratta di
THEN I
KISSED HER, cover di "
Then He
Kissed Me"
delle Crystals, grande successo prodotto da Phil Spector. Con la loro
versione prodotta da Brian, i Ragazzi della Spiaggia inaugurano giugno
al N. 5 della classifica britannica dei singoli.

Tuttavia un brano destinato a
"Smile" finisce nelle classifiche di
quest'estate. Si tratta della meravigliosa
HEROES AND
VILLAINS,
che doveva essere il pezzo principale del nuovo album. Il pezzo ha un
testo molto complesso, specie in rapporto alla produzione precedente
dei Beach Boys. E come ogni buon testo psichedelico si presta a più
interpretazioni, alludendo anche ai confitti di Brian col resto della
band. Il singolo porta i Beach Boys al N. 13 USA e al N. 8 UK. Il pezzo
segna la prima collaborazione tra Wilson e il paroliere
Van Dyke Parks,
con cui lavora su "Smile". La versione che finisce su singolo è il
frutto di almeno 20 sessioni di registrazione che coprono un periodo di
vari mesi.
Il
perfezionismo di Brian infatti sta lentamente scivolando
nella follia, aiutato dall'uso di sostenze stupefacenti.
Purtroppo il
nuovo album della band,
"Smiley
Smile"
che uscirà l'11 settembre, sarà un fiasco che affosserà la band negli
USA. D'altra parte, dopo tanta attesa del leggendario album fantasma,
questo sostituto dell'ultima ora non poteva che deludere. E
Brian,
già sull'orlo dell'abisso, non potrà che crollarvi dentro...
Ma
Brian non è l'unico geniale personaggio che si perde negli spazi
dilatati chimicamente. C'è un altro grande, che a differenza di Brian
non riuscirà più a ritornare indietro. Ma per parlarne, dobbiamo
tornare a
bomba
a Londra...
La scena psichedelica
londinese, come già detto, fa capo
a un paio di locali. Se il Middle Earth ospiterà
molte band americane in trasferta, come
Doors e Jefferson Airplane, svolgendo la funzione di trade d'union tra
le due scene, la palma di locale psichedelico N.
1
della città spetta all'UFO.
Il club apre il 23 dicembre 1966. Durerà
giusto tre stagioni: chiuderà nell'ottobre 1967. Ma è da questo locale
che emergono alcune band seminali, come i Soft Machine e
soprattutto
la band presente sul palco la sera dell'inaugurazione. Si
tratta
di una formazione guidata da un leader geniale in pieno delirio acido.
Si chiamano Pink Floyd.
Pink Floyd - I
Pifferai magici di Syd
I Pink Floyd all'epoca sono la band di Syd Barrett, la
figura più emblematica della stagione psichedelica
britannica, a metà tra i paradisi artificiali e gli inferni
della
mente. Il diamante pazzo lucente che rappresenta non solo il lato
geniale del viaggio psichedelico, ma anche, e soprattutto, chi è andato
troppo oltre, bruciandosi definitivamente.
Syd
sin da giovane ama profondamente il rock e il blues. A 15 anni si è
già fatto un nome al Riverside Jazz Club.
Purtroppo la morte prematura del padre lo segna e desta i primi
segnali di disturbo psichico. Alla London Camberwell
Art School conosce un altro studente, Roger Waters. I due
nel '65
formano una band, con l'obiettivo, molto modesto, di diventare i nuovi
Rolling
Stones... Con loro Nick
Mason, Bob
Klose, Rick
Wright e Chris
Dennis. Dato che Barrett ama il
blues, propone come nome della band l'unione di quelli di due suoi
idoli: Pink Anderson e
Floyd Council.
Al ritorno da una vacanza con l'amico David Gilmour, Syd
compie un passo che segnerà la sua esistenza: viene
introdotto all'acido. Viaggia nell'universo e al ritorno
decide di
mettere in musica la sua esperienza. Purtroppo il desiderio di
esplorare il cosmo
infinito diventa un'ossessione e l'uso di droghe, il
carburante che gli consente di intraprendere questi viaggi
interplanetari, diventerà per lui una vera dipendenza influendo sul suo
già fragile equilibrio psichico. Nel frattempo
scrive le canzoni
che formeranno l'album di debutto del suo gruppo.

Se
il singolo
d'esordio "
Arnold
Layne"
(dal soggetto decisamente inedito per l'epoca: un travestito che roba i
vestiti alle donne) porta la band al N. 20 UK in primavera,
SEE EMILY
PLAY
diventa il primo Top 10 hit della band, arrivando al N. 6 britannico
questa estate. La "Emily" del titolo è una fanciulla che Syd
dice
di aver visto in sogno durante uno dei suoi trip. In realtà esiste un
corrispettivo reale della ragazza:
Emily
Young,
giovane aristocratica che è nota all'UFO come "la ragazza
psichedelica". Oggi è un'acclamata scultrice. Il pezzo è psichedelia
concentrata. La chitarra
slide è suonata da Barrett con un accendino... Il pezzo fa diventare
popolare la band, ma rappresenta un problema: è praticamente
impossibile suonarlo dal vivo. Il successo del brano tuttavia sembra
disturbare Barrett, che non è affatto soddisfatto dalla versione
incisa, prodotta da
Norman
Smith (già ingegnere del suono dei Beatles).
Durante le registrazioni del pezzo David Gilmour visita lo studio:
sembra che sia stato sconvolto dal cambio di personalità di Syd, che
addirittura non riconosce l'amico. La discesa è iniziata.

E
il 5 agosto 1967 esce l'album di debutto della formazione: uno degli
album più importanti della Storia del
Rock (si, un altro!).
"The
Piper At The Gates Of Dawn", un vero
manifesto dell'epoca psichedelica.
Di fatto si tratta dell'unico album della band realizzato sotto il
pieno controllo di Barrett. L'album viene concepito nell'arco di sei
mesi, tra un viaggio spaziale e l'altro. Le registrazioni hanno inizio
il 21 febbraio 1967 agli Abbey Road Studios. In quei gironi negli
stessi studi stanno nascendo
"Sgt.
Pepper's" e
"S.F.
Sorrow" dei
The
Pretty Things,
altro album fondamentale (è di fatto la prima opera rock). Al timone
della produzione c'è Norman Smith, che verrà accusato da Syd di voler
rendere
l'album troppo "pop". Il viaggio di Syd nelle registrazioni
ha
inizio con "
Interstellar Overdrive",
con cui la band inizia ad abbattere le barriere spazio-temporali, tra
realtà e fantasia. Il pezzo aprirà il secondo lato dell'album. L'album
invece è aperto da un altro pezzo cosmico, "
Astronomy
Domine". Tra gli altri pezzi da novanta vale la pena di
citare anche "
Lucifer
Sam", dall'inquietante riff, e "
Matilda
Mother".
L'album
è un buon successo, arrivando al N. 6 della classifica britannica, ed è
salutato dalla critica come un capolavoro. Anche se alcuni, come Pete
Townshend degli Who dicono che non riesce appieno a rendere l'atmosfera
e i suoni dei concerti della band.

In
Gran Bretagna intanto esordisce
anche un'altra grande band, in cui le ascendenza rock blues vengono
associate a una vena psichedelica. Si tratta dei
Traffic di
Stevie Winwood, che
ottengono questa estate un grande N. 5
UK a inizio luglio con
PAPER SUN.
Stevie è reduce dall'esperienza con
The
Spencer Davis Group, con cui ha
ottenuto a inizio '67 un To 10 USA con la classica "
Gimme Some
Lovin'".
L'ex ragazzo prodigio (ha debuttato a soli 15 anni con il gruppo
precedente e ora ne ha appena 19) tuttavia è insoddisfatto e decide di
fare nuove esperienze e formare una nuova band. Molla così il gruppo in
aprile. E poco dopo a Birmingham fonda i Traffic. Un quartetto
formato, oltre che da Winwood (voce e tastiere), da
Jim Capaldi
(batteria),
Chris Wood
(basso) e
Dave Mason
(chitarra). I quattro si sono incontrati suonando assieme in
un club di Birmingham,
The Elbow Room. E il gruppo nasce come una sorta di comune: tutti e
quattri infatti si trasferiscono in un cottage nel Berkshire dove
compongono le canzoni. Il mix
che il gruppo proporrà, psichedelico ovviamente, attinge non solo dal
sound tipicamente R'N'B della band precedente, ma contiene anche
elementi jazz. In ogni caso i quattro restano fulminati da "Sgt.
Pepper's". Dopo aver firmato per la Island Record di Chris Blackwell, i
quattro esordiscono con la già citata "Paper Sun", un ottimo biglietto
da visita. E
il prossimo sarà un hit ancora maggiore...
Ma
a questo punto passiamo l'Atlantico e andiamo nell'altra Capitale della
psichedelia, quella californiana.
San
Francisco: Hippy e Monterey
Qui, come detto, le cose son molto
diverse rispetto alla capitale britannica. E soprattutto ormai la
controcultura è diventata moda da vendere alla masse: non per nulla la
Gray Line, compagnia basata su giri turistici in pulman, decide di
inserire tre i suoi pacchetti un giro turistico di Haight Ashbury,
la zona "a più alta densità di hippy d'America". Praticamente
un safari
fotografico per immortalare la strana fauna che popola quella zona. Ma
San Francisco ha una cosa
che Londra non ha: un inno pop che ne celebra i fasti di Capitale dell'Estate dell'Amore.
Anche se, come genere, siamo lontani luce dalla psichedelia...
Scott McKenzie - Ma
come porti i fiori tra i capelli bella bionda...
Allora
pronti alla gita aziendale a San Francisco? Avete tutti i fiori con cui
ornare i boccoli? Si, ragioniere, va bene anche metterli sul
parrucchino. Sennò faccia come il geometra, che li ha bloccati col
riporto! Arrivo previsto nella Mecca del Flower Power alle ore 9:00.
Poi alle ore 10:00 canteremo per le strade inneggiando all'amore. Ore
11:00 metteremo i fiori nei cannoni. E alle ore 12:00 metteremo in
bocca dei bei cannoni. No, non quelli su cui abbiamo messo i fiori. No,
signorina, l'amore libero lo faremo alle 17:00! No, ragioniere, non
cannoli. Cannoni! Ragioniere, ma lei pensa solo a mangiare! Non si
mangia! Gli hippy non mangiano! Dalle 13:00 alle 16:00, meditazione
trascendentale col guru! Poi, balleremo a piedi nudi per le strade
suonando il tamburello fino alle 17:00. Poi, amore libero! Si,
signorina, se il geometra non le piace può dirgli di no! Geometra, non
insulti! Si ricordi, pace e amore! E poi, guardi, la signora dietro di
lei è disponibile a dividere l'amore con lei! Geometra, non può ferire
la signora definendola "cesso inscopabile"! Signora, non lo colpisca
con la borsa! Ricordate: pace e amore! No, ragioniere, quelle non
sono hippy, sono mercenarie! Come
dice? Che vanno bene lo stesso? Ragioniere, si vergogni! Chi non è
interessato alle attività di amore libero può dedicarsi allo shopping!
No! Niente shopping durante la meditazione! E poi dormiremo tutti con un
cielo di stelle come tetto... Si, anche se è nuvolo e piove!
Ahh,
la capitale dell'Estate dell'Amore... In
realtà il movimento hippy già nell'estate del 1967 sta conoscendo i
primi scricchiolii. Il 7 luglio 1967 esce un articolo su The Time
intitolato proprio "The Hippies", in cui viene presentata la città come
la Mecca del movimento. In
realtà il movimento, nato a metà decennio,
sta già mutando. Se da un lato gli hippy orami sono
diventati una moda,
come testimoniato dall'articolo e dalla canzone che
furoreggia, dall'altro si
stanno mutando in qualcosa d'altro, più concreto e politico.
Insomma, l'amore libero, l'inneggiare alla pace e vagare nei
paradisi
artificiali possono andar bene per un po', ma è ora di diventare più
propositivi (e aggressivi). Il 1968 sta arrivando. E così, mentre la
ragazza di
famiglia bene gira conciata come una figlia dei fiori con gran gioia
degli stilisti e delle loro tasche, il movimento nato a Haight
Asbury è in realtà quasi già un ricordo nella stessa San Francisco.

Più che l'estate, nella città del
Golden Gate la stagione dell'amore è
stata
l'inverno. L'atto conclusivo potrebbe essere indicato nel
Festival Pop di
Monterey, che
si tiene dal 16 al 18 giugno. Il Festival costituisce quasi la
prova generale di Woodstock. L'evento, a cui partecipa gente come The
Who, Janis Joplin, Jimi Hendrix (alla sua prima uscita in terra
americana), Ravi Shankar e Otis Redding, radunando oltre 200.000
persone, vede tra gli organizzatori anche
John Phillips, dei
The Mamas And The Papas, che ovviamente son tra i partecipanti. E
Phillips decide anche di scrivere
l'inno
ufficiale del festival. Phillips è anche
produttore e chitarrista del pezzo, a cui partecipano anche musicisti
dei "The Wrecking Crew", gruppo di sala che suona nelle produzioni di
Phil Spektor. Ad interpretare l'inno chiama invece Scott
McKenzie, che sembra abbia veramente messo
dei fiori nei propri capelli durante le registrazioni del brano. Il
cantante folk tuttavia non è il primo hippy che passava. Ha fatto parte
proprio con John Phillips di una band, i
The Journeymen. Per farvi
capire quanto i due siano amici, basti pensare che la prima figlia di
John è chiamata Mckenzie.
SAN
FRANCISCO (Be Sure To Wear Some Flowers In Your Hair)
domina l'agosto britannico, scalzando "All You Need Is Love" e passando
4 settimane in vetta a partire dal
12 agosto (è tutt'ora il N. 1 britannico dal titolo più lungo). Negli
USA invece si deve fermare al N. 4,
posizione raggiunta il primo
luglio e mantenuta per 4 settimane. E in breve diventa un clamoroso hit
internazionale. Un'istantanea di un periodo breve ma intenso in cui si
pensa
di cambiare il mondo semplicemente inneggiando all'amore e alla pace.
Dopo un tale successo, McKenzie non riuscirà più a
ripetere il colpaccio e otterrà un hit decisamente minore con "
Like An
Old Time Movie" (N. 24 USA e N. 50 UK), per poi ritirarsi a
vivere nel deserto (presumo
quindi non si sia più messo fiori tra i capelli, a meno che non abbia
scelto fiori di cactus...). Tuttavia a fine anni '80 sarà co-autore di
un clamoroso N. 1 USA per i Beach Boys, "
Kokomo",
dalla colonna sonora
di "Cocktail" col nano di Scientology (per la serie dagli hippies agli
yuppies...). Parlando di film, "San
Francisco" sarà inclusa nella colonna sonora di "Forrest Gump". E
comparirà pure nel film-concerto dei Led Zeppelin, "The Song Remain The
Same", quando alcune strofe del brano verranno incluse da Robert Plant
nella formidabile versione di "Dazed And Confused".
L'inno
hippy per eccellenza conosce anche la sua inevitabile cover in italico
idioma. No, non l'hanno fatta i Camaleonti. Tocca a Bobby Solo, che
come affermato già da
Christian
nel suo Volo Charter, c'entra ben
poco con il movimento hippy. Ma come già detto, oramai il movimento si
è
tramutato in moda, e sul carro vincente salgono un po' tutti... Finchè
dura...

Fanno
compagnia al buon Scott anche i
Grass
Roots, che
celebrano lo stile di vita hippy ("
We'll
take the most from living, have pleasure while we can")
con la loro
LET'S LIVE
FOR TODAY,
che il primo luglio arriva al N. 8 USA. Una volta tanto non siamo noi a
fare una cover in italiano, ma son gli americani a rifare un pezzo
italiano: si tratta infatti della versione, con testo ovviamente
completamente
cambiato, di "
Piangi Con
Me", brano in stile "porgi l'altra guancia" dei
Rokes che è sul lato
B del loro hit "
Ma
Che Colpa Abbiamo Noi". A dirla tutta, il pezzo
presenta una notevole affinità (specie il ritornello) con un pezzo dei
The Drifters,
intitolato "
I
Count The Tears", datato 1961. Tuttavia gli autori di
quest'ultimo pezzo,
Doc
Pomus e Mort Shuman (autori di classici come
"Save The
Last Dance For Me" e "Viva Las
Vegas", tra gli altri),
decideranno di non fare causa (probabilmente non avevano bisogno di
soldi). Insomma, per una volta che
fanno
una cover in inglese di un pezzo italiano, salta fuori che questo è una
scopiazzatura... Comunque, i Grass Roots faranno anche
un'altra cover italiana nel 1968...
Nonostante tutti gli inni, tra breve i
"veri"
hippy leveranno le tende dalla città, non prima di aver
celebrato un
vero e proprio funerale per il movimento. In compenso
arriveranno quelli attirati dalla moda e ben propensi a dilettarsi tra
droghe e sesso, vivendo, in stile Grass Roots, alla giornata. E le
droghe, se da un lato aprono
le porte alla psichedelia, dall'altro porteranno a sempre più a morti
(all'erba e all'LSD si sostituisce l'eroina) e a frequenti
atti di violenza (le degenerazioni alla Charles Manson son dietro
l'angolo). Insomma, per ironia della sorte, i pezzi di McKenzie
e Grass Roots descrivono un evento quasi passato
quando arrivano in classifica. Ma quello che conta è portare l'idea
alle
masse che al massimo guardano curiose "quei capelloni". Ah, tra 10 anni
preparatevi alla replica con il Punk...
Torniamo
al Festival di Monterey?
Tra tanti clamorosi assenti (i Beach
Boys,
minati anche dallo scontro tra Brian Wilson e il resto della band nato
dal blocco della lavorazione di "Smile" (vedi sopra); Donovan e i Kinks, bloccati
alla frontiera, il primo per un fatto di droga del 1966, i secondi per
una disputa con la Federazione Americana dei Musicisti; i Cream, perchè
il loro manager ritiene quel palco non adatto per lanciare la band in
America), c'è invece un musicista leggendario che sbarca in America.
Sembra che la sua presenza sia stata raccomandata agli
organizzatori addirittura da Paul McCartney. E viene introdotto sul
palco nientemeno
che da Brian Jones dei
Rolling Stones. E questo grandissimo musicista
dedicherà al Festival un brano intitolato "Little Wing"...
Torniamo in ambito psichedelico, con una
delle stelle indiscusse del genere. Pochi altri si dedicheranno
anima e corpo alla causa lisergica...
Jimi Hendrix -
Pronti per l'Esperienza?
"Not
necessarily stoned, but beautiful"

All'epoca
il leggendario chitarrista ha la Gran Bretagna ai suoi piedi.
"Are You
Experienced", il primo album di Jimi Hendrix Experience
vola al secondo
posto della UK chart, bloccato solo dai Beatles. Mentre l'acidissima
PURPLE
HAZE, dopo essere arrivata al N. 3 UK in primavera, diventa
un hit in Germania, oltremanica si piazza al N. 6, come terzo Top 10,
THE WIND
CRIES MARY (
qui
da Monterey), dedicata alla sua amata di quel periodo, Kathy Mary
Etchingham. Sembra che l'abbia scritta dopo una furibonda lite con la
ragazza, che ha deciso di andarsene di casa per qualche giorno. La
scrive e la tiene nascosta, salvo poi presentarla alla band al termine
di una
sessione di registrazioni. Viene registrata in 20 minuti, il tempo che
avanzava di quella sessione. Da notare che nessuno dei tre hit di
Hendrix (il primo è stato "
Hey
Joe") figura in origine nell'album, che è - ancora - un
capolavoro.

La
title
track rappresenta
la
quintessenza della psichedelia:
una base incisa su un nastro suonato al contrario, con effetti che
ricordano lo scratching a venire. Il suono diventa materia plastica da
dilatare e plasmare a piacimento. Da notare che la domanda non è
strettamente legata all'uso di droghe. In realtà Hendrix dirà che parla
di esperienza di pace interiore. L'album include altre grandissime
perle, come la celebre e allegra (come dirà Jimi, è l'unico pezzo
allegro mai scritto da lui) "
Foxy Lady",
probabilmente dedicata alla futura signora Roger Daltrey,
Heather Taylor, il trascinante tour de force jazzato "
Third
Stone From The Sun" (poi ripresa negli anni da
Cozy Powell
e
Right Said Fred)
e "
Fire",
in cui una richiesta esplicita di sesso ("
Let me stand next to your fire"),
in realtà trae origine ben un fatto ben più casto. La band ha finito un
concerto nel epriodo di Natale del 1966. Fa un freddo becco e va a casa
della madre di
Noel
Redding
(lo smilzo bassista degli Experience). Jimi è infreddolito e chiede
alla madre di Noel di potersi mettere vicino al suo fuoco, ovvero al
camino accesso. Davanti al quale c'è già il pastore tedesco di
famiglia, Rover, che Jimi fa scansare ("
Move over Rover, and let
Jimi take over").
Ovviamente queste sono le origini dichiarate. Che poi il pezzo possa
giocare sulle metafore a sfondo sessuale è ovvio... Va detto che
suonando questo brano in concerto a Londra Jimi per la prima
volta darà fuoco alla propria chitarra.
E il gesto viene ripetuto dal musicista alla sua prima uscita
americana. Si tratta dello storico
Monterey
Pop Festival.
Durante la leggendaria esibizione di 45 minuti la chitarra verrà
incendiata, fracassata e data in pasto alla folla in delirio.
L'America
tuttavia ci metterà un po' prima di capitolare. A partire dal 7 luglio
1967 gli
Experience fanno da gruppo di supporto ai Monkees
(eh, già, non
abbiamo solo noi l'esclusiva per accoppiate
concertistiche improbabili), tanto che la
fan delle Scimmie, non molto interessate al chitarrista, durante "Foxy
Lady" canteranno "Foxy Davy", in onore del loro idolo Davy Jones...
Jimi resiste fino al 18 luglio, poi lascia, sia perchè si sente fuori
posto, sia per le polemiche scatenate da movimenti conservatori che
gridano allo scandalo per le sue esibizioni, ritenute "troppo
erotiche"... Poco male: tale pubblicità aiuterà il lancio del suo album
negli States, dove viene pubblicato a fine agosto...

Tornando
ai partecipanti al Festival di Monterey, non si può non
parlare dei
The Who,
che vengono definitivamente lanciati nel mercato statunitense proprio
dal festival. La loro esibizione del 18 giugno li trasforma in eroi
della "Love Generation". Pete Townshend lo ricorderà come un periodo
divertente. Sta di fatto che gli Who sono l'unica band britannica che
partecipa ai due Festival più importanti del decennio, ovvero Monterey
e Woodstock. In termini di classifiche, negli USA arrivano a giugno al
N. 24 con
HAPPY
JACK,
mentre il delizioso inno onanista
PICTURES
OF LILY, dopo aver ottenuto la quarta posizione UK in
primavera, entra nella Top 5 tedesca.
Al
Festival partecipano anche, come già detto, i The Mamas & The Papas,
che aprono giugno con CREEQUE
ALLEY (qui
avete anche il testo) nella Top 5 americana. Il pezzo racconta di come
è nata la band. Il
titolo deriva da una strada delle Isole Vergini,
in cui i quattro hanno passato un periodo di tempo nel 1965: erano in
crisi finanziaria e sono riusciti a tornare negli USA solo dopo che
Michelle
Phillips ha vinto al gioco la somma sufficiente. Il brano è
anche un resoconto degli eventi che interessano la musica al momento
della formazione del quartetto (1965) e son nominati, tra gli altri, John Sebastian (che
stava formando i Lovin' Spoonful), Jim "Roger" McGuinn, leader dei
Byrds, che stavano spiccando il volo, e Barry McGuire, che
in quell'anno è arrivato al N. 1 con "Eve Of
Destruction". Il pezzo si chiude parlando di "California
Dreamin'"
il pezzo che lancia in orbita la band. "Creeque Alley" arriva anche al
N. 9 UK. Tuttavia a giugno, i quattro, mentre sono nella Top 10 USA con
il pezzo di cui s'è appena parlato, sono anche nella Top 3 UK con il
singolo precedente, la cover di DEDICATED
TO THE ONE I LOVE (di cui riparlerò). Il quartetto formato
da Denny Doherty,
John e Michelle
Phillips e "Mama"
Cass
Elliot tuttavia
sta andando incontro a un rapido declino che si potrebbe dire inizia
proprio con l'esibizione come band di chiusura del Festival di Monterey. L'esibizione dei quattro infatti
è un fallimento,
anche perchè i coniugi Phillips son stati talmente presi
dall'organizzazione del festival da non poter effettuare prove e
Doherty arriva all'ultimo momento dal Canada. Sta di fatto che dopo un
N. 15 USA con un'altra cover, quella di MY GIRL,
anch'essa tratta dal loro terzo album, "Deliver",
le cose non sembreranno più andare per il verso giusto e i successivi
quattro singoli falliranno l'appuntamento con le zone alte delle
classifiche. L'unica boccata d'ossigeno arriverà nel 1968 con la bella "Dream A
Little Dream On Me" (attribuito alla sola Cass
Elliot), ma i tempi dei sogni californiani e del pop solare saran
passati per sempre.
E
a Monterey c'è la band americana che rappresenta già il nuovo suono
della controcultura, di cui si avvia a diventare uno dei
gruppi di punta, e che questa estate piazza in Top
10 ben due superclassici...
Jefferson Airplane
- L'aeroplano decolla trionfalmente da San Francisco e parte per il
viaggio lisergico con Alice.
Diamo
a Cesare quel che è di Cesare. Quella che negli anni '80 diventerà una
delle peggiori band in circolazione, 20 anni prima è invece uno dei
gruppi più grandi del mondo. Insomma, l'aeroplano vola altissimo,
mentre l'astronave in cui si trasformerà (gli Starship) si schianterà
rovinosamente al suolo.
L'Aeroplano
è il gruppo di maggior
successo che arriva proprio dalla scena di San Francisco di metà anni
'60. La band nasce nell'agosto 1965, ad opera del chitarrista Marty
Balin. Balin è una delle figure di spicco della scena
locale folk ed è
co-propietario del Matrix Club. Raduna attorno a se i chitarristi Paul
Kantner e Jorma Kaukonen, la cantante Signe
Anderson, il batterista Alexander "Skip" Spence e
il bassista Jack
Casady. La band diventa subito popolare nell'area di San
Francisco, grazie a esibizioni dal vivo organizzate dal promoter Bill
Graham.
Nel frattempo la città diventa l'epicentro della controcultura e la sua
scena musicale diventa subito attraente per i discografici. E
l'Aeroplano ("Jefferson Airplane" è un nome che viene dato alle clip
con cui si reggono gli spinelli), a pochi mesi dalla sua
formazione, viene così subito messo contratto dalla RCA per una cifra
clamorosa all'epoca, 25.000 dollari. Il primo album, "Jefferson
Airplane Takes Off", non fa esattamente faville. E subito
dopo la band affronta il primo di una serie infinita di cambi di
formazione. Skip
Spence viene cacciato (formerà i Moby Grape) e
rimpiazzato da Spencer
Dryden. Mentre Signe Anderson resta incinta e
molla. A sostituirla viene chiamata tal Grace
Barnett
Wing, meglio nota come Grace Slick. La sanguigna
ragazza ha già fatto parte di una band, i Great
Society, e porta in dote due pezzi di quella band. Si
intitolano
SOMEBODY
TO LOVE (qui
versione live da Woodstock), scritta dal fratellastro di Grace, Darby,
e WHITE
RABBIT (live
da Woodstock
anche per questa) (scritta proprio da Grace, è il pezzo che le fa
guadagnare
l'ingresso nella band). E proprio con questi due pezzi
leggendari la band esplode nella chart americana. "Somebody To Love" si
piazza al N. 5 a giugno, e, a fine luglio, "White Rabbit" arriva al
N. 8 USA. Entrambi i brani sono inclusi nel secondo album della band, "Surrealistic
Pillow". Di fatto un album e due singoli che definiscono un'era.
L'era
della controcultura appunto. Un mix di psichedelia e
folk
che segna l'approdo definitivo della scena di Haight
Ashbury
al vertice delle classifiche. Come già detto sopra,
la
scena di San Francisco sta cambiando radicalmente e le band come i
Jefferson Airplane rappresentano proprio questo passaggio dal "Flower
Power" all'acido attivismo politico. La band all'epoca è protagonista
di
molti concerti gratuiti e divide la propria casa con molti altri
musicisti della scena in pieno stile "comune".
Va detto che all'album
partecipa, non accreditato, un altro personaggio di primo piano della
scena psichedelica della West Coast, ovvero Jerry Garcia dei Grateful
Dead. E si deve proprio a Garcia il nome del disco. Sembra
infatti che
dopo averlo ascoltato per la prima volta abbia detto "Sounds like
a surrealistic pillow" (suona come un cuscino surreale").
"Somebody
To
Love" spicca con la sua aggressività. Influenzata da un
altro classico,
"For
What It's Worth" dei Buffalo Springfield, è impreziosita
dalla
formidabile interpretazione della Slick. "Somebody
To Love" conoscerà varie cover, tra cui una
demenziale ad opera di Jim Carrey (!)
per la colonna sonora de "Il Rompiscatole" e una dance da Top 3 UK ad
opera dei Boogie
Pimps, datata 2003, "impreziosita" da un video ad alto tenore
di gnocca.
Il
"Bianconiglio"
invece cita esplicitamente, al ritmo cadenzato di un
bolero in crescendo, "Alice
Nel Paese Delle Meraviglie", effettuando un
parallelo con l'esperienza allucinogena indotta dall'LSD. D'altra
parte, nonostante la versione Disney, il romanzo dell'oppiomane Lewis
Carroll è decisamente materia ricca per chi è alla ricerca di viaggi
allucinogeni. E di questo se ne rende pienamente conto Grace, che si
diverte così ad evidenziare come molti libri per bambini abbiano in
realtà diversi livelli di lettura e di come Alice in quel romanzo (e
nel successore "Dentro Lo Specchio") si faccia in fin dei conti di
tutte le sostanze
possibili... All'epoca Grace, come molti suoi coetanei, "sperimenta"
con gli allucinogeni, e il brano nasce durante un viaggio ascoltando "Sketches
Of Spain" di Miles Davis.
Praticamente la radiocronaca di un viaggio all'LSD. E come il romanzo,
considerato lettura per bambini socialmente accettata, anche il brano
ad alto contenuto lisergico passa a sorpresa le maglie della censura.
Si tratta di uno dei primi brani chiaramente associati all'uso di
droghe che diventa un hit. Praticamente un inno per la controcultura. E
diventa un monumento della cultura pop americana, citato da miriadi di
film (da "Platoon" a "C.R.A.Z.Y." a "Paura e Disgusto A Las Vegas") e
da serie TV (su tutti i "Simpson", nella cui serie compare
per tre
volte, e i "Sopranos").
Ebbene, questa band nel 1985 ci propinerà "We Built This
City". Eh si, evidentemente le droghe fanno male, a scoppio ritardato...
Se
la scena di San Francisco al momento è sotto i riflettori, Los Angeles
tuttavia non sta a dormire. Anzi! Una delle band chiave della
psichedelia americana arriva proprio dalla Città degli Angeli...
The Doors
- Si accende il fuoco
Ed ecco un altro di quei pezzi
che hanno fatto la Storia del Rock e su cui praticamente è stato detto
tutto e il suo contrario...
Beh, provo a raccontarne la storia...
Un
paio di mesi dopo
essersi laureati in cinema alla UCLA (Università della California), Jim
Morrison e Ray
Manzarek
si ritrovano sulla spiaggia californiana di
Venice. Quando Ray chiede a Jim cosa abbia fatto dopo la laurea,
Morrison gli legge i testi di alcune canzoni che ha
scritto. Manzarek è colpito dai testi scritti dall'amico e i
due
alla fine
decidono di formare una band e guadagnare un milione di dollari. Il
nome della band è stato scelto da Jim durante la frequentazione della
UCLA. È stato ispirato da "Le Porte della Percezione: Paradiso
e Inferno",
saggio in cui Aldous
Huxley descrive gli effetti della mescalina.
Tuttavia il nome deriva anche da una frase di William Blake
contenuta
nel suo "Matrimonio tra
Inferno e Paradiso", che ha ispirato Huxley
stesso. "If the doors of
perception were cleansed, everything would
appear to
man as it truly is, infinite" ("Se le porte della
percezione fossero
spalancate, ogni cosa apparirebbe all'uomo come realmente è:
infinita").
I due a questo punto reclutano altri due musicisti: Ray
frequenta lezioni di meditazione trascendentale dal famigerato guru Maharishi
Mahesh Yogi. Qui incontra
il batterista John Densmore e il chitarrista Robbie Krieger.
Manzarek, tastierista, si adatta anche a fare il bassista, dato che non
ne viene trovato uno all'altezza delle esigenze della band.
Le Porte diventano rapidamente una
band del circuito
underground di
Los
Angeles: diventano la band di casa del famoso Whiskey-a-Go-Go,
sul Sunset Strip. Ed è proprio un'esibizione nel locale davanti a Jac
Holzman, fondatore dell'Elektra,
che frutta loro un contratto. Un altro
loro fan è Paul Rothchild,
che si offre di produrre il loro album di
debutto per "avere un documento sonoro" delle loro performance live.
L'album, intitolato col nome della band, esce nel gennaio 1967. Come
dirà Densmore in seguito, la band realizza l'album senza pensare a
potenziali singoli da estrarre. Tuttavia, pur essendo molto popolari a
livello locale, per sfondare a livello nazionale hanno bisogno di un
singolo di successo. Il primo estratto, "Break On
Through", passa inosservato (!). Ma il secondo singolo
appicca un incendio che sarà difficile domare...

Prodotta
come il resto dell'album da Rothchild,
LIGHT MY
FIRE
viene registrata a fine 1966.
La versione sull'album dura 6 minuti e mezzo. per essere pubblicata su
singolo viene tuttavia accorciata a soli 2:52 minuti, tagliando la
formidabile parte strumentale con gli assoli. La band, insoddisfatta,
accetta il compromesso a denti stretti. Pubblicata nell'aprile del
1967, viene lanciata dalla band con un espediente molto particolare: il
gruppo e il suo staff
telefonano per giorni interi ai programmi radio di richieste e dediche
chiedendo il pezzo... Evidentemente il giochino funziona, dato che il
brano si diffonde nell'etere prima in California, per poi esplodere a
livello
nazionale. Il 29 luglio inaugura tre settimane in vetta alla Billboard
Chart, diventando il primo N. 1 della Elektra. E la cosa più clamorosa
è che le radio non trasmettono la versione breve, ma quella dell'album!
Con un suono decisamente aggressivo e testi complessi e poetici, ricchi
in citazioni letterarie e spesso trattanti la morte, la band irrompe
nella scena Flower Power come un incendio su un prato fiorito. E
diventa subito
una delle punte di diamante della controcultura statunitense, assieme
ai Jefferson Airplane e ai Grateful Dead.
Come
ricorderà chi ha visto il film di Oliver Stone, la band all'apice del
successo presenta
il pezzo all'Ed Sullivan Show. I produttori del
programma tuttavia chiedono a Morrison e soci di cambiare la strofa
"Girl we couldn't get
much higher",
ritenuta troppo "hard". Morrison
acconsente, salvo poi cantarla senza cambiamenti. Dirà di essere stato
preso dal nervosismo e di aver dimenticato di cambiare le parole...
Sembra invece che la band non avesse proprio l'intenzione di cambiare
il testo. A differenza
tuttavia del film di Stone, e come confermato dal video
dell'esibizione, Jim non rimarcherà la famigerata strofa
(diciamo che è stata una "libertà artistica" che esprime perfettamente
lo stile del regista, che se non
dice le cose urlando non è contento...). In ogni caso, la band non
verrà più invitata e Sullivan alla fine dell'esibizione rifiuta di
stringere la mano a Morrison... Poco male: la band ha comunque suonato
allo show N. 1 d'America...
Il
pezzo
nasconde qualche segreto che non tutti magari sanno.
Contrariamente a quel che si potrebbe supporre, il testo
è stato scritto soprattutto da Robbie Krieger. Sembra
che il pezzo sia nato infatti dopo una sorta di alterco
tra Morrison e il resto della band. Jim li manda a casa dicendo loro di
pensare a una canzone dedicata a uno dei quattro elementi. E Krieger
pensa al fuoco... Al testo collabora ovviamente anche Re Lucertola,
anche
se scrive solo il secondo blocco di strofe (e si sente, basti pensare
alla splendida metafora della pira funeraria). Mentre il
formidabile intro all'organo è farina del sacco di Ray
Manzarek, influenzato da... Johann
Sebastian Bach (eccolo che ricompare!).
La linea di basso invece è ispirata da "Blueberry
Hill" di Fats
Domino, mentre la
progressione armonica tuttavia ha una fonte di
ispirazione nella versione
jazzata di "My
Favourite Things" ad opera di John
Coltrane.
Il pezzo
tuttavia è estremamente popolare grazie a un'altra versione,
quella di Julie
Andrews. Infatti è parte della colonna sonora di
"Tutti Insieme
Appassionatamente"... Insomma, parto parlando dei Doors e
finisco con Mary Poppins...
Il legame tuttavia con
l'easy listening non si ferma qui, dato che il brano ritornerà nella
Top 3 USA nel 1968 con la versione lounge ad opera di
José Feliciano, poi
ripresa 24 anni dopo da Will Young... E il pezzo verrà rifatto da mezzo
mondo, tra cui
Shirley
Bassey e
Amii
Stewart, quest'ultima in una tremenda versione disco...
Da notare che la Buick offre alla band una bella cifra
per poter usare il pezzo in un loro spot. Krieger,
Densmore e Manzarek, in assenza di Morrison, accettano. Ma quando torna
Jim fa il diavolo a quattro e il contratto viene stracciato. Sembra
che il cantante abbia telefonato alla casa automobilistica minacciando
di fare a pezzi una Buick con un martello in TV se lo spot fosse stato
trasmesso... Non è
tuttavia chiaro se Jim buonanima volesse tutelare la "purezza" della
band, oppure semplicemente non volesse che quella canzone diventasse
ancor più popolare. Infatti affermerà di odiare il pezzo. Le malelingue
dicono perchè è il pezzo che ha dato la fama alla band ma lui ha
contribuito solo marginalmente a scriverlo...
Come già detto in
un'altra occasione, il pezzo tuttavia non apre le porte della
chart
britannica a Jim e compari e per vederlo nella Top 10 Uk dovremo
aspettare il 1991 e la riedizione del singolo per il lancio del film di
Oliver Stone...
Ma a questo punto passiamo in rassegna gli altri
formidabili N. 1 americani del periodo...
I N. 1
Americani
Il 19 agosto i Doors mollano
l'osso (ovvero al vetta
USA) a vantaggio dei Beatles di "All You Need Is Love", a cui segue...
Bobbie Gentry - Chiacchere di paese per un suicidio misterioso
"He said he saw a girl
that looked a lot
like you up on Choctaw Ridge / And she
and Billy Joe was throwing somethin off the Tallahatchie bridge..."

Il
26 agosto arriva al N. 1 USA
ODE TO
BILLIE JOE,
che rimane in vetta
alla classifica americana per 4 settimane. Sembra che
l'ispirazione per il pezzo sia venuta alla cantautrice alle 3 di notte.
Una nota su un blocco alquanto perentoria definisce il tema del brano:
"Billie Joe McAllister si è
buttato dal Tallahatchie Bridge".
Sebbene un ponte del genere esista veramente nel
Mississippi (e dopo questo pezzo è diventato meta di pellegrinaggi
con salto - innocuo, dato che trattasi di ponticello - fino al suo
crollo, nel 1972), la storia della canzone è interamente inventata.
Parla di
un suicidio, descrivendo le reazioni all'accaduto della
gente del posto.
Ma si
guarda bene dallo spiegare le ragioni del gesto.
E in questo mistero è racchiuso il fascino del brano, che si presta a
tutta una serie di interpretazioni. A dire il vero c'è un altro
mistero racchiuso nel testo.
Cosa
diavolo Billie Joe ha gettato dal ponte assieme alla sua ragazza, il
giorno prima di suicidarsi?
Le teorie a riguardo equivalgono per numero quelle finalizzate a dare
un nome al
bastardo
irrispettoso di Carly Simon.
C'è chi sostiene abbiano gettato un anello, fiori, addirittura un
neonato, "figlio della colpa". Altri addirittura il cadavere di un uomo
che avrebbe abusato o di Billie Joe o della ragazza. Pure all'inizio de
"Le Iene" tarantiniane si discute dei motivi del gesto. Insomma, lascia
una serie di quesiti irrisolti, quasi a mettere l'ascoltatore nei panni
dei concittadini che si limitano più che altro al gossip... Un tipico
giallo per l'estate secondo i canoni dei nostri TG, direi...
E
infatti alla Gentry non
interessa spiegare il perchè del gesto, ma mettere in
evidenza proprio la crudeltà implicita della gente, che parla
dell'evento a pranzo come se fosse la cosa più normale, tra una portata
e l'altra, senza minimamente chiedersi il perchè.

Insomma,
una storiaccia di provincia, che la Gentry conosce molto
bene, essendo cresciuta sul Delta del Mississippi.
Roberta Lee Streeter,
questo il suo vero nome, ha abbandonato a 13 anni il Sud per
traferirisi con la madre in California. A Los Angeles studia filosofia
e musica, mantenendosi lavorando come segretaria e nel 1966 fa degli
show a Las Vegas. Le basta un demo di un pezzo, la ritmata e
funkeggiante "
Mississippi
Delta",
per farle ottenere un contratto con la Capitol. E agli studi della
Capitol la ragazza registra l'Ode al suicida Bobbie Lee. La incide solo
con l'accompagnamento di una chitarra acustica in un'ora. I produttori
ritengono la versione talmente bella da decidere di aggiungervi solo
alcuni archi. La prima versione dura 7 minuti. La Capitol tuttavia la
ritiene troppo lunga e senza mercato, pertanto la accorcia e la mette
sul lato B di "Mississippi Delta". Ah, la lungimiranza dei
discografici... Son le radio a scoprire il pezzo e a portarlo in seria
A. Entra nella Hot 100 il 5 agosto: 3 settimane dopo è al N. 1,
sbattendo giù i Beatles e impedendo alle Supremes di arrivare in vetta.
Scusate se è poco...
Il
brano originerà un film - omonimo - nel 1976:
la Gentry registrerà una nuova
versione del brano per l'occasione. La nuova e la vecchia versione
entreranno entrambi nella Hot 100. Nel film viene data una
interpretazione: Bobbie Lee getta con la ragazza una bambola di pezza e
si suicida perchè omosessuale. Una curiosità:
anche il nome d'arte della
cantautrice
è legato a un film, "Bobbie Gentry" appunto,
con Jennifer Jones e Charlton Heston.
Ah,
da noi Paola Musiani ne farà la cover in italiano.
Prima dei Doors invece, al N.
1 USA troviamo...
The Association -
Come portare un valzer per un hippy al N. 1...
WINDY
rimane in vetta quattro settimane a partire dal primo luglio. Il pezzo
in origine è su un demo di 22 canzoni mandato dalla ventiduenne
Ruthann
Friedman al
produttore
Bones Howe,
già ingegnere del suono dei The Mamas & The Papas. All'epoca è
un walzer dedicato a un hippy per la quale la
ragazza di San Francisco ha perso la testa. Il pezzo piace a Howe ma sa
bene che non
può pubblicarlo con quell'arrangiamento. E così decide di cambiarlo
e lo affida alla band che è stata messa sotto le sue cure, gli
Association, arrivati al terzo album. In teoria all'inizio Howe avrebbe
dovuto
"tenere d'occhio" il loro produttore, dato che il secondo album del
gruppo ha venduto poco in relazione alle aspettative e le colpe
sono state attribuite proprio al produttore. Lui accetta, ma solo a
patto
di occuparsi da solo della produzione. E così avviene. La band viene da
un
momento molto delicato, dato che ha appena dovuto rimpiazzare
Gary Jules
Alexander che se ne è andato in India per dedicarsi alla
meditazione
trascendentale... A sostituirlo viene a chiamato il batterista
Larry Ramos dei New
Christy Minstrels.
La band ha bisogno di un hit. E "Windy", come già detto, sembra poter
fare al caso. Ovviamente la band è formata
tutta da maschietti e cantare una canzone d'amore per un hippy
non
è esattamente il loro obiettivo. Così il testo viene leggermente
modificato e dedicato a una ragazza. La sessione di
registrazione di "Windy" è
un tour de force. Iniziata di primo pomeriggio, si conclude solo alle
6.30 della mattina seguente: alle 8:30 la band deve prendere un aereo.
i due cantanti, Ramos e il chitarrista
Russ Giguere
alla fine hanno la
voce a pezzi
e per i cori devono essere aiutati da tutti i presenti nello studio...
In ogni caso il gioco vale la candela e la band ottiene il
secondo N. 1 della carriera. E in autunno otterrà un altro grande hit
con "
Never
My Love". Versione italiana ad opera dei Dik Dik. Ah, dimenticavo, a Monterey ci son pure loro (gli Association, non i Dik Dik!).
E per parlare del N. 1 che li
precede, passiamo dalle armonie vocali
del sunshine pop al blue eyed soul...
The Young Rascals -
Il groovin' della domenica pomeriggio...

Anche
i The Young Rascals non vengono da un periodo facile. Dopo un
esordio col botto con due cover, tra cui un N. 1, "
Good Lovin'",
i due leader del gruppo,
Felix
Cavaliere ed Eddie Brigatti,
hanno deciso di scrivere da se i pezzi della band. Ebbene i nuovi
singoli della band non sono esattamente dei grandi successi. E la cosa
inizia a preoccupare non poco i discografici. Le cose vanno leggermente
meglio con il terzo singolo scritto dai due (il quinto in totale della
band), ovvero "
I've
Been Lonely Too Long",
che si arrampica al N. 16 della Billboard Chart. Poi succede un fatto:
Cavaliere si innamora. E con Brigatti fa una tragica scoperta: con i
ritmi di lavoro della band, i due riescono a vedere le rispettive
ragazze solo la domenica pomeriggio. E allora, perchè non scriverci su
una canzone? Un pezzo che dica che non c'è niente di meglio del passare
la domenica pomeriggio dedicandosi a del buon
GROOVIN'...

Il
pezzo è un mix tra sonorità cubane e il soul bianco tipico della band
che ha tra i suoi estimatori gente come Rolling Stones, Beatles e
Animals. E l'interpretazione di Cavaliere è ispirata a quelle del suo
idolo, Ray Charles. "Groovin'" tuttavia non sembra piacere granchè ai
discografici e
Jerry
Wrexler, il Presidente della Atlantic Records,
non intende pubblicarla. La canzone
tuttavia piace all'influente DJ di New York
Murray the K,
principale DJ
della prima radio rock FM (WOR-FM), che, ascoltatola, dice subito che
si tratta di un potenziale N. 1. Si reca così da Wrexler, esortandolo a
pubblicarla. Il DJ è un
po' di parte, dato che la band era la "band di casa" del The Gordion
Knot Club, dove
accompagnava proprio Murray durante le sue apparizioni. Tuttavia il
fiuto del leggendario DJ è indiscutibile. E il pezzo diventa il
secondo dei tre N. 1 della band.
Il
brano passa due settimane in vetta alla classifica americana a maggio.
Poi, il 3 giugno molla l'osso per due settimane, a vantaggio di un
pezzo di cui vi parlerò tra poco. Poi, riconquista la vetta,
rimanendovi per altre due settimane. E nel frattempo, diventa l'unico
Top 10 UK della band, arrivando al N. 8.
E ad agosto la band piazza un altro singolo nella Top 10 di Billboard,
la bella
A
GIRL LIKE YOU.
"Groovin'"
diventa un hit anche nelle classifiche black e viene rifatta da molti
artisti R'N'B, tra cui Marvin Gaye e Gladys Knight. E anche
dall'artista che per due settimane "ruba" la vetta della classifica ai
The Young Rascals... E vi assicuro che è un'artista di Rispetto...
Aretha
Franklin -
Lady Soul vuole Rispetto!
Jerry Wrexler. Ne
ho
parlato poco fa. Non gli sarà piaciuta "Groovin" ma non si può certo
definirlo un ottuso discografico, anzi! Prima di dedicarsi all'attività
discografica è giornalista per Billboard e conia il termine "Rhythm And
Blues". Di fatto il suo contributo alla nascita del colosso Atlantic è
fondamentale. Ha già lavorato come produttore a dischi chiave
della carriera di Ray Charles. E tra qualche anno metterà sotto
contratto i Led Zeppelin. E
nel 1967 realizza un altro colpo leggendario. Che gli varrà il premio
di discografico dell'anno.

Cosa
è successo di preciso? Beh, c'è una ragazza di nome Aretha, figlia di
un reverendo e cresciuta a Detroit, che per sei
anni è rimasta nelle retrovie della Columbia, senza vendere un disco (e
ha inciso 9 album!).
Jerry si accorge di lei e della sua splendida voce e convince il Grande
Vecchio della Atlantic, il fondatore
Ahmet
Ertegun
a metterla sotto contratto. Non che Ertegun accetti di buon
grado. La ragazza non è decollata per tanto tempo ed è quel che si può
definire un "investimento rischioso". Ma Wrexler sa quello che fa ed è
certo di avere tra le mani un autentico diamante grezzo. Su
sua insistenza, convince Ertegun a mandare un
registratore a
4 piste in Alabama allo studio di
Rick Hall, dove la ragazza registra la sua prima sessione, alla
presenza di Wexler, Arif
Mardin e Tom Dowd. Wrexler dice di aver visto l'insicura ragazza
trasformarsi e diventare una fuoriclasse. Certo, la sessione non è
tutta rose e viole. Aretha subisce degli apprezzamenti pesanti da parte
della band. Lei e il marito, suo manager, Ted White, litigano con tutta
la band e la sessione finisce con tutti che si mandano a quel paese. Ma
in quella sessione viene incisa una canzone che diventa il primo Top 10
della cantante: è "
I Never
Loved A Man The Way I Loved You".

A
questo punto, avendo scoperto che la ragazza può
vendere,
la Atlantic
pensa subito che quello che serve ora è un suo album.
E il
disco, saggiamente, dopo quello che è successo in Alabama, viene
registrato a New York in una
settimana con il quartetto dei Muscle Shoals Rhythm Section.
Nascerà
l'album capolavoro che prende il titolo dal suo primo hit. Durante
le
registrazioni Aretha dice che le piace molto un
pezzo che ha registrato in Alabama. Si tratta di
RESPECT
(
qui
in versione live), già cantata
da
Otis
Redding l'anno prima (l'ha portata al N. 35 USA). E inizia a
cantarla con la sorella Carolyn, cambiandone il punto di vista, che
diventa non solo razziale, ma anche e soprattutto femminista,
aggiungendo un formidabile ritornello, con il coro "
Just A Little Bit",
per tacer di come il "
R-E-S-P-E-C-T"
viene reso in modo pirotecnico. Il ponte del pezzo
deriva invece dall'assolo di sax di "
When
Something Is Wrong With My
Baby" di Sam & Dave. Ne esce una richiesta
di rispetto su tutti i fronti, anche quello sessuale
("
Sock it to me").
Ma non lo implora. Lo pretende! Quasi una rivalsa dopo 6 anni
di frustrazioni subite.
Praticamente
il pezzo ha N. 1 scritto
addosso e così è. Anche il grande Otis lo ammette: "
quella donna mi ha
rubato il pezzo!" (nel senso buono del termine, ovvero che
Aretha l'ha
fatto proprio). E dopo quel brano la ragazza non sarà più solo Aretha
Franklin, la ragazza, ma
Lady
Soul, una Signora che mette a segno sei Top 10
consecutivi. E intanto "Respect" diventa il primo hit di Aretha
oltremanica.
Diventato un superclassico, il
pezzo figurerà in numerosi film, tra cui "Forrest Gump" e "Platoon",
per tacer della versione demenziale della suora canterina in "
L'Aereo
Più Pazzo del Mondo" (per la cronaca la suora canterina è
Maureen
McGovern, cantante da Oscar di "The Morning After", tratta
dal
catastrofico "L'avventura del Poseidon" ).
Nel 1989 la cantante Adeva otterrà un piazzamento nella Top 20 UK con
la sua
versione
house del pezzo.
Aretha replica già ad agosto, portando nella Top 5
BABY
I LOVE YOU, che arriverà al N. 4 il 9 settembre. Mai canzone
dal titolo così semplice fu resa in modo più perfetto...
E dato che oramai siamo approdati in territorio Soul, eccovi una bella
carrellata sul genere...
Soul Deep

L'abbiamo nominato prima. Anche
Ray Charles è in
classifica questa estate, con HERE WE GO AGAIN, N. 15 a luglio. Questo
brano, in origine incluso nell'album
"Ray Charles
Invites You to Listen" verrà rifatto dal musicista
assieme a
Norah Jones nel 2004 per il suo album di duetti "Genius Loves
Company", pubblicato postumo.
5th Dimension - Una
mongolfiera sale in classifica

E
"The Genius" è tra i numi tutelari del quintetto che si avventura per
la prima volta nella Top 10 americana questa estate. Si tratta infatti
di una band che nasce sulle ceneri degli
Hi-Fis,
gruppo che è stato in tour nel 1964 con Ray Charles e il cui
singolo di debutto è stato prodotto proprio dal grande Ray. E dal
dissolvimento degli Hi-Fis derivano ben due gruppi di successo. Uno
sono i
Friends Of
Distinction. L'altro è quello formato da
Lamonte McLemore e
Marilyn McCoo, a
cui
si aggregano a
Florence
LaRue,
Billy
Davis, Jr. e
Ronald
L. "Ron" Townson. Ovvero i
5th Dimension.
UP-UP
AND AWAY
è l'imperativo che li porta al N. 7
USA in luglio, diventando il primo dei 7 Top 10 USA dei cinque. Mai
titolo fu più adatto per scalare le classifiche. La canzone è stata
scritta da
Jimmy Webb
che per l'occasione si è
ispirato a un viaggio promozionale per una radio fatto con l'amico
William F. Williams su una mongolfiera. Un pezzo per palloni gonfiati?
Evidentemente nel 1968 le mongolfiere tireranno, dato che il pezzo si
porterà a casa il Grammy come miglior canzone...
Da
notare che tuttavia la Quinta Dimensione al momento si trova sbarrate
le porte della classifica albionica: oltremanica infatti il pezzo entra
in classifica nella
versione
ad
opera della one hit wonder
Johnny
Mann Singers,
che si assesta al N. 6 in agosto. Ah, Johnny Mann non è però una
meteora: ha curato la parte musicale della serie animata dei Chipmunks
(doppiando uno dei tre scoiattoli canterini) e sarà autore di molti
jingle pubblicitari, vincendo 5 Grammy...
Torniamo dalla gita in pallone per dimenarci a terra?

Tra
i grandissimi in circolazione c'è anche il già nominato
Otis Redding, con
SHAKE.
E c'è pure la band che gli fa da gruppo di accompagnamento, i
Bar-Kays, con la
funkeggiante
SOUL
FINGER (da noi rifatta dai Primitives come "L'incidente").
Purtroppo gran parte della band scomparirà nel tragico incidente aereo
che a dicembre porrà fine alla vita di Redding. I due membri superstiti
tuttavia riformeranno la band, che otterrà un buon successo per tutti
gli anni '70, compresa l'era disco.

E
parlando di era disco, vi
ricordate quando ho parlato di
Peaches
& Herb nella
Primavera
1979?
All'epoca saranno al massimo del successo nella nuova reincarnazione.
Ebbene
il duo, formato da
Herb
Fame con la Peaches originale, ovvero
Francine
"Peaches" Barker (il soprannome deriva dalla guance, che
sembrano pesche), è già nella Top 20 USA
questa estate, con
FOR YOUR
LOVE, quarta versione del pezzo che entra nella Hot 100 di
Billboard.

E finiamo con il
Motown
Sound, e non potremmo far meglio. I
Four Tops invece
piazzano in Top 20 sia negli USA che in UK la goticheggiante
7
ROOMS OF GLOOM, sempre confezionata dal trio delle meraviglie
Holland-Dozier-Holland.
Ma la vera Stella della casa di Detroit è
Stevie Wonder,
che ottiene
un grande N. 2 USA con la sua
I WAS MADE
TO LOVE HER,
fermata solo dai
Doors.

Il brano è stato scritto da Stevie
assieme alla madre, Lula Mae
Hardaway, a Sylvia Moy e al produttore Henry Cosby. Inserito nell'album
onomino (che contiene anche una cover di "Respect"), arriva ad agosto
anche nella Top 5 britannica. Di questa canzone esistono numerose
cover, ad opera, tra gli altri, di
The Beach
Boys,
Jimi
Hendrix e, in versione al femminile,
Whitney
Houston con Lauryn Hill.
Per tutti i gusti direi! Un piccolo mistero riguarda la linea
di basso
presente in questo brano: son ben due gli autori che se ne contendono
la paternità: James Jamerson e Carol Kaye. Sebbene alla fine sembra che
sia stata opera del primo...

Primo
hit per il duo formato da
Marvin
Gaye e Tammi Terrell. Si tratta di
AIN'T NO
MOUNTAIN HIGH ENOUGH,
scritta da Nick Ashford e Valerie Simpson. Il pezzo, oggi considerato
un classico arriva al N. 19 USA a luglio. Verrà rifatto e portato al N.
1 nel 1970 da
Diana Ross.
E parlando di Diana... Non è proprio un'estate tranquilla quella delle
Supremes: il 28
giugno il gruppo si esibisce per la prima volta con il nome di Diana
Ross & The Supremes al Flamingo di Las Vegas. Dopo il primo
concerto
Florence
Ballard viene licenziata e sostituita da Cindy
Birdsong. 
La Ballard non accettava che la Ross
avesse un
ruolo di primo piano a scapito suo e di
Mary Wells.
E la situazione la porta verso crisi depressive. Gordy attende un suo
passo falso, e questo avviene a Las Vegas. La sua carriera solista non
decollerà e si spegnerà a soli 32 anni nel 1976 per una trombosi
coronarica. Ma tornando al 1967, all'inizio di
giugno le ragazze
son ancora presenti nelle Top 10 su ambo le sponde atlantiche con il N.
1 USA di maggio
THE
HAPPENING. Il pezzo, confezionato dai "soliti"
Holland-Dozier-Holland,
è
tratto dalla colonna sonora del film omonimo con Anthony Quinn (da noi
uscito col titolo "Cominciò per gioco").
E così passiamo a parlare di
cinema...
Cinemabilia

Nonostante
il film sia uscito nel dicembre 1965, c'è
ancora in
circolazione nella classifica dei singoli tedesca
LARA'S
THEME, tema portante della colonna sonora de
"Il Dottor Zivago" di David Lean.
Del pezzo esistono miliardi di versioni, cantate e strumentali, che
hanno scorrazzato nelle classifiche per tutto il 1966. Solo in Italia
in classifica se ne contano almeno 4-5 versioni. Ma dato che siamo dei
puristi con la puzza sotto il naso (è plurale maiestatico!),
consideriamo solo la versione strumentale originale, che
proprio in questi mesi è nella classifica tedesca.
è
quella realizzata dall'autore, il grande
Maurice Jarre.
Jarre non è
nuovo a collaborazioni con
il regista David Lean, sua infatti è anche la sontuosa colonna sonora
di
"Lawrence D'Arabia".
Quando Lean gli chiede di inserire nella colonna sonora di "Zivago" un
pezzo dedicato alla protagonista femminile, interpretata dalla
splendida
Julie Christie,
gli suggerisce di andare sui monti con la
fidanzata per trovare l'ipirazione. Evidentemente l'espediente ha
funzionato. Ha funzionato al punto che al montaggio Lean e il
produttore
Carlo Ponti alla fine tagliano molto del resto della colonna sonora
realizzata da Jarre
per infilare un po' ovunque il Tema di Lara. Il musicista non gradirà
il trattamento, ritenendo che la sua colonna sonora sia stata rovinata.
Si sarà consolato con i diritti d'autore? Sembra di si, dato che
tornerà a lavorare con Lean nel 1970 per "La Figlia di Ryan"...

Tra i film che invece rappresentano
al meglio la Swingin' London degli
anni '60 c'è sicuramente
"Alfie",
con Michael Caine e Shelley Winters. La canzone del film,
ALFIE,
stavolta è realizzata nientemeno che da
Burt Bacharach e Hal David.
Il pezzo si apre con una serie di domande ("
What's it all about, Alfie? Is
it just for the moment we live?")
rivolte al playboy superficiale protagonista del film e che, di fatto,
sono gli interrogativi che sorgono proprio durante il film. Burt
Bacharach dirà che il pezzo potrebbe essere il miglior pezzo scritto
dai due, sebbene ammetterà che è stato complicato scriverlo, in quanto
son partiti prima dal testo, prassi non abituale per i due. Da notare
che la
versione in classifica questa estate, ad opera di
Dionne Warwick,
l'interprete favorita dei due autori, non è quella originale del film.
La prima versione è di
Cilla
Black,
britannica come il film e i suoi produttori, che appunto vogliono una
cantante albionica. E Cilla la porta nella Top 10 britannica nella
primavera 1966. Quando il film sbarca negli USA, la United Artist,
distributrice del film, decide di far cantare il pezzo a
Cher,
che ha sotto contratto. Ebbene, sembra che entrambi le versioni non
siano piaciute granchè a Burt e Hal. E così i due decidono di fare la
"loro" versione, chiamando a cantarla la Warwick (che, a quanto pare, è
"solo" la 43esima a inciderla...). E Dionne ne fa una versione
corrispondente ai loro voleri, che
esce 9 mesi dopo quella di Cher. Evidentemente conforme anche ai voleri
del pubblico che gradisce: mentre quella di Cher si è fermata al N. 33
USA,
quella di Dionne arriva al N. 15, diventando, negli USA,
LA versione
definitiva del pezzo...
Anche il film conoscerà quasi 40 anni
dopo una nuova versione, affidando il ruolo che fu di Michael Caine a
Jude Law. Un remake tutto sommato inutile (come gran parte dei
remake...).
Come si può vedere anche in ambito
cinematografico, la Gran
Bretagna è molto trendy, sia con i kolossal di
David Lean, sia con le commedie sociali. Ma il prodotto cinematografico
d'esportazione N. 1 del Regno Unito è un altro: James Bond, l'Agente
007.

In
circolazione ci son addirittura due film dedicati all'Agente al
servizio di Sua Maestà. Il primo a uscire è una scalcinata parodia "non
ufficiale" dei film di James
Bond,
"Casino Royale",
tratta liberamente dall'omonimo romanzo di Fleming e interpretata da un
supercast con Peter Sellers,
David Niven, Orson Welles, Ursula Andress, Woody Allen, Deborah Kerr,
Jaqueline Bisset e pure Barbara Bouchet. Il film conta addirittura
tre registi e il casino che il film vive in fase di lavorazione
traspare alla
grande sulla pellicola. Più godibile se vista di seguito alla versione
"seria" uscita nel 2006. A realizzare la
colonna sonora vengono chiamati ancora
Burt Bacharach e Hal David. Se
il pezzo più noto è di sicuro "
The Look Of Love", nell'interpretazione
di
Dusty Springfield (
qui in versione live).
Curiosamente la versione della Springfield, che verrà nominata agli
Oscar, è stata un hit minore negli USA in primavera, mentre in UK
proprio non entra. Questa estate invece c'è in classifica la
title-track
CASINO
ROYALE, affidata ad
Herb
Alpert e ai suoi Tijuana Brass.

E il
12 giugno debutta al cinema il quinto episodio "ufficiale" dell'Agente
Segreto:
"Si Vive Solo
Due Volte".
Ed è un altro centro per il massimo prodotto d'esportazione britannico
con i Beatles (sebbene i due sembrino inconciliabili, visto che in una
scena di un film - mi pare "Goldfinger" - il nostro dirà che
l'unico modo per ascoltare i Fab Four è mettendosi i tappi negli
orecchi... Bisognerà aspettare il 1972
per la definitiva riconciliazione, quando Macca farà il tema
dell'ottavo film di 007...). La canzone del film,
YOU ONLY
LIVE TWICE, questa volta viene affidata a
Nancy Sinatra,
reduce dall'accoppiata con paparino Frank (
SOMETHING
STUPID). Sembra che la ragazza sia stata molto nervosa
durante la registrazione del pezzo scritto da
John Barry,
tanto che è uscita dallo studio più volte. Barry nel 1998 ammetterà che
la
versione finale è il risultato di 25 diverse registrazioni... A dire il
vero Nancy non è la prima scelta. Per prima viene chiamata
Julie
Rogers. Poi quella versione, più legata ad atmosfere
orientali, viene scartata. Un altro demo del pezzo, una versione soul
interpretata da
Lorraine
Chandler è stata invece un successo nell'ambito
della scena Northern Soul. Direi che tutte e tre le versioni sono
interessanti...
La versione di Nancy arriva al N. 11 UK, accoppiata a
JACKSON,
eseguita dalla cantante in coppia con
Lee Hazlewood, già
autore e produttore del grande successo di Nancy del 1966 "
These
Boots Are Made for Walkin'".
La coppia sarà protagonista di un intero album nel 1968, con cui
daranno vita al "country psichedelico" (ricordate "Some Velvet
Morning"?). "Jackson" è il primo grande hit del duo e arriva anche al
N. 14 USA.

E
a questo punto un vero
link
cinematografico. Una
canzone di Nancy (la sua versione di "Bang Bang") comparirà sui titoli
di testa di un film ("Kill Bill Vol. 1") di un regista (Quentin
Tarantino) che nel 1994 (in "Pulp Fiction") rilancerà alla grande un
pezzo che è nelle classifiche nell'estate del 1967. Si tratta di
GIRL,
YOU'LL BE A
WOMAN SOON, che il 27 maggio si piazza al N. 10 della
Billboard Chart, diventando il secondo Top 10 del suo
autore/interprete,
Neil
Diamond. Nella colonna sonora del film di Tarantino, dove
commenta
un formidabile balletto con sniffata quasi mortale di Uma Thurman,
il pezzo comparirà nella versione degli
Urge Overkill. Da
notare che il
vecchio Diamond all'inizio rifiuterà l'uso del pezzo, ritenendo il film
troppo violento. Poi, dopo lo strabordante successo, ringrazierà
Tarantino...

E se parliamo di
Musical?
Tra breve (nel 1971) uno dei
musical più popolari del periodo diventerà un film da Oscar. Si tratta
de "
Il Violinista Sul
Tetto". Il musical domina Broadway dal 1964 e nel febbraio
1967 approda al West End di Londra con il suo protagonista originale,
Chaim Topol (che
interpreterà anche il film). Ebbene Topol questa estate porta
nella classifica di Britannia
IF I WERE
A RICH MAN, che arriva al N. 9 a luglio. Come
dite? Che non avete mai visto questo musical ma la canzone
vi sembra di averla sentita di recente? Beh, chiedete a
Gwen
Stefani...
Ma torniamo a Neil Diamond, o
meglio, alle composizioni che
scrive per una band di Scimmiotti per parlare di altre band
americane in circolazione questa estate...
Americana:
Scimmie, Tartarughe e...
The Monkees -
Darwinismo musicale: l'evoluzione delle scimmie in musicisti grazie a
una tartaruga
E infatti Diamond è l'autore di A LITTLE
BIT OF ME, A LITTLE BIT OF YOU (di fatto
la "replica" della precedente "
I'm A
Believer",
sempre scritta da Neil Diamond), grande hit primaverile americano e
britannico dei Monkees, che arriva al N. 7 tedesco in giugno. Il
singolo tuttavia segna un passo importante nella carriera delle quattro
scimmie: sul lato B c'è infatti una loro composizione, cosa fortemente
voluta dai quattro.
I
Monkees sono infatti stanchi di essere etichettati come "band creata a
tavolino" dai produttori TV Bert Schneider e Bob Rafelson.
Per chi non
lo sapesse, infatti sono stati assemblati per uno show televisivo
ispirato dal film "A Hard Day's Night" dei Beatles. L'idea era quella
di
creare i Beatles americani, limitandosi tuttavia alla sola immagine.
L'esperimento commercialmente è un successo clamoroso. Ma ironicamente
vengono subito
definiti i
Pre-Fab Four
(ovvero i "Quattro Prefabbricati"). Di fatto
rappresentano gli antenati di tutte le boy band a venire. E, da buona
boy band, sono adorati dalle teenagers americane (di fatto son la band
N. 1 del 1967
negli USA) ma sono anche odiatissimi e
ritenuti finti, dato che i quattro ci mettono le voci, ma non suonano
realmente gli strumenti (almeno nei primi due album). Certo, in futuro
i discografici faran
ben di peggio, ma questa etichetta
ovviamente sta stretta alle quattro scimmie che cercano in tutti i modi
di dimostrare di essere
una band "vera" e credibile. E per riuscirci,
a produrre il loro terzo album,
uscito a maggio e intitolato "Headquarters", chiamano Chip Douglas
dei Turtles.
Douglas è il responsabile dell'arrangiamento del grande N. 1 delle
Tartarughe, "
Happy
Together". Viene così approcciato dal chitarrista delle
Scimmie
Michael
Nesmith dopo un concerto al Whisky A Go Go. Alla proposta
di produrre il terzo album dei Monkees, Douglas dice di "
non aver mai prodotto prima un
disco", ma poi, rassicurato da Nesmith, accetta mollando i
Turtles.

Douglas prosegue il lavoro con la
band anche dopo il terzo album e
produce il successivo hit della band,
PLEASANT
VALLEY SUNDAY, che anticipa il quarto album delle Scimmie,
"Pisces, Aquarius, Capricorn
& Jones Ltd.". Scritta da
Gerry Goffin e Carole King,
deve il nome a una strada di Orange County nel New Jersey, Pleasant
Valley Way (dove la coppia di autori si è trasferita all'epoca). Di
fatto il pezzo parla della vita nelle periferie. Il brano
è un altro passo della
metamorfosi delle Scimmie da prodotto televisivo a band che suona i
propri pezzi. Douglas, produttore, vi suona il basso,
lasciando quindi libero
Peter
Tork di suonare le tastiere.
Inoltre insegna a Michael Nesmith
il riff di chitarra che apre il pezzo, ispirato a "
I Want To
Tell You" dei Beatles (da "Revolver"). La batteria è invece
suonata da un turnista, mentre il batterista della band,
Micky Dolenz, canta.
Douglas inoltre vi applica in coda effetti come riverberi ed echi che
di fatto rendono il finale molto psichedelico.
Il
brano arriva al terzo posto della Billboard Chart il 19 agosto, mentre
in UK si piazza al N. 11. In contemporanea il gruppo piazza nella Top
20 USA anche il lato B del singolo, la pop-psichedelica
WORDS,
che arriva al N. 11 a inizio settembre.
Nella vecchia Europa invece la band
sbanca con ALTERNATE
TITLE
(N. 2 UK), tratta dal terzo album. La canzone è stata scritta da Micky
Dolenz e ispirata a un tour a Londra
(con tanto di riferimento ai "quattro Re della EMI", ovvero i Beatles,
incontrati in quell'occasione) e ad un programma TV visto in Gran
Bretagna, in cui uno dei protagonisti viene chiamato "Randy Scouse Git".
E così scrive un pezzo con quel titolo. Quello che l'americano Dolenz
non sa è che quel nome in slang britannico significa
"Idiota Arrapato
del Nord d'Inghilterra". Alla richiesta dei discografici di usare un
titolo alternativo, Dolenz pensa bene di usare proprio un "Titolo
Alternativo"...

E i
The Turtles
come hanno reagisto all'abbandono di Douglas? Beh, son sopravvissuti e
anche bene!
SHE'D
RATHER BE WITH ME è un grande Top 3 USA a giugno.
Il pezzo poi replica il successo nella classifica britannica, arrivando
al N. 4 (il maggiore successo oltremanica delle Tartarughe). Il 1967 è
un anno fondamentale per il sestetto. A marzo la loro "Happy Together"
è diventata il loro unico N. 1 USA, sfrattando nientemeno che i
Beatles. Poco dopo avviene l'abbandono del bassista Chip Douglas.
E così
Michael
Kaylan,
Mark
Volman e soci lo sostituiscono con il bassista e cantante
Jim Pons.
La sostituzione non inficia tuttavia il successo della band,
che sforna come primo singolo proprio "She'd Rather Be With Me",
scritta come l'illustre predecessore, da Gary Bonner e Alan Gordon. Da
citazione obbligatoria il titolo della versione italiana del pezzo, ad
opera di Elio Cipri: "Torna a casa ragazzina beat"!

I
Turtles rappresentano alla perfezione il tipo di band nata in America
all'indomani della Prima British Invasion. Per riconquistare il
pubblico e le classifiche a stelle e strisce, molte band americane
imparano a perfezione la lezione dai gruppi di Sua Maestà, la
applicano
perfettamente, spesso spruzzando con il folk rock di casa le sonorità
d'oltremanica. E ora le stesse band, autrici del cosiddetto
Sunshine
Pop, ovvero Pop Solare, stanno aggiungendo un altro
ingrediente alla
ricetta: la psichedelia, creandone di fatto al variante pop. E chi sta
passando con successo dal pop puro al pop psichedelico
è
Tommy James,
che con i suoi
Shondells
ottiene un altro piazzamento nella Top 10 USA con
MIRAGE
(con video youtubesco davvero simpatico).

C'è
però chi invece tenta di restare aggrappato al "vecchio pop puro".
Come gli
Every Mother's Son, la cui
COME ON
DOWN TO MY BOAT
arriva al N. 6 USA a luglio. In teoria la band, secondo le menti della
MGM Records dovrebbe costituire una valida alternativa, con la sua
immagine "pulita" e canzoni facili dai testi tutt'altro che evocativi,
alle varie band psichedeliche e hippy in circolazione. In realtà il
gruppo sarà una perfetta one hit wonder. Tuttavia la formula verrà
applicata tra breve, con le dovute correzioni, da altre etichette, e
specialmente dalla
Buddah
Records. E le si darà anche un nome:
bubble gum pop.

Al N. 3 USA a cavallo tra maggio e
giugno ci sono invece gli
Happenings,
con la loro versione "alla Beach Boys" di
I GOT
RHYTHM, brano classico di
George
e Ira Gershwin che risale al 1930 e già immortalato da
Gene Kelly nel 1951,
nello splendido "
Un
Americano A Parigi".
Riguardo agli Happenings, non riusciranno più a ripetere il successo di
questo hit e del suo predecessore, anch'esso N. 3 USA, "
See You In
September". Tuttavia un loro membro,
David Libert,
diverrà manager di artisti come George Clinton e i suoi
Parliament/Funkadelic, i Vanilla Fudge, le Runaways e i Living Colour.

L'8
luglio arrivano al N. 2 USA i
Music
Explosion, con
LITTLE
BIT O'SOUL.
La band proviene dall'Ohio e di fatto rappresenta il termine di
transizione tra il beat, oramai in declino, e il bubble gum pop che tra
breve trionferà in classifica. Il singolo resta tuttavia il loro unico
successo. Si potrebbe dire un'eplosione intensa, ma di breve durata...
HIM
OR ME - WHAT'S IT GONNA BE è un N. 5 USA a giugno
per
Paul Revere
e i suoi Raiders. Revere e i suoi compagni, nati come
"risposta alla
British Invasion", e spesso vestiti nelle uniformi della Guerra
D'Indipendenza
Americana, nonostante l'immagine farsesca, sono all'epoca la band N. 1
della Columbia grazie a un pop rock convincente.

Una tra le band pop rock più
popolari dell'anno oltreoceano tuttavia ha
un
nome che più inglese non potrebbe essere. E la cosa divertente è che son italo-americani! Sono i
The Buckinghams che
nel corso del 1967 rastrellano ben tre Top 10 (di cui un N.
1).
MERCY,
MERCY, MERCY, N. 5 a agosto, è il terzo. Si tratta
di una cover di un pezzo jazz strumentale, composto da
Joe Zawinul e
inciso dal sassofonista
Julian
"Cannonball" Adderley. Da noi gli Showmen la battezzeranno "
Credi, credi, credi a me".
Ma gli inglesi non stanno certo a dormire...
Ancora
Britannia...
The Kinks - Scene
al tramonto da una finestra
"Terry
meets Julie, Waterloo Station every Friday night"

Tra le grandi band della prima
Invasione Britannica, ci sono
in circolazione anche i Kinks del grande
Ray Davies, che
piazzano, tra maggio e giugno, al N. 2 UK la splendida
WATERLOO
SUNSET. Ray ha iniziato a scrivere il pezzo
qualche anno prima. All'inizio la composizione si intitola "Liverpool
Sunset". Poi tuttavia i Beatles hanno pubblicato "Penny Lane"
e
Davies decide allora di cambiare il titolo per evitare paragoni. La
canzone viene così ambientata a Londra, e descrive un tizio che osserva
da una finestra il mondo esterno, compresi due amanti che si incontrano
alla Waterloo Station
al tramonto. Va detto che Davies è legato a quelle zone, in quanto
quando era studente alla Croydon Art School era solito
attraversare il Waterloo Bridge. Il bellissimo testo è molto personale,
tanto che l'autore è quasi restio a farlo leggere al resto della band.
Come dirà il fratello Dave Davies, sembrava che Ray lo considerasse la
pagina di un diario segreto che nessuno poteva leggere. Secondo alcuni
i due amanti citati nel testo altri non siano che gli attori Terence
Stamp e Julie Christie, all'epoca impegnati in una storia d'amore molto
chiaccherata. In realtà
Ray sembrerebbe smentire questa
versione, indicando in Terry il proprio nipote. In ogni
caso il
ritratto di quest'uomo solo che attraverso la finestra vede degli
sconosciuti - a cui da dei nomi di fantasia, che potrebbero essere
quelli degli attori famosi - vivere la vita che
vorrebbe, rimane uno dei testi più belli sfornati dal grande
Ray. Il pezzo, che è il preferito di Paul Weller e di
Tim
Finn (Crowded House), tornerà nella Top 20 britannica nel
1997, con al cover ad opera di
Cathy
Dennis.

Intanto, in agosto
Dave
Davies, fratello di Ray, piazza nella Top 3 albionica la melanconica
DEATH
OF A CLOWN,
il suo singolo di debutto e unico hit solista (da noi noto anche come
"
Un figlio dei fiori non pensa al domani", ad opera dei Nomadi in piena fase "flower power", dal testo ovviamente stravolto). Il brano, scritto da
Dave con Ray, finirà nel prossimo album dei Kinks, assieme a "Waterloo
Sunset", nel prossimo album della band,
"Something Else by
the Kinks",
che uscirà a settembre. L'album segnerà la definitiva trasformazione
dei Kinks da
band da singoli a band da album. Immeritatamente non venderà,
come pure il suo splendido successore,
"The
Kinks Are The Village Green Preservation Society".
Si potrebbe parlare di pessimo tempismo: la band infatti guarda al
passato, mentre al momento il mercato è proteso verso il futuro
rappresentato dalla psichedelia. E i Kinks sono tra i pochi a non
flirtare massicciamente con il genere. Oggi quei dischi son considerati
capolavori.

C'è
invece una band della British Invasion che flirterà con la
psichedelia. Sono gli
Hollies.
Gli Agrifogli ottengono questa estate un grande hit mondiale con
CARRIE-ANNE. Questa
canzone, scritta da
Tony
Hicks e ispirata a "
Mr.
Tambourine Man"
dei Byrds (le cui armonie vocali influenzano anche quelle degli
Hollies), è stata registrata in velocità a maggio. Dedicata (sembra) a
Marianne Faithfull,
all'epoca musa e compagna di Mick Jagger, dopo essersi involata al N. 3
UK tra giugno e luglio, arriva nelle Top 10 germanica e americana in
agosto. È un buon momento per la formazione di Manchester negli Stati
Uniti, dato che questa estate piazza nella Top 40 a stelle e strisce
altri due singoli,
ON THE
CAROUSEL (N. 11 a fine maggio) e
PAY
YOU BACK WITH INTEREST
(N. 28). "Carrie-Anne" tuttavia segna anche la conclusione del periodo
"pop" del gruppo. A giugno esce infatti il nuovo album della band,
"Evolution",
che segna l'inizio delle sperimentazioni psichedeliche del gruppo, che
adotta per l'occasione un suono decisamente più duro. Anche gli
Hollies, come Beatles e Kinks, scelgono di non estrarre alcun singolo
dal loro nuovo album, costituito esclusivamente da pezzi scritti dalla
triade Allan Clarke, Graham Nash e
Tony
Hicks. L'album ottiene un discreto successo, arrivando al
N. 13 britannico.

Come detto prima, i
Cream
di Eric Clapton, Ginger Baker e Jack Bruce hanno deciso di
non partecipare al Festival Pop di Monterey.
Il
blues-rock dalle venature psichedeliche del power trio sbarca
trionfalmente negli States, e proprio a San Francisco, qualche mese
dopo, il 29 agosto, sbancando il Fillmore con 6 concerti da tutto
esaurito. Nel frattempo i britannici possono assaporare il
primo assaggio del secondo album dei tre. Si tratta di
STRANGE
BREW (
qui
versione live), N. 17 UK a luglio. Il pezzo è basato sulla
rielaborazione di un brano blues, "
Lawdy Mama",
che la band è solita suonare. Al brano originario viene cambiato il
testo, adoattando quello scritto dal produttore della band,
Felix Pappalardi e
da sua moglie
Gail
Collins. Qualche anno dopo lei lo ammazzerà...
Da
notare tuttavia che il pezzo non è amato da Jack Bruce, dato
che questi
non ha la possibilità di cambiare la propria parte di basso, che viene
mantenuta invariata, irritandolo non poco.
Intanto
la scena del
blues rock
britannico si arricchisce di una nuova band che
deriva dai
Bluesbreakers
di John Mayall. A fondarla sono
Mick Fleetwood
e Peter Green. Si chiamano
Fleetwood Mac ed
esordiscono il 12 agosto al
National Jazz And Blues Festival a Windsor.

Le ascendenze rock blues sono invece
oramai un lontanissimo
ricordo per i
Manfred
Mann,
che ormai son dediti a un pop facile. La band, che deve il
nome al tastierista, sta ottenendo un grande successo con un brano
scritto da
Tony Hazzard, HA HA SAID
THE CLOWN
che, dopo aver raggiunto la quarta posizione britannica in primavera,
arriva in vetta alla classifica teutonica a luglio. In America
invece va in classifica la
versione
del brano ad opera degli
Yardbirds.
La band che ha avuto chitarristi come
Eric Clapton e Jeff Beck,
attualmente vede ancora tra le proprie file
Jimmy Page.
Praticamente il
gotha della chitarra è passato per le sue file.
Tuttavia il singoletto
di questa estate è realizzato dal solo cantante Keith Relf.
Ormai
"gli uccelli da cortile" (come li definì l'innefabile Bongiorno a un
San
Remo) son alla frutta e presto si scioglieranno. E Page formerà una
band che
prenderà il nome da un dirigibile...
OKAY!
è invece il quinto Top 10 britannico per
Dave Dee, Dozy, Beaky, Mick And
Tich.
Il quintetto dallo strano nome arriva al N. 4 UK a inizio luglio,
successo subito replicato in Germania, dove arrivano al N. 5, grazie a
un pop facile facile di stampo bubble gum. Seguiranno altri tre Top 10
UK, tra cui un N. 1.

Tra agosto e settembre arriva al N.
4 UK invece
THE
HOUSE
THAT JACK BUILT per gli
Alan
Price Set, la band formata nel 1965 da
Alan Price,
virtuoso dell'organo Hammond, dopo che ha clamorosamente lasciato gli
Animals al massimo del successo. Sembra che l'ispirazione per il pezzo
satirico, che praticamente descrive un manicomio, sia venuta a Price
dopo un concerto al St. Lukes College Exeter: la band ha come camerino
una stanza sul cui soffitto son dipinti i segni dello zodiaco (gli
stessi che dipinge il personaggio del fratello Nigel sulle scale nella
prima strofa del pezzo).
I Tremeloes
invece inaugurano giugno in vetta alla UK chart con il loro secondo N.
1, SILENCE
IS GOLDEN,
arrivata alla terza settimana di dominio. Poi viene buttata giù dai
Procol Harum. Il pezzo, una cover di un lato B dei Four Seasons del
1964, raggiunge in estate la Top 10 tedesca e, in agosto, arriva al N.
11 USA. La band dell'Essex, notoriamente assoldata dalla Decca al posto
dei Beatles (entrambi le band son state oggetto di audizioni lo stesso
giorno, poi qualche genio ha detto che i Tremeloes erano meglio...) poi
ottiene un altro buon successo con EVEN THE
BAD TIMES ARE GOOD, che uscita in agosto, arriva al N. 4
britannico.
Ho nominato i Four Season? E allora parliamo di loro e del loro
leader, approdando sulle sponde dell'Easy Listening...
I
Campioni del Facile Ascolto
Frankie
Valli - Lo sguardo incollato alla classifica
Arriva al N. 2 USA il 22 luglio la
versione di Frankie
Valli della
classica CAN'T
TAKE MY EYES OFF YOU. Frankie, vero nome Francis
Stephen Castelluccio, è il leader dei Four Season, uno dei
gruppi
vocali di maggior successo degli anni '60. Il gruppo ottiene
nelle
stesse settimane un Top 10 USA con C'MON
MARIANNE, che si piazza al N. 9.
Infatti Valli, parallelamente all'attività con la band, ha intrapreso
una
carriera solista. I primi dischi a dire il vero non fanno esattamente
il botto, che invece si presenta proprio con "Can't Take My Eyes Off
You". Il pezzo in levare è stato scritto da Bob
Crewe e Bob Gaudio,
già autori di molti hit delle Quattro Stagioni. Sebbene accreditato al
solo Frankie, il brano viene registrato anche con la partecipazione del
resto del gruppo.
Enorme successo, come già detto, negli USA, stranamente
il pezzo non sfonda in UK, dove
tuttavia diverrà un successo da Top 5 nel 1968 grazie alla cover di
Andy Williams
(che rifarà il pezzo anche nel 2002). Lo status di classico del brano
viene
rafforzato da milioni di cover. Tra quelle di maggior successo, quella
dei The Lettermen,
che ne faranno un
medley con "Goin' Out Of My Head" che varrà loro la settima
posizione USA. Un altro medley porterà al N. 4 UK nel 1991 i Pet Shop Boys, che
oseranno miscelarlo con "Where
The Streets Have No Name"
degli U2. Per tacer invece della versione
camp disco (ma tanto camp) ad opera dei Boys Town Gang, che
arriverà al N. 4 britannico nel 1982.
E il
pezzo resterà impresso nella memoria collettiva anche grazie a un film:
nel 1978
Michael Cimino
lo impiegherà nel suo capolavoro, "Il
Cacciatore". E nello stesso periodo anche Frankie otterrà un
altro grande hit grazie al cinema, il celeberrimo
tema di "Grease".
Il pezzo poi ricomparirà in vari altri film, tra cui
vale la pena di ricordare "I Favolosi Baker", dove viene interpretato
da Michelle
Pfleiffer.
Riguardo invece al pezzo dei Four
Season,
va notato che la versione pubblicata su singolo in partenza è diversa
(più lenta) rispetto a quella originale dell'album "New Gold
Hits". Il pubblico tuttavia
preferisce la versione sull'album. E così, a furor di popolo,
viene pubblicato un nuovo singolo, con la versione originale.
E il
riff del pezzo verrà ripreso a breve dai
Doors di "Touch
Me"....
Da notare che tuttavia sia la band che
Valli dovranno aspettare anni per ritornare nella Top 10 americana.
Infatti, ritroveranno la strada della Top 10 solo nel 1975 (Frankie
arrivando addirittura al N. 1)...
Con
Frankie Valli siamo arrivati in pieno territorio easy listening.
Molto easy listening dell'epoca presenta raffinate venature
jazzate e verrà definito musica lounge. Ma accanto alla raffinata
"musica da cocktail", c'è dell'easy listening che decisamente è meno
raffinato. Si potrebbe definire, parafrasando i registi della "Nouvelle
vague" francese, "la musica di papà". O meglio ancora, di mamma. Ovvero
di quella fetta di pubblico, costante nel tempo, che, alla
stregua di una piaga d'Egitto, sarà responsabile del successo, nel
corso degli anni di personaggi come Julio Iglesias, Robson &
Jerome
e i Westlife. E nel 1967, in piena estate dell'amore,
tale fetta
di pubblico, formata da gente che di sicuro non partecipa a cocktail in
cui risuonano le raffinate note di Bacharach e David, hanno un loro
idolo da opporre a quell'onda inesauribile di cappelloni
drogati
che invadono le classifiche.
E tale idolo si chiama...
Engelbert
Humperdinck - Il Re del facile ascolto per la menopausa
Chi è Engelbert
Humperdinck? No, non è un personaggio di un romanzo di Dickens. Ma il
Re dell'easy listening di fine anni '60. Il suo vero nome è Arnold
George Dorsey, ed è uno dei 10 figli di un ufficiale
inglese. Deve il suo nome d'arte all'omonimo compositore tedesco di
fine
'800. Nato in India, a 10 anni si trasferisce con la famiglia a
Leicester, in
Inghilterra. Negli anni '50 si fa un certo nome come Gerry Dorsey
(derivante dal fatto che sa imitare molto bene Jerry
Lewis). A metà
anni '50 deve assolvere agli obblighi militari, e torna nel 1958,
registrando per la Decca Records "I'll Never Fall In Love
Again",
che fa flop. E così Dorsey continua a cantare nei locali fino al 1961,
anno in cui si becca la tubercolosi. Ripresosi dalla malattia, si
ritrova tuttavia con la carriera a un punto fermo. Nel 1965 si mette in
affari con un vecchio compagno di stanza, Gordon Mills,
diventato nel
frattempo impresario e manager di Tom
Jones. E come fatto con Jones (il cui vero nome è Thomas
John Woodward
e il cui nome d'arte deriva dal personaggio creato da Henry Fielding e
portato al cinema da Tony Richardson) Mills suggerisce a Dorseuy di
cambiare nome. Proponendogli quello di Humperdinck. E sotto le cure di
Mills,
Dorsey ottiene un primo notevole assaggio di successo in Belgio.
Poi avviene il finimondo. La sua
versione di RELEASE
ME
(And Let
Me Love Again), pezzo del 1946, già portato al successo negli
anni dai cantanti country Ray Price
e Kitty
Wells, e, in (splendida) versione R'N'B, da Little
Esther Phillips, uscita a gennaio, è arrivata al N. 1 in UK.
Il neonomato Humperdinck
ha una bella voce, ma la sua versione, decisamente stantia, è il
classico disco da casalinghe in menopausa. E sta roba
impedisce al singolo dal doppio lato A "Penny Lane /
Strawberry
Fields Forever" dei Beatles di arrivare al N. 1 britannico.
Basterebbe questo per odiarla. Comunque il successo è
stratosferico (evidentemente di mamme e papà ce ne son parecchi): il
singolo rimane in classifica per 56 settimane nella
Top 50, un record che solo oggi, in tempi di download, può essere
battuto. E tra maggio e giugno il singolo si incolla per 4
settimane alla quarta posizione USA. E il successore THERE
GOES MY EVERYTHING, dopo essere arrivato al N. 2 UK,
raggiunge a luglio
anche la Top 20 USA. E dato che non c'è due senza tre, ad agosto esce
la sua versione di "The Last
Waltz" che arriverà al
N. 1 britannico a settembre.

E dato che l'abbiamo evocato,
parliamo anche di
Tom
Jones, che
arriva al N. 2 UK con
I'LL
NEVER FALL IN LOVE AGAIN,
che non va confusa con il
quasi omonimo pezzo di Bacharach e David. Il 1967 è un anno importante
per Tom anche perchè per la prima volta si esibisce al Flamingo, a Las
Vegas.
MARY
IN THE MORNING di
Al
Martino e
IN THE
CHAPEL IN THE MOONLIGHT
di
Dean Martin
sono altri perfetti esempi di "musica da papà" da Top 30 USA. Fa un po'
specie vedere tali brani accostati in classifica a quelli di Doors e
Jefferson
Airplane. In effetti siamo proprio in un periodo di cambiamenti epocali
in cui c'è
tutto e il suo contrario.

Il
buon Dean tra l'altro definirà "
la
miglior cantante in circolazione" un'interprete di El Paso
che sta ottenendo questa estate un clamoroso successo in UK con una
cover in inglese di un pezzo di
Gilbert
Bécaud, "Seul sur son etoile". Si tratta di
Vikky Carr
(vero nome Florencia Bisenta de Casillas
Martinez Cardona), la cui
IT MUST BE
HIM
arriva a luglio al N. 2 UK albionico, fermata solo dai
Beatles.
Nonostante abbia già ottenuto un discreto successo nel 1962 in
Australia, ottiene il suo primo grande hit
mondiale
grazie a questo brano, che a novembre troveremo al N. 3 USA. Inoltre ne
registrerà versioni in
varie lingue, compresa la nostra. Sebbene non riuscirà più a
replicare il colpo, rimarrà piuttosto popolare negli States per gli
anni a venire. E negli anni '80 e '90 diventerà estremamente popolare
nei paesi latini, cantando in spagnolo.
Ma ci sono in circolazione anche
due fanciulle britanniche che non
scherzano
in quanto a successo...
Petula Clark - Tra
moglie e marito non mettere la mantella...

Petula
Clark, dopo aver portato nella Top 3 USA un pezzo scritto nientemeno
che da
Charlie Chaplin
("
This
Is My Song"), ci canta
DON'T
SLEEP IN THE
SUBWAY.
Beh, in effetti dormire in metropolitana non sembra proprio
l'ideale. Scherzi a parte, si tratta dell'invito con cui una
moglie cerca di fare pace col marito dopo una lite. Scritto da una vera
coppia, ovvero il produttore
Tony
Hatch e la moglie
Jackie
Trent, il delizioso
brano è in realtà derivante dall'unione di tre canzoni incomplete di
Hatch. I
britannici apprezzano, portandola in Top 20, ma a raccogliere con
entusiasmo l'invito son soprattutto gli americani, dato che il singolo
arriva al N. 5 della Billboard Chart a luglio. Sarà tuttavia l'ultimo
grande hit americano della Clark, che affermerà di considerarlo il suo
pezzo preferito.
Una
curiosità: una radio del Texas si rifiuta di trasmettere il pezzo
perchè il suo proprietario (di sicuro fan di Humperdinck) è convinto
che il testo reciti: "
take
off your clothes and close the door"
("togliti i vestiti e chiudi la porta"). Ma in realtà la mogliettina
chiede al marito solo di togliersi la mantella ("cloak")...

È un
buon momento per
le cantanti britanniche. In Germania sta facendo faville
Sandie Shaw
con la sua
PUPPET
ON A STRING, la canzone che ha stravinto all'Eurofestival. Il
pezzo domina la chart teutonica a giugno
dopo aver raggiunto al cima di quella UK in primavera (ne
riparleremo). La cantante
scalza (come è stata battezzata da noi) tuttavia oramai è arrivata al
termine del suo
periodo d'oro. E infatti il suo singolo successivo, MIDNIGHT
IN TOKYO, non va oltre la 21esima posizione UK.
Ma, a fianco di queste
interpreti, sta emergendo una nuova
figura musicale femminile...
Janis Ian - La
ragazza prodigio e la sua storia proibita

La
cantautrice newyorkese
Janis
Eddy Fink (questo il suo vero nome, Ian è il secondo nome
del fratello)
debutta nella Top 20 USA a soli 16 anni. Il brano che le
permette
di arrivare al N. 14 americano è
SOCIETY'S
CHILD (Baby I've Been Thinking). La ragazza ha scritto il
pezzo tra i 13 e i 14 anni. Ma non si tratta della solita sbobba
adolescenziale "m'ama non m'ama". Tutt'altro!
Parla
infatti di una storia d'amore interrazziale che la protagonista è
costretta a troncare perchè pressata dalle convenzioni della
società. Janis all'epoca vive infatti in una zona a
maggioranza
nera e osserva la cosa da ambo i lati della barricata: mentre si parla
di diritti civili, nota che il razzismo, reciproco, è durissimo a
morire.
Non
dimentichiamo che nell'estate 1967 molte città americane sono
attraversate da
violenti
scontri razziali (tra cui Detroit, dove il 23 luglio
muoiono nei disordini 43 persone e vengono dati alle fiamme più di
mille edifici) e che la questione razziale è uno dei grandi elementi
non risolti degli Stati Uniti. Per tacer del fatto che all'epoca una
relazione inetrazziale è argomento decisamente tabù (ricordate anche il
film
contemporaneo "Indovina Chi Viene A Cena"?)
La ragazza è stata scoperta da
Shadow
Morton,
autore e produttore che ha lavorato con il gruppo vocale femminile The
Shangri-Las. È di Morton l'idea di cambiare il titolo del brano,
originariamente intitolato "Baby I've Been Thinking". Ovviamente
l'argomento trattato nel brano
viene considerato troppo delicato. Tanto che l'Atlantic,
che dopo averlo fatto registrare, restituisce il master alla
ragazza rifiutandosi di pubblicarlo. In seguito il
Presidente Jerry
Wrexler (di cui s'è parlato a proposito di Aretha Franklin) si scuserà
ufficialmente con la Ian per un tale comportamento. E a questo punto
Morton propone il pezzo alla
bellezza di 22 compagnie discografiche prima di trovare quella disposta
a pubblicarlo, la
Verve Forecast. L'etichetta è una sussidiaria della MGM
Records e ha
sotto contratto musicisti considerati difficili all'epoca, come Laura
Nyro e Richie Havens. È il 1965. Alla prima (e alla seconda) uscita il
pezzo passa inosservato. Anche perchè molte radio rifiutano di
trasmetterlo, sempre per via del tema
trattato.
Ci vuole la terza pubblicazione e un passaggio a uno show TV con
protagonista il grande
Leonard
Bernstein
(papà di "West Side Story") per lanciarlo. E il successo del singolo
lancia anche l'album della ragazza, che diventa a sua volta un successo
da Top 20 USA. Lanciando quella che è di fatto una
delle antesignane delle moderne cantautrici come Tori Amos.
E parlando di debutti, c'è una
band che arriva al successo
internazionale parlando di una bella disgrazia...
The Bees Gees -
L'asso nella manica
La band è, come è
noto, formata dai tre fratelli Gibb, Barry, Robin e Maurice,
nati nell’Isola di Man, tra la Gran Bretagna e l’Irlanda. Trasferitisi
ancora piccoli a Manchester, i tre iniziano a cantare negli anni ’50.
Narra la leggenda che il debutto in pubblico risalga a un’esibizione al
cinema locale. All’epoca molti ragazzini vengono chiamati sul palco a
mimare dischi in playback. Maurice tuttavia rompe il disco mentre
stanno andando di corsa al cinema. Non avendo un disco da mimare, i
ragazzini cantano dal vivo e ottengono un successo notevole. E così
decidono di darsi alla carriera musicale…
Nel 1958 la
famiglia
Gibb emigra in Australia. Laggiù i fratelli incontrano il
DJ
radiofonico Bill Gates (no, non quel Bill Gates!), che propone loro di
adottare il nome B.G’s (iniziali di Brothers Gibb ama anche di Bill
Gates). Il nome nel 1963 diventa Bee Gees, quando i tre firmano per la
Festival Records. I tre acquistano una certa notorietà anche come
autori di canzoni, che scrivono non solo per se ma anche per altri
artisti. Nel 1966 i fratelli tornano in Inghilterra. Tuttavia, non
sicuri di ottenere successo in Europa, pensano di tornarsene in
Australia, dove il loro singolo "
Spicks And
Specks" arriva al N. 1 nel gennaio 1967.
Prima di tornare in Gran Bretagna, tuttavia, il loro padre, Hugh, manda
a
Brian Epstein,
come già detto manager dei Beatles, dei demo dei ragazzi.
Ed Epstein passa i nastri a
Robert Stigwood.
Un’audizione con Stigwood nel febbario 1967 ed ecco i fratelli sotto
contratto per cinque anni. A questo punto la band, che
all'epoca è
un quintetto che comprende anche il batterista
Colin Petersen e il
chitarrista
Vince
Melouney,
inizia a lavorare sul primo album internazionale, mentre Stigwood si
occupa di una promozione massiccia, in cui non esita a definirli “
Il nuovo talento più
significativo del 1967” e li paragona nientemeno che ai
Beatles.
E per lanciare
il loro primo singolo adotta una strategia singolare:
manda alle radio un disco solo col titolo, senza nome della band,
facendo credere che si possa trattare dei Beatles. E il gioco funziona,
spedendo il singolo nella Top 20 UK e subito dopo in quella USA.

Come debutto internazionale i tre
fratelli che scelgono?
NEW YORK
MINING DISASTER 1941 (Have You Seen My Wife, Mr. Jones) (
qui
un'esibizione dell'epoca).
Un
pezzo che parla di un minatore intrappolato in un disastro minerario
che chiede di vedere la moglie.
Allegro, eh? Beh, i fratelli mostreranno sempre una certa propensione
per temi melodrammatici che sfociano nel tragico o nel macabro. Basti
pensare a che i loro pezzi spesso parlano di funerali,
condannati a morte sulla sedia
elettrica, battaglie sanguinose, naufragi e pure in piena
fase disco
urleranno
(rigorosamente in falsetto)
alla tregenda.
E quale argomento migliore di un disastro minerario per
un singolo? L'incidente in questione è puramente inventato. Viene
immaginato dai tre mentre son seduti al buio sulle scale di uno studio
della Polydor Records. Per evitare che potesse essere associato a un
evento reale, come quello accaduto poco tempo prima, nell'ottobre 1966
ad Aberfan, in Galles (144 morti, di cui 116 bambini), decidono di
ambientare il fatto nello stato di New York.
Una curiosità: nel 1941 c'è stato davvero un disastro minerario, ma in
Pennsylvania.
Il pezzo presenta una struttura piuttosto complessa, e, come dirà
Robin: si tratta di "
una
totale scopiazzatura dello stile dei Beatles". Da notare
che nel 1974 questo brano ispirerà un altro pezzo, "The Great 1974
Mining Disaster" dei Barclay James Harvest.

Come seconda mossa i fratelli
pubblicano invece la commovente ballata
soul
TO
LOVE SOMEBODY, che ad agosto diventa il secondo Top 20 USA.
Sando alla leggenda
il
pezzo sarebbe stato scritto per Otis Redding,
che tuttavia morirà prima di poterlo incidere. In UK invece il
pezzo non ha il successo che meriterebbe. Poco male, rientrerà nelle
classifiche più volte grazie a svariate cover, tra cui vanno ricordate
quella di
Nina
Simone (N. 5 UK nel 1969),
Jimmy
Somerville (N. 8 UK nel 1990) e
Michael
Bolton (N. 11 USA e N. 16 UK nel 1992).
E
a luglio esce pure il loro primo album internazionale, "Bee Gees 1st".
Come visto prima, non è esattamente il loro primo album,
tuttavia
è il lavoro che li fa conoscere a livello internazionale, piazzandosi
al N. 7 USA e al N. 8 UK.
E a settembre la band farà uscire un terzo hit da Top 20 americana
dall'album, l'inquietante "
Holiday",
che a dispetto del titolo presenta, guarda caso, un testo davvero cupo.
Dopo tanta cupezza occupiamoci
invece del pezzo dal titolo più strano
tra quelli in circolazione questa estate...

Si tratta di
I
WAS KAISER BILL'S BATMAN,
titolo che già si presenta da sè. L'allegro motivetto sta a metà tra il
bubble gum pop e la marcia de "Il Ponte Sul Fiume Kwai" cela tuttavia
un mistero riguardo al suo interprete, celato dietro lo pseudonimo
Whistling Jack Smith.
Sembra che dietro tale nome si nasconda
John
O'Neill, trombettista diventato ceelbre per la sua abilità nel
fischiare. Tuttavia il mistero rimane dato che le esibizioni in TV sono
mimate in playback da un attore. Insomma, un precursore di
molti
succcessi disco e dance? In ogni caso, dopo essere arrivato al N. 5 UK
in primavera, lo troviamo al N. 20 USA e al N. 4 tedesco.
E comcludiamo con una notizia dalla germania: in classifica, tra gli
Who e Nancy e Frank Sinatra c'è posto anche per
Adriano Celentano,
che invita a
UNA
FESTA SUI PRATI... Tedeschi in delirio...
USCITE CHIAVE
Beh, abbiamo già parlato di una serie impressionante di uscite chiave.
Ma ne è rimasta ancora qualcuna di cui parlare, anche perchè all'epoca
non è stata fortunata nelle classifiche...

Da
San Francisco arrivano anche i
Moby
Grape,
che debuttano nel giugno 1967 con l'album omonimo. La band si è formata
a fine 1966 e ha un nome che deriva da una domanda alquanto
psichedelica: "
che cos'è
grande, viola e vive nell'oceano?". Ma ovviamente Moby
Uva... Scemenze a parte, la band, formata dal cantante
Skip Spence e
Matthew Katz, rispettivamente ex batterista ed ex manager dei Jefferson
Airplane, reclutano il bassista
Bob
Mosley, i chitarristi
Jerry Miller e
Peter Lewis e il
batterista
Don Stevenson,
realizzando un album che è destinato ad essere considerato un classico
dell'epoca. Tutto sembra pronto per il lancio della nuova
grande
band USA, che partecipa anche al Festival di Monterey. Purtroppo la
band verrà bersagliata da una serie di sfighe che ne decreteranno il
tramonto in meno di un anno. In primis, la Columbia, con una strategia
promozionale a dir poco suicida, pubblica in contemporanea 10 pezzi
dell'album su cinque singoli creando solo casino (ma all'epoca si
facevano i musicisti o soprattutto i discografici?). In aggiunta due
componenti della band si fanno arrestare il 7 giugno. Imputazione:
"corruzione di minori". Per tacer delle polemiche innescate dal fatto
che Stevenson sulla copertina mostra il dito medio. E dopo il secondo
album Spence darà definitivamente di matto a seguito dell'abuso di LSD
e mollerà la band, dirigendosi a Nashville, sembra in moto vestito in
pigiama, per incidere un suo album solista. Restano grandi pezzi, come
OHAMA
(l'unico "hit", N. 98 USA) o l'inno hippy
HEY GRANDMA
(verrà rifatta dai Move) e
SITTING
BY THE WINDOW.

A
giugno esce anche
"Goodbye
And Hello" di
Tim
Buckley (il padre di
Jeff). Si tratta del secondo album dell'allora ventenne cantautore che
sposa il folk rock delle origini, diventato una gabbia troppo stretta,
alla psichedelia. Il risultato avrebbe dovuto farne una star, e di
questo sono convinti sia la Elektra sia la critica. E invece il
pubblico ingiustamente non lo premia, lascindolo al N. 171 della
Billboard chart. Un vero peccato, perchè perle come la
magnifica
PLEASANT
STREET, la
title-track
dalle due anime,
MORNING
GLORY e I NEVER ASKED TO BE YOUR MOUNTAIN è quasi una
dichiarazione di scuse alla ex moglie e al figlio Jeff, che
la canterà
anni dopo dedicandola al padre. Purtroppo Buckley non
conoscerà mai il successo commerciale che avrebbe meritato e se ne
andrà a soli 28 anni nel 1975.
Ok, per l'estate 1967 è tutto, o quasi. Appuntamento la prossima volta
tra 31 anni. Dall'estate dell'amore passeremo all'estate della Love
Parade.
Marco
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