( chart USA + UK + Eurochart, marzo-aprile-maggio )
PRIMAVERA 1996: Foglie d’acero su sogni (e incubi) elettronici Brevi e illusori spiragli di pace in medio Oriente (l'accordo di Sharm El Sheik), a cui si contrappone l’avvio dell’escalation che porterà alla Guerra in Kossovo. La Gran Bretagna, in piena fase "Cool Britannia" (mucca pazza permettendo), vede una classifica che sembra godere di ottima salute, con un ricambio frenetico di dischi che tuttavia non è indice di scarse vendite, anzi. I dischi hanno ripreso a vendere come il pane. Merito anche di un mercato che offre proposte molto diverse, in un autentico turbinio di generi e sottogeneri. Basti pensare che al N. 1 dei singoli del Regno di Sua Maestà si alternano il Brit Pop degli Oasis, il Pop adolescenziale dei Take That, l’Elettronica furiosa dei Prodigy, l’R’N’B ritmato di Mark Morrison, il Dance Pop di classe del redivivo George Michael e l’Europop facile facile di Gina G. Anche negli USA i dischi vendono molto bene. Se il vertice della classifica dei singoli sembra ostaggio di power ballad e Dive, negli album la lotta vede una maggiore varietà di generi, con il rock alternativo e l’hip hop in piena forma. Ma comunque la si metta, le chart, specie quella USA, son dominate dalle donne, e in particolare, da due donne canadesi, una incazzata e una perbenino. Hanno una sola cosa in comune: i loro album vendono globalmente ciascuno oltre 30 milioni di copie. Scusate se è poco. È un grande periodo per la musica elettronica, che ormai presenta molteplici stili, più o meno danzerecci, raffinati e tamarri, incendiari e sognanti. E infatti il singolo N. 1 del periodo appartiene a questo genere e, sorpresa, parla italiano… Beh, dire che parla italiano forse significa esagerare un po’ troppo… Primo perché è un pezzo strumentale. Secondo perché il suo titolo è in inglese. Robert Miles – Sogni discotecari per bambini Robert Miles è il nome d’arte di Roberto Concina. È figlio di immigrati italiani in Svizzera e nasce a Neuchâtel. Poi si trasferisce in Friuli, in quel di Fagagna, in provincia di Udine. Si fa le ossa come DJ, iniziando a 13 anni. A 22 anni lavora in molti club del Nord Italia. Nel frattempo, il ragazzo mette da parte dei soldi per mettere su un proprio studio con materiale di seconda mano. Nel 1994 produce il primo disco, “Ghosts”. Le sue fortune commerciali arrivano con la collaborazione con il collega Joe T. Vanelli. È con questi che nel 1994 compone un pezzo intitolato CHILDREN. All’inizio tuttavia il brano è molto diverso da quello che arriverà al successo e nelle orecchie di tutti due anni dopo. Manca infatti il micidiale riff di piano che lo rende immediatamente riconoscibile. Di quella prima versione stampa 1000 copie che vanno a ruba. Ma siamo ancora nell’ambito degli addetti ai lavori. Il riff compare nella “dream version” del pezzo, che esce nell’estate 1995. Ed è proprio il riff di piano che caratterizza “Children” che la rende attraente anche per le radio, facilitandone il successo e il passaggio dal mondo discotecaro a quello pop. E così il brano diventa il più noto della “dream house” (o house sinfonica), una variante dell’house caratterizzata da un numero di battiti per minuto inferiore alla media e dall’impiego di melodie finalizzate a creare scenari emotivi. A riff di piano si associano basso creato al synth e archi con abbondante uso di effetti. Lo scopo di tali pezzi è rallentare il ritmo alla fine della nottata. E l’autore di “Children” lo conferma affermando che il brano è stato ispirato da tutti quei ragazzi che hanno perso la vita nelle cosiddette stragi del sabato sera: l’ha creato per chiudere i suoi set, in modo da “calmare” il pubblico prima di farlo tornare a casa. Miles dirà che il pezzo è dedicato anche ai bambini morti durante la guerra dei Balcani (sincero o parac...?). Il brano vende 30.000 copie in due settimane. Ma questo non è che l’inizio. Questa primavera diventa il disco più venduto in tutta Europa, piazzandosi nelle Top 5 di tutti i paesi del Vecchio Continente. Il brano arriva in vetta in ben 12 paesi (tra cui Francia, Germania, Svezia e Spagna), fermandosi al N. 2 in UK (dietro i Take That). Anche “Dreamland”, l’album che contiene la traccia (e include anche i due successivi hit, la fotocopia “Fable” e “One On One”), vende, grazie a "Children", una carrettata di copie. E intanto il singolo si piazza anche nella Top 40 USA, arrivando al N. 21. Bello anche il video, in bianco e nero, con l’inquadratura di una bambina sul sedile posteriore di un’auto mentre sullo sfondo scorrono paesaggi diversi. Ovviamente un successo del genere non può non generare anche grane: il musicista new age Patrick O'Hearn farà causa a Miles per plagio. Il brano verrà campionato nel 2004 nel brano "Do You Know?", Top 10 UK ad opera di Angel City and Ministry of Sound. E a questo punto una piccola considerazione… La dance music nel corso degli ultimi decenni, diciamo dall’avvento della Disco, è sempre stata una delle principali fonti di entrate per la discografia italiana. Certo, di solito si tratta di successi lanciati da etichette indipendenti, e come tali poco “attraenti” per i media, più attenti a valorizzare i prodotti delle major. Qualcuno dirà che personaggi come Robert Miles sono “meteore”. Diciamo che, se si vuole guardare solo la punta dell’iceberg, può aver ragione. Tuttavia non va dimenticato che si tratta di DJ produttori, che spesso ottengono hit pop ma che poi sono legati a scene che non necessariamente conducono alle classifiche. Mi si perdoni il paragone, ma sarebbe come dire che un musicista jazz che ottiene uno sporadico hit radiofonico, dopo anni di lavoro, con successo, nel suo settore, è una meteora. La musica da discoteca è sempre stata legata alla figura del produttore (musicista, DJ o altro, raramente frontman e star). Talvolta tali personaggi ricorrono a “voci” (o nel caso peggiore, “facce”). E spesso tali “voci” sono meteore. Ma cinicamente, questi sono solo strumenti di questi produttori. Sta di fatto che nonostante tutti i tentativi pausineschi (per tacer degli altri), nelle classifiche che contano (per vendite e prestigio), alla fine il tricolore è stato ben rappresentato, negli ultimi 20 anni, principalmente da due categorie: i Bocelli (ovvero la tradizione simil-operistica del melodramma italiano) e i pezzi da discoteca (campo in cui il tricolore conta su una tradizione più che trentennale). Tanto che esiste un termine, Italo-House, che definisce uno stile ben preciso. Per questo mi piace dare spazio a nomi come Robert Miles (o, tanto per fare qualche altro esempio, Black Box nel 1989, Spiller nel 2000), che verranno sempre ignorati quando si parla di "vera" musica italiana, ma che alla fine son la vera musica italiana contemporanea internazionale. E “Children” alla fin fine è uno dei pezzi “italiani” di maggior successo degli anni ’90… Insomma, diamo a Cesare quel che è di Cesare. Ritmi elettronici: discoteca e non solo Everything But The Girl - Tracey & Ben fanno il Drum'N'Bass Parlando di dance elettronica, non possiamo non citare anche il brano al N. 5 del nostro classificone, MISSING, degli Everytrhing But The Girl. Il brano è nelle classifiche da mesi e intendo parlarne più dettagliatamente nel momento di massimo successo, ovvero tra l’autunno 1995 e l’inverno 1996. Tuttavia va notato che le fortune di questo remix ad opera di Todd Terry son iniziate proprio nel nostro paese nel 1995. Infatti all’epoca l’Italia è tra i paesi all’avanguardia nel settore della musica da discoteca. Intanto ad aprile esce in UK il nuovo bel singolo della coppia Tracey Thorn e Ben Watt, WALKING WOUNDED, che anticipa l’album omonimo, con cui i due sperimentano in pieno con le sonorità dance e elettroniche, col trip-hop, il drum'n'bass e la house. Non si tratta tuttavia di una conversione improvvisa dettata solo dal successo di “Missing”. In realtà già dal 1994 il duo ha iniziato a interessarsi di musica elettronica e Tracey ha collaborato con numi tutelari del genere come i Massive Attack. E “Missing” stessa, non è un “incidente di percorso”: nata come brano acustico, in realtà è stata concepita sin dall’inizio come un potenziale brano dance. E i due passano all’elettronica senza snaturarsi, mantenendo uno stile personale "intimista" e minimalista negli arrangiamenti, con testi che parlano di storie d'amor perduto. “Walking Wounded” esplora sonorità drum’n’bass vicine al jungle e si piazza al N. 6 UK. L’album esce a maggio. Arriverà al N. 4. La musica da discoteca di questa stagione presenta numerosi successi. Eccone una rapida carrellata per i vari sottogeneri. Partiamo con un po' di Eurodance? Ne ho già parlato a proposito dell’Estate 1995. Ora i La Bouche, ennesima creatura di Frank Farian, dopo aver ottenuto un enorme successo in tutta Europa, stanno replicando oltreoceano. BE MY LOVER a inizio marzo è al N. 6 USA, risultato questo clamoroso, dato che gli americani son sempre meno propensi a premiare produzioni da discoteca. E il duo fa il bis con SWEET DREAMS, che si invola al N. 13 USA a inizio giugno. Insomma riescono a far fare anche agli statunitensi “Oola oola ehh”….
Dal New Jersey arriva invece il DJ Ed Gusto, la cui DISCO'S REVENGE entra nella Top 10 britannica a marzo. La vocalist è l’ex S-Express Sonique,
che nel 2000 otterrà un grande successo in proprio. Il pezzo è
ritornato in circolazione di recente grazie a un remix da parte dei
Freemasons. "Nagasaki EP", con il pezzo principale I NEED A LOVER TONIGHT porta invece Ken Doh al N. 7 UK il 30 marzo. The Prodigy – Scherzare col fuoco porta al N. 1 Un bel trauma per mamme e innocenti bimbe. Ai volti rassicuranti e paciocconi dei Take That segue quello spiritato e stracolmo di piercing di Keith Flint che urla minaccioso di essere il piromane, ovvero the FIRESTARTER. Il brano suona come qualcosa di davvero nuovo all’epoca e porta la band fondata da Liam Howlett al N. 1 britannico il 30 marzo, per ben tre settimane. I ragazzi che hanno cominciato con pezzi rave cartoneschi ora son responsabili di una micidiale miscela tra elettronica e rock. Tale miscela si chiamerà Big Beat (vedi Estate 1995 – Uscite Chiave, per la definizione). E “Firestarter” è di fatto il primo N. 1 che rappresenta questo genere, che viene praticato anche da Chemical Brothers e Fat Boy Slim. I Prodigy son tuttavia la band che per prima sfrutta apertamente suoni punk rock nella loro miscela elettronica. Il pezzo fa uso di un campionamento in loop di un pezzo della band alternativa dei Breeders (il gruppo formato da Kim Deal, ex dei Pixies) intitolato “S.O.S.”. Inoltre il pezzo campiona anche “Close To The Edit”, pezzo degli Art Of Noise (lo "Hey, Hey, Hey"). Il testo è scritto dallo stesso Flint. Praticamente descrive – esagerando, ovvio - se stesso. E per la prima volta canta in un pezzo. Nell’inquietante video Flint fa davvero paura (come pure il suo taglio di capelli). E infatti il video in bianco e nero, diretto da Walter Stern e ambientato in un tratto della metropolitana abbandonato, verrà vietato da varie TV, in quanto accusato di spaventare i bambini. Mentre, tanto in patria come all’estero, il pezzo viene accusato di incitare alla violenza (alla piromania?). Inutile dire che tali polemiche non fanno altro che aggiungere benzina sul fuoco del successo del gruppo. Guarda caso, il pezzo permetterà alla band di sfondare anche negli USA… Ho accennato a Fat Boy Slim, ovvero Norman Cook? Ebbene l'ex Housemartin è in circolazione nelle charts europee con uno dei suoi mille progetti. Si tratta dei Mighty Dub Katz, formati con Gareth Hansome, a cui è attribuita la paternità del termine "Big Beat". L'hit è MAGIC CARPET RIDE (ovviamente niente a che fare col pezzo degli Steppenwolf...) È un grande momento per la musica elettronica, più o meno da discoteca, in classifica. Tra le grandi uscite del periodo c’è il seminale “In Sides” degli Orbital, ovvero i fratelli Phil e Paul Hartnoll. Il duo prende il nome dalla Orbital Motorway di Londra, la M25, autostrada che ha assunto un ruolo chiave durante gli anni dell’esplosione della cultura rave. Il duo conquista anche una fama di grande band dal vivo, grazie a concerti in cui si da grande spazio all’improvvisazione, alla stregua di quanto facevano i gruppi anni ’70. L’ipnotica e inquietante, nonché splendida, THE BOX è il singolo estratto dall’album e arriva al N. 11 UK in aprile, diventando il loro primo Top 20. Memorabile anche il video di “The Box”, in cui è presente una diafana Tilda Swinton con cuffia in testa. Il CD single contiene anche una versione del pezzo con parti vocali cantate da Alison Goldfrapp, che già ha collaborato con i due nel precedente album. L’album, il loro quinto, si piazza invece al N. 5. Rispetto ai predecessori è meno orientato verso suoni dance e ricorda più una colonna sonora (guarda caso l’anno dopo parteciperanno a due colonne sonore…). Nell’album è presnete anche "The Girl With The Sun In Her Head", dedicata alla fotografa Sally Harding, scomparsa nel 1995. Il pezzo è stato registrato usando l’energia solare: un tema ricorrente per il duo infatti è quello ambientalista. “The Box” comparirà anche nella colonna sonora di “Una Vita Esagerata”, film di Danny Boyle. E parlando del regista britannico…
E non può mancare la gran sacerdotessa dell’elettronica, ovvero Björk, che piazza a inizio marzo al N. 8 UK la bella HYPERBALLAD, quarto singolo estratto da “Post”. Tema del pezzo: Betulla si sente troppo sicura dentro una relazione di tre anni. Questo le provoca disagio. Per evitare che questo possa danneggiare la relazione, lei ritiene sia necessario evadere temporaneamente per cercare quella sensazione di insicurezza che le permette di tornare felice dall’amato. Usa pertanto una metafora: esce di casa mentre l’amato dorme ancora per gettare pezzi di un’auto in un dirupo (che significa liberrasi dalle frustrazioni). Vedendoli schiantare, ne trae sollievo, perché al loro posto non c’è il suo corpo, e torna dal bell’addormentato tutta contenta. Si la tipa non è assolutamente semplice… Ma ne conosco di ben peggiori! Il tutto mentre il ritmo, inzialmente scandito da una semplice batteria, si scatena in ritmiche trance. Il pezzo è uno dei più amati dai suoi fan. Il video è diretto dal sempre geniale Michel Gondry. Mark Snow – Un tema per Mulder & Scully Un tema musicale con uno strano fischio/lamento elettronico diventa uno degli hit a sorpresa del periodo. Si tratta della sigla di uno delle più famose serie del decennio, THE X-FILES, arriva il 30 marzo al N. 2 UK, bloccata solo dai Prodigy. Il successo del brano di Mark Snow è senza dubbio legato a quello del telefilm con Mulder e Scully. Nel corso del decennio poche altre serie Tv riusciranno ad ottenere una tale fama da lanciare canzoni in classifica (a me vengono in mente solo “The Simpsons” e “Friends”). Il successo del telefilm fantascientifico tuttavia è tale che tra due anni nella Top 3 britannica figurerà anche un brano dedicato ai due agenti FBI del paranormale (“Mulder & Scully” dei Catatonia). All’epoca del successo della colonna sonora è giunto alla terza serie. In totale saranno 9. Mark Snow (all’anagrafe Martin Fulterman), autore del tema, scriverà pezzi anche per altre serie , come “Millennium” e “Smalville”. Il nostro Flavio Daddato, meglio noto come Dj Dado, fa la versione techno del pezzo, che si piazza in contemporanea al tema originale nella Top 10 britannica. E visto che Mulder e Scully investigano sugli omini verdi che vengono dallo spazio, ecco qua un’autentica clamorosa “Meteora” che implora di essere portato via da questo pianeta nello spazio… Babylon Zoo – Extraterrestre portami via… SPACEMAN è stata al N. 1 UK per ben 5 settimane tra gennaio e febbraio. Il pezzo, una sorta di collisione frontale tra l’elettronica industriale in versione tuttavia da supermercato (o, come direbbero gli angosassoni, da ascensore) e suggestioni bowiane, deve il suo clamoroso successo a uno spot Levi’s. Già da qualche tempo (1994) la nota casa produttrice di jeans ha ben pensato di impiegare pezzi inediti nei propri spot, dopo aver saccheggiato per parecchi anni i classici del passato. E comunque, cambiando i fattori, il risultato non cambia: N. 1 in UK e subito dopo in mezza Europa. La cosa è riuscita con gli Stiltskin (“Inside”) e con Shaggy (il tormentone “Boombastic”). E ora riesce con Babylon Zoo. Sotto questo nome si nasconde Jas Mann, ragazzo di origini indiane di Wolverhampton. Mann ha fatto parte di un gruppo indie, i The Sandkings, mollati nel 1992. Con il suo nuovo progetto, Babylon Zoo, presenta un demo a Clive Black, che prima gli procura un contratto con la Phonogram e poi con la EMI. A sto punto succede il “fattaccio”: la Levi’s sceglie per lo spot un remix del pezzo fatto dal grande Arthur Baker. Sembra che il remix sia stato ascoltato da un executive della Levi’s in discoteca. E sembra che l’intro suonato a velocità doppia sia in realtà stato un errore che poi è stato mantenuto dato che funzionava… E il singolo arriva sparato in vetta alla UK chart il 21 gennaio, vendendo la “miseria” di 418.000 copie in soli 7 giorni (solo Elton John a lutto farà di meglio) e diventerà il disco più venduto in Albione del 1996… E questa primavera fa strage in tutta Europa. Si piazzerà al N. 1 in 23 paesi (!). Il pezzo parla del disagio di una persona che si sente differente dalle altre e che desidera andarsene dal nostro pianeta. Da notare che la versione pubblicata su singolo è sottoposta a una piccola censura: vengono infatti tolte alcune strofe in cui si recita "I killed your mother, I killed your sister" e "I killed you all"… A sto punto esce l’album “The Boy With the X-Ray Eyes”, prodotta da Mann stesso. L’album, una specie di incrocio tra new age ed elettronica industriale, diventa multimilionario. Da esso viene tratto anche un secondo Top 20 UK, la invero brutta ANIMAL ARMY. Poi tuttavia Clive Black se ne va dalla EMI. Mann produce nel 1999 un secondo album, ma lamentando una scarsa attenzione della casa discografica alla promozione del lavoro, preferirà trasferirsi in India ritirandosi dalla musica. E quasi in risposta alla recente stella da classifica, ecco uno dei suoi indubbi ispiratori, David Bowie, intonate HELLO SPACEBOY, brano che, remixato dai Pet Shop Boys, si piazza al N. 12 UK a marzo. Il singolo è il terzo estratto e il maggiore hit dall’album “Outside” con cui l’ex Duca Bianco ha sperimentato con sonorità industriali alla Nine Inch Nails (con cui è andato in tour nel 1995), ritornando a lavorare con Brian Eno.
Brit Pop: cool Britannia Oasis – “La più grande band del pianeta” presenta: Non guardare al passato con rabbia, semmai litiga per il presente… La primavera 1996 segna la definitiva affermazione commerciale internazionale dei fratelli Gallagher. Dopo aver sbancato in UK ed Europa la band dei rissosi fratelli infatti riesce nella storica impresa di sfondare anche negli USA. A marzo infatti la loro WONDERWALL, forse il loro pezzo più classico, uscito durante l’inverno, arriva al N. 8 americano (ne parlerò in altro momento). E a maggio la band replica con CHAMPAGNE SUPERNOVA, che, solo come singolo radiofonico, si piazza nella Top 20 USA. E in patria? Niente paura, se “Wonderwall” è stata bloccata al N. 2 nei mesi scorsi, gli Oasis ritornano alla vetta della UK chart con DON’T LOOK BACK IN ANGER, uno dei pezzi più amati del loro repertorio. Il singolo è il secondo degli N. 1 della band, ed è estratto, come i due brani sopra citati, dal seminale “(What’s The Story) Morning Glory?”. L’album, il loro secondo, uscito a ottobre, dopo aver venduto carrettate di copie in Gran Bretagna (è a tutt’oggi il secondo album più venduto della storia della classifica britannica), sta vendendo a tutte le latitudini (piazzerà 18 milioni di copie a livello mondiale, di cui 4 negli USA, dove arriva al N. 4. “Don’t Look Back In Anger” è il quarto e ultimo singolo estratto dall’album in Gran Bretagna. Scritto da Noel Gallagher, il pezzo viene descritto dall’autore come un miscuglio tra “All The Young Dudes”, classico scritto da Bowie per i Mott the Hoople, e un pezzo che avrebbe potuto essere scritto dai Beatles. Il nome Sally è stato inserito nel testo perché suonava bene, e non si riferisce a una persona conosciuta da Gallagher (che tuttavia aggiungerà da gran signore che comunque prima o poi ne tromberà una con quel nome). In seguito dirà che la “Lyla” protagonista di un suo futuro N. 1, è la sorella di Sally (ovvero non esiste)… La base del pezzo nasce a Parigi, mentre la band è in tour con i Verve. Due giorni dopo suonano alla Sheffield Arena, il loro primo grande concerto all’aperto. Noel la prova durante i soundcheck canticchiandola. Tuttavia c’è una parte del testo che non funziona. Noel biascica qualcosa e il fratello Liam crede di aver sentito “So Sally Can Wait”. Noel trova che la frase pronunciata dal fratello sia adegui alla perfezione. E ecco così che Sally entra nella canzone. E il resto del testo arriva a ruota. Viene scritto nel camerino e viene poco dopo suonato davanti a 18.000 persone con il solo accompagnamento della chitarra acustica. Alcune strofe sembra siano state “rubacchiate” a John Lennon ("So I start a revolution from my bed"). Narra la leggenda infatti che Noel sia entrato in possesso di alcuni nastri su cui l’artista scomparso stava registrando le proprie memorie. E, come ulteriore “omaggio”, l’intro del pezzo ricorda “Imagine”. Mentre la progressione è basata sul “solito” Canone in D di Johann Pachelbel (e non sarà l’ultima volta che lo citiamo). Insomma, un perfetto esempio di un pezzo altamente derivativo eppur riuscito… Ma questa è la storia degli Oasis. Il brano sembra alludere a ricordi dell’infanzia ("Stand up beside the fireplace, take that look from off your face" ha a che fare con le foto che la madre scattava all’autore davanti a un camino). Non cercate comunque di trovare un significato finito a molte strofe del pezzo: Noel ha ammesso di averle scritte non propriamente lucido… Si tratta del primo singolo del gruppo cantato da Noel e non dal fratello Liam. A dire il vero i due litigano (ma va?) perché entrambi vorrebbero cantare “Wonderwall”. Alla fine Liam sceglie la spunta e Noel si becca “Don’t Look Back In Anger”. Il pezzo finirà anche come colonna sonora di un episodio di una serie della BBC, “Our Friends In The North”, che lo renderà il pezzo del gruppo più noto in patria, anche più di “Wonderwall”. Nel video del pezzo compare l’attore inglese Patrick Macnee, interprete negli anni ’60, nei panni di John Steed, del telefilm cult “The Avengers”. È durante le riprese del video che il batterista Alan White conosce la moglie. Da notare che il Cd single del brano presenta anche una cover di un classico degli Slade, “Cum On Feel The Noize”. Champagne Supernova" è invece l’ultimo singolo tratto dall'album oltreoceano. Scritta da Noel, è cantata da Liam. Si tratta di un pezzo dai toni psichedelici della durata di oltre 7 minuti. Con riferimenti velati alle droghe ("Where were you while we were getting high?") e un testo che forse parla di “morte e rinascita” (Noel dixit, ma inutile ripeterlo, anche in questo caso Noel era un po’ “high” durante la scrittura, tanto che Liam dirà che si tratta di una canzone dedicata ad una certa polverina bianca). Sembra che il titolo del brano derivi da una strana mescolanza: la storpiatura del titolo dell’album dei Pixies “Bossanova” e la visione di un documentario sullo champagne… Un’altra leggenda racconta di come l’allora chitarrista della band Paul "Bonehead" Arthurs abbia pianto la prima volta che ha sentito il pezzo. E la casa che Noel acquisterà verrà chiamata "Supernova Heights".
Blur – Lo stereotipo della band borghese I fratelli ovviamente all’epoca son autentiche star dei tabloid, grazie a una serie di atti che ne confermano il cattivo temperamento. Allo stesso tempo vengono visti come la “band del popolo” in contrapposizione con quegli “intellettualoidi borghesi” dei Blur, si quelli che hanno stravinto la “Battaglia del Brit Pop” avvenuta nell’Agosto 1995. I Blur avranno vinto la battaglia, ma sembra proprio che gli Oasis abbiano vinto la guerra, commercialmente parlando (per il momento). Damon Albarn e compari son usciti ridimensionati dopo il mediocre esito di “The Great Escape”. In effetti l’album, con l’eccezione di alcuni pezzi, è piuttosto deludente. Questo non impedisce loro di piazzare questa primavera nella Top 10 albionica due singoli: il pezzo che apre l’album, STEREOTYPES (N. 7 a inizio marzo) e, a maggio, CHARMLESS MAN (N. 5). Quest’ultimo brano è accompagnato da un divertente video con Jean-Marc Barr nei panni dell’uomo senza fascino… Tuttavia, come dirà Albarn, è tempo per la band di abbandonare il Brit Pop. Con un'etichetta di band "borghese e pretenziosa" in cui non si riconoscono, i Blur iniziano a soffrire di tensioni interne. Graham Coxon in particolare soffre il successo della band, e aggrava la sua dipendenza dall’alcol. Terminato il tour in marzo la band si da così una pausa fino a giugno. È in questo periodo che il gruppo inizia, proprio su istigazione di Coxon, ad ascoltare band alternative americane. E l’anno prossimo i quattro torneranno con un suono completamente diverso, molto “americano” che di fatto li rilancerà. Proprio mentre i fratelli Gallagher vanno incontro a un drammatico calo di ispirazione che taglierà loro le gambe negli States... Tra i reduci dell’Estate 1995 ci sono anche i Supergrass. Il trio di Oxford ottiene il terzo Top 10 UK con GOING OUT. Il singolo verrà incluso nell’album che uscirà nel 1997, “ In It For The Money”. Nel video compare una foto del leader Gaz Coombes con Ronnie Biggs, il famigerato autore della leggendaria Grande Rapina al Treno. Il trio l’ha incontrato a un Festival Rock tenutosi a Rio De Janeiro… Anche i Pulp piazzano un Top 10 UK questa primavera. È la bella SOMETHING CHANGED, che arriva al N. 10 il 6 aprile. La ballata è il quarto singolo estratto dallo splendido “Different Class”. Un’altra band emersa nel 1995 sta sfornando singoli a manetta. Sono i Cast, la band più pop del Brit Pop, che piazza in Top 10 a fine marzo la dolce WALKAWAY. La band formata da John Power, ex bassista dei La’s (vedi Autunno 1990), è al quarto hit tratto dall’album di debutto, “All Change”.
Ash – Cenere di Stelle Primo Top 10 anche per gli Ash, la cui GOLDFINGER arriva al N. 5 UK il 27 aprile. La band all’epoca è formata da Tim Wheeler (voce e chitarra), Mark Hamilton (basso) e Rick McMurray (batteria), poco più che teenagers. La Cenere (ricordo un giorno, mentre stavo comprando dischi, un ragazzetto sbiascicare “cenere del c***o” davanti ai dischi della band poco prima che ne arraffassi una copia…) arriva dal Nord Irlanda ed è stata fondata nel 1992. La band ha debuttato in classifica l’anno prima (vedi Estate 1995). “Goldfinger”, che Wheeler definirà la loro miglior canzone, è il loro quarto singolo e come i precedenti viene raccolto nell’album di debutto, “1977”. L’anno è data di nascita di due dei componenti del gruppo (Wheeler e Hamilton). Tuttavia la band ha preso quell’anno per un altro motivo: è l’anno in cui nelle sale cinematografiche trionfa “Guerre Stellari”. E infatti l’album si apre con il suono di un Tie Fighter Imperiale del film e si chiude con una versione corale del tema del film al termine del pezzo “Darkside Lightside” (che cita ovviamente i “Lati” Della Forza). “1977” esce il 6 maggio e il 18 maggio è al N. 1 della classifica degli album albionici. Sebbene all’epoca vengano etichettati come “Brit Pop”, in relatà il suono della band è più vicino al punk rock anni ’70, rivelandosi un energetico mix tra power pop e punk. Ma nella stessa settimana in cui gli Ash entrano nella Top 5 dei singoli, approda al N. 2 UK un gruppo che, da cult band, diventerà a quel punto un autentico fenomeno da classifica…
Manic Street Preachers – Scomparse misteriose e inni proletari I gallesi Manics ottengono un meritato N. 2 UK con A DESIGN FOR LIFE, primo singolo pubblicato dopo la misteriosa sparizione del chitarrista Richard "Richey" James Edwards nel 1995. Richey è sempre stato un elemento ostico, sofferente di depressione, noto anche per certe dimostrazioni pubbliche. Nel 1991, a un giornalista di NME che nutre dubbi sull’autenticità della band, lui pensa bene di rispondere incidendosi sul braccio le parole “4 Real" con un rasoio… Inoltre la situazione psicologica è aggravata da alcol e droghe. Dopo l’uscita dell’album “The Holy Bible”, nel 1994, entra in ospedale psichiatrico, lasciando ai tre compari tutta la promozione, compresa l’apparizione al festival di Reading. Ritornato nella band partecipa ad alcuni concerti, fino a un concerto al London Astoria, il 21 dicembre 1994. L’ultima esibizione della band come quartetto, che termina con la distruzione della strumentazione sul palco. Il primo febbraio 1995 James scompare, alla vigilia di un tour promozionale negli USA. Nelle settimane successive si hanno tracce dei suoi movimenti. Il 14 febbraio la sua auto viene lasciata parcheggiata nella zona del Severn Bridge e da allora si sono perse le sue tracce. Molti suppongono si sia suicidato (la zone è un luogo scelto da molti suicidi). Tuttavia anche a causa dell’inadeguatezza delle indagini svolte all’epoca, il fatto genera una bella sequela di leggende urbane che nulla hanno a invidiare a quelle con protagoniste le star del passato. Da impegnare almeno una stagione di “Chi L’Ha Visto”. Attualmente è ancora “scomparso”, dato che la famiglia ha preferito non dichiararlo morto quando la legge l’avrebbe consentito, nel 2002. Sebbene poco dotato come musicista, Richie è l’artefice della direzione artistica della band e autore di gran parte dei testi. La band ora è ridotta a un trio formato da James Dean Bradfield (voce, chitarra), Nicky Wire (basso) e Sean Moore (batteria). E “A Design For Life” è la sua prima uscita dopo la scomparsa. Il suono è radicalmente modificato rispetto a quello dei predecessori, più melodico. In breve, il pezzo diventa un inno per la classe lavoratrice britannica, che li pone sullo stesso piano degli Oasis. Va tuttavia considerato il contesto sociale dei Manics. Vengono infatti dal Galles, la cui industria mineraria, colonna vertebrale della regione, sta andando incontro a un autentico scempio. E la band diventa portavoce di quella classe operaia che sente il terreno sgretolarsi sotto i piedi. “A Design For Life” è ispirata da un EP dei Joy Division, "An Ideal For Living". Il testo, d’altra parte, parla di ricerca di dignità per la classe lavoratrice (son Socialisti dichiarati, diciamo che qua li chiamerebbero “Comunisti”), usando criticamente luoghi comuni usati per descrivere superficialmente gli operai (“We don't talk about love/We only want to get drunk”). Contiene anche riferimenti alla frase scritta all’ingresso di una biblioteca e a quella sui cancelli di Auschwitz. L’immagine della band pure cambia, e smette il look glam dei lavori precedenti adottando un aspetto più “normale”. Probabilmente tali mutazioni non sarebbero mai avvenute se vi fosse stato ancora James Edwards. In ogni caso il Progetto di Vita apre la fase di grande successo commerciale della band che diventerà ospite stabile delle parti alte delle classifiche britanniche, nonché europee, per tutto il decennio a venire. Il singolo è il primo dei quattro Top 10 estratti dal fortunato “Everything Must Go” (titolo preso da un lavoro teatrale di Patrick Jones, fratello del bassista Nicky Wire), che, concepito in Normandia, lontano dal circo mediatico che circonda la scomparsa di James, esce il 20 maggio. Arriverà al N. 2 UK, rimanendo in classifica per un anno e mezzo. L’album comprende anche cinque brani di cui Richey James è stato coautore prima della scomparsa. Da notare che la band continuerà ad mettere da parte il 25% di tutti i guadagni per il compagno scomparso. Per rimanere su temi allegri, ecco a voi LADYKILLERS, pezzo di punta dell’album “Lovelife”, che riporta i Lush nella Top 10 degli album britannici a marzo. La band nata con lo Shoegazing ora vira verso il Brit Pop (con tanto di duetto con Jarvis Cocker dei Pulp nel pezzo “Ciao!”). L’album è il più fortunato della band, ma anche l’ultimo. Infatti nell’ottobre 1996, il batterista Chris Acland, sofferente di crisi depressive, si suiciderà e la band deciderà di sciogliersi.
The Beatles – Amore vero da tutti, meno che da Radio 1 Sono ovviamente i Beatles, all’epoca già in piena fase “spremiamo tutto lo spremibile”, che piazzano al N. 1 su ambo le sponde dell’Atlantico il secondo volume delle loro “Anthology”. L’album arriva in vetta in UK il 30 marzo, tra Celine Dion e i Take That, mentre negli USA interrompe il 6 aprile per una settimana il dominio di Alanis Morissette. L’album contiene materiale proveniente dalle sessioni di “Help!” fino all’inizio del 1968, prima del viaggio in India della band. C’è pure un altro pezzo inedito per lanciare la raccolta. Si tratta di REAL LOVE, che si piazza al N. 4 UK e al N. 11 USA. Il pezzo, scritto da John Lennon, compare su demo per la prima volta nel 1977. Inizialmente viene concepito come un brano di un musical intitolato "The Ballad Of John And Yoko". Nel 1979 Lennon lo riprende ma poi lo lascia perdere (qui la versione del pezzo di Lennon). E il pezzo poi cade nel dimenticatoio fino a che non ricompare nel film “Imagine: John Lennon” e nella relativa colonna sonora. E nel gennaio 1994 è tra i brani presenti sulle due cassette che Yoko Ono consegna personalmente a Paul McCartney. Dopo “Free As A Bird”, il pezzo preferito dai tre e impiegato per accompagnare il primo volume delle tre Antologie, viene scelta “Real Love”, rielaborata dai tre con la co-produzione di Jeff Lynne. Nonostante il successo, all’epoca il brano non viene incluso nella playlist di BBC Radio 1, in quanto ritenuto “non contemporaneo”, cosa che porta a coinvolgimenti di parlamentari (!). McCartney scriverà una lettera di fuoco. In ogni caso sembrerebbe quasi più una sorta di strategia pubblicitaria, visto l’elevato numero di band “contemporanee” in circolazione che suonano come i Beatles e che la stazione radio trasmette… Questo sarà l’ultimo brano inedito pubblicato su singolo a nome dei Beatles. Ma se i Beatles si son sciolti 26 anni prima causando dolori a molti fan, al N. 1 UK arriva una band che ha cessato di esistere da poco causando non pochi drammi adolescenziali…
Pop: Boy Band, Dive e dintorni… Take That – Amore significa non dire mai “ci sciogliamo” Allora, Robbie se n’è andato (vedi Estate 1995) e tra poco farà un debutto tutt’altro che convincente, e i quattro rimasti alla fine hanno deciso di fare ciao ciao con la manina alle amate fan. È avvenuto il 13 febbraio. E il 4 aprile avviene l'ultima esibizione della band, ospite della TV olandese. Come ben sapremo, alla fine si tratterà di un arrivederci, ma nel 1996 le adolescenti si trovano di fronte a un dramma esistenziale: la loro boy band preferita ha deciso di sciogliersi. E i quattro, per salutarle, pensano bene di fare una cover. Si tratta di HOW DEEP IS YOUR LOVE, unico inedito del loro “Greatest Hits”, che esce il primo marzo. Della versione originale del pezzo, ad opera dei Bee Gees, ho parlato abbondantemente nell’articolo dedicato all'Inverno 1977/78. Qui ci troviamo davanti una tipica cover da boy band, meglio nota anche come cover karaoke. Poco aggiunto all’originale, qualcosa tolto, poco altro da aggiungere. Ovviamente arriva al N. 1 UK, il 9 marzo, rimanendovi 3 settimane. E la raccolta arriva a sua volta in vetta il 6 aprile, replicando il successo in tutti i paesi europei, Italia compresa.
E intanto dalla verde terra di San Patrizio arrivano i Boyzone di Ronan Keating. I cinque, dopo aver dissanguato FATHER AND SON di Cat Stevens con una cover karaoke necessitante secchiate di fermenti lattici, tornano con un quarto singolo estratto dal primo album “Said And Done”, un pezzo inedito. Si tratta di COMING HOME NOW, che si piazza al N. 4 UK.
George Michael – Si sente più maturo, anche se non disdegna le sveltine… Il buon George è presente nelle classifiche mondiali con il singolo che segna il suo ritorno sulle scene dopo la diatriba con la Sony. JESUS TO A CHILD è stato un N. 1 UK in gennaio e ora, mentre vaga ancora nelle chart del Vecchio Continente, approda anche nella Top 10 USA (dove entra direttamente al N. 7). La ballata, scritta in un’ora, è dedicata al compagno brasiliano della popstar, Anselmo Feleppa, conosciuto nel 1991 e scomparso due anni dopo. L’intero album è velatamente dedicato all’uomo. Anche se all’epoca la gente mormora, all’epoca George non ha ancora fatto coming out. Per farlo gli ci vorrà una disavventura nei cessi pubblici di Los Angeles nel 1998…
E così l’ex Wham! arriva a pubblicare la ballata a più di un anno di distanza dalla sua presentazione. E mentre “Jesus To A Child” è ancora nelle classifiche, il 4 maggio arriva in vetta alla UK chart il singolo successivo, FASTLOVE, elegante brano pop-dance che diventa il maggiore dei 6 hit (tutti arrivati nella Top 3 UK!) tratti dall’album. Il singolo è anche il settimo (e ultimo) N. 1 della carriera solista del cantante di origini greche. Il brano campiona "Forget Me Nots", canzone del 1982 di Patrice Rushen, di cui ho già parlato a proposito dell’Autunno 1997, quando verrà vampirizzata da un altro N. 1… A dire il vero, nonostante l’evidente campionamento, George all’inizio fa il furbetto e non cita l’autrice del pezzo campionato tra i crediti… Dovrà rimediare. Il pezzo diventerà anche l’ultimo suo Top 10 negli USA, dove si piazzerà al N. 8.
Si chiama Gina G e arriva a sorpresa in vetta con l’europopparola OOH AAH… JUST A LITTLE BIT. Il pezzo, in tipico stile eurodance supercommerciale, porta al grande successo l’australiana Gina Mary Gardiner, arrivata nel Regno Unito nel 1994. In Autralia comunque la nostra si è fatta una certa esperienza come DJ e come cantante di un gruppo dance di successo locale. Narra la leggenda che abbia trovato un demo in cui c’era una prima versione di questo pezzo. Lo ribalta come un calzino, trasformandolo in un pezzo dance. Scelta dal famigerato produttore Jonathan King per rappresentare la nazione all’Eurofestival, si piazza ottava, ma venderà più dischi di tutto il resto dei partecipanti, entrando pure nella difficile classifica americana. Seguiranno altri tre Top 20, tra cui la terrificante “Ti Amo”, pezzo spagnoleggiante con titolo italiano (avete presente “Dov’è L’Amore” di Cher? ), indicatore di una certa confusione tra i due paesi mediterranei...
E parlando di Festival dell’Eurovisione, nel 1988 viene vinto da una canadese francofona che partecipa per la Svizzera che questa primavera passa ben 6 settimane in vetta alla Billboard Chart a partire dal 23 marzo…
Celine Dion – "La canzone d’amore perfetta per un film" Prologo: c’è un regista di nome Jon Avnet, già noto per un film sui pomodori verdi fritti, che sta assemblando “Up Close And Personal”, un filmetto sentimentale con protagonisti Michelle Pfeiffer e nonno Robert Redford. No, non è la storia della passione tra un gerontofila e un cataterizzato. Però ci va vicino… Ha bisogno di una canzone d’amore per il film. Kathy Nelson, Presidente del settore musica della Disney, che produce il film, vuole “la perfetta canzone d’amore”. Pertanto interpellano l’Oracolo supremo, ovvero la suprema Regina Mida delle canzoni romantiche da film, Diane Warren. Questa vede il film il venerdì e il lunedì ha già sfornato il pezzo. Sebbene ispirata dal film, mentre scrive il brano pensa al padre scomparso, a cui lo dedica. Freud ci avrebbe scritto un volume sopra. Evidentemente vedere la Pfeiffer con Redford le ha fatto venire in mente più un rapporto padre-figlia che una relazione amorosa... A sto punto bisogna trovare l’interprete adatta. Viene interpellata Toni Braxton, che però ritiene il pezzo non adatto a lei (non temete, pure lei avrà la sua ballatona strappacore in autunno). Ed ecco entrare in scena Celine Dion. La Dion, che già ha cantato un brano per un film della Disney, il cartoon “Beauty & The Beast”, ha già completato il nuovo album, ma quando ente il pezzo lo vuole tutto per se. E lo fa inserire nel nuovo disco. Il pezzo è prodotto da David Foster. Tali referenze potrebbero consentire ai più attenti di cantare il pezzo prima ancora di averlo sentito, dato che è una tipica ballata hollywoodiana dalla produzione superlaccata (una volta si diceva “di classe”…). La Warren quando sente il risultato va in sollucchero. Probabilmente pensa anche ai diritti d’autore. E così ecco che BECAUSE YOU LOVED ME diventa il secondo N. 1 nella Hot 100 di Céline Marie Claudette Dion, diventando in seguito un hit mondiale. La canadese è la star femminile N. 1 del momento, e vista la concorrenza in circolazione, significa che è l’artista che in assoluto vende più dischi. E la nostra ugola d’oro del Quebec non si ferma certo a un singolo. Infatti a marzo esce l’album “Falling Into You”, il suo quarto in lingua inglese, che arriva al N. 1 praticamente ovunque. In UK si infila al N. 1 tra Oasis e Beatles il 23 marzo, mentre negli USA dovrà aspettare ottobre per riuscire nell’impresa. Arriverà a vendere 32 milioni di copie a livello mondiale, rimanendo nella Top 10 USA per più di un anno. Se “Because You Loved Me” è il primo singolo estratto dall’album negli USA, in Europa è il secondo, preceduto invece dalla title-track dell’album, cover di un pezzo del '94 dell’argentina Marie Claire D'Ubaldo (presente nello stesso album dell’hit “The Rhythm Is Magic”). Si tratta di una delle molte cover presenti nell’album. Insomma, con il suo easy listening formalmente corretto, asessuato e laccato, Celine ha attuato l’occupazione armata della fortunata nicchia di mercato dedicata all’easy listening per lettrici di Harmony e per pensionati, come i votanti del Grammy, che lo eleggeranno nel 1997 Album dell’Anno. Andrà meno bene agli Oscar dove, nominata, perderà di fronte alla Madonna in piena fase Evita. E dato che l’ho evocata, Madonna è in un momento di pausa musicale, cosa che non le impedisce di piazzare al N. 11 UK la minore ONE MORE CHANCE, terzo estratto dalla raccolta “Something to Remember”. Tuttavia la nostra è impegnatissima sul fronte cinematografico: sta infatti recitando nel discusso “Evita” di Alan Parker, versione cinematografica del musical di Andrew Lloyd Webber. Sarà il suo più grande successo cinematografico, anche se le prime avvisaglie non son proprio favorevoli. In particolare, gli argentini insorgono considerando “blasfemo” il fatto che Madge interpreti la loro amatissima Evita. E il loro Presidente Carlos Menem su tutti. Forse se fossero stati un po’ più attenti all’economia… Tra l’altro oggi nominare Menem in Argentina viene considerato un atto che porta sfiga…
R'N'B: Viva la Diva Totalmente ignorata dagli Oscar invece la colonna sonora di maggior successo del periodo, almeno negli USA. È quella di “Waiting To Exhale”, commedia al femminile all black che è tra i grandi successi al box office USA dell’anno. La colonna sonora è interamente prodotta da Babyface (e si sente). Whitney Houston, anche attrice nel film, ne è l’interprete principale, e dopo il N. 1 di fine 1995 EXHALE (Shoop Shoop), la nostra torna nella Top 10 USA in aprile in duetto con la grande cantante gospel CeCe Winans con COUNT ON ME (N. 8). Inizialmente la colonna sonora doveva essere incisa solo da Whitney, ma poi si è deciso di affidare i brani anche ad altre artiste della scena R’N’B, due delle quali piazzano in contemporanea proprio questa primavera i rispettivi brani della colonna sonora nella Top 3 USA. Iniziamo con la “Regina dell’hip hop soul”, ovvero l’allora piuttosto florida Mary J. Blige. La sua NOT GON’ CRY è un soul gospel che si piazza al N. 2 USA tra febbraio e marzo diventando all’epoca il suo miglior piazzamento nella Hot 100. Il pezzo, intenso, non ha la stessa fortuna oltreoceano (solo 39esima in UK), dove la Diva sta ancora faticando a raggiungere il grande pubblico. Ma è solo questione di tempo. E al N. 2 USA segue immediatamente a marzo SITTING IN MY ROOM della teenager Brandy, simpatico anche se un po’ formulaico pop R’N’B che regala alla fanciulla il quarto Top 10 USA. C’è pure spazio per una piccola Diva britannica, Gabrielle, data per dispersa dopo il fulminante successo della bella “Dreams” datata 1993. Ora si rende responsabile del primo di una serie di “ritorni” con la piacevolmente retrò GIVE ME A LITTLE MORE TIME, che la porta al N. 5 UK rimanendo in classifica 18 settimane, quasi un record nell’allora veloce chart britannica. Louise Gabrielle Bobb (che ha sostituito la benda all’occhio con una frangetta che copre l’occhio che soffre di ptosi) così ritorna alla ribalta con un brano che nel 2008 potrebbe tranquillamente entrare nel repertorio di cantanti come Duffy…
Mariah seguirà una andamento simile a Whitney nei prossimi anni. Entrambe flirteranno con l’hip hop, si daranno al cinema e daranno di matto. Poi Mariah risorgerà dalle ceneri alla grande. Pur non apprezzando gran parte del suo repertorio, spero che anche Whitney ce la faccia. Di sicuro Mariah è stata più accorta di Whitney in materia di matrimoni… Nel 1999, ai Brit Awards, Whitney, ormai nota come il punchin ball personale di Bobby Brown, verrà presentata sul palco da un altro tipaccio. È lui che questa primavera detronizza i Prodigy dal N. 1 britannico. Ma sinceramente in confronto a lui Liam Howett e compari sembrano angioletti…
R’N’B - Hip Hop e dintorni: Avanzi di galera e rifugiati politici Mark Morrison – Dalle celle alle stelle e ritorno Mark nasce ad Hannover, in Germania nel 1972. Nel 1995 passa 3 mesi in galera per un’aggressione in un locale di Leicester. È durante la reclusione che pensa di darsi alla carriera canora. “Crazy”, il primo singolo, è arrivato nella Top 20 nel 1995. Ma è il suo terzo singolo che segna un deciso cambiamento delle sue fortune. Si tratta di RETURN OF THE MACK, che arriva in cima alla classifica UK il 20 aprile, rimanendoci 2 settimane. Il pezzo campiona un brano strumentale di Kool & The Gang, "N.T.". Il pezzo lo rende il primo artista britannico di colore ad arrivare al N. 1 britannico nel corso del decennio. E poi diventerà anche un clamoroso hit mondiale, arrivando anche nella Top 3 USA nel 1997, rendendolo l’artista urban britannico di maggior successo di vendite di tutti i tempi. A questo seguono altri 4 Top 10 UK (tra cui la ripubblicata “Crazy”). Tuttavia nel 1997 il nostro ricadrà nelle rogne: vorrà salire su un aereo armato e questo gli costerà una condanna a lavori socialmente utili. E allora il genio che farà? Pagherà uno per farli al suo posto. Scoperto, finirà in galera per un anno. E stavolta non riuscirà a mandare nessuno al suo posto… Parlando di personaggi controversi, Mark è tuttavia una mammoletta innocente rispetto al tizio che segue…
2Pac – Amore in California tra galera e pallottole Pochi personaggi appaiono più difficili da inquadrare come il rapper newyorkese. Talento indiscusso dell’hip hop, definito il più grande rapper di tutti i tempi, morto ammazzato il 13 settembre 1996 (ma anche qui c’è chi sostiene che sia ancora vivo…), Tupac Amaru Shakur nasce in carcere nel 1971 da due membri delle Black Panthers. La madre, separata dal padre di Tupac prima della sua nascita, è accusata di un fallito attentato. Cresciuto da una madre che diventa dipendente dal crack, passa un’adolescenza tra piccoli crimini e spaccio, con tanto di accuse per stupro e omicidio. Nel 1991 collabora con i Digital Underground. Inizia così una carriera che alternerà successi discografici sempre più grandi a buone prove d’attore in film e ad una sequela di accuse e arresti. Un’accusa per stupro datata 1993, lo porta in carcere per 4 anni e mezzo il 7 febbraio 1995. Prima dell’incarcerazione è tuttavia vittima di un’aggressione. Si becca 5 pallottole. Accusa dell’attentato Puff Daddy, Notorious B.I.G. e Andre Harrell, oltre che l’amico Randy "Stretch" Walker (che, guarda caso, viene ammazzato nel novembre 1995). Esce di galera dopo 8 mesi per intervento del titolare della Death Row Records, Suge Knight, che paga 1,4 milioni di dollari come cauzione. È l’ottobre 1995 e Knight non lo fa per affetto nei confronti del rapper: sa di avere una gallina dalle uova d’oro. Tupac dovrà corrispondere al losco figuro tutti i proventi della vendita dei dischi prodotti sotto il nuovo contratto. L’album "All Eyez On Me" esce il 13 febbraio. Il 2 marzo è al N. 1 USA. Si tratta del primo doppio cd mai prodotto dall’hip hop. Venderà oltre 7 milioni di copie. È considerato uno dei dischi più influenti del genere e uno dei picchi del rap degli anni ’90. Un autentico “tour de force” di 27 brani, le cui registrazioni son iniziate poche ore dopo il rilascio. Intanto, il primo singolo estratto (a dire il vero in versione diversa da quella inclusa nell’album), CALIFORNIA LOVE, vede 2Pac collaborare con Dr. Dre e Roger Troutman (al quale si devono alcune parti vocali). Il singolo “festeggia” il rilascio dalla galera del rapper e arriva nella Top 10 UK in aprile. In luglio, il brano, abbinato su un singolo dal doppio lato A a “How Do U Want It”, arriverà al N. 1 USA. La versione su singolo (e video) è ricavata da un brano di Joe Cocker, "Woman to Woman" e campiona "West Coast Poplock", di Ronnie Hudson & The Street People. Il remix presente sull’album campiona "Intimate Connection" dei Kleer. A dire il vero Dr. Dre non pensava di includere il pezzo nel doppio album di Tupac. Intendeva infatti tenerlo per il proprio album e ne aveva fatto una prima versione, rimasta inedita, con rime rappate dal Dottore. Invece Knight spinge per farne un singolo di 2Pac. Ne deriva pertanto un remix con il rapper che diventa il primo singolo estratto. Una nota macabra: anche Roger Troutman morirà ammazzato nel 1999, ad opera del fratello. Intanto Tupac racconta di essere andato a letto con la moglie di Notorious B.I.G., Faith Evans. Praticamente getta benzina sul fuoco della famigerata faida tra East e West Coast. A Maggio Tupac e Snoop Doggy Dogg collaborano nel brano "2 Of Amerikaz Most Wanted”. Nel video sono presi in giro Notorious e Puff Daddy. La situazione peggiorerà mese dopo mese, fino a settembre. E la faida non finirà neppure con il suo omicidio. A metà anni ’90 Michelle Pfeiffer porta decisamente fortuna a chi incide canzoni per le colonne sonore dei film da lei interpretati. Basta considerare che nella Top 10 del classificone, accanto al brano della Dion, c’è pure Coolio con la sua GANGSTA’S PARADISE, oramai in discesa dopo mesi ai vertici. Il pezzo, come già ricordato altrove, fa parte della colonna sonora di “Pensieri Pericolosi”. Il rapper è presente nelle classifiche tuttavia con altri due hit tratti dall’album “Gangsta’s Paradise”. 1, 2, 3, 4 (SUMPIN' NEW) è il successo primaverile, e arriva al N. 5 USA e al N. 13 UK, mentre la precedente TOO HOT, uscita questo inverno, è presente ancora nelle chart europee. Se “Gangsta’s Paradise” sfrutta il ritornello di “Pastime Paradise” di Stevie Wonder, “Too Hot” campiona massicciamente l’hit omonimo datato 1980 di Kool & The Gang (tra i nomi più saccheggiati per campionamenti), trasformandolo in un pezzo anti AIDS che invita a fare sesso sicuro. "Sumpin' New" invece contiene campioni di pezzi meno noti, "Thighs High (Grip Your Hips More)" di Tom Browne e "Wikka Wrap" dei The Evasions. Accenno invece solo ai Luniz, che son ancora alti, ma in discesa, con la loro I GOT 5 ON IT, in circolazione da mesi. Ne riparlerò.
Busta Rhymes – La follia arriva nell’hip hop Non ci sono solo gangsta in circolazione. Debutta clamorosamente nelle Top 10 su ambo le sponde dell’Atlantico, piazzandosi in ambo i casi al N. 8, il “folle” Busta Rhymes, con la surreale WOO-HAH!! GOT YOU ALL IN CHECK. Busta Rhymes è il nome di battaglia di Trevor Tahiem Smith, Jr., nativo di Brooklyn da una famiglia di origine giamaicana. Il nome gli è stato dato nientemeno che da Chuck D dei Public Enemy, che, colpito da una sua esibizione quando è ancora un teenager, lo chiama Buster Rhymes, richiamando il soprannome del giocatore di football George "Buster" Rhymes, noto per aver rubato l’auto a una 66enne... Questo perché il modo in cui il rapper aggredisce le rime ricorda l’aggressività del giocatore. Il rapper incide due album di scarso successo con i Leaders Of The New School. La band di rap alternativo tuttavia si fa una certa reputazione nell’ambiente underground di New York e ha l’occasione di collaborare a un pezzo dei leggendari A Tribe Called Quest, “Scenario”. E la performance fornita regala a Busta un contratto con la Elektra. "Woo-Hah!!" segna il suo debutto solista e lo porta all’agognato successo. Il titolo deriva da una frase campionata da un pezzo della Sugar Hill Gang, "8th Wonder" ("See it's up my back, its around my neck, Woo Hah!! Got them all in Check”). Il pezzo è assurdo ed è la cosa meno radiofonica che viene suonata dalle radio del 1996. Una strana combinazione tra una metrica schizofrenica, cantato stonato e una base allucinogena che lancia in orbita lo strano rapper schizzato, che si rivela uno sperimentatore. Segue l’album “The Coming”. Ma non è che l’inizio. I suoi due successivi lavori saranno sempre più visionari e ai limiti della follia con un uso spregiudicato di ritmiche e basi su cui si innesterà il frenetico rap alla velocità della luce di Busta.
The Fugees – Rifugio politico nelle classifiche? E questa primavera debutta in classifica anche un trio che di fatto renderà l’hip hop appetibile anche a molte persone che non amano il genere. Anche perché in un’epoca in cui l’80% del rap parla di gangsta, pistole e chiama le donne “puttane”, loro affrontano tematiche (per fortuna) più diversificate. Non per nulla, usano il nome con cui venivano chiamati spregiativamente gli esuli haitiani che cercavano asilo politico: Fugees. Infatti due terzi del gruppo è formato da membri di origine haitiana: Prakazrel "Pras" Michel e suo cugino Wyclef "Clef" Jean. Il terzetto è completato da Lauryn Hill, amica sin dai tempi del liceo di Pras e già arrivata a una certa notorietà grazie a una parte nel film "Sister Act 2". Il trio si forma nel New Jersey e debutta nel 1994 con l’album realizzare "Blunted on Reality". Tuttavia il botto arriva nel 1996 con la pubblicazione di “The Score”, uno degli album hip hop più venduti di tutti i tempi (oltre 18 milioni di copie!) e probabilmente l’album del genere più venduto in Italia. L’album è un caleidoscopio di influenze, dal reggae al jazz al soul. Se il grande successo arriverà con la loro cover del classico di Roberta Flack, KILLING ME SOFTLY, che questa primavera inizia la scalata alle classifiche, di cui raggiungerà la vetta nel corso dell’Estate 1996 (pertanto ne parlerò a tempo debito), la primavera vede nelle classifiche il primo estratto dall’album, FU-GEE-LA. Il pezzo, basato su un campionamento del grande jazzista Ramsey Lewis e con il ritornello ripreso da "Ooh La La La", brano anni '80 di Teena Marie, presenta un suono soft e orecchiabile ed è un valido biglietto da visita per la band. E dato che ho parlato di suono soft, passiamo ad alcune ballate…
R’N’B: Languide ballate per cuori solitari e non solo… In tema di ballate R’N’B, va segnalato invece l’enorme successo nella chart USA di NOBODY KNOWS, eseguita da Tony Rich Project. Non si tratta di un gruppo, ma del vero e proprio progetto solista di Rich (nato Antonio Jeffries), già autore per la LaFace Records di pezzi per gente come Boyz II Men, TLC e Toni Braxton. “Nobody Knows” segna il suo debutto in prima persona e parla di un abbandono (non si chiarisce in che termini) e del dolore silenzioso che prova il lasciato che non può/vuole mostrare il proprio stato agli altri. Il brano, che contiene elementi di pop rock acustico, arriva al N. 2 USA il 23 marzo e rimane nella Top 10 americana per 23 settimane (!). Il pezzo a maggio arriva anche nella chart UK, dove si piazza al N. 4. A tutt’oggi Tony non è ancora riuscito a replicare il successo del singolo e del relativo album “Words”. “Nobody Knows” è stata rifatta sempre nel 1996 dall’artista country Kevin Sharp.
3T – La seconda generazione Jackson farebbe di tutto… Beh, pure lo zio a dire il vero E tra le ballad R’N’B che vanno di questi tempi, c’è pure ANYTHING per i 3T. Chi sono i 3T? Sono tre fratelli che si chiamano Toriano Adaryll (Taj), Taryll Arden e Tito Joe (TJ) e di cognome fanno Jackson. Ebbene si, son i nipotini di Michael, Janet e compagnia. Sono infatti i figli di Tito Jackson, già membro dei Jacksons. Il nome del trio deriva ovviamente dalle iniziali dei nomi dei tre. Il loro album di debutto si intitola “Brotherhood” e diventa un grande successo internazionale, vendendo oltre 6 milioni di copie. L’album è dedicato alla memoria della madre, Delores, accoppata dall’amante Donald Bohana il 27 agosto 1994. “Anything” è il primo singolo tratto dall’album. Una ballata non molto memorabile che si piazza a marzo al N. 15 USA e diventa un successo ben maggiore in Europa, arrivando, tra l’altro, al N. 2 UK. Il trio ottiene infatti maggior successo nel Vecchio Continente rispetto all’America. Saranno il gruppo che vende di più in Europa nel corso del 1996 dopo le Spice Girls. D’altra parte anche il loro caro zietto rifatto sta ottenendo più successo nel Vecchio Mondo, come testimoniato anche dall’ennesimo singolo (il quarto) tratto dal monumentale “HIStory - Past, Present and Future, Book I” (di cui ho parlato a proposito dell’Estate 1995). Stavolta il nostro gioca con le percussioni e canta THEY DON’T CARE ABOUT US. Se negli USA il brano si ferma al N. 30, in UK arriva al N. 4. Le polemiche non mancano, in primis a causa di un riferimento agli ebrei nel testo (“dammi dell’ebreo, fammi causa, tutti lo fanno”). Non che il Michelino sia diventato anti-semita, solo che la sua strofa, nelle intenzioni antirazzista, in realtà si presta anche all’interpretazione opposta. Sta di fatto che le spiegazioni non bastano e così la strofa viene eliminata in concerto e Jackson fa ritirare a sue spese l’album dai negozi per rimetterlo dopo aver modifiacto la frase. Come se non bastasse, ecco altre beghe legate stavolta al video. Ci son due versioni del video, entrambe dirette da Spike Lee, e tutte e due incontrano rogne. La prima mostra Michael galeotto in una prigione alternato a sequenze di violenze. Risultato: censura di MTV per le suddette scene. Perciò se ne realizza una seconda, quella più nota, che vede il nostro in mezzo alle strade di un ghetto brasiliano con il gruppo di percussionisti Olodum. Michelino fa la pop star milionaria che gioca a fare il reietto. E questo gli attira altre critiche. Ma si tratta di critiche banali, dato che la progressiva perdita di ogni senso della realtà, compreso quello del ridicolo, è ormai connaturata al nostro da anni e anni. Basti pensare a com’era vestito sulla copertina di “Bad”. Pretendere un sano realismo critico da lui equivarrebbe a chiedersi perchè non ci son intermezzi porno nei film della Disney. È irrazionale. Ah, dato che non c’è due senza tre, è comparsa pure una terza versione del video del pezzo, una versione ancora più dura del video carcerario. Ma Michelino non è l'unico a suscitare dibattiti sul testo della sua canzone. Ci son infatti un paio di ragazze i cui brani accendono infuocati dibattiti relativi ai contenuti...
Alanis e le sue sorelle: le ragazze con la chitarra del 1996 E partiamo proprio dall’altra canadese che sta facendo sfracelli nelle classifiche di questa primavera. Tanto che negli USA il suo album passa altre 6 settimane al N. 1 degli album, dopo averne già passate 2 nel 1995 e una a febbraio. E ritornerà al N. 1 per altre tre settimane a fine estate. Insomma, un anno di presenza ai vertici della Hot 100. Per tacer del resto del Mondo. Solo che mentre Celine potete invitarla a casa per farle bere il tè versato sul servizio buono della nonna, questa al momento è più tipa da birra stappata con i denti… Oddio, poi andrà in India e avrà la crisi mistica, ma al momento è proprio lei la capofila delle ragazze incazzate con una chitarra…
Alanis Morissette – Del fatalismo cosmico ovvero delle sfighe ironiche Questa primavera Alanis arriva nelle classifiche con IRONIC, il quarto singolo estratto dal suo formidabile successo “Jagged Little Pill” (vedi anche Estate 1995). Il brano, come il resto dell’album, è stato scritto da Alanis con Glen Ballard. Dopo essersi scagliata contro l’ex fedifrago, eccola elencare disgrazie e sfighe a profusione, che vanno dalla vana ricerca di posate alla pioggia durante il giorno delle nozze al disastro aereo, indicandoli come esempi di ironia della sorte. La tesi che vuole dimostrare è che la sorte ha strani modi, a loro modo divertenti se osservati dall’esterno, per metterci al nostro posto, qualunque cosa noi facciamo. Insomma, siamo in pieno fatalismo cosmico. Per quanto noi ci agitiamo, nulla andrà mai esattamente come previsto perché il fato burlone ci potrà sempre mettere lo zampino. E magari proprio il passare attraverso autentiche sfighe, alla fine ci aiuta ad essere più forti (a meno che non si schiatti…). Insomma, questo brano potrebbe funzionare il tema musicale delle Leggi di Murphy. Nei paesi anglosassoni la canzone provoca un autentico dibattito: molti degli esempi portati per descrivere l’ironia della sorte infatti non son esempi letterali di “ironia”. Ci son pure trattati di professori universitari volti a chiarire che il pezzo non ha a che fare con il vero significato del termine “ironic” (che in inglese indica quando si usa una parola per creare un effetto divergente rispetto al suo significato o si verifica un fatto che porta ad esiti opposti a quelli attesi). In effetti, più che di ironia, per la maggior parte dei casi citati dalla canadese, si dovrebbe parlare di sfiga bella e buona. In realtà lei ha usato “ironicamente” il termine, proprio perché elenca una bella sequela di sfighe. E si autodefinisce, non senza ironia, una maestra nello sbagliare il significato delle parole.
Se la Morissette, dall’alto dei milioni di copie vendute, ha avviato una carriera che le regalerà successi, c’è invece una ragazza che non riuscirà più a replicare il clamoroso successo di questa primavera, ma che comunque mette a segno uno dei pezzi dell’anno.
Joan Osborne – Dell’umanità della divinità: e se trovi Dio sull'autobus? E se Dio fosse uno di noi? È questa la domanda che ONE OF US, ballata folk-pop “teologica” pone. Assieme a molte altre: e se Dio fosse lo sconosciuto che si vede sull’autobus? Magari è tra di noi, dato che lassù se ne sta solo e magari si annoia, telefonate del Papa a parte. Il testo naïf pone tutte le domande con un tono decisamente ironico, finalizzate a un altro interrogativo: chiedere all’ascoltatore che farebbe se incontrasse Dio sulla propria strada. Un testo del genere non può non scatenare dibattiti e conseguenti censure da parte dei gruppi integralisti e della Lega cattolica americana, che accusa la canzone di essere anti-cattolica (per tacer del fatto che la Osborne darà parte dei proventi all’associazione Planned Parenthod, avversata dai gruppi anti-abortisti). Ma come spesso accade le polemiche non danneggiano il brano, anzi probabilmente lo aiutano a piazzarsi trionfalmente al N. 4 USA in febbraio e a replicare poi il successo in mezzo Mondo (arrivando al N. 6 UK e al N. 1 in Svezia e Australia). La ragazza del Kentucky ottiene un grande successo anche con l’album che la contiene, “Relish”, suo secondo album e primo per una major. Il pezzo è stato scritto da Eric Bazilian, ex membro della band anni ’80 The Hooters. In realtà il pezzo non ha nulla a che vedere con la religione. L’intenzione è di scrivere di un fatto che potrebbe cambiarti completamente e drasticamente la vita, tipo imbattersi Dio su un autobus. E il tono del brano è tipico del suo stile. Non dimentichiamo che ha collaborato anche alla realizzazione del primo album di Cyndi Lauper, “She's So Unusual”. E già con gli Hooters aveva spesso fatto ricorso a temi para-religiosi. Il pezzo viene composto da Bazilian con la moglie nel 1994, mentre giocano con una console a 4 piste. Il giorno dopo propone la registrazione alla Osborne, con cui sta collaborando per l’album “Relish”, che accetta di cantarla. I due la rifiniscono e ne ricavano il primo demo. La versione sull’album vede un intro con "Heaven's Airplane", un brano gospel interpretato da Nell Hampton. La canzone verrà rifatta da Prince nel suo “Emancipation”, cambiando tuttavia la parola “slob” in “slave”: all’epoca infatti il piccoletto pestava sul fatto di essere uno schiavo della Warner… E ne esiste pure una parodia: “What if God smoke cannabis”… In seguito il brano verrà usato in una serie TV, “Joan Of Arcadia”, in cui la protagonista incontra Dio sottoforma di gente comune… Sebbene Joan tuttora incida album, non è più riuscita neppure alla lontana ad avvicinarsi al successo di questo brano e del relativo album. Tra le altre cantautrici in circolazione c’è l’ex cantante dei 10.000 Maniacs, la newyorkese Natalie Merchant, che ottiene un altro meritato Top 20 USA con WONDER. Altro hit anche per la ruspante Melissa Etheridge, con I WANT TO COME OVER.
Gwen, la bionda – È solo una ragazza… Si chiama Gwen Stefani, ed è la leader di un quartetto che arriva dalla California, chiamato No Doubt e formato anche da Tony Kanal, Adrian Young e Tom Dumont. Il pezzo che li fa conoscere al pubblico è JUST A GIRL. La band non è tuttavia di primo pelo. Anzi! Il gruppo infatti è stato fondato nel lontano 1986. Nasce col nome Apple Core, ed è formato da Gwen, da suo fratello Eric e da John Spence. I tre riescono a tenere piccoli concerti, durante uno dei quali Gwen conosce Tony Kanal, che diventa il suo ragazzo. La tragedia colpisce la band nel 1987, quando Spence si suicida pochi giorni prima di un concerto che si sarebbe dovuto tenere davanti a discografici. Il gruppo si scioglie per poi riformarsi poco dopo. Dei membri originali resta solo Gwen, e nel 1989 la band diventa un quintetto, ovvero la formazione definitiva più Eric Stefani.
E ora la band, proprio in virtù del proprio suono, che miscela ska, new wave e punk, finalmente ottiene l’agognato successo, dando il via all’esplosione commerciale del cosiddetto ska-core, ovvero della combinazione tra ska e hardcore punk che godrà di notevole successo per i prossimi 2 anni. Il botto vero la band lo farà tra qualche mese, a dire il vero con un pezzo molto diverso dal resto delle tracce dell’album, tuttavia “Just A Girl”, primo singolo estratto, inno femminista ferocemente divertente contro gli stereotipi femminili, porta al primo successo il quartetto e la sua leader platinata, arrampicandosi al N. 23 USA. Quando il pezzo diventa un hit la band è in tour con i Bush (non i Presidenti, ma la band inglese!). Risale ad allora l’incontro tra Gwen e il leader dei Bush, Gavin Rossdale, che nel 2002 diventerà suo marito. Il brano nel 1997 verrà impiegato anche per la colonna sonora della commedia Romy & Michelle, con Lisa Kudrow (la Phoebe di “Friends”) e Mira Sorvino. E nello stesso anno diventerà un grande hit in tutta Europa, piazzandosi nella Top 3 UK. Una curiosità: la band esegue il pezzo in un Virgin Megastore a Costa Mesa, California, davanti a un pubblico che conta molti parenti. La madre di Gwen la implora di non imprecare davanti ai parenti. A Gwen invece qualcosa scappa, e la madre non le parla per una buona settimana… Se Gwen si arrabbia perché viene considerata “solo una ragazza”, c’è un’altra fanciulla che ferocemente accusa una stupida ragazza viziata…
Shirley, la rossa – Ragazzine insicure crescono, e diventano cattive… Si chiama Shirley Manson, è scozzese di Edimburgo e si può definire la netturbina più sexy mai comparsa. Perché in questo periodo ha a che fare con la Spazzatura. La ragazza, figlia di un genetista e di una cantante di big band, passa attraverso un’adolescenza inquieta segnata da insicurezze e dall’odio della propria immagine. Ha fatto parte di due band, Goodbye Mr. Mackenzie e Angelfish. E proprio vedendola in un video di quest’ultima band, "Suffocate Me", tre aspiranti netturbini, Steve Marker, Duke Erikson e un signore di nome Butch Vig, già produttore di un dischetto chiamato “Nevermind” per un gruppetto chiamato Nirvana, le chiedono di unirsi a loro. L’audizione è un disastro. Tuttavia qualche tempo dopo, i tre le danno una seconda possibilità. Nel 1994 diventa così la cantante dei Garbage (per chi non lo sapesse, la traduzione in italiano del termine è Spazzatura). L’anello mancante tra elettronica e grunge. L’omonimo album di debutto della band esce nell’agosto 1995, tuttavia è questa primavera che il quartetto esplode definitivamente, grazie all’hit STUPID GIRL, il quinto della band e il quarto estratto dall’album. Il pezzo vola al n. 4 della UK Chart, riportando in alto anche l’album, al N. 6. Complessivamente, “Garbage” starà 100 settimane nella UK chart. Negli USA, dove a partire dal 25 maggio la band sarà in tour con gli Smashing Pumpkins, il pezzo arriverà al N. 24 in estate. La genesi del brano risale al 1994 ed è tra le prime tracce su cui il gruppo si mette a lavorare. Il pezzo è basato su un campionamento della batteria dell’hit dei Clash "Train In Vain" e per questo motivo annovera tra gli autori Joe Strummer e Mick Jones. Sulla base di batteria la band costruisce un riff di chitarra e una linea di basso micidiale, su cui emerge il cantato “marcio” di Shirley. Un pezzo pop “cattivo e sporco” in cui Shirley esprime tutto il suo disprezzo per la stupida ragazza superficiale del titolo. Tuttavia non c’è un’esatta “Stupid Girl”. Potrebbe essere chiunque con cui si abbia un conto in sospeso. E Butch Vig dirà: potrebbe essere stata chiamata anche “Stupid Boy”. A dire il vero negli USA la band otterrà fama anche perché, proprio mentre interpreta "Stupid Girl" agli VH1 Fashion Awards, Shirley soffrirà di un “malfunzionamento del guardaroba” (avete presente quanto vi ho detto su Janet Jackson e Patsy Kensit e sulle loro tette al vento?). Il video del brano è stato girato in quattro ore e, girato da Samuel Bayer, è ispirato dai titoli di testa dello splendido “Seven” di David Fincher. Ah, sapete perché si chiamano Spazzatura? Ci sono due versioni dell’origine del nome. Una dice che il padre di Shirley sentendoli li abbia apostrofati dicendo che suonavano come spazzatura. La seconda invece attribuisce la frase a un amico di Butch Vig…
Dolores, la mora – Io vi salverò Dolores Mary Eileen O'Riordan, figlia di una famiglia cattolica osservante e numerosa di Limerick, Irlanda, è una ribelle sin da giovane, dato che non va a messa. Nel 1990, dopo un’audizione viene accolta come cantante di una band chiamata “The Cranberries Saw Us” (“I Mirtilli ci han visti”, gioco di parole derivante dalla storpiatura di “Cranberry Sauce” – “Salsa di Mirtilli”). E la ragazza rivela subito il suo caratterino e la propensione al comando, facendo cambiare il nome, accorciandolo a The Cranberries. E porta i suoi Mirtilli al successo. La band è ormai una presenza costante nelle classifiche mondiali dal 1993, diventando a metà anni ’90 la band irlandese che vende di più (con bello smacco per gli U2).
E dalle ragazze, passiamo ai ragazzi (americani) del rock. Che riservano non poche piacevoli sorprese
Rock in The USA Iniziamo dai superstiti dell'onda grunge che fu... E tra i superstiti ci sono gli Stone Temple Pilots, con il pezzo low-fi, molto anni ’70, BIG BANG BABY, tratto dal loro terzo album, “Tiny Music... Songs from the Vatican Gift Shop”. La band tuttavia è ormai alla frutta. Non ha mai fatto dell’originalità il suo punto forte, ma questo lavoro viene considerato dalla critica particolarmente “primo di personalità”. I problemi di droga del cantante Scott Weiland inoltre si stanno aggravando sempre più tanto che la band non riuscirà a supportare l’album, che debutta comunque al N. 4 USA, con un tour. In aprile Weiland è obbligato da un giudice ad affrontare 6 mesi di riabilitazione sotto continuo controllo medico. Tuttavia servirà a poco, e nel gennaio 1997 entrerà in una clinica per disintossicarsi, con ennesimo tour della band che salta 8forse se gli avessero fatto ascoltare il pezzo dei Cranberries...). Il gruppo andrà incontro a uno stop temporaneo e si riunirà solo nel 1999.
Foo Fighters – Caramelle per Dave Anche i Foo Fighters di Dave Grohl arrivano dal grunge. Anzi, più grunge dei Nirvana non so che ci possa essere. L’ex batterista della storica band ottiene un Top 20 hit su ambo le sponde dell’Atlantico con la leggera BIG ME, che indica come il nuovo corso della carriera di Grohl preveda un distacco netto dalle sonorità che l’hanno portato al successo. In realtà Dave ha scritto il pezzo quando è ancora con i Nirvana. Il testo parla dell’essere scaricati. Come dirà Dave, racconta di una tipica storia: “Una ragazza incontra un ragazzo, il ragazzo si innamora della ragazza, la ragazza lo manda a vaff..”. Molto carino anche il video, una parodia degli spot della Mentos che andavano all’epoca (praticamente gli spot mostravano che mangiare una caramella permetteva di superare ogni ostacolo. Ma non si chiama doping?). Ovviamente il nome delle caramelle ingurgitate da Dave è Foo-tos. Purtroppo per loro, i fan prenderanno l’abitudine di lanciare le famigerate caramelle alla band durante l’esecuzione del pezzo in concerto. E le Mentos possono essere proiettili micidiali…
The Smashing Pumpkins – Malinconia orchestrale Le Zucche che Esplodono di Chicago sono un'altra band associata al grunge. Tuttavia in realtà è stata collegata al fenomeno più per la necessità di attribuirle un'etichetta. Questa primavera il gruppo del dispotico Billy Corgan porta in classifica ben due hit, entrambi tratti dallo splendido doppio “Mellon Collie And The Infinite Sadness”. Prima la delicata e melanconica 1979, N. 12 USA a fine marzo e poco prima N. 16 UK. Il pezzo parla dell’età di passaggio da adolescenza allo stato adulto, a metà strada tra le responsabilità “da grande” e la dipendenza “dai grandi”. E dell’attesa di qualcosa che sta per arrivare. La scelta dell’anno invece non è legata a un motivo particolare. Corgan ha ammesso di averlo usato perché suonava bene e faceva rima con molte parole del testo. Nonostante sia il secondo singolo tratto dall’album, è in realtà l’ultima delle 56 canzoni che Corgan composto per lo stesso. La prima versione non convince il produttore Flood. Tuttavia, dato che Corgan ci crede notevolmente, il produttore gli da 24 ore di tempo per finirlo. E Billy lo finisce in 4 ore. va tuttavia detto che una prima versione del pezzo sembra risalire a tempo prima, ma non è mai stata sviluppata in quanto non collegabile al resto dei brani presenti nei precedenti album. La canzone è infatti decisamente atipica per la band. Si tratta infatti del loro primo vero pezzo elettronico, anticipando la svolta del gruppo caldeggiata, tra gli altri, dal chitarrista James Iha. La traccia, solare, non sembrerebbe adattarsi al resto del nuovo album, dedicato alla malinconia. Ma in effetti anche questo brano ha un retrogusto melanconico, dato che guarda con nostalgia a un periodo della vita ormai passato… E a maggio la band piazza al N. 7 UK la splendida sinfonia di TONIGHT TONIGHT. Il pezzo è stato registrato con un’orchestra di 30 elementi e, impiegando una tipica struttura da pezzo grunge, alterna le esplosioni del refrain alla quiete delle strofe. Solo che questa volta ai muri di distorsioni la band sostituisce splendide cavalcate di archi. Anche questo brano parla di un punto di passaggio, di crescita, una notte in cui la coppia di protagonisti compierà un passo che li cambierà per sempre, abbandonando la gioventù. E contiene un omaggio alla “città sul lago”, ovvero Chicago, la città in cui Corgan è cresciuto. Magnifico il video, che cita il film di Georges Méliès “Viaggio Sulla Luna”, classico del muto, il cui autore viene omaggiato nel video dalla nave che compare nel finale, battezzata S.S. Méliès. Il video vincerà 6 MTV Awards. La scenografia del video piacerà a tal punto alla bassista D'Arcy, che se la porterà nella sua fattoria. Purtroppo per la band si sta per aprire un periodo molto delicato, legato ai problemi di droga del batterista Jimmy Chamberlin. Questi e il tastierista assunto per il tour di supporto all’album, Jonathan Melvoin, andranno in overdose l’11 giugno, prima di alcune date al Madison Square Garden, e il secondo ci rimetterà le penne. La band scaricherà Chamberlin e proseguirà il tour. Tuttavia la crepa formatasi la porterà al crollo nel giro di pochi anni. "Believe in me as I believe in you, tonight..." E dai naufragi nei mari melanconici delle Zucche che Esplodono, passiamo invece a una band che fa un autentico botto a maggio…
Rage Against The Machine – L’impero colpisce ancora (e picchia duro) Il 4 maggio arriva al N. 1 degli album USA un’autentica bomba. Si tratta infatti del secondo album di una delle band più politicamente schierate del decennio, i Rage Against The Machine di Zack De La Rocha e Tom Morello. L’album è intitolato “Evil Empire”. Il nome deriva dalla definizione attribuita all’URSS in epoca reaganiana, ovvero “l’impero del male”. La band rapcore nata a Los Angeles nel ’91, dopo il successo del primo album, datato 1992, con il nuovo lavoro decide di intraprendere strade musicali alternative: il tipico mix esplosivo tra rock, funk e rap è caratterizzato in questo album da un grande lavoro sui ritmi e sui tempi su cui si innestano il rap di De la Rocha e i riff heavy di Morello. L’album è un successo mondiale (vende anche in Italia!), con buona pace di chi dava la band già per sciolta. La lavorazione dell’album è stata infatti tutt’altro che facile ed è stata accompagnata da una pletora di cassandre che ne annunciavano periodicamente lo sfaldamento, sfiorato in seguito ai contrasti tra i membri della band, in disaccordo riguardo alla direzione da dare al suono. BULLS ON PARADE è il primo dei 5 singoli estratti e diventa anche il primo Top 10 della band in UK, dove l’album arriva al N. 4. Il pezzo è, come buona parte dei pezzi della band, altamente politico. È una feroce denuncia del potere dell’industria degli armamenti e di come questa condizioni il governo, fomentando le iniziative militari. Il brano parla anche dell’uso della paura per manipolare l’opinione pubblica, in modo da appoggiare iniziative militari ("terror rains", che pronunciata assume anche un doppio senso, “terror reigns”, ovvero il “terrore regna”). E questo anni prima di Bush e della sua “Guerra al Terrore”. Il pezzo presenta uno dei più noti riff di Morello e un famoso assolo in cui la chitarra viene deformata in modo da suonare come lo “scratching" di un DJ. Il brano è l’unico suonato dalla band in una controversa puntata di Saturday Night Live. Infatti, durante al sua esibizione, la band issa bandiere americane capovolte, in segno di protesta (cosa che caratterizza tutti i loro concerti). I produttori dello show tuttavia ritengono al cosa offensiva (è tra l’altro ospite un candidato alle primarie dei repubblicani, Steve Forbes, presidente dell’omonima rivista) e pertanto chiedono alla band di toglierle. La band, offesa e intransigente, se ne va dopo aver suonato il primo brano. Dopo la sfuriata rapcore dei RATM, la chart americana passa a un pop rock decisamente più rassicurante e conciliante. È quello di Hootie & The Blowfish, che tornano dopo l’incredibile successo del loro album di debutto “Cracked Rear View”, con il secondo lavoro, “Fairweather Johnson”. Il lavoro arriva al N. 1 USA l’11 maggio, e vi rimane due settimane, per poi cedere ai Fugees. Venderà 4 milioni di copie e verrà considerato un fiasco. Come dite? Che è impossibile che un album multiplatino sia un fiasco? Beh, lo è, se il suo predecessore ha venduto 5 volte tanto… Musicalmente non cade molto lontano dal primo, ricalcandone il blando e pop rock con leggere venature blues. La sorpresa in effetti non è tanto che questo secondo lavoro venda meno, ma che il primo abbia venduto così tanto... Il sound della band è esemplificato dal primo singolo estratto, OLD MAN AND ME (WHEN I GET TO HEAVEN) che si piazza al N. 13 USA. La band pubblicherà altri 3 album, dal successo progressivamente minore ((sempre un paio di milioni di copie vendute a testa, comunque)… Prima quando parlavo dei Cranberries ho nominato i Bon Jovi? Ci sono anche loro nelle classifiche, stavolta con THESE DAYS, a title track del loro album uscito nel 1995. Negli USA Jon, Richie e soci son un po’ snobbati, ma la band funziona ancora molto bene in Europa e UK. Pop rock melodico per i Gin Blossoms, che dopo aver debuttato in classifica nel 1993, piazzano nella Top 10 USA FOLLOW YOU DOWN, tratta dal terzo album “ Congratulations… I'm Sorry”. La band è in circolazione anche con un altro brano, l’ancor più piacevole TIL I HEAR IT FROM YOU, tratto dalla colonna sonora del film “Empire Records” con Liv Tyler. La band si scioglierà nel 1997, per poi riformarsi nel 2006.
Rimaniamo in ambito ortofrutticolo, passando alla vecchia Europa? Anzi, andiamo dritti in terra teutonica. Dove, come tutti sanni, la coltura agricola dominante è quella dei limoni… Europa Europa Fool’s Garden - Piatto del giorno: limonata Parliamo ovviamente dei Fool’s Garden (l’apostrofo verrà eliminato nel 2003) la cui LEMON TREE diventa un grande hit continentale. La band, un quintetto guidato da Peter Freudenthaler, è nata nel 1991. I cinque sono arrivati al terzo album, “Dish of the Day”, uscito nel 1995, da cui viene tratto l’hit che frutta loro la fama internazionale. Il pezzo entra nelle Top 10 di tutta l’Europa continentale. Una riprova della potenza dell’”hook” di cui si parlava? Gli inglesi son un po’ freddini (solo N. 26), ma in compenso l’orecchiabile brano rimane per quattro settimane al N. 1 tedesco tra il 23 febbraio e il 21 marzo. E anche l’album arriva in vetta a marzo. La band non riuscirà più a ripetere il colpo, ma il pezzo diventa un tormentone dell’anno e finirà anche in un noto spot pubblicitario per una bevanda basati sugli agrumi gialli.
Iniziamo con il controverso Florent Pagny, interprete di una cover, che ai francesi piace tanto, di CARUSO di Lucio Dalla. Il cantante è diventato famoso in patria negli anni ’80 come attore in alcuni film. Il suo debutto discografico, "N'importe Quoi", brano che parla di droga, datato 1987, diventa un enorme successo. Il primo album risale al 1990, “Merci”. Composto da pezzi scritti da lui, viene stroncato dalla stampa musicale. Ne deriva una faida con la critica che, unita a problemi personali, sembra destinata a far colare a picco la carriera del cantante/attore. Dopo il fiasco del secondo album, Pagny decide di cambiare registro, diventando esclusivamente interprete di pezzi altrui, con autori come Jean-Jacques Goldman. E ritrova il successo. Il quarto album è una raccolta che comprende anche la sua versione del pezzo di Dalla. Poi Pagny se ne andrà in Patagonia, per vivere una vita più equilibrata dirà lui. Per sfuggire al fisco francese diranno gli altri… L'hit del momento in Francia e dintorni è invece opera di Philippe Dhondt, creatore di Boris, un personaggio che vive in un mondo di fantasia che usa come scudo protettivo dalla realtà circostante e che diventa popolarissimo oltralpe. Dhondt con due produttori belgi, Bruno e Michel, traduce il personaggio su disco. Nonostante le perplessità dei discografici, il disco diventa un successo nel Nord della Francia, interessando la Sony. La major a questo punto pubblica SOIREE DISCO (questo è il link più decente trovato su youtube), che impazza nelle discoteche francesi e arriva così al N. 1 oltralpe. La carriera di Boris vedrà la produzione di due album e di 4 singoli, con ben 5 dischi d’oro.
Altro hit francese è DIEU M'A DONNE LA FOI (“Dio M’ha Donato La Fede”), pezzo che porta al successo l'attrice, cantante e modella franco-olandese Ophélie Winter (vero nome Ophélie Winter-Kleerekoper). Figlia d’arte, debutta a 10 anni. Dopo alcuni singoli di scarso successo tra il 1992 e il 1993, nel ‘94 incontra Prince, con cui inizia a lavorare su alcuni pezzi. Secondo alcune fonti (ovviamente francesi), il nanerottolo le dedica il suo N. 1 UK "The Most Beautiful Girl In The World" (anche se è più verosimile che il pezzo sia stato dedicato alla sua allora fidanzata e futura consorte Mayte Garcia). Il pezzo verrà rifatto dalla Winter "le plus bel homme de l'univers". Diventata molto famosa per la sua frequentazione del Principe, compare come conduttrice in varie trasmissioni TV e ottiene il successo discografico. Il 22 maggio esce l’album “No Soucy!”, che diventa di platino e comprende anche una collaborazione con Coolio. USCITE CHIAVE Il periodo è fertilissimo… Vediamo che offre… Brit Pop? Certo! Premessa. La Logica Fuzzy (o logica sfumata) prevede che un termine abbia una proprietà non necessariamente vera (= 1) o falsa (=0), ma intermedia (cioè compresa tra 0 e 1). Cosa che il cervello umano può comprendere senza problemi ma che è impossibile da far accettare ai computer. Capito? Spero di si, anche se in matematica son sempre stato un cane. Perché mi son messo a sproloquiare di matematica? Semplice, perché il 22 maggio esordiscono i Super Furry Animals con l’album “Fuzzy Logic”. Chi sono gli Animali Superpelosi? Son dei gallesi che si uniscono nel 1993 con l’intento di fare musica techno, e girano per i festival con un carro armato azzurro su cui montano il sound system, con la scritta “Se non volete che vi distrugga…” dipinta sulla bocca da fuoco. E nel 1995 pubblica l’EP dal titolo più lungo della storia: “Llanfairpwllgwyngyllgogerych wyrndrobwllllantysiliogogogoch (In Space)”. Il suono lisergico della band attira le attenzioni della Creation, per cui firmano, sebbene con la richiesta di cantare in inglese e non in gallese (a dire il vero quando Alan McGee, boss dell’etichetta, li sente al Camden Monarch Club, stanno cantando in inglese, ma il loro accento è così duro da far credere a McGee che stiano cantando in gallese…). Con un contratto in mano alla band non resta che andare in sala d'incisione. Come dirà il cantante Uncut Gruff Rhys, decide di registrare l’album ai Rockfield Studios, perché la ci sono jacuzzi e servono tre pasti al giorno. Non esattamente le ragioni migliori per scegliere uno studio di registrazione… L’album viene inizialmente concepito come un attacco contro il Brit Pop, considerato uno movimento conservatore che guarda al passato. Tuttavia alla fine gli Animali si rendono conto che stanno incidendo un album anni ’70 in uno studio anni ’70. Più Brit Pop di così si crepa… Da notare che nel brano “Long Gone”, due ex membri della band contribuiscono con un messaggio in segreteria telefonica. Uno dei due è l’attore Rhys Ifans, futuro interprete di film come “Notting Hill” (è il laidissimo coinquilino di Hugh Grant) e protagonista del video degli Oasis “The Importance Of Being Idle”. L’album che ne esce verrà inserito nell’elenco di Q Magazine dei migliori album britannici di tutti i tempi. L’album contiene gemme pop punk-psichedeliche come il primo singolo, la psichedelica HOMETOWN UNICORN, GOD! SHOW ME MAGIC (con riferimenti anche al loro criceto, considerato uno dei loro punti di riferimento), e i due Top 20, SOMETHING 4 THE WEEKEND e IF YOU DON'T WANT ME TO DESTROY YOU. Da notare che la copertina raffigura più foto di un noto spacciatore di droga, Howard Marks, che conosce la band proprio durante la registrazione… Hip Hop? Pronto qua! Il 6 maggio esce un altro album di debutto, "Dr. Octagonecologyst" per Dr. Octagon, progetto di Kool Keith, uno dei migliori parolieri del rap. Il personaggio inventato da Keith è un ginecologo extraterrestre del 3000 che viaggia nel tempo e ama fare sesso con le sue pazienti e le infermiere… L’album è un esempio di rap alternativo “acido” e, con cui temi che puntano al sesso, di quel rap “sporcaccione” meglio noto come porncore. Perverso, certo, ma altrettanto divertente. Al posto delle pistole e dei pistolotti gangsta, creatività a kili. Definito la “risposta americana a Tricky e al suo trip-hop”, l’album vede il rapper, fuoriuscito dal gruppo alternativo Ultramagnetic MCs, unire le forze con l’innovativo produttore Dan “The Automator” Nakamura (futuro produttore per i Gorillaz). E al lavoro partecipano nomi come il mago dello scratch DJ Q-Bert e DJ Shadow, a breve autore di uno degli album più acclamati del decennio. Il fantascientifico viaggio allucinogeno del losco ginecologo sessuomane è reso attraverso inquietanti basi ritmiche e il rap surreale e crudo di Keith. Purtroppo l’album, impossibile da inquadrare, viene considerato un oggetto misterioso daio fan hip hop. E alla fine trova il suo pubblico presso i bianchi amanti della musica alternativa. Keith, deluso, mollerà la sua creatura (era previsto un seocndo album) imbarcandosi in una carriera che lo vedrà collaborare con gente come i Prodigy. Dr. Octagon tuttavia ritornerà nel 2006. Tra i brani dell’album, ecco BLUE FLOWERS (che campiona un Concerto per violino di Bartok), e la sua versione REVISITED, EARTH PEOPLE, 3000, con cui inizia il viaggio. E ora parliamo di Post-Rock. Che è? Diciamo che è un genere di musica che affonda le proprie origini negli anni ’70 del Krautrock e che consiste nel far uso di tipici strumenti rock per suonare musica strumentale “non rock”. "Uno dei gruppi più indipendenti e originali degli anni ‘90”. Questa è l’etichetta che presenta gli Stereolab, il collettivo guidato da Tim Gane e Lætitia Sadier, che miscela suggestioni Kraut con musica lounge e pop anni ’60, mostrando un notevole amore per le tastiere di quell’epoca. A differenza di altre band Post-Rock, gli Stereolab usano parti vocali, spesso con slogan che qualcuno definisce marxisti, ma che la band invece definisce surrealisti e situazionisti. “Emperor Tomato Ketchup” rappresenta il maggior “successo” di quest'autentica “cult band” che non riuscirà mai a sfondare commercialmente (l’album arriva al N. 27 UK). Unendo Kraurock con Bacharach, pop francese, funk, Velvet Underground e hip hop, l’album prende il nome da un film giapponese e resta il loro lavoro più compiuto, in cui trame di suoni sovrapposti creano un suono unico. L’album è aperto dalla funk METRONOMIC UNDERGROUND (con la Sadler che ripete “pazzo, robusto, un siluro”), seguono la deliziosamente retrò CYBELE'S REVERIE, la rockeggiante THE NOISE OF CARPET e la velvettiana TOMORROW IS AKREADY HERE. E che ne dite di concludere con del grande Metal? I brasiliani Sepultura, nati nel 1984 a Belo Horizonte, pubblicano il 12 marzo il seminale “Roots”, con cui intraprendono un’ulteriore evoluzione dal thrash metal. Dopo aver incorporato elementi industrial e hardcore punk nel precedente album, ora la band esplora le proprie origini, ovvero le sonorità tribali degli indios, scoperte da Max Cavalera durante un viaggio in Mato Grosso alla scoperta della tribù Xavantes, che pure compare in un pezzo, ITSARI. E le fondono con le influenze di band nu metal come Faith No More e Korn, con i rispettivi leader delle due formazioni, Mike Patton e Jonathan Davis, che collaborano al pezzo LOOKAWAY. Mentre Carlinhos Brown, popolare percussionista brasiliano, partecipa a 4 pezzi, tra cui "Dictatorshit", incentrata sul colpo di stato del 1964 e il tour de force RATAMAHATTA. Il risultato è clamoroso e sconcertante, specie per chi ragiona per categorie. C’è pure un “hit”, ROOTS BLOODY ROOTS, che regala alla band un inatteso Top 20 UK. Il pezzo rappresenta un nuovo tipo di pezzo metal: un pezzo che riduce la velocità (è un mid-tempo) ma non rinuncia alla potenza, elimina l’assolo di chitarra, e pone la sezione ritmica in evidenza. La ricetta è presente anche in ATTITUDE e BREED APART, in cui Max non si limita a “gruntare” con la voce cavernosa, ma si dedica a esperimenti vocali. L’album diventa un clamoroso successo (oltre un milione di copie vendute), e porta la band nella Top 10 UK e nella Top 30 USA. Purtroppo dopo questo album Cavallera lascerà la band, anche a seguito di una tragedia personale (suo figlio adottivo viene ucciso). Il resto della band andrà avanti con un nuovo cantante, ma non ricatturerà più le vette di questo album. E qui un autentico capolavoro demenziale…Da parte di una band tedesca, i J.B.O…. Niente male come varietà, eh? Il prossimo che dice che
negli anni ’90 non c’era niente farebbe bene a stare zitto… Prossima fermata: arriva l’estate! L’estate in cui gli inglesi si riprendono, almeno musicalmente, l’America per la seconda volta. I Poliziotti vi controlleranno ogni mossa, Michelino sarà in piena estate da “brividi”, Irene e Giorgio musicheranno la saldatrice ballerina e David farà all’amore con una bella cinesina. E mentre Mike canterà di omicidi alla luce della luna, potrete fare dolci sogni con Annie... E questo non è che l’inizio… Marco Fare clic qui per inserire un commento a questa monografia.  
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