L'AUTUNNO
DEL 1989 – Grandi cambiamenti, pop OGM e beghe legali...
Gli anni '80 si
stanno chiudendo con un
autentico botto. Il
blocco sovietico sta frantumandosi giorno dopo giorno
e una dietro l'altra le nazioni che facevano parte del Patto di
Varsavia riacquistano la democrazia. In alcuni casi il passaggio è
quasi indolore, come nella "Rivoluzione
di Velluto"
di Praga, quasi "risarcita" dopo gli orrori di 20 anni prima. In altri
casi sarà sangue, come in Romania. E, in un caso, alla festa si associa
la demolizione di un muro: dopo
45 anni la Germania non è più divisa
e la gente festeggia attraversando liberamente la Porta di Brandeburgo.
Per le strade di Berlino si diffonde la musica della festa. Si tratta
della House, che sta evolvendo nella Techno. Ma
dalla Germania arriva anche un duo che è destinato ad essere ricordato
negli annali come una delle più grandi bufale discografice di tutti i
tempi: questo autunno domina la classifica americana. Se
il
mondo è in rivoluzione, la musica pop americana pare invece infilata in
una palude da cui uscirà solo tra un paio di anni. Mai come ora il
mainstream è stato più costruito in laboratorio. E i New Kids On The Block
costituiscono un nuovo esempio da seguire. Molti purtroppo ne
seguiranno le orme. Nella Gran Bretagna la parola d'ordine è invece
House. E mentre a
Manchester c'è chi sta fondendo il rock con la musica da discoteca, un
produttore
italiano ottiene il più grande successo dell'anno. Non
privo di beghe legali, che rappresentano un'autentico tormentone del
periodo. E parlando di tormentoni, arriva
dal Brasile una
terribile "dirty dancing"... E intanto negli
USA si compie un piccolo
grande passo: dal buon vecchio 45 giri si passa al singolo in
cassetta...
Allora, munitevi di mazza per demolire il Muro, e già che ci siete,
se ci riuscite, date pure una martellata a
Frank Farian.
Perchè? Adesso ve lo spiego...
Milli Vanilli - La
colpa è della pioggia. Si, perchè di qualcuno dovrà pur esserla...
Poveri Rob
Pilatus e Fabrice
Morvan. Questo autunno ottengono ben due N. 1 USA. Prima GIRL I'M
GONNA MISS YOU
arriva in vetta il 23 settembre, restandovi 2 settimane e diventando il
secondo N. 1 consecutivo dei due Mandinghi treccioluti (il primo è
arrivato in luglio con "Baby
Don't Forget My Number"). E dato che non c'è due senza tre,
ecco BLAME
IT ON THE RAIN,
che domina per altre due settimane a partire dal 25 novembre. E sempre
il 23 settembre, l'album dei due, intitolato come il loro primo
singolo, "Girl
You Know It's True",
arriva in vetta alla Billboard Top 200 per la prima di 7 settimane non
consecutive, distribuite tra settembre e il successivo gennaio 1990,
vendendo oltre 6 milioni di copie. A questo punto vi chiederete perchè
li ho chiamati "poveri". E
poi perchè si dovrebbe prendere a
martellate Frank Farian, che dei due è il produttore?
Adesso ve lo spiego.
Innanzi tutto,
perchè i
due mandinghi non hanno cantanto una sola nota di quell'album.
Al momento c'è già qualche sospetto e le voci di corridoio si stanno
diffondendo. Cè pure un'intervista a Pilatus che in seguito suonerà
sinistramente profetica: "
Forse
molleremo come Milli Vanilli e inizieremo a fare la nostra musica.
Anche perchè la nostra gente (leggasi il produttore)
non voleva proprio ottenere con
noi un tale successo. Ha creato un mostro". E il
loro produttore,
Frank
Farian,
il 14 novembre 1990, in una conferenza stampa, annuncerà ufficialmente
che i due non hanno minimamente partecipato alla registrazione
dell'album. Aggiungendo che i due avrebbero tanto voluto
cantare,
ma che erano completi inetti, incapaci in tutto e dediti più che altro
a divertirsi. E di fatto buttando nella pattumiera i mandinghi. Ma se
erano così incapaci perchè tenerseli e non preferire loro dei veri
musicisti? Perchè i due hanno delle belle faccine e son molto
telegenici e perfetti per MTV. Mentre i veri cantanti del disco, tal
Brad Howell e
John Davis
son tutt'altro che avvenenti e Howell per di più ha già 45 anni e la
pancetta. Non esattamente le caratteristiche giuste per diventare un
divo per adolescenti. Pilatus e Morvan non riescono neppure a fare le
parti rappate del disco, che vengono affidate a
Charles Shaw,
che in seguito rivelerà di essere stato minacciato da Farian affinchè
non rivelasse la verità. In ogni caso, ammesso siano state fatte, le
minacce non han funzionato, dato che è stato proprio Shaw il primo a
mettere in giro le voci sulla truffa...
Come dite? Che vi sembra
un film di gangster? Beh, Frank Farian probabilmente non è un gangster,
ma che sia un truffatore musicale non vi è ombra di dubbio.
D'altra parte è un recidivo.
La sua prima creatura, i
Boney
M,
son stati creati esattamente come i Milli Vanilli. E neppure il
Mandingo in perizoma
Bobby
Farrell all'inizio cantava nei dischi della
band più
plasticosa degli anni '70. Sembra che lo doppiasse Farian stesso. Il
buon Frank praticamente ripete il giochino. Solo che, a differenza dei
Boney M, con i Milli Vanilli gli va male per tre motivi. Primo: Farrell
a un certo punto inizia a cantare per davvero. Secondo: i Boney M
bazzicano in ambito discotecaro, quindi in territorio in cui le facce
dei cantanti, come dirò poi, contano meno del ritmo ballabile, mentre i
Milli Vanilli bluffano nel mondo del pop, dove la faccia conta, eccome.
Terzo: ha infranto la regola aurea del pop. Che non è "non
imbrogliare". Ma è "non farti scoprire".
E lui
stavolta s'è fatto beccare proprio con le manine nella
marmellata. E quando il giochino viene alla luce, ecco il caro
Frank
invocare precedenti storici, come gli
Archies (si, ma loro
erano un cartone animato! Era ovvio che venissero doppiati!) o i
Monkees
(che però all'inizio facevano solo finta di suonare,
ma cantavano...).
Il
risultato di tutto ciò? Farian, con un'autentica faccia di tolla, nel
1991 riciclerà quello che avrebbe dovuto essere il secondo album del
duo, attribuendolo stavolta ai veri cantanti sotto il nome di
The Real Milli Vanilli,
riuscendo pure a vendere in Europa. Continuerà a produrre gruppi più o
meno posticci, ritornando nella Top 10 USA tra qualche anno con i
La Bouche. Mentre
Rob e Fabrice, ormai additati da pubblico alla stregua di un qualche
serial killer, finiranno in disgrazia, non prima di aver pubblicato un
tragico album datato 1993 in cui dimostreranno tutto il loro "talento".
Ovviamente non otterrà alcun successo. Nel 1998 Farian, forse
colto da umana compassione (o pensando che i tempi fossero
commercialmente maturi per ripresentare nel salotto buono del pop i
due) pianificherà un ritorno
del duo. Tuttavia il 2 aprile 1998, alla vigilia del tour che avrebbe
dovuto rilanciarli,
Rob
Pilatus verrà trovato morto suicida per overdose di
farmaci e alcol. Fab Morvan invece si riciclerà come DJ e
ancor oggi
pubblica lavori. E ora la loro storia sembra che stia diventando un
film di Hollywood. Spero solo che non vadano soldi a Farian...
Avete capito perchè lo prenderei a martellate?
Ma riguardo ai due hit di questo autunno, che dire?
"Girl I'm Gonna Miss You"
(
qui
altra versione del video) è un lentazzo che deriva praticamente dal
rallentamento dei due precedenti singoli. Un po' melenso (anche se in
sincerità meno di molta produzione analoga) e tutto sommato anonimo,
nonostante i piazzamenti in alto nelle chart mondiali (arriva pure al
N. 2 UK e in Germania). Dubito avrebbe venduto se non ci fossero stati
i due bonazzi tartarugati a fingere di cantarlo.
"Blame It On The
Rain" invece è un pezzo scritto nientemeno che da
Diane Warren. Nostra
Signora delle Ballate tuttavia stavolta ha scritto un mid-tempo che
viene gestito tutto sommato discretamente dalla produzione (comunque
tipica dell'epoca) di Farian. Sembra che la Warren all'epoca avesse un
po' di puzza sotto il naso e che volesse affidare le sue preziose
canzoni solo a nomi superaffermati, tipo Whitney Houston. E così ha
rifiutato di dare canzoni a nuovi nomi come Exposè e Taylor Dayne che
poco dopo han venduto palate di dischi, con suo gran scorno, viste le
royalties mancate. E così quando
Clive
Davis,
all'epoca gran capo della Arista, le chiede un pezzo da inserire nella
versione americana dell'album dei due mandinghi, la Warren
dice saggiamente di si. E le cose decisamente le van bene, dato che il
pezzo arriva al
N. 1 USA, scalzando un'altra sua composizione (vedi sotto) e facendola
entrare nell'esclusivo club degli autori capaci di due N. 1 USA in
successione (per la cronaca gli altri son Lennon & McCartney,
Holland-Dozier-Holland, i fratelli Gibb e Ritchie Cordell). Come dirà
in seguito la Warren, "
non
mi interessa chi ha cantato veramente il pezzo. Ha fatto un buon lavoro!".
Dichiarazione probabilmente rilasciata da una vasca colma di
bigliettoni verdi...
ll
“vizietto” di piazzare davanti i microfoni belle faccine che tuttavia
non cantano è cosa alquanto diffusa all’epoca in ambito dance.
Tuttavia questo non viene più di tanto stigmatizzato, in quanto
considerato quasi un "vizio intrinseco" alla musica da discoteca, dato
che oramai da tempo immemore (per la precisione dall'era Disco) questa
vede la predominanza del produttore (o del DJ) rispetto al cantante.
Quest'ultimo non è altro che uno degli strumenti impiegati dal
produttore e spesso il suo nome non figura neppure sulla copertina del
disco. Nomi storici della Disco come Cerrone, Dan Hartman, Michael
Zager, Giorgio Moroder, tanto per dirne alcuni, son produttori che
tuttavia figurano come i reali titolari del pezzi, a
prescindere dai cantanti impiegati. Il nome del cantante compare solo
quando questi è sufficientemente famoso di suo.
Tuttavia
con l'avvento di MTV si aggiunge un altro elemento non trascurabile: il
pezzo è accompagnato da un video. E la grassona dalla voce
stratosferica che canta realmente nel pezzo non è esattamente quello
che MTV considera "interessante". Pertanto, perchè non usare come
attraente paravento una bella modella che, probabilmente, quando apre
la
bocca sembra una capra, ma che tanto bene riesce in video?
In
seguito allo scandalo Milli Vanilli (il cui reale errore è stato di
portare questa tecnica della dance nel pop dove invece è il cantante il
personaggio fondamentale, non il produttore) e ad una serie di beghe
legali, il fenomeno tuttavia incontrerà un netto calo, anche perchè al
pubblico della discoteca non interessa proprio la taglia della
cantante, ma che il pezzo faccia ballare...
In ogni caso, al N. 2 del classificone c'è un proprio un pezzo che fa
uso di
un "paravento"...
Black Box - Voci di
provincia
"Got to get up got
to get up got to get up
Got to get up got
to get up got to get up
And time won't
take my love away..."
Grazie
anche ad un intro al fulmicotone, il singolo più venduto dell'anno in
UK
(oltre 800.000 copie) arriva sparato al N. 1 britannico il 9 settembre,
scalzando l'orrido coniglio Jive Bunny. Resta in vetta 6 settimane e in
classifica per ben 22 settimane, quasi un record all'epoca. Si tratta
di RIDE
ON TIME dei Black Box. Ma chi sono i Black Box? Qui c'è la
sorpresa: sono infatti un trio di produttori italiani: Mirko Limoni, Daniele Davoli e Valerio Semplici.
I tre formano un team che si chiama Groove
Groove Melody.
E portano, per la prima volta nella storia, un disco prodotto nello
stivale in vetta alla
classifica dei singoli britannici. E si tratta di un pezzo concepito
non a Milano, ma nella provincia italiana, a Reggio Emilia. E per di
più, dietro di
loro non hanno una grossa casa discografica, bensì una piccola
etichetta
indipendente. E con tali premesse ottengono il singolo di più grande
successo dell'anno oltremanica.
Scusate se è poco...
Davoli è il DJ residente di una discoteca chiamata Marabù, dove
programma pezzi soul e funky. La sua idea è creare musica che sia la
sintesi tra passato e presente, prendendo "l'anima" dei grandi classici
che ama e incastonandola in una struttura musicale attuale. E quello
che ne deriva si chiama
Piano House (o Italo House),
ovvero house basata su riff di piano elettronico, tipico
prodotto di esportazione del nostro paese che tuttavia all'epoca in
Italia non funziona. Da noi andrà solo dopo il successo del gruppo in
UK...
Il
successo del pezzo è sicuramente da ascrivere
alla dinamica Piano House del trio. Ma quello che veramente
funziona da propellente è lo straordinario vocione della cantante che
interpreta il brano. E qui casca l'asino. Perchè sul palco e sul video
compare una gnocca notevole che risponde al nome di Katrin Quniol, una
modella francese scoperta (ehm...) dal chitarrista di Spagna, con la
quale Limoni ha già collaborato. Ma
la Quniol non ha cantato neppure una nota del pezzo. Questo
infatti è
basato sul campionamento di un pezzo disco intitolato "Love
Sensation", prodotto da Dan
Hartman nel 1980 per la grande Loleatta Holloway.
Una signora di colore over 40 dall'indiscutibile talento
vocale,
ma decisamente meno attraente e (molto) più sovrappeso della modella
bonazza.
Ed è la sua voce che compare nel pezzo dei Black Box. Va
detto che i nostri son stati anche piuttosto poco avveduti nella
scelta della gnocca: la Quniol infatti non sa neppure mezza parola di
inglese e ha notevoli problemi anche a mimare in playback il pezzo...
Ebbene, i nostri fanno un altro errore, ben più grosso. Non accreditano la Holloway.
Cosa succede? La grassona si incazza e fa loro causa, vincendola (e
rastrellando parecchi soldi fatti
dal trio col pezzo...). Mentre i produttori accuseranno la Holloway di
aver strumentalizzato la vicenda a proprio vantaggio, comprandosi
subito una pelliccia con i soldi ottenuti (che doveva fare,
darli in benficenza?), la cantante non mancherà di
ripetere,
anche dopo la chiusura del caso, di essere stata offesa, in
quanto
i tre non solo le hanno rubato la voce, ma hanno preteso di far credere
che a cantare fosse un'altra... Da notare che poi i Black Box
sistemeranno le cose con l'etichetta detentrice dei diritti di "Love
Sensation", la storica Salsoul.
Tuttavia la Holloway non riceverà altri
soldi dalla sua vecchia etichetta, dato che aveva già ricevuto da
questa degli anticipi per prestazioni vocali poi non svolte...
Da notare che il titolo del pezzo deriva dalla storpiatura di una frase
cantanta dalla Holloway: "you're
right on time"...
La
Holloway in ogni caso deve molto al successo del disco.
Perchè, a breve,
la sua voce sarà richiesta a destra e manca da tutti i produttori
dance. Solo che stavolta le sue partecipazioni verranno riconosciute. E
nel 1991 finirà anche al N. 1 USA con "Good
Vibrations"
di Marky Mark and the
Funky Bunch (che pure campionerà "Love
Sensation"), venendo non solo accreditata (con il
famigerato
"featuring"), ma accompagnando anche sul palco (e nel video)
il
rapper tartarugato.
Va detto che il trio comunque non verrà
danneggiato dalla cattiva pubblicità, anche perchè i loro pezzi fanno
ballare ed è quello che conta. E così Davoli e
soci continueranno
ad ottenere hit per tutto l'anno successivo. Tuttavia evidentemente il
vizietto è duro da eliminare. Infatti quasi tutti i pezzi del loro
album "Dreamland"
saranno cantati dall'ex corista di Sylvester (nonchè ex metà delle
Weather Girls di "It's
Raining Men") Martha
Wash.
Ma sul palco e nei video useranno ancora la Quniol, anche se allora il
suo ruolo di "ragazza immagine" sarà esplicito. Se solo avessero posto
un po' di più l'accento sul fatto che a cantare era la Wash, avrebbero
probabilmente evitato una nuova causa, intentata stavolta dalla
Wash... E anche lei per tutti i '90 sarà una delle vocalist
più richieste dal gotha della dance... Insomma, considerato che
perseverare è diabolico, più che Davoli si sarebbe dovuto chiamare
Diavoli...
Da
notare che il trio dietro i Black Box è il responsabile
anche di altri grandi successi da discoteca del periodo, sia pur sotto
altri pseudonimi. Prima con il nome
Starlight, derivante
dall'omonimo locale di Bologna, città natale di Davoli. Sotto questo
nome i tre portano al N. 9 UK il pezzo NUMERO UNO,
campionando il piano di un altro successo dell'era Disco, "Beyond The
Clouds" dei Quartz. Poi
il buon Daniele Davoli in solitaria,
con lo pseudonimo Mixmaster,
approda nella Top 10 britannica (sempre al N. 9) con GRAND PIANO
(perseverando nel campionare, tra gli altri, la Holloway e la sua "Love
Sensation"!). Da notare che al singolo partecipa (almeno
stando
alla sua biografia) anche un cantante/rapper che diventerà nei prossimi
anni una delle star dell'Eurodance con il nome di Captain Hollywood.
Si
tratta di Tony
Dawson-Harrison che otterrà hit sia con i Twenty 4 Seven
(ricordate il terribile tormentone del 1990 "I Can't
Stand It"?) sia come Captain Hollywood Project ("More
& More").
Ma torniamo al 1989... Gli italiani non sono i soli a piazzare modelle
afone davanti alle
telecamere...
Technotronic -
Pompa la marmellata fatta in casa!
Ecco i belgi Technotronic, progetto
del DJ Jo Bogaert
(all'anagrafe Thomas De
Quincey) e di Ya
Kid K, ovvero la congolese Manuela Barbara
Kamosi Moaso Djogi.
Il progetto nasce nel 1988, con il nome The Pro 24's, con un pezzo
strumentale intitolato "Technotronic". Il pezzo è basato su "The Acid
Life", un pezzo di Farley "Jackmaster" Funk (il
primo artista house ad arrivare al N. 1 UK), ed è inoltre
ispirato a "Move
Your Body" di Marshall
Jefferson.
Il pezzo all'inizio include un campione vocale di Eddie Murphy (si,
proprio lui, l'attore). Poi, nel 1989 viene aggiunto il testo
definitivo,
scritto e cantato con il caratteristico accento africano dalla Kamosi.
E il pezzo diventa PUMP UP THE
JAM.
Tuttavia la Kamosi è un soldo di cacio piuttosto bruttino. MTV potrebbe
non gradire... E allora che ti fanno? Reclutano una modella zairese di
nome Felly Kilingi
e la
piazzano sia sulla copertina del disco sia nel video e sui
palchi.
Da notare che anche Felly non sa una sillaba di inglese (ma non
esistono bonazze che conoscono l'inglese?!?), ma almeno sembra
più
brava a mimare
il playback della Quniol. E poi porta un rossetto blu...
Il
pezzo diventa in breve un inno house e assalta le classifiche,
arrivando al N. 2 tedesco e al N. 2 britannico (fermato solo dai Black
Box) ed entrando nelle Top 10 di tutta Europa. All'inizio del 1990, il
pezzo poi ripeterà l'exploit oltreoceano, piazzandosi anche negli USA
al
N. 2. Diventa di fatto il primo singolo house capace di sfondare nei
difficili USA. A differenza di Milli Vanilli e Black Box il "trucco"
viene rivelato in modo completamente indolore. Semplicemente
per
il secondo singolo Bogaert deciderà di mettere la Kamosi davanti alle
telecamere. Tanto quel che conta è far ballare la gente. Anche se non
si è top model...
Ma se si vuole vendere dischi alle
adolescenti, un bel faccino diventa fondamentale, come già evidenziato
dai Milli Vanilli. E parlando di pop per teen agers...
Allora, la fine degli anni ’80 segna il punto di non ritorno in ambito
pop: la definitiva
affermazione della pop star adolescenziale in provetta.
Sia ben inteso, la pop star
“artificiale” creata ad hoc da qualche produttore che ha capito che
l’unione tra belle faccine e motivetti facili può generare tanti bei
soldini è storia vecchia come il pop. Ma la formula arriva alla perfezione
commerciale proprio a fine del decennio,
quando si verifica il passaggio da pop band
formatasi autonomamente e poi scoperte da produttori o discografici a
band assemblate da questi ultimi in laboratorio. Funzionerà talmente
bene che negli anni a venire verrà replicata infinite volte.
L’anteprima si ha con i polli da batteria di
Stock Aitken
& Waterman. I vari Rick Astley, Jason Donovan,
Sonia,
Mel & Kim vengono lanciati salvo poi venir accantonati
non
appena iniziano a perdere colpi o iniziano a pretendere maggiore
autonomia. I “polli” lanciati dal diabolico trio tuttavia dal
punto di vista immagine son
quasi tutti "trasparenti". La formula si basa ancora sulla musica,
stereotipatissima ma distintiva: è possibile riconoscere un pezzo SAW
in tre
secondi. Il problema è distinguere i pezzi tra loro. Dall’allevamento
riuscirà a uscirne, viva e indenne,
anche se le ci vorranno anni per riprendersi e rifarsi una verginità,
solo Kylie Minogue,
grazie a
una “trasparenza” che viene trasformata in “virtù”, permettendole di
essere una specie di tavolozza bianca su cui il produttore di turno può
sperimentare liberamente (sia ben inteso, questo è indice di
intelligenza - la ragazza conosce bene i suoi limiti e li sfrutta).
In America a questo punto si compie un ulteriore passo. Si
adotta una formula musicale molto standardizzata, perfettamente
aderente alle politiche delle radio, e la si unisce a un'immagine
"forte". Sia ben inteso, l'immagine ha sempre contato,
fin dalla mossa
pelvica e
dal ciuffo di Elvis. Tuttavia ora si raggiunge una specie di "punto di
non ritorno". La musica non diventa più l'elemento
chiave e distintivo per il lancio di un gruppo prefabbricato. E
soprattutto, la
maggior
parte degli introiti arrivano dal merchandising, legato all'immagine
della band.
Ovviamente
un aiuto non secondario al perfezionamento della formula è arrivato dai
programmatori di MTV, più attenti alla forma che
alla sostanza. Tra il
1988 e il 1990 le classifiche son invase da "teen pop acts"
prefabbricati. E la successiva crisi di rigetto del pubblico
(facilitata dal caso Milli Vanilli) terrà
lontano il pop puro dalla classifica USA per un buon lustro.
Ma intanto c'è un gruppo che sta facendo letteralmente sfracelli...
New Kids On The
Block - I burattini conquistano il globo
Tra
le varie disgrazie che affliggono il mainstream di fine anni ’80 ci
sono anche (e soprattutto) i New Kids On The Block. Ora, i ragazzetti
dureranno giusto
un paio di anni, però son la causa di tutti i mali degli anni ’90.
Senza di loro non ci sarebbero state tutte le boy e le girl band. E
naturalmente non ci
sarebbero state la Guerra del Golfo, quella dei Balcani, la
deforestazione dell’Amazzonia, Bush, il Buco dell'ozono, l'aumento del
petrolio, la
globalizzazione ecc... Si, i New Kids On The
Block sono il Male. E non perchè propongono musichette del piffero. O
perchè son fastidiosi. Ma perchè di fatto rappresentano agli occhi di
ogni produttore intenzionato a fare facili guadagni un esempio
perfetto. Da riprodurre all'infinito.
La boy band è la creatura del "caro" Maurice Starr.
Il povero produttore è stato scaricato da quegli ingrati dei New
Edition, solo perchè aveva intascato quasi tutti i loro
incassi...
Tuttavia i New Edition son un gruppo vocale di colore. Lui decide di
farne allora una versione bianca, sicuro di ottenere introiti ben
maggiori. E così è. I mocciosi hanno realizzato un primo album nel
1986, che
è passato quasi inosservato. Ma poi tornano nel 1988 e
stavolta i tempi
si rivelano maturi. A quasi un anno di distanza dalla pubblicazione,
l'album "Hangin' Tough"
arriva il 9 settembre al N. 1 USA, tra Richard
Marx e i Milli Vanilli (praticamente la mia colonna sonora
dell'inferno...).
Starr, che in quanto a faccia di tolla batte
di sicuro Farian, arriverà a dire, dopo un trionfo della band
all'Apollo, il tempio della musica black, che "l'ha considerato un segno divino
che indicava che i ragazzi erano arrivati"...
E son davvero arrivati. Iniziano l'anno un tour come gruppo di apertura
per la teen star Tiffany e, a metà tour Tiffany deve aprire
per
loro...
Questo autunno i mocciosi piazzano
ben tre hit nella
Top 10 USA, mentre un loro precedente hit sfonda oltremanica. Si tratta
di YOU
GOT
IT (The Right Stuff),
tipico pezzo pop dance del periodo, sincopato con
vaghe influenze New Jack. Come dite, che vi sembra quasi un pezzo
ritmato dei Backstreet Boys? Che sorpresa... Arriva al N. 1 UK a fine
novembre, succedendo a
Lisa Stansfield. Negli USA invece arriva al N. 1 in
contemporanea
con l'album l’orripilante title-track, HANGIN’
TOUGH,
scritta e prodotta da Starr. Di sicuro uno dei peggiori N. 1 USA di
tutti i tempi. Va bene
spasimare per le pop star, ma arrivare al punto di comprare simili
boiate... Il pezzo, di una bruttezza talmente programmatica da non
risultare simpatico come di solito succede ai brani brutti, è il quarto
estratto dall'album e diventa il secondo N. 1 americano della band. C’è
pure un accenno di quel pop rock rap su cui i 5ive
costruiranno la carriera. Per dare un'idea del successo dei cinque,
nella stessa settimana in cui son in vetta con la title-track entrano
altri due singoli nella Hot 100. Si tratta delle due new entry più alte
in classifica della settimana ed era dai tempi dei Beatles non
succedeva che una band riuscisse a tanto. Una è la più godibile (per la
serie, meglio un
pugno sui denti o un calcio sui maroni?) COVER
GIRL, che arriverà al N. 2 il 4 novembre. L'altro è il pezzo
sul lato
B di "Hangin' Tough", una cover karaoke ante-litteram di DIDN’T
I (Blow Your Mind), che si piazzerà al N. 8 USA l'11
novembre. La cover del classico dei Delphonics
era contenuta nel primo album dei ragazzi ed è stata opportunamente
recuperata per incassare finchè dura. E infatti durerà poco. Tra poco
meno di
due anni il successo svanirà. Anche perchè scaricheranno Starr che si
vendicherà dicendo che i mocciosi non hanno realmente cantato tutti i
pezzi del loro album... Sbaglio o 'sta storia l'ho già sentita?
Il danno comunque è già stato fatto. Lou Pearlman
e altri figuri avranno già preso appunti...
Volete vedere se potreste essere un produttore/manager di una boy band?
Ecco a voi un semplice test...
a) per
reclutare i membri della vostra boy band andreste:
- in un club underground di
tendenza;
- al gay pride;
- davanti a una scuola,
attirandoli con caramelle
narcotizzanti;
b) per
valutare se i soggetti possono fare al caso vostro, chiedete loro di:
- cantare, ballare e
suonare qualche strumento, magari
in contemporanea;
- mimare un playback
toccandosi ripetutamente il pacco.
Se non cadono dal palco vanno bene;
- fare 2+2, se la risposta
non è quattro, son perfetti;
c) la
caratteristica fondamentale dei membri di una boy band è...
- essere belli, dannati e
di talento. Magari dediti
alla lettura dei poeti maledetti;
- saper
leggere giusto qualche parola, in modo che non si perdano cercando il
camerino ma non si rendano conto di cosa c'è scritto sul contratto che
stanno firmando...
- essere tartarugati e dire
sempre sì;
d)
alla firma del contratto...
- dite ai ragazzi di
leggerlo bene per poter poi
discuterlo assieme;
- includete qualche
clausola scritta con l'inchiostro
simpatico. Fate inoltre
in modo che vi siano distrazioni per i ragazzi. Chessò quella vostra
segretaria con il vizietto di girare senza biancheria intima... O una
playstation;
- fate loro bere una bibita
drogata.
Poi ne guidate le mani per scrivere delle belle “X”. Tanto son
analfabeti...
e) su
cosa investireste come prima cosa?
- su corsi di canto e
strumenti, per affinare le
capacità dei ragazzi;
- in stilisti, coreografi e
produttori. Tanto poi per
il canto
tanto c’è l’auto-tune;
- investire?
Alludete a quel vecchio che stava attraversando la strada davanti al
vostro SUV mentre voi
eravate in ritardo? Ma l’avevate visto all'ultimo secondo perchè
stavate telefonando... e poi era buio...
E poi, dopo che era steso al suolo, sembrava proprio morto. Insomma che
senso avrebbe avuto scendere dalla macchina e perdere tempo. Mica
potevate sapere che si poteva ancora salvare! E poi avete
anche investito l’unico testimone presente... per sbaglio, ovvio...
f) il
vostro obiettivo è...
- che i vostri ragazzi
arrivino al successo;
- che i vostri ragazzi
arrivino al successo e a voi
arrivino i soldi;
- che
a voi arrivino i soldi. Se i ragazzi non hanno successo c’è sempre
quell’assicurazione sulla vita che avete fatto firmare loro. E
di disastri aerei è piena la storia
del rock...
g)
come devono vestire i membri della
vostra boy band?
- come vogliono loro,
puntando comunque a qualcosa di
particolare che li faccia distinguere;
- secondo i dettami di uno
stilista costoso che li farà
sembrere un gruppo di vetriniste isteriche;
- vestiti? Ma
veramente pensavate di farli
esibire nudi...
h)
come
repertorio della vostra band, scegliete...
- le composizioni della
band, magari aggiustate un po’
per renderle più commerciali;
- le
canzoni di un autore specializzato in brani da boy band. Non importa
se le fa con lo stampino. Tanto alla teen agers non interessa;
- i pezzi di
un autore che tenete legato in uno scantinato e nutrite a pane ed
acqua. Ammesso sia ancora vivo, sennò dovrete catturarne un altro...
i)
il
miglior modo per lanciare la vostra band è...
- proporre musica di
qualità;
- generare una gran
quantità di gossip;
- pagare tangenti
alle radio e alle riviste;
j) A
che pubblico intendete indirizzare la vostra band?
- possibilmente ad un
pubblico che ama la musica e
vuole ricevere emozioni. Magari non ricercatissimo, ma abbastanza
competente;
- a teen
agers femmine in profonda crisi ormonale. Tanto che avete deciso che
tra il
merchandising vi saranno anche gli assorbenti con stampate le facce dei
vostri ragazzi. Già pronta la frase di lancio “per averli intimamente
vicini!”;
- ad una massa di
decerebrati. Solo un idiota potrebbe
comprare quella porcheria che avete intenzione di propinare;
k)
il
modello musicale ideale del vostro gruppo sono...
- i Beatles. Meglio
sognare in grande!
- I Backstreet Boys. Siete
realisti: se va come è
andata come loro, potrete spremerli allo spasimo;
- Le Lollipop. la prima
cosa che vi hanno insegnato è
che è meglio sparire senza lasciare tracce del misfatto;
l)
come
debutto su un palco utilizzate:
- un pub fumoso popolato da
avvinazzati. Perchè fa
tanto leggenda;
- la sagra della salsiccia.
Se proprio va male almeno
se magna;
- il
reparto femminile di un carcere minorile, con tanto di concorso che da
in premio alla vincitrice uno dei ragazzi. Se non è disponibile un
carcere fenmminile, va bene anche uno maschile di massima sicurezza.
Si, vi
piace andare sul sicuro;
m)
la
trasmissione Tv giusta per lanciare la vostra band è...
- uno show musicale
qualsiasi, ma di quelli famosi;
- TLR. Senza ombra di
dubbio!
- un
reality. Uno qualsiasi. Li fate partecipare, fate in modo che trombino,
litighino e piangano e avrete il mondo ai vostri piedi...
n) la
miglior pubblicazione cartacea per la vostra band è...
- Rolling Stone. Magari
sulla copertina. Tanto oramai
ci vanno cani e porci...
- una
qualsiasi rivista per ragazzine, purchè faccia trend. Quindi una che si
è rivelata particolarmente valida sui consigli impartiti per eliminare
i brufoli o per far credere ai genitori di non essere anoressica;
- un calendario in
cui i ragazzi compaiano come mamma gli ha fatti, possibilmente in pose
postribolari. Perfetto per
l’adolescente inquieta, per la casalinga frustrata e per quel vostro
vicino baffuto vestito
di pelle nera...
o)
dopo tre singoli la vostra band non è
ancora in classifica...
- dite loro di tenere duro
e intensificate la
pubblicità;
- li portate in Germania,
dove è sicuro che venderanno;
- scegliete il meno idiota
e gli fate sposare Britney
Spears o lo fate trombare con Paris Hilton... (sempre che non ci sia
troppa coda di attesa...)
p)
arrivano i vostri primi incassi. Come
pagate la band?
- con una percentuale sugli
stessi.
- date loro una mancetta
settimanale. Ma solo se non
rompono i maroni;
- pagarli? Non bastava già
dar loro da mangiare?
q)
un
membro della vostra boy band vuole scrivere delle canzoni.
- lo fate collaborare con i
vostri autori e gli passate
una parte delle royalties;
- lo dissuadete, facendogli
capire che scrivere pezzi
come “Chihuahua” è un’impresa troppo grande per il suo povero
cervellino;
- lo
portate in un clinica per un paio di elettroshock. È ovvio che sta
impazzendo. Alla stampa potete sempre dire che si drogava e che è
servito per disintossicarlo...
r) uno
dei membri della band si ammala gravemente e deve essere operato...
- lo fate curare a vostre
spese e ne seguite come un
padre la convalescenza;
- lo fate operare
d'urgenza, ma che non creda di
starsene a poltrire
sul letto! Lo fate dimettere il giorno dopo perchè ha un concerto e
deve ballare sul palco. Lo spettacolo deve continuare!
- lo sopprimete e poi fate
incidere ai quattro
superstiti un pezzo in suo onore. Magari assieme a Elton John...
s) un
membro della vostra band è implicato in uno scandalo di droga e sesso...
- fate in modo di smentire
anche l’evidenza;
- fate
in modo che la notizia giri su tutti i giornali e le tv. Alla
pubblicità non si chiude mai la porta. Nel caso non fosse già "il
ribelle" della band, ne cambiate il ruolo. Al massimo l'ex ribelle può
fare "il tenerone occhialuto";
- vi congratulate con voi
stessi per aver avuto l'idea
geniale di presentargli quel pusher e quelle prostitute;
t) un
membro della vostra band vuole andarsene per fare il solista...
- gli augurate il successo
che merita;
- intentate causa legale e
fate pubblicare delle sue
foto compromettenti in cui sniffa coca in compagnia di travestiti;
- lo gambizzate. Se proprio
vuole fare il solista, lo
farà come “il cantante sulla sedia a rotelle”...
u) la
band vi vuole fare fuori.
- vi sentite come un padre
pugnalato alle spalle.
Voltate le spalle e vi allontanate mestamente nella nebbia senza
voltarvi...
- intentate causa legale e
confessate che i tipi non
hanno cantato una sola nota delle canzoni;
- mentre telefonate alla
polizia dicendo che quelle
20enni disinibite
con cui i ragazzi si son divertiti qualche sera prima in realtà avevano
solo 12 anni, trasferite tutti i soldi nel vostro conto alle
Cayman...
v)
siete stati scaricati dalla band.
- andate per locali in
cerca di una nuova band;
- vi comprate un’isola
tropicale dove passare nel lusso
il resto della vostra vita con i soldi sottratti alla band...
- adescate nuovi
giovanetti, assicurandovi che stavolta
siano veramente imbecilli.
Allora, se le vostre risposte vedono la prevalenza della numero 1):
Ma che credete? di fare beneficenza? Voi non potrete MAI essere il
manager di una boy band. Al massimo potete ambire a un gruppo di
rock alternativo. Ma neppure quello. Non siete tagliati per fare i
manager. Punto. Meglio che vi diate a una causa umanitaria... Ci son
gli orsi polari da salvare se volete...
Prevalenza di
risposte numero 2):
Bravi! si vede che avete studiato! Lou Pearlman sarebbe fiero di voi.
Siete più realisti del re e sapete bene cosa è giusto fare! A questo
punto andate al gay pride e reclutate la vostra band! Mi raccomando:
prendeteli molto stupidi ma col senso del ritmo!
Prevalenza di
risposte numero 3):
Decisamente i vostri sistemi son un po' troppo eccessivi, anche se
indubbiamente potrebbero produrre risultati interessanti. Tuttavia la
vostra totale assenza di scrupoli alla fine potrebbe non essere capita,
o, orrore, potrebbe essere criticata pubblicamente. Meglio dedicarvi
alla vostra attuale professione di avvocato...
Poco fa abbiamo parlato dei "polli da batteria" della premiata ditta Stock Aitken & Waterman.
Ebbene, eccovene una bella rassegna stagionale...
Partiamo
con i Big Fun,
gruppo di ragazzotti che praticamente costituisce un tentativo
di
costruire una boy band
ante-litteram da parte del terribile trio. Purtroppo per
loro,
i ragazzotti dureranno poco e dopo un solo album verranno cestinati tra
meno di un anno. L'inizio è comunque buono, almeno in termini di
classifica, dato che si piazzano al N. 4 UK il 9
settembre con il loro primo hit. Purtroppo tale singolo è una cosa
lontana anni luce da un concetto di "bontà", dato che si tratta di una
una orrenda cover di BLAME IT ON
THE BOOGIE, in origine grande
successo dei Jacksons
datato 1978. In questo caso il confronto con l'originale è a dir poco
impietoso. Una volta scaricati dai produttori, due di loro si
dedicheranno ad una
splendida carriera di decoratori d'interni...
E
nella stessa settimana in cui i Big Fun son al N. 4, al N. 3 UK
debutta il nuovo singolo del
biondino australiano Jason
Donovan,
all’epoca idolo delle ragazzine britanniche ed ex fidanzatino di Kylie
(con cui a fine 1988 ha interpretato un terrificante duetto). È
arrivato al quinto singolo e EVERY DAY
(I LOVE YOU MORE)
si piazza al N. 2, fermato (per fortuna) dai Black Box, quasi un flop
dopo tre N. 1 consecutivi. Poco male, l'album che contiene il pezzo, il
suo primo, sta avviandosi a vendere oltre un milione e mezzo di copie
solo in UK, diventando il più venduto dell'anno nelle Isole
Britanniche. Per tacer del resto d'Europa...
Abbiam parlato della fidanzatina?
Eccola qua, Kylie Minogue,
con il singolo n+1 che sforna durante questa fase della sua carriera.
D'altra parte è la gallina dalle uova d'oro della Ditta, e perciò i tre
produttori le fanno fare gli ovetti uno dietro l'altro. Il 9 ottobre
esce il suo secondo album, "Enjoy
Yourself",
che vende oltre un milione di copie in dieci settimane (di cui 600.000
solo su prenotazione). Il pop prefabbricato del trio della PLW
(l'etichetta dei tre) evidentemente funziona come poco altro nel Regno
Unito di fine decennio. E il terzo singolo estratto dall'album, NEVER TOO
LATE,
che esce il 23 ottobre, si piazza al N. 4 UK. Il suo ottavo Top 5
consecutivo. E, a quanto pare, la sua canzone preferita dal suo futuro
boyfriend Michael Hutchence degli INXS...
E alla corte dei tre approda anche l’immarcescibile Cliff Richard. In
UK a inizio settembre è al N. 3 con I JUST
DON'T HAVE THE HEART, confezionata dal melifico trio. Quando
non aveva ancora bisogno di proclamare "I Kissed A Priest" per
vendere...
Ma un losco produttore non necessariamente ha bisogno di una pop star o
di una boy band per fare i soldoni. A
volta basta importare un ballo esotico...
Kaoma - "Dirty
Dancing" Brazilian style
In
principio vi fu una danza brasiliana chiamata Carimbò. Molto tempo dopo
si unì alla musica Zouk delle Antille, una mistura di ritmi
caraibici e africani. E vennero gli anni '80 e nelle
zone depresse del Brasile la danza si trasformò in un ballo dalla
notevole carica erotica, basato su strofinamenti pelvici, acquisendo il
nome di "Lambada",
parola che si riferisce alle ondulazioni di una corda. E poi
quel
ballo invase il Mondo, rompendo milioni di maroni. E non per gli
strofinamenti...
Allora,
ci son due francesi di nome Jean
Karakos e Olivier Lorsac
che vanno in Brasile, vedono la gente ballare 'sta danza di
coppia
piuttosto lasciva
e pensano: questa cosa potrebbe piacere tanto agli Europei. E allora
che
fanno? Comprano per quattro soldi i diritti di una mezza tonnellata di
brani adatti a quella danza. Poi, tornati in patria, mettono su
un'orchestrina, chiamandola Kaoma e spacciandola per brasileiri D.O.C..
La band viene assemblata utilizzando alcuni musicisti di un apprezzato
gruppo
afro dedito alla World Music chiamato Touré Kunda e
prendendo una cantante brasiliana, Braz Loalwa,
già collaboratrice di gente come Gilberto Gil, Gal Costa e Caetano
Veloso (ed è finita nei Kaoma...). Al gruppo viene fatta incidere una
canzone di un gruppo boliviano chiamato Los Kjarkas, intitolata
"Llorando
se fue"
e basata su melodie tradizionali boliviane. La canzone viene
opportunamnete "europeizzata" e prontamente ribattezzata con
il
nome del ballo, LAMBADA. Per
la cronaca, questa nuova versione viene realizzata senza
l'autorizzazione
della band boliviana che non viene neppure citata tra gli autori. Ovviamente i Los
Kjarkas faranno una bella causa che vinceranno...
Ma la bufala truffaldina evidentemente funziona e l’epidemia
che ne deriva investe l’Europa con una virulenza leggendaria.
Praticamente
era dei tempi della
peste manzoniana che non si vedeva una simile strage. Le frequenze
radio vengono invase del motivetto, e l’intera popolazione si lancia
in strofinamenti pelvici, con gioia dei maestri di balli
latino-americani, che si trovano tra le mani, o meglio, tra i piedi,
un'autentica miniera d’oro. E così, mentre in TV
proliferano statuarie coppie brasileire intente a dimostrare
che
si può restare incinti ballando, un esercito di bancari, geometri e
casalinghe (per tacer del resto) sono colti dal demone
lascivo della danza. Ogni soubrette deve imparare all’istante il ballo
(ah, i bei tempi in cui dovevano ancora saper fare
qualcosa...). E
tutti i suonatori di organetto da matrimoni e le orchestrine da balera
si specializzano in lambade.
Negli
USA son relativamente meno sensibili alla danza brasiliana,
probabilmente ritenuta troppo osè, e il disco si fermerà al N. 46. Ciò
non impedisce a dei produttori hollywoodiani di realizzare orrendi film
sull'argomento. In Europa e nel resto del Mondo la dominazione è
invece totale. N. 4 UK
(per un singolo in portoghese non è poco) e N. 1 praticamente in tutto
il resto del continente, per tacer di Giappone, Australia, Canada e...
Brasile! Ebbene si, i francesi riescono a vendere la loro lambada pure
in Brasile. Come se da noi un gruppo americano si imponesse sul mercato
facendo mazurke o tarantelle...
E i Kaoma, creati dal nulla, si
ritrovano con 5 milioni di copie vendute. La maledizione
durerà un buon anno, durante il quale spunteranno come funghi cover a
profusione del pezzo. Poi le
cose si calmeranno, e per rivedere una pestilenza simile bisognerà
aspettare la Macarena.
Mi è capitato,
nell'autunno '96, di partecipare a
un micidiale matrimonio in stile “Nord-est con schei” con pranzo
iniziato
alle 13 e terminato alle 22 (con ora d’aria alle 17). Dopo aver
mangiato il quantitativo di cibo consumato da una provincia cinese,
sono iniziate le danze: in una sublime successione letale, Il ballo del
qua qua, la
lambada, la macarena e un pezzo dei Los Locos. Devo essere svenuto
perchè non ricordo altro...
Ovviamente i Kaoma spariranno
giusto dopo una manciata di singoli dal successo decrescente e una
partecipazione
a San Remo accoppiati nientemeno che ad Anna Oxa...
Anche se nel 2006 una nuova formazione del gruppo tornerà a girare per
la Francia promuovendo ulteriori strofinamenti pelvici...
Non avete i soldi per andare in Brasile? Niente paura, per arrivare
al N. 1 nel 1989 basta fare un collage di classici degli anni '50 che
ogni supermercato sarà ben lieto di suonare...
Jive Bunny and the Mastermixers - Un buon motivo per aprire la
caccia al coniglio.
Tra
le maggiori stranezze del periodo c'è senza dubbio l'orrido coniglio
Jive Bunny. Che diavolo è? Si tratta di una sigla dietro la quale si
nasconde un'associazione a delinquere di stampo famigliare: John Pickles e il
figlio Andy.
Il primo è il manager della "band", il secondo, un DJ, ne è il
"frontman". L'idea è simile alla scoperta dell'acqua calda: fare un medley (o megamix) di
grandi classici degli anni '50. E così i due realizzano SWING
THE MOOD, collage di "Rock
Around The Clock" e "Shake,
Rattle and Roll" di Bill Haley and the Comets, "Wake
Up Little Susie" dei The Everly Brothers, "Hound Dog",
"All
Shook Up" e "Jailhouse
Rock" di Elvis Presley, "At The Hop"
di Danny and the Juniors e "Tutti
Frutti" di Little Richard. Usando come legante la più vecchia
"In
The Mood"
di Glenn Miller. L'idea funziona in modo inverosimile. Il
singolo
arriva in vetta alla UK chart in estate e ci rimane per cinque
settimane tra agosto e settembre. E subito dopo lo ritroviamo in vetta
alle classifiche di mezza Europa (tra cui Francia e Germania) e
Australia. Nel gennaio 1990 ritroveremo il coniglio al N. 11 USA.
Ok, direte voi. Si tratta di un "novelty
act",
ovvero di quelle idee che reggono per un singolo hit che poi viene
subito messo, se non nel dimenticatoio, nell'armadietto degli orrori
passati (per fortuna). Come la Rana Pazza. E invece no! Perchè il
Coniglio ritorna in vetta alla UK chart in ottobre, sfrattando i Black
Box, con THAT'S
WHAT I LIKE. La formuletta viene replicata pari pari,
stavolta sfruttando, tra gli altri, due twist di Chubby
Checker, Chris
Montez, Jerry Lee
Lewis, Dion
e ancora Little
Richards. Stavolta usando come tema ricorrente quello di "Hawaii
Five-O".
E a Natale, la regola del non c'è due senza tre viene confermata con
LET'S PARTY, terzo N. 1 britannico consecutivo. In precedenza solo
Gerry & The Peacemaker e Frankie Goes To Hollywood erano
riusciti a
piazzare al N. 1 i primi tre singoli. Almeno l'album del Coniglio si
fermerà al N. 2, fermato da Phil Collins (oddio...). In ogni caso la
febbre per il lagomorfo orecchiuto durerà per un annetto. Poi
finalmente passerà, anche se papà e figlio continueranno a produrre
album fino al 1993...
Certo che mi chiedo chi diavolo può
comprare una roba simile. Son arrivato a tre possibili soluzioni. 1) Il
nostalgico taccagno, che preferisce ascoltare spezzoni di brani
piuttosto che pagare per una compilation dell'epoca; 2) il DJ pigro da
ballo liceale, che così non ha bisogno di mixare i pezzi; 3) il
perfetto ebete ignorante come uno gnu (con tutto il rispetto per il
bestio cornuto) che crede che "In
The Mood" sia stata composta dal Coniglio.
E comunque il Coniglio non inventa neppure l'idea. Già negli anni '70 i
francesi si lanciano in medley come "Unlimited
Citations" dei Cafè Creme (grazie a Pop! per la
dritta!), per tacer di "Rockollection"
di Laurent Voulzy, che tuttavia è un medley meno canonico. E
il 1981 è l'anno del medley, con decine di pezzi taglia-incolla nelle
classifiche e un gruppo olandese, gli Stars On 45, al N.
1 USA con un
medley dei Beatles
e di altri classici dei '60, seguito
a ruota da medley degli Abba, dei successi Motown, di Stevie
Wonder e
via saccheggiando...
L'unico rammarico è che il coniglio non si sia imbattuto nella
Glenn Close di "Attrazione Fatale"...
Altri balli di
fine decennio
Come già detto, in UK funziona alla grande la Piano House, meglio nota
come Italo House. Al punto che Daniele Davoli finisce a fare il DJ nel
Club più importante della Gran Bretagna a cavallo tra gli '80
e i '90. The Haçienda di
Manchester. Praticamente uno dei locali che hanno fatto la
storia del pop. Ne ho già accennato in piena Era Madchester, nell'Autunno 1990.
Nasce
nel 1982 in quello che prima è stato il laboratorio di un costruttore
di yacht e un cinema specializzato in film di Bollywood.
L'idea del
locale è di Tony Wilson, capo della Factory Records, e tra i soci vi
sono i New Order e il loro manager, Rob Gretton. L'idea è
di farne la
copia britannica delle Mecche americane dell'epoca, il
Paradise
Garage e il Danceteria. Il nome deriva da uno slogan di un
gruppo
radicale situazionista: "
The
Hacienda Must Be Built".
Nel 1983 accoglie una nuova band chiamata The Smiths, mentre il 27
gennaio è il teatro della prima esibizione britannica di una americana
di nome Madonna...
Dato che i New Order son coinvolti nel locale
e che spesso vanno a New York per lavorare con il grande Arthur Baker,
ecco che si crea subito un collegamento con la scena underground
newyorkese. Al contempo, va ricordato che il Nord Britannico
ha una lunga tradizione
legata al Northern Soul e alle band elettroniche new wave.
Impossibile
pertanto non abbracciare l'House di Chicago, che dei due
generi è di
fatto la sintesi. E quando l'Acid House invade le Isole Britanniche,
ecco che a Manchester
si
crea la commistione, eretica e ad alto tasso di
ecstasy, tra musica house e rock chitarristico, dando luogo all'indie
dance della scena "baggy", anche definita "Madchester".
Il "rave'n'roll"...
E
proprio a novembre approda nella chart britannica l'E.P.
"Madchester Rave On EP"
ad opera di una delle band chiave della scena di Manchester: gli
Happy Mondays.
La band di
Shaun Ryder
viene scoperta da Tony Wilson durante un
concorso tra band tenutosi all'Haçienda. Wilson li mette subito sotto
contratto per la Factory e nel 1987 arriva il loro primo album. Ora i
tempi sono pronti per i Lunedì Felici.
Con inni
come
HALLELUJA
(diventata tuttavia un classico del periodo grazie alla
versione
remix ad opera di
Andrew
Weatherall e Paul Oakenfold, con tanto di canti gregoriani
campionati - un anno prima degli Enigma - grazie a Pop! per anche
questa dritta) e
CLAP
YOUR HANDS,
l'E.P. è uno dei primi esempi in classifica della
musica che
nasce a The Haçienda tra pillole di ecstasy e fiumi di alcol.
E il
loro
terzo album,
prodotto da un futuro guru della pista da ballo come
Paul Oakenfold, sarà uno dei best sellers del 1990.
Ma
alla The Haçienda tiene un leggendario concerto anche un'altra
band di Manchester. Anzi la band del periodo che più di ogni altra
raggiunge uno status di cult band che
tuttora la rende una delle più influenti della storia del pop
britannico...
The Stone Roses -
La corsa all'oro degli sciocchi
Le
Rose di Pietra nascono a Manchester nel 1985. Nel 1987 la band
arriva alla formazione definitiva: il frontman Ian Brown, il
chitarrista John Squire,
il batterista Alan Wren,
noto come Reni,
e il bassista Gary
"Mani" Mounfiled.
Il loro seminale album di debutto, intitolato con il nome del gruppo,
esce nel marzo 1989, ma è quest'autunno che la band fa il botto,
piazzando il primo Top 10 UK con FOOL'S GOLD
/ WHAT
THE WORLD IS WAITING FOR.
Si tratta del loro sesto singolo e non è incluso in alcun album. Il
primo pezzo è inizialmente destinato al lato B. Viene promosso sul
primo lato a furor di popolo dopo una prima distribuzione del singolo
come promo.
Si tratta di un
pezzo per l'epoca innovativo.
E da buon brano cult, la sua genesi è alquanto particolare. La band sta
assaporando i primi squarci di fama e va in un negozio a firmare
autografi. Dato che la presenza delle Rose attira pubblico, il
proprietario, per ringraziarli, offre loro dei dischi. John Squire ne
sceglie uno perchè gli piace la copertina... Si tratta di "Funky
Drummer"
di James Brown. Ascoltandolo, la band ne resta fulminata
al punto da costruire su un loop ritmico di quel disco un intero
pezzo... L'"oro degli sciocchi", appunto. Il pezzo viene costruito in
modo atipico per la band. Infatti non viene composto alla chitarra, ma
è realizzato partendo dalla base ritmica funky. Su questa viene
innestata la chitarra, con
tanto di effetti wah wah, ispirata al sound ispido di Johnny
Cash.
E questa commistione musicale, unita al cantato bisbigliato di Ian
Brown,
che parla di avidità citando De Sade e Nancy Sinatra, genera un effetto
di trance psichedelica aggiornato ai tempi della house e prolungato,
nella versione lunga del brano, per quasi 10 minuti. Parafrasando il
titolo del pezzo sul lato B, è esattamente quello che il mercato
britannico sta disperatamente
cercando: guitar rock psichedelico che tuttavia suona perfettamente in
discoteca. La fotografia perfetta dell'epoca. Rientrerà nella UK chart
altre tre volte, nel 1992, nel 1995 e nel 1999.
L'album
all'epoca non va oltre la 19esima posizione. Ma in breve
diventerà un vero e proprio classico e continuerà a vendere negli anni
a venire, rientrando nelle classifiche in più occasioni, anche 15 anni
dopo, raggiungendo finalmente la Top 10. In ogni caso viene eletto
come il migliore album britannico del 1989 e la band, per la prima volta nella
storia, si porterà a
casa ben 4 NME Awards, come miglior band, miglior nuova
band, miglior
album e miglior singolo con "Fool's Gold". E nel giro di pochi
mesi ci saranno decine di band sulla loro scia, per tacer di quelle che
verranno negli anni, Oasis compresi.
Purtroppo
anche il loro successo non sarà privo di beghe legali, anzi le causerà.
In primis quelle con la precedente etichetta, la FM Records, rea di
aver ripubblicato senza alcun consenso e accompagnandolo con un video
fatto su due piedi, il loro singolo del 1987 "Sally
Cinammon".
Le Rose non gradiscono e fan vedere le spine: vanno nell'ufficio del
capo dell'etichetta, Paul Birch, e lo ricoprono di vernice...
Verranno processati e nell'ottobre 1990 dovranno pagare i danni...
Non
che l'attuale etichetta della band sia tanto migliore. La
band è
infatti legata a un contratto capestro con la Silvertone, che
trovandosi una gallina dalle uova d'oro tra le mani non intende
mollarla. Ne deriva
una lunga battaglia legale che si concluderà con la firma per la
Geffen. Tuttavia per la seconda venuta su album, si dovrà aspettare il
1994 e i tempi saranno molto cambiati...
E ora un link
inatteso... La linea di basso di "Fool's Gold" è praticamente la stessa
di un pezzo di un rapper americano. Si tratta di "Know How",
pezzo di Young MC
prodotto dai Dust Brothers. Considerato che l'album
del rapper esce durante la registrazione del pezzo degli Stone Roses, è
più probabile che le Rose non si siano tanto ispirate a Young MC,
quanto al pezzo da cui anche il rapper attinge: il celeberrimo "Tema di
Shaft" del grande Isaac Hayes (vedi Autunno
1971).
E
proprio Young MC è tra
le rivelazioni americane del periodo, grazie
all'album di debutto dall'album "Stone
Cold Rhymin'" e soprattutto al singolo che arriva al N. 7
USA il 14 ottobre. Si tratta della divertente BUST A MOVE,
uno dei maggiori successi da discoteca a stelle e strisce dell'anno, a
partire dal titolo che significa in slang "ballare". A
dire il vero Marvin Young,
nome all'anagrafe del Giovane MC, è nato in Inghilterra, ma poi è
cresciuto nel
Queens. Il brano campiona classici funk dei primi '70 come "Found A
Child" by Ballin'jack,
"Scorpio"
di Dennis Coffey & The Detriot Guitar Band e "Daytime
Hustler" di Bette Midler. E al basso compare nientemeno che Flea
dei Red Hot Chili Peppers, all'epoca non ancora la band da stadio che
oggi conosciamo. Da notare che Flea lamenterà in seguito di essere
stato pagato con giusto 200 dollari e un po' di maria, mentre il disco
ha fatto guadagnare milioni... Young purtroppo non replicherà più il
colpo, ma nel 1989 è autore di altri due clamorosi rap hit planetari, "Wild Thing"
e "Funky
Cold Medina", entrambi di Tone
Loc e pubblicati dalla stessa etichetta per cui incide, la
Delicious Vinyl.
La
House Music è nata negli USA, ma è nella Gran Bretagna, dove diventa
"acida", e nell'Europa che trova la sua vera casa. E negli USA? Beh,
nella nazione che ancora è legata al concetto di "Disco Sucks", si
impone invece il cugino Hip Hop, nelle sue varianti ballabili. Ma la
differenza tra i due generi, pur evidente, è inferiore alle
similitudini: si tratta
infatti di generi "post-moderni", che si basano
sulla creazione di "pezzi mosaico", campionando
pezzi altrui e
svariati altri suoni e ricorrendo all'impiego dell'elettronica per
creare qualcosa di nuovo. E trasferendo "il potere" al DJ, o al MC...
E parlando di pezzi mosaico, ecco un trio che all'epoca ne realizza di
ineguagliabili...
De La Soul -
Lettera d'amore dagli alchimisti del rap
Prendiamo
EYE
KNOW, lettera d'amore a una fanciulla che arriva al N. 14
britannico. Vi compaiono il fischiettio del grandissimo Otis Redding in
"Dock
Of The Bay" e un campione di "Peg"
degli Steely Dan, dal cui ritornello "I know I love you better"
deriva il titolo del brano. Ma include anche campioni di "Remind Me"
di Patrice Rushen, "Make This
Young Lady Mine" dei Mad Lads e "Sing A
Simple Song"
di Sly & The Family Stone. E i tre alchimisti riescono a
tirarne
fuori una cosa che suona nuova e originale. Altro che Puff
Daddy o
Will Smith!
D'altra
parte il trio nato ad Amityville, New York, e formato da Kelvin Mercer (Posdnuos), David
Jude Jolicoeur
(Dave) e
Vincent Mason (Maseo), con la produzione di Prince Paul ha
sfornato una pietra miliare dell'hip hop come l'album "3 Feet
High and Rising",
nome che deriva da una strofa di Johnny Cash (tra gli ispiratori più
imprevedibili dell'epoca). La band crea pezzi "patchwork" miscelando in
modo brillante la Storia del Pop. E unendo ad essi testi
impegnati, positivi e arguti, dalle liriche basate
su giochi di parole, ne fanno i capiscuola del cosiddetto rap
alternativo e "consapevole", che più che contrapporsi
al feroce
rap politico dei Public Enemy, ne è il complementare rilassato e
pop.
Purtroppo
anche qui c'è la bega legale dietro l'angolo. L'uso fantasioso
e libero di campionamenti - non accreditati - non è infatti
gradito ad alcuni detentori di
diritti. In questo caso a Howard
Kaylan e Mark
Volman dei Turtles,
la cui "You
Showed Me" viene
campionata in "Transmitting
Live From Mars".
Ne deriverà una
causa legale che verrà stravinta dalle Tartarughe e che definirà con un
precedente una volta
per tutte le regole dell'impiego dei sampling. Gli autori dei pezzi
utilizzati dovranno essere sempre accreditati e, ovviamente, pagati.
Come diranno Kaylan e Volman, non sono contrari ai campionamenti, anzi.
Ma se non ricevono le royalties, son guai.
Il
precedente garantisce la giusta pecunia ai detentori dei diritti, che
dovranno sempre comparire nei crediti dei dischi. Tuttavia questo
porterà anche a un serio limite nella creatività "taglia e cuci" dei
rapper. Dat che i campionamenti costano, meglio usarne pochi ma in modo
intensivo: si apriranno le porte ai rifacimenti in stile karaoke di
successi pop. E anche gli alchimisti geniali come i De La Soul
ne usciranno fortemente ridimensionati.
Al momento tuttavia i tre sono la punta di diamante del gruppo di
rapper non violenti e positivi noto come "Native Tongue Posse". Ma non
sono i soli. vedere le Uscite Chiave per credere...
L'hip
hop da ballare
è comunque popolare anche in UK, dove si miscela con l'Acid House
formando l'Hip House. N. 3 UK il 28 ottobre, STREET TUFF
è il maggior successo di Rebel
MC and Double Trouble.
I Double Trouble son un trio di produttori, Karl 'Tuff Enuff' Brown,
Leigh Guest e Michael Menson. Questi fanno comunella con il rapper Rebel
MC (oggi
noto come Conquering Lion), noto all'anagrafe come Michael West.
Tuttavia proprio in virtù del successo commerciale riscosso, West
diventa un "paria" per la scena hip hop britannica, che lo considera un
venduto. In seguito tuttavia West passerà al reggae
e all'elettronica e in seguito alla commistione di questi, il jungle.
Un altro team che ottiene
un piazzamento nella Top 10
britannico a inizio settembre sono i Beatmasters,
arrivati al quinto Top 20 albionico. Il merito è di HEY
DJ! (I
CAN'T DANCE TO THAT MUSIC YOU'RE PLAYING), divertente pezzo
che lancia la rapper Alison Moira Clarkson, meglio
nota come Betty Boo,
per la sua
somiglianza con il personaggio dei cartoon Betty Boop (cambiandone
leggermente il nome per ovvi motivi di copyright). Betty avrà un buon
successo in proprio l’anno prossimo, con ben due Top 10 UK e un album
di nome
“Boomania”.
Un’altra cantante/rapper è stata lanciata da un altro gruppo chiave
della scena house britannica, i Bomb
The Bass. Si tratta di Neneh
Cherry, che
piazza il terzo grande hit in meno di un anno con KISSES ON
THE WIND, N. 8 USA il 30 settembre.
E
a novembre arriva al N. 1 UK anche un'altra ragazza lanciata da un team
di produttori House, anche se in questo caso è necessario rallentare
nettamente i battiti al minuto...
Lisa Stansfield -
Tutto l'amore per Barry
Non
tutti i team di produttori prendono vocalist adipose e di mezz'età
e poi le
sostituiscono per il beneficio delle telecamere con modelle. Alcuni
riescono ad assicurarsi vocalist molto telegeniche che poi avviano
verso carriere soliste di buon successo. Tra questi pigmalioni house ci
sono i Coldcut.
Dopo aver lanciato la platinata Yazz nel 1988, il duo
lancia un’altra vocalist che in autunno arriva meritatamente al N. 1 UK
scalzando l’orrido Coniglio. Si tratta di Lisa Stansfield, la cui voce
calda intepreta ALL AROUND
THE WORLD. Il
pezzo è un vero e proprio omaggio al grande Barry White,
con tanto di intro parlato che ricorda molto quelli recitati dal
vocione profondo del testosteronico grassone. Il pezzo viene realizzato
da Lisa con il fidanzato (nonchè futuro
marito) Ian Devaney
e con Andy Morris.
La prima registrazione avviene in un piccolo studio su un 8 tracce.
L'idea dell'intro avviene durante la registrazione e lo "ya ya ya ya"
che compare nel ritornello viene messo in attesa di trovare un testo
che funzionasse. Poi vedono che funziona bene e lo tengono...
Ma
chi è Lisa Jane Stansfield?
La ragazza ha debuttato in uno show tv per nuovi talenti nel lontano
1982, ad appena 16 anni. Per tutti gli anni '80 sforna singoli senza
alcun successo. Tuttavia diventa una stella da programmi TV per
bambini. Durante questo periodo tuttavia la ragazza sbandiera
fieramente le sue origini proletarie (viene da una famiglia di
minatori), tanto che in seguito Shaun Ryder degli Happy Monday dirà che
la Stansfield fa sembrare chic l'andare in miniera... La ragazza poi si
unisce a una band, i Blue
Zone (in cui
milita anche Devaney) che si fa notare, pur senza vendere, con il
singolo "Jackie".
Poi arrivano i suoi pigmalioni. I Coldcut,
per i quali canta "People
Hold On",
hit nella primavera del 1989. E ora la ragazza arriva al N. 1 l'11
novembre, segnando quasi un momento di temporaneo sollievo tra Jive
Bunny e i New Kids On The Block. Il singolo nel 1990 arriverà nella Top
3 della Billboard chart e al N.
1 della classifica R'N'B americana: non era mai successo che una
cantante britannica bianca ottenesse tale risultato. lei
ci riuscirà per altre due volte. E intanto "All Around The World" si
piazzerà in vetta in 12 paesi...
Il successo del singolo lancia anche l'album di debutto, "Affection",
che esce a novembre e arriverà a vendere più di 5 milioni di copie a
livello mondiale... Una nuova stella è arrivata in città.
"All Around The World" verrà omaggiata nientemeno che da Barry White, che nel
1992 la canterà con Lisa, e verrà vampirizzata nel '97 da
Puff Daddy nella sua "Been
Around The World".
E ora riportiamo in alto i bpm...
Tra
le varie scene legate alla House che si stanno imponendo nel Vecchio
Continente c'è anche quella Rave. E tra l'estate e l'autunno risuona la
ritmica ossessiva e iponotica di uno degli inni della nuova scena...
Lil' Louis - Il tuo
bacio è come un rave
Il
pezzo arriva in estate. Ma è in autunno che raggiunge il massimo
successo. Un pezzo sintetico minimale. Un loop ritmico che a un certo
punto rallenta e su cui si innestano i mugolii
cicciolineschi di una fanciulla. Una versione aggiornata all'acido del
1989 degli algidi elettro-orgasmi di Donna Summer? Probabile. E
probabilmente gli adolescenti sporcaccioni comprano il “pezzo
sexy” per chissà
quali loschi obiettivi. Ma, come fatto notare da Marco Mancassola nel
suo bel libro "Last Love
Parade", questo pezzo ha a che fare col sesso
solo a un livello molto superficiale. Perchè in realtà è interpretabile
come una metafora di una
nuova esplosione: quella provocata dall'ecstasy e dalla
cultura rave.
Il pezzo di cui parlo è FRENCH
KISS (qui
una prima versione del video) e in realtà risale al 1987, anno del
primo botto commerciale della House. Il suo autore è Lil' Louis, un
DJ e produttore di Chicago di nome Marvin Louis Burns.
Anzi, uno dei più popolari DJ della scena della Città Ventosa, nota
culla della House. Il suo
pezzo diventa un grande successo locale e, dopo due anni e un
contratto con la Epic per la distribuzione, diventa un hit multiplatino
a livello mondiale, nonchè uno dei pezzi che definiscono il nuovo sound
da (s)ballo. Il singolo è arrivato al N. 2
UK ad agosto ed
è in gran parte delle Top 10 europee questo autunno (N. 2 in Germania).
Negli USA il contenuto "osè" non lo aiuta, ma domina per due settimane
in
ottobre la classifica dei dischi più passati nelle discoteche. Ne
esiste anche una versione
vocale, in cui compare la voce di una ex corista di
Chaka Khan, Shawn Christopher. Il pezzo genera una
sfilza di cover, tra cui una degli Honesty '69 che si piazza nella Top
10 tedesca.
Da notare che Lil' Louis sarà l'unico produttore house di Chicago a
riuscire ad ottenere un contratto con una major. Con la Epic
realizzerà due album di house mista a jazz-fusion e
R&B.
Dopodichè si dedicherà alla sola produzione nel suo studio di New York,
lavorando anche con gente come Babyface (vedi sotto)...
Ma torniamo a Manchester ancora una volta...
808 State - Stato
mentale emotivo ballabile
Un
gruppo che prende il
nome da una batteria elettronica della Roland (la
TR-808) e condivide un particolare "stato mentale". La
band è formata a
Manchester nel 1988 dal proprietario di un negozio di dischi, Martin
Price e da due suoi clienti: Graham Massey e Gerald Simpson.
All'inizio
formano un gruppo hip hop, ma subito virano verso l'acid house,
assumendo il nome definitivo, e pubblicando il debutto, "Newbuild", per
l'etichetta indipendente di Price, la Creed.
E nel
novembre del 1989 il trio conquista la Top 10 britannica con PACIFIC
STATE.
Merito del DJ di radio 1 Gary Davies, che nota il pezzo in una
compilation. Lo programma a manetta e questo attira l'attenzione della
ZTT Records di
Trevor Horn. E così i tre vengono messi sotto contratto e
pubblicano
il pezzo su singolo. La versione pubblicata differisce tuttavia
dall'originale, contenuta nell'E.P. "Quadrastate".
Il pezzo è un altro
inno da rave
del periodo, grazie anche alla melanconica e atmosferica
melodia al sax. E al contempo, anche grazie all'album "808: 90", il loro
terzo (contando "Quadrastate"), diventano tra i principali esponenti
dell'"ambient house",
applicazione delle idee di musica "ambientale" di Brian Eno alla
ritmica da pista da ballo. Ovvero inserendo emotività sulle
basi
ritmiche minimaliste.
Nel frattempo, alcuni rappresentanti della prima ondata commerciale
house e techno stanno segnando il passo. È il caso degli S-Express, che
stanno perdendo i pezzi (all'epoca son formati da Mark Moore e dalla
futura star Sonique) e non vanno oltre il N. 21 UK con MANTRA FOR
A STATE OF MIND. E anche gli Inner City arrivano
per l'ultima volta nella Top 20 UK con WHATCHA
GONNA DO WITH MY LOVIN', cover di Stephanie
Mills e loro quinto hit. Va
detto che la band di Kevin Saunderson e Paris Grey tuttavia sta
rallentando il ritmo, sposando maggiormente la ritmica
dei Soul II Soul
e avvicinandosi a quello che sarà definito l'Acid Jazz. E proprio i Soul II Soul di Jazzy B,
dopo aver dominato le chart europee in estate, stanno sfondando alla
grande negli USA con i primi due singoli: le classiche KEEP ON
MOVIN' e BACK TO
LIFE. Ma di queste parlerò in altra occasione.
Tuttavia
i Soul II Soul saltano fuori parlando di un altro artista, che è stato
accusato dalla stampa di aver rubato alla band di Jazzie B, per la
title track del proprio album, "Feeling
Free", il piano di "Happiness"
e la base ritmica di "Jazzies
Groove".
Ma il tipo è un
recidivo. Infatti il suo grande hit di questo autunno
deruba la caratteristica base ritmica a un altro pezzo dance che nel
1988 non è andato oltre un piazzamento al N. 28 in UK. Il brano
derubato è "Break 4
Love" dei Raze.
E il "ladro" è
il tedesco di origine americana Sydney Youngblood. E
il "corpo del reato", ovvero la canzone incriminata, è IF ONLY I
COULD,
suo grande hit che arriva al N. 3 in Gran Bretagna e
in Germania, per tacer del resto
dell'Europa. Voi direte: l'ha campionata, vabbè. Certo, ma senza
citarne l'autore Vaughan
Mason. Alla base, presa in toto e in bella
evidenza (altro che De La Soul!), viene aggiunto un arrangiamento pop
R'N'B e un testo alla "volesome bene" e il giochino riesce. La furbata
è (ma guarda un po') di un
produttore tedesco, tal Claus Zundel, che
farà tanti bei soldoni negli anni '90 con progetti come Sacred Spirit,
in cui abbinerà ai canti tradizionali degli indiani d'america basi
ritmiche elettroniche. Un progetto molto "new age" che venderà 15
milioni di copie...
Il
sound dinoccolato dei Soul II Soul rappresenta all'epoca la
nuova
via al R'N'B britannico. Ma negli USA che succede in campo R'N'B?
R'N'Pop
Americano: Babyface e poco altro...
La musica black americana è dominata dal
New Jack Swing,
versione aggiornata all'era hip hop del doo woop. Se l'ex
New Edition
Bobby Brown
è la star del momento (e piazza al N. 7 USA il quinto hit dal
multiplatino
"Don't Be
Cruel", la ballata
ROCK
WIT'CHA), il vero Re
del genere è il produttore
Kenneth
Brian Edmonds meglio
noto come
Babyface,
che, guarda caso, ha scritto proprio "Rock Wit'Cha".
Babyface - La
scalata del Re dalla Faccia da bambino
Kenneth
è il quinto di sei fratelli di una famiglia di Indianapolis. È
il grande
Bootsy Collins,
con il quale suona ancora teenager negli anni '70, a dargli il
nomignolo "Babyface", ovvero "Faccia da bambino". Poi entra a far parte
di gruppi come
Manchild
e
The Deele,
con cui, nel 1988, assapora per la prima volta la Top 10 USA grazie al
singolo "
Two
Occasions". Nei The Deele si trova a lavorare con
Antonio "L.A." Reed:
si forma così uno dei più fortunati team di autori/produttori degli
anni '90. Mettono a punto la ricetta nel 1988 e dall'inizio del 1989 i
due hanno già messo a segno grandi hit (a dire il vero un po' troppo
simili tra loro) per Sheena Easton ("
The Lover
In Me"), Bobby Brown ("
On Our Own",
"
Every
Little Step"), Karyn White ("
Secret
Rendezvous", "
The
Way You Love Me" e "
Superwoman").
Ora Kenneth scende in campo in prima linea, ovvero come interprete
solista e piazza al N. 7 USA il 28 ottobre la ritmata
IT'S NO
CRIME.
Il
singolo in realtà non è il suo debutto solista. Il nostro ha già
sfornato un album, di scarso successo, nel 1986.
"Tender
Lover" è
quindi il suo secondo album. Ma a differenza del primo, questo venderà
oltre 2
milioni di copie...
Ah, i due nel 1989 fondano anche la propria etichetta, la LaFace
Records, destinata a modellare il suono R'N'B degli anni '90...
In
classifica c'è anche chi ha segnato il suono black degli '80, ovvero
Prince, che
troviamo ancora in piena batmania. Dopo lo strabordante
successo estivo di "Batdance",
questo autunno il principe piazza nelle chart altri due singoli
dalla colonna sonora del primo "Batman" timburtoniano. Il
primo è
la divertente PARTYMAN,
che nel film accompagna la
scorribanda museale del Joker di Jack Nicholson. Il pezzo
diventa un Top 20 su ambo le sponde atlantiche e viene poi seguito
dalla più convenzionale ballata THE
ARMS OF ORION, cantata assieme a una delle sue innumerevoli
pupille, Sheena Easton.
Tra le altre ballate R'N'B del periodo va citata SHOWER ME
WITH YOUR LOVE dei Surface,
trio del New Jersey formato da Bernard
Jackson, David Conley e David
Townsend. I tre sono stati autori di hit per altri artisti
black e ora
ottengono il successo in proprio. Il singolo è il loro primo grande
successo e approda al N. 5 USA. L'anno prossimo arriverà un N. 1...
Rimanendo in ambito ballate "quiet storm", ricordiamo I NEED
YOUR LOVIN' che porta al N. 8 UK in settembre la cantante
americana Alyson Williams.
La
ritmica sincopata del New Jack tuttavia viene prontamente assorbita dal
Pop e praticamente si assiste a un'invasione di pezzi piuttosto simili
che si contendono la vetta della chart USA...
Janet Jackson - Le
buone intenzioni e la ritmica
La
sorellina di Michelino, Janet Damita Jo Jackson,
accompagnata dai fidi produttori Jimmy
Jam e Terry Lewis -
previa rinegoziazione del contratto -, è chiamata al difficile compito
di replicare il clamoroso successo di "Control". Le sue
dichiarazioni
sono del tipo "non
voglio realizzare un "Control" Parte Seconda!". I
lavori partono a Minneapolis nel settembre 1988 e vanno avanti per
mesi. Durante i quali la nostra con i
fedeli scudieri si spreme le meningi. E realizza “Rhythm
Nation 1814”,
ovvero "Control" Parte
Seconda...
Musicalmente
il nuovo album parte da dove il predecessore aveva
lasciato. Pezzi ritmici sincopati e qualche ballata zuccherosa. Insomma
niente di nuovo: esattamente quello che il mercato (americano)
dell'epoca richiede. Il nuovo album è tuttavia in parte diverso dal
precedente per alcuni dei temi
trattati. L'intenzione di partenza sarebbe stata di affrontare
tematiche sociali, quasi a voler fare
una versione aggiornata e martellante di "What's Going On" di Marvin
Gaye. Poi però, nel corso della lavorazione devono aver cambiato idea e
a un certo punto Janet, dopo le prime tre tracce "impegnate", dice "Qual'è il punto? Cristo,
balliamo!".
È questa esclamazione che introduce nell'album il primo singolo
estratto, la martellante MISS YOU
MUCH. Il pezzo arriva inevitabilmente
al N. 1 USA il 7 ottobre, restando in vetta per quattro settimane.
L'album fa altrettanto a partore dal 28 ottobre. E venderà per tutto
l'anno successivo, grazie ai 7(!) Top 5 USA estratti da esso (tra cui
ben 4 N. 1 in 3 anni diversi anni).
"Miss You Much" è anche il primo pezzo su cui il
trio ha
lavorato. Il pezzo è
già in fase di lavorazione da parte di Jam e Lewis quando arriva Janet.
Siamo nell'autunno 1988. La scrittura viene completata con la Jackson e
vengono registrati i cori.
Per la parte vocale di Janet invece si aspetta una successiva
sessione di registrazione, nel febbraio 1989, in modo che la
Diva
si riabituasse a miagol... ehm cantare. Il tema del pezzo è ispirato a
una lettera della fidanzata di Jam che si conclude con un "mi manchi
tanto". Meno male che non gli ha lasciato un altro genere di
biglietto sennò probabilmente il pezzo si sarebbe chiamato
"Bring
out the garbage"...
Se
negli USA il successo del brano è a dir poco inevitabile, vista la
popolarità della artista, in UK l'accoglienza è decisamente più fredda
e il singolo non va oltre la 22esima posizione. Pure in Europa il
singolo non spacca. Janet dovrà attendere il 1993 e il suo quinto album
per diventare una superstar anche nel Vecchio Continente.
Ah, sapete che significa il 1814 del titolo
dell'album? é il codice assegnato all'album dalla A&M. Poi
hanno
pure scoperto che è l'anno in cui è stato composto l'inno americano...
Tra le cose
memorabili di "Miss You Much" c'è di sicuro il video, con un balletto
con tanto di "cadreghe"
che verrà copiato da parecchi altri. E parlando
di balletti e coreografie...
Paula Abdul - Cuore freddo, piedi caldi e il pensiero a Bob
Sul
filone ritmico della Jackson si inserisce pure la coreografa (e
futura giudice di “American Idol”) Paula Abdul, che sta conoscendo il
suo momento di grande successo discografico, iniziato nei primi mesi
del
1989 con l’hit mondiale “Straight Up”.
Quel singolo a dire il vero è un buon pezzo pop-dance, mentre buona
parte
dell’album “Forever Your
Girl”
cade a metà tra il pop anonimo e la replica
di suoni altrui. Ciò non impedisce tuttavia all’album di vendere oltre
7 milioni di copie negli USA e di sfornare ben 4 N. 1 americani tra i
singoli. Il terzo consecutivo arriva proprio il 2 settembre
con COLD
HEARTED,
scritta da Elliot Wolff,
già autore di "Straight Up" e collaboratore di
Peaches &
Herb. Il pezzo è in perfetta linea con le ritmiche
sincopate del periodo. Ma la cosa migliore è il video in cui si rivela
il vero
talento di Paula: la
coreografia. Qui si permette di citare nientemeno
che una splendida sequenza, molto hot, di un grandissimo film
del Re
di tutti i coreografi, Bob
Fosse, idolo di Paula. Il film è “All That Jazz” e la
Abdul
ne riprende la magnifica sequenza di ballo intitolata "Airotica",
che include il pezzo "Take Off With Us". Ovviamente l’elevata eroticità
del film viene quasi totalmente eliminata, anche perchè il video deve
circolare su
MTV e il pezzo deve essere venduto ai teen agers. Il successo in Europa
della Abdul è altalenante e “Cold Hearted” non fa breccia. Si rifarà.
Una
cosa in comune tra Janet Jackson e Paula Abdul sono le coreografie
curatissime. Un’altra è la ritmica in evidenza. Anche perchè se si
dovessero basare sulla sola voce, sarebbero fritte. Certo, i miagolii
di
janet sono comunque piuttosto sexy e alla fine funzionano. La voce
della Abdul è invece più vicina allo squittio alla Britney Spears. Poi
c'è chi magari non ha un repertorio memorabile, ma almeno canta...
Gloria Estefan -
Fuori in solitario dalla Macchina del Ritmo
Nel
1989 Gloria diventa definitivamente la cantante
latino-americana
di maggior successo mondiale. Sono lontani quando
era più che
altro nota come "la
brunetta dei Miami Sound Machine". E nel 1989 la
cantante (e il di lei manager/produttore, il marito Emilio Estefan)
decidono di mettere da parte il gruppo per lanciare
definitivamente Gloria come cantante solista. In realtà l'album è
inizialmente ancora accreditato a Gloria Estefan &
Miami
Sound Machine, ma oramai le luci son solo per lei e ben presto la band
viene persa per strada. D'altra parte i Miami Sound Machine si son
dissolti perdendo tutti i membri fondatori anno dopo anno. L'ultimo ad
andarsene, nel 1988, è stato il batterista Enrique "Kiki" Garcia,
co-autore di hit come "Conga"
e "Rhythm
Is Gonna Get You".
L'album
"Cut Both Ways"
esce in estate e si appresta a diventare il suo più
grande successo (oltre 10 milioni di copie). Negli USA arriva al sesto
posto, vendendo nel giro di poco tempo un milione di copie, mentre in
agosto è al primo posto in Gran Bretagna (a pochi mesi di distanza dal
predecessore
"Anything For You"), dove rimane per sei settimane fino a metà
settembre (viene detronizzato dalla colonna sonora del musical teatrale
"Aspects Of Love"). E il primo singolo estratto, I DON'T
WANNA LOSE YOU,
tipica ballata "latina" (Pausinesca ante-litteram) e dedicata al
maritino
(l'ultimo pezzo
composto per l'album), dopo aver raggiunto la sesta posizione
britannica diventa il secondo N. 1 di Gloria (ma stavolta senza band)
negli States il 16 settembre, tra Milli Vanilli e
NKOTB. L'album
nel frattempo arriva al N, 6 americano, mentre la dominazione in Terra
Britannica prosegue grazie ai nuovi estratti, OYE MI
CANTO (Hear My Voice) (N. 16 UK) e GET
ON YOUR FEET
(N. 11 USA). La ricetta è semplice: pop, dance e, ovviamente, ritmi
latini. E la Estefan è l'unica a proporla con successo nei mercati
anglofoni. Il successo sembra inarrestabile e la Estefan
diventa
un simbolo per la comunità latina degli USA, finendo addirittura
invitata alla Casa Bianca. Tuttavia nel marzo del 1990 un tragico
incidente che coinvolge il suo tour bus rischia di spezzarle schiena e
carriera. Ma la ragazza è una tosta e, come cantava un'altra Gloria,
sopravviverà...
E parlando di tipe toste...
In
classifica c’è pure il terzo singolo tratto da “Like A Prayer” per
Lady Madonna.
Si tratta della motowneggiante CHERISH,
un bel
zuccherino pop, prodotto dalla Diva con il fido Patrick Leonard, che
segue il gospel "sacrilego" della title track
e la più
house (su singolo) “Express
Yourself” nelle top 5 USA e UK. Il pezzo è accompagnato da un
bel video marinaro in B/N diretto da Herb
Ritts,
grande fotografo noto per le foto in bianco e nero che richiamano i
modelli dell'arte classica. Ha già fotografato Madonna e sua è la foto
sulla copertina di "True Blue". Il video segna il suo debutto come
regista di clip (è la Ciccone ad "obbligarlo" a passare dietro la
cinepresa). E tra il 1990 e 1991 filmerà altri due grandi video:
uno proprio per Janet Jackson ("Love Will
Never Do (Without You)"), l'altro, splendido, con una Helena
Christensen da infarto, per Chris Isaak (per la magnifica "Wicked Game").
Intanto
la Ciccone torna signorina, dato che a settembre divorzia dal primo
marito, Sean Penn. E nel video di "Cherish" compare, nei panni di un
tritone, il bonazzo con cui
la ex signora si sta consolando, Tony Ward.
Intanto agli MTV Awards
la Material Girl sfidera una delle sue migliori esibizioni (ovviamente
parlo di coreografia, non di voce) con "Express
Yourself".
Si porterà a casa qualche premio, assieme alla Abdul e ai Living
Colour.
Ma il premio per il
miglior video andrà a un grande Vecchio Leone del Rock,
che ci permette di parlare di tutti i veterani che affollano le chart
salvandoci le
orecchie da New Kids & C...
INPS Rock:
resuscitati e veterani
Il Leone in questione
tuttavia non è esattamente un vero
Leone, ma un Orso, anzi,
un
Orso dal Cuore d'Oro che viene dal Canada..
Neil Young
- Neil torna a fare rock (e al successo).
Si tratta di
Neil
Young che si porta a casa l'MTV Award più grosso con la
sarcastica "
This
Note's For You", in cui sfotte gli spot pubblicitari glamour
dell'epoca e
soprattutto le pop star che ne sono protagonisti a suon di bigliettoni.
Non per nulla nel video compaiono i sosia di Michelino e di Whitney...
L'intero album omonimo è un attacco all'estrema commercializzazione del
rock, oramai più votato a pubblicizzare prodotti che a fare musica. Da
notare che l'album è accreditato a
Neil
Young & The Bluenotes,
cosa
che fa guadagnare a Young una causa legale mossa da Harlod Melvin,
fondatore dei Blue Notes, storica band del Philly Sound. Neil così
cambierà il nome della band in Ten Men Workin'...
Il
video si
becca il premio grosso di MTV. La cosa buffa è che nel 1988, anno della
sua uscita, il canale invece l'ha addirittura boicottato, censurandolo
dalla programmazione. Poi evidentemente i cervelli di MTV devono aver
cambiato idea... In ogni casi al momento della vittoria, il pezzo e
l'album rappresentano già il passato per Neil. Questo autunno
infatti esce il nuovo album dell'orso canadese. Si tratta di
"Freedom",
album che segna il ritorno alla grande al rock elettrico e che riporta
al successo il cantautore. merito anche dell'inno compreso nell'album "
Rockin' In
A Free World",
presente in una travolgente versione elettrica e in una versione
acustica. Concepito prima del crollo del blocco socialista, il pezzo ne
diventa la colonna sonora.
Sembra
che l'origine sia legata alla visione dei funerali dell'Ayatollah
Khomeini:
durante la cerimonia vengono bruciate bandiere americane e uno dei
musicisti di Young dice che è meglio evitare il Medio Oriente e
rimanere a fare rock nel "mondo libero". Ma non crediate si tratti
della solita trita celebrazione dell'America. Beh, se lo avete pensato
è ovvio che non conoscete Young. Il pezzo è invece una dura critica
alle politiche sociali di Reagan e Bush senior, di cui cita
polemicamente alcuni slogan. Insomma, "mondo libero", ma con sarcasmo.
Ovviamente molti americani penseranno solo al ritornello (un altro caso
"
Born In The USA")
e lo considereranno "patriottico" (un pezzo patriottico USA fatto da un
canadese? Ma dai...). Tuttavia il pezzo acquisirà nuovi significati
anche durante la seconda Guerra del Golfo, come evidenziato dal suo uso
in
"Fahrenheit 9/11"
di Michael Moore.
Da notare che il pezzo verrà suonato agli
MTV
Awards del 1993 da Young assieme ai
Pearl Jam.
Ma ci son in circolazione molti altri
"vecchiacci", anche se non tutti in perfetta forma...
The Rolling Stones
- Le pietre rotolano come ruote d'acciaio.
Partiamo dai più stagionati di tutti, gli immarcescibili Rolling
Stones. Ormai hanno poco di nuovo da dire. Il loro "Steel Wheels" nulla
aggiunge o toglie alla loro gloria. MIXED
EMOTIONS
è il primo singolo estratto e diventa l'ultimo dei 23 Top 10 USA della
band,
arrivando al N. 5. In UK invece il pezzo non funziona granchè (si ferma
al N. 36).
Il pezzo
tuttavia segna il ritorno della pace tra Jagger e Richards:
lo scrivono assieme in vacanza alle Barbados e poi lo registrano a
Montserrat.
L'album è anche
l'ultimo di studio a cui partecipa il bassista Bill Wyman,
che mollerà gli Stones nel 1992. Se l'album tutto sommato non è
memorabile, non altrettanto si può dire per il tour che l'accompagna,
all'epoca il più grande della band (che ovviamente si supererà negli
anni a venire). D'altra parte ormai gli Stones sono più una superband
da concerti grazie a uno dei repertori classici più leggendari della
Storia del Rock. E il faraonico tour mondiale che parte nell'agosto del
1989 e durerà un intero anno (da noi passano nel luglio 1990) sta a
testimoniarlo. Da notare che il tour è anticipato il 12 agosto da
un'esibizione a sorpresa nel Connecticut, davanti a 700 fortunati
spettatori che
non si sarebbero mai aspettati di vedere Jagger e soci davanti... Lo
Steel Wheels/Urban Jungle Tour
verrà immortalato nell'album live del 1991 "
Flashpoint".
Il
buon Mick intanto si dedica anche al
sostegno di nuovi
talenti e per i concerti americani del Tour chiama una delle band
rivelazione dell'anno, i Living
Colour,
che all’epoca fan sensazione per essere una band di neri dediti al
rock. Eh già, è dai tempi di Jimi Hendrix che non si vede un vero e
proprio rocker di colore negli USA. Purtroppo in America i ragazzi
saranno destinati a rimanere un caso isolato per anni. I quattro son
stati scoperti proprio da Mick. Infatti due di loro, oil leader Vernon Reid e il
batterista Will Calhoun
hanno suonato nel suo album solista del 1987, "Primitive
Cool". Responsabili di un'incendiaria mistura di mistura di
rock
duro, hip hop e funk, dopo la
travolgente e dura “Cult Of
Personality”, i ragazzi piazzano nella Top 40 USA
un altro singolo tratto dal loro album di debutto "Vivid", la
scanzonata GLAMOUR
BOYS, in cui lo zampino di Mick Jagger come produttore si
sente, e non poco!
E dalle Pietre passiamo ai loro più fortunati epigoni...
Aerosmith - Pump
nell'ascensore
"Second floor,
hardware, children's wear, lady's lingerie. Oh, good morning Mr.
Tyler...going down?"
Meno
vecchi ma altrettanto raggrinziti da mille stravizi sono gli
Aerosmith. Steven Tyler
al momento non
si è ancora fatto interventi estetici che lo faranno sembrare una
specie di Vanoni hard rock. Reduci da una delle resurrezioni più
clamorose della storia, ripuliti dalle droghe, i cinque rocker di
Boston tornano alla grande con il divertente "Pump".
L'album, il loro decimo, li vede in perfetta forma, con inclusione di
elementi estranei fino ad allora al loro tipo sound. Compaiono pure
tastiere e fiati che tuttavia funzionano alla perfezione, senza
appesantire i pezzi che scorrono via agili come gazzelle. La band si
diverte a suonare e si sente. Inizialmente il lavoro doveva intitolarsi
"Here's Looking Up Your
Old Address", ma poi viene scelto "Pump",
ritenuto "più anni '90".
Venderà 7 milioni di copie negli USA e sfornerà ben 3 Top 10. Il primo
arriva con il primo singolo, LOVE IN AN
ELEVATOR.
Il pezzo, stracolmo di doppi sensi, vede la band impegnata a
fare quel che le riesce meglio, ovvero un rock diretto e ironico.
Sembra che il brano abbia a che fare con una reale esperienza di vita
del buon Steven. Beh, non si fatica a crederlo... Il pezzo
vede i
cinque esibirsi anche a cappella e vede la voce di Tyler combinarsi
alla chitarra di Joe
Perry. Il
singolo si piazza al N. 4 USA e al N. 13 UK, diventando il primo Top 20
UK della band, a quasi 20 anni dalla formazione!.
In
un'attrazione dei parchi Disney, il Rock N' Roll Rollercoaster,
dedicato
ai cinque bad boys di Boston, il pezzo suona, ribattezzato "Love In A
Rollercoaster". In un parco della bacchettona Disney?!? Mi sa che non
hanno capito che intende Steve quando canta "kiss
your sassafrass"...
E parlando di resurrezioni, direttamente dalla tomba, ecco a voi,
avvolto da catene...
Alice Cooper -
Veleno o medicina?
Il
buon vecchio Alice è il Lazzaro per eccellenza del 1989. Il
pezzo che lo riporta in alto è POISON, rockazzo
goticheggiante venato di sadomasochismo ("I want to hurt you just to hear
you screaming my name").
Il veleno del titolo è una fanciulla che evidentemente fa tanto male al
vecchio rocker pitonato (in realtà il pezzo si potrebbe riferire anche
all'alcolismo di cui ha sofferto per anni). Ma non nuoce certo alla sua
carriera,
che riceve una bella dose di Gerovital. Alice si ritrova ad agosto al
N. 2 UK (fermato solo dal dannato Coniglio) e in autunno entra nella
Top 10 dei singoli USA, piazzandosi al N. 7. Il suo ultimo Top 10
americano risaliva al lontano 1977, mente la Top 10 UK non la vedeva
dal 1973... Il pezzo lo rilancia anche in mezza Europa e in Australia,
arriavndo al
n. 7 anche in Germania.
Tale
rinascita, dopo anni passati a realizzare album dallo scarso successo e
a partecipare con piccole parti a film horror (tra cui anche
l'eccellente "Il Signore Del Male" del grande John Carpenter), è dovuta
al nuovo contratto, firmato dal rocker con la Epic. Con tale etichetta
realizza l'album "Trash" prodotto da Desmond Child, già
produttore di
enormi successi per Bon Jovi e Aerosmith (per i quali produce anche
alcuni pezzi di "Pump"). E infatti sia Jon Bon Jovi sia Steven Tyler
partecipano al disco. Aiutato dall'hit, l'album riporta Cooper nelle
Top
20 su ambo le sponde atlantiche: vi mancava dal 1975, anno di "Welcome To My Nightmare".
E il tour mondiale, lungo un anno, sarà altrettanto un
successo.
Chris Rea - La circonvallazione per l'inferno
Un altro veterano (il suo esordio risale al 1978) è Chris Rea. Perso definitivamente l'iniziale successo americano, l'italo-irlandese (nato in Gran Bretagna) nel corso degli anni '80 ha visto aumentare anno dopo anno la sua fama in Europa e in novembre arriva al picco del successo, dominando per tre settimane l'album chart UK con "The Road To Hell", infilandosi tra gli Erasure e Phil Collins. L'album, accompagnato su singolo dalla seconda parte della title-track, THE ROAD TO HELL (Part 2), suo unico piazzamento nella Top 10 britannica dei singoli. Il successo europeo procede pari pari all'evoluzione del suono di Rea, che dall'iniziale pop sta sempre più spostandosi verso un rock blues che all'epoca fa sembrare Leonard Cohen che canta i Dire Straits. Il titolo di album e singolo si riferiscono alla M25 motorway, ovvero alla circonvallazione di Londra. La superstrada all'epoca è luogo di ritrovo per i ravers (e gli Orbital prenderanno il nome da essa, nota anche come Greater London's Orbital Motorway). Ma Rea non si riferisce certo ai rave. Il pezzo si riferisce a un ingorgo stradale in cui lui si trova coinvolto, mentre il fiume avvelenato di cui parla è l'inquinatissimo fiume Tees, presente nel Nord dell'Inghilterra, in cui Rea è cresciuto. Quindi più che alla M25, quando parla di "strada per l'inferno", si riferisce al "progresso" a tutti i costi del mondo occidentale. Comunque c'è chi sostiene che la superstrada sia effettivamente la strada per l'inferno, e in senso letterale. Infatti c'è una teoria che sostiene che sia stata progettata sotto l'influenza del maligno e che ricordi un sigillo infernale. Potrebbe essere vero. Non per nulla l'ha inauguarata Margaret Thatcher...
Ma
non ci son solo veterani in circolazione. Ci sono infatti due grandi
veterane tornate alla luce delle zone alte delle charts negli anni
scorsi...
Tina Turner - Il
miglior pezzo? Nel titolo...
Tinona
è risorta 5 anni fa e da allora non si è più fermata e ogni cosa che
tocca diventa d’oro. E ora pubblica il terzo album post-rinascita, "Foreign Affair".
Dopo tutto quello che ha passato non si può non volerle bene. È una
sopravvissuta. Le
strette economiche e le botte son fortunatamente ormai un lontanissimo
ricordo del passato. E probabilmente in questo sta il problema. Ora
Tinona si limita a fare la Signora della Musica. Se l'è
meritato,
ovvio, però lascia un po' di amaro in bocca. Perchè il
repertorio inizia a dare segni di stanchezza. Ma la colpa è
anche
del pubblico. La ama e vuole da lei "pezzi alla Tina Turner". E così
lei lo accontenta e fa partire la fotocopiatrice. Cavolo, ha fatto la
fame ed è stata riempita di botte, se lo merita il successo che adesso
sembra scontato ad ogni sua uscita. Anche quando propone pezzi come THE
BEST (qui
si sente meglio, ma non è il video). Eccola qua, la canzone che poi
risuonerà da ogni autoradio tamarramente sparata ad alto volume, a ogni
premiazione, come sottofondo di ogni servizio dedicato
allo sportivo di turno, e verrà cantata da varie showgirls senza
un'unghia del talento di Tinona. Ma che, pur con tutta la carica
innestata, non regge il confronto con gli analoghi pezzi di
“Private Dancer”. D'altra parte all'epoca era una questione di vita o
di morte, e Tinona cantava ogni pezzo come se fosse l'ultimo a sua
disposizione, schiacciando in un angolo la pur laccata produzione sotto
tonnellate di grinta disperata.. Ora Tinona è felice e
tranquilla, e si limita a fare Tina Turner.
"The
Best" non è tuttavia stata scritta per Tina. Mike Chapman e Holly
Knight, già autori di un grande hit per la Turner ("Better Be Good To Me"),
l'hanno scritta per Paul
Young che la rifiuta. La incide per
prima Bonnie
Tyler
nel 1988. La versione di Tina è praticamente la stessa della Tyler.
L'assolo di sax che vi figura è invece opera di Edgar Winter, leader
della band anni '70 The Edgar Winter Group. Se con la Tyler il pezzo
non vende, con Tinona invece arriva al N. 5 UK e nella
Top 20 USA, diventando un enorme hit paneuropeo. E “Foreign Affair”
diventa un best-seller, anche se si rivela più come un compitino ben
scritto e ben recitato, ma senza l’animaccia. Ma la si perdona
vedendola sul palco di un concerto. Dove non "fa" ma "è" Tina.
Se le gambe di
Tina son un tesoro della natura, a volte i geni da soli possono non
bastare e allora ecco che interviene un bisturino. Poi la Diva
bisturata, con tutto quel che ha speso, vuole far vedere i
risultati. E lo fa. Mostrandoli proprio tutti... Si, tutti...
Cher - 100 marinai
per una tardona, ovvero "cannoni e farfalline"
Eccola qua nel video del suo nuovo grande hit, IF I COULD
TURN BACK TIME.
Con indosso una calzamaglia di rete "nude-look" che copre
giusto
il
minimo in mezzo a una curma di marinai allupati che sembra non abbiano
visto una donna da mesi. Appollaiata a cavalcioni di un cannone della
corazzata USS Missouri. E sempre a proposito di cannoni, che dire di
quelli che si ergono maestosi in alcune sequenze? Si, abbiamo capito
cosa vuole la Signora. Ma sappiamo che lei non è tipa da metafore
suggerite. Preferisce essere chiara. E con tutto quello che ha
investito in chirurgia platisca deve pur mostrare la mercanzia. E al
momento se non altro
riesce ancora a muoversi...
E così permette di vedere la
farfallina tatuata sulla chiappa (a proposito, il popò è un po'
bassino: aveva finito i soldi per ritoccarlo?). L’arzilla 50enne è ben
decisa a fra vedere
che non ha nulla in meno delle più giovani colleghe. A costo
di fare "l'imbarazzante mamma che flirta con i compagni di
scuola
alla festa del liceo". Praticamente una
sindrome da Madonna 20 anni prima. Ma con parecchio talento e
humour in più...
Il
pezzo è un rockazzo da fine anni ’80, volutamente over the
top. Non per niente l'ha scritto l'immancabile Diane Warren
(inutile lottare: gli hit americani del periodo o li scrive lei o li
scrive Babyface). Sembra tuttavia che Cher odiasse il pezzo, scritto
pensando a lei dalla Warren. E che l'autrice l'abbia convinta
pregandola e aggrappandosi alla sua gamba fino a che non avrebbe
accettato di cantarlo... E così Cher la incide. E la mossa alla fine si
rivela
vincente e
il singolo diventa un nuovo formidabile hit
per la cantante/attrice, piazzandosi al N. 3 USA e al N. 6 UK e
dominando la classifica australiana per 7 settimane. Inutile
dire che il video gioca un ruolo non secondario sul successo del pezzo.
MTV inizialmente lo censura, per non turbare i sani giovani americani
che avrebbero potuto trovare materiale da rasponi in una cinquantenne
rifatta. E arriva a trasmetterlo solo di notte. Salvo poi invitare Cher
agli MTV Awards e farla esibire con lo stesso completino. L'audience è
l'audience... E l'ipocrisia è un vezzo...
Il
successo del singolo trascina nelle parti alte delle classifiche anche
l’album “Heart Of Stone”,
il suo ventesimo. Dopo aver conquistato il
cinema, Cher si riafferma come star musicale.
E anni dopo il pezzo rivelerà ancora una volta l'autoironia della
cantante: lo accenna in una
puntata della sitcom "Will & Grace", davanti
a Jack che è convinto che lei sia un travestito...
Allora, abbiamo la
Diva resuscitata leopardata, la Diva resuscitata
bisturata, e ora, spazio per la resurrezione della Diva alcolica!
La
premiata Ditta recuperi Tennant/Lowe, meglio nota sotto il nome di Pet Shop Boys, da un
po' di tempo è dedita al recupero di ex grandi cantanti ad alto grado
alcolico. Nel 1987 è riuscito loro quello di Dusty Springfield. Adesso eccoli alle prese con un
altro loro idolo: Liza Minnelli. Liza, nonostante i
successi da attrice, non ha mai avuto grande successo da classifica.
Certo, la sua versione di "Theme From
New York, New York"
è leggendaria. Ma in quanto a piazzamenti nelle charts, vacche magre.
E così i due fan decidono di farle abbattere le porte delle classifiche
di vendita dicografica. E per tale obiettivo viene scelto un pezzo da
un musical di Stephen
Sondheim del 1971, "Follies". Si tratta di LOSING MY
MIND,
che i due producono e trasformano un pezzo camp dance, interpetato
dalla Diva in modo un po' troppo teatrale. Il pezzo tra agosto e
settembre scorazza nella Top 10 UK, arrivando al N. 6.
Risultato eguagliato dall'album "Results",
sempre prodotto dai due, in uscita ad ottobre.
E
dalla dance elettronica dei Pet Shop Boys, passiamo alla Disco. O
meglio a una band che ha fatto la Disco. poi arrivò il "disco sucks”.
All’epoca i principali capri espiatori dei novelli KKK musicali sono
stati i
poveri fratelli Gibb, “rei” di aver venuto camionate di dischi. Per i
Bee Gees
ha avuto inizio un purgatorio durato in America esattamente un
decennio.
E a 10 anni di distanza dal loro ultimo Top 10 USA (“Love You
Inside Out”) ecco che il nome Bee Gees ricompare tra i 10
singoli più
venduti oltreoceano con ONE,
singolo estratto dall'album omonimo, il loro sedicesimo. Purtroppo per
loro il titolo del pezzo
sarà profetico, nel senso che si tratterà di un unico ultimo Top 10 hit
isolato. Per loro fortuna le cose andranno diversamente al di qua
dell’Atlantico, dove “One” viene si snobbata, ma i fratelli son
ritornati alla grande nel 1987, anno del loro grandissimo
hit (nonchè N. 1 UK) “You Win
Again”, e otterranno hit per buona parte degli anni '90.
Ma parlando di resurrezioni, eccone una che non ci si sarebbe mai
aspettati...
The B-52's - Le
fenici con i parrucconi
"Hop in my
Chrysler, it's as big as a whale and it's about to set sail!
I got me a car, it
seats about 20
So hurry up and
bring your jukebox money!"
Toh, chi si risente! La
band di Athens (la stessa cittadina della Georgia che ha
dato i natali
anche ai R.E.M.) era sparita dalle classifiche da anni. Giusto una
breve ricomparsa nella chart UK nel 1986, con la ristampa del loro
classico del 1979 “Rock
Lobster”. Poi le “cofane” a nido d'ape della bionda Cindy
Wilson
e della rossa Kate
Pierson sembravano letteralmente sprofondate nella terra
dei ricordi. A dire il vero, dopo la morte per AIDS di Ricky Wilson,
fratello di Cindy e chitarrista e fondatore della band, molti davano il
gruppo per defunto. Proprio
nessuno avrebbe potuto prevedere che nell’autunno 1989 la band
avrebbe ottenuto il suo più grande successo commerciale, arrivando
nella Top 3 USA.
Un
primo segnale di ripresa si ha nel 1988, quando la loro "(Shake That) Cosmic Thing"
compare nella commedia demenziale fantascientifica "Le Ragazze Della
Terra Sono Facili" con Jeff "The Fly" Goldblum, Geena Davis e un allora
sconosciuto Jim Carrey. Ma il botto arriva con la divertente LOVE
SHACK, pezzo che gioca su allusioni al sesso in modo molto
giocoso. Un
malizioso inno da party in cui le
frasi sgangherate di Fred Schneider
si uniscono perfettamente ai cori
di Cyndi e Kate. Il luogo del titolo è realmente esistito:
si tratta di
una baracca col tetto in lamiera in cui Kate Pierson ha vissuto negli
anni '70 e in cui è stata concepita "Rock Lobster". Il posto è
bruciato in un incendio nel 2004.
Il
merito della rinascita è anche dei produttori
coinvolti nel loro ultimo album, “Cosmic
Thing”. Si
tratta di due vecchie volpi come Don Was e
Nile Rodgers,
due tipi che sanno bene come produrre un hit single.
L’unione della stramba genialità naïf della band e del tocco magico dei
produttori produce un autentico “mostro”, che tra il 1989 e il 1990
arriva nelle classifiche di mezzo Mondo (Italia ovviamente esclusa),
diventando il più grande successo commerciale del quartetto.
"Love Shack"
arriva
al N. 3 USA a novembre e la primavera successiva sarà al N. 2 UK,
mentre il suo successore in America, “Roam”,
ne replicherà il piazzamento negli USA. E "Love Shack" in
Australia resterà in vetta per 8 settimane. Da band di culto a gruppo
pop da milioni di
dischi. “Cosmic Thing” sarà tra gli
album più venduti negli USA del 1990. Poi l’ondata grunge porterà via
anche l’alt-pop solare dei quattro (diventati nel frattempo tre per
l'abbandono - temporaneo - di Cindy). Ma
almeno per un anno saranno meritatamente una delle band più popolari
del pianeta...
"Tin roof,
rusted!"
Da notare nel video di "Love Shack" la presenza del
sassofonista "Bones"
Malone, membro della Blues Brothers Band, e del travestito
Rupaul,
che tra qualche anno farà pure un duetto con Elton John...
Anni
dopo i B-52's, ritornati gruppo cult, realizzeranno un brano
dedicato alla vamp della new wave newyorkese di fine anni '70, Deborah Harry. E
l'ex cantante dei Blondie ritorna proprio questo autunno con un buon
singoletto,
I WANT THAT
MAN, che la riporta nella Top 20 UK (per l'esattezza al N.
13) a novembre e al N. 2 in Australia. Il pezzo, tratto dall'album "Def, Dumb And Blonde",
è prodotto dalla coppia Alannah
Currie e Tom
Bailey, ovvero i Thompson
Twins.
E proprio i Thompson Twins, ridotti a un duo dopo l'abbandono di Joe
Leeway, ottengono nelle stesse settimane il loro ultimo Top 40 USA, SUGAR DADDY.
Oggi Tom Baley si occupa di musica da film, mentre la Currie ha fondato
associazioni contro gli OGM.
Ah,
dato che l'ho nominato poco fa, va segnalato anche il ritorno della
Regina
Madre del Pop Ambionico, ovvero Reginald Kenneth Dwight
(per chi non lo sapesse, è il vero nome di Elton John), che
stavolta ci propina l'album “Sleeping
With The Past”.
Si tratta del suo ventiduesimo album, registrato in Danimarca per
questioni fiscali. Il disco è dedicato al fido Bernie Taupin e al sound
del soul degli anni '60. Salutato come un lavoro minore, lancia in
classifica un discreto hit come HEALING
HANDS. Ispirata a
"Reach Out
I'll Be There"
dei Four Tops, la canzone arriva al N. 13 USA il 28 di ottobre. In UK
invece la snobbano bellamente (si ferma al N. 46!). E la stessa sorte è
riservata al secondo singolo, la ballata "Sacrifice",
che si arena a novembre al N. 55. Pratica archiviata? Tutt'altro! Nel
1990 Steve Wright, DJ di BBC Radio 1, si innamorerà della ballata e
inizierà a programmarla. E si verificherà un'autentica resurrezione,
con un singolo dal doppio lato A che presenterà sia "Sacrifice" che
"Healing Hands". Ma ne parlerò a tempo debito...
E parlando di Dame Inglesi, torna anche la Signorina Cespuglio...
Kate Bush -
Caterina scopre la sensualità
L’eterea Kate ci regala THE
SENSUAL
WORLD, suo sesto album. Il disco segna nei testi l'approdo
definitivo a temi adulti da parte di Kate (a 31anni?!?). Kate si scopre donna cresciuta e
trova un proprio corrispettivo letterario. La title-track è infatti
ispirata
all'Ulisse di Joyce, e più precisamente al Soliloquio di Molly
Bloom che è presente nell'ultimo capitolo del romanzo. Kate
ha scritto una musica a cui il testo aderisce perfettamente. Tuttavia
gli eredi di Joyce le negano i diritti, per cui lei si ritrova a
riscrivere il testo, che comunque assomiglia all'originale letterario.
Leggere per credere...
Joyce:
"...I
asked him with my eyes to ask again yes and then he
asked me would I yes to say yes my mountain flower and first I put my
arms around him yes and drew him down to me so he could feel my breasts
all perfume yes and his heart was going like mad and yes I said yes I
will Yes. "
Kate:
"...And
then our arrows of desire rewrite the speech, mmh, yes, And then he
whispered would I, mmh, yes, Be safe, mmh, yes, from mountain flowers?
And at first with the charm around him, mmh, yes, He loosened it so if
it slipped between my breasts He'd rescue it, mmh, yes, And his spark
took life in my hand and, mmh, yes,
I said, mmh, yes,
But not yet, mmh, yes, Mmh, yes."
Si potrebbe quasi definire un "campionamento letterario"...
Musicalmente
il brano si rifà alla tradizione celtica irlandese miscelandola con
quella
mediorientale. L'idea è di ricreare il risveglio sensuale di una donna,
annunciato dalle campane iniziali (nel romanzo Molly Bloom ha appena
ricevuto una proposta matrimoniale). E nel pezzo di
Kate, Molly esce dalle pagine del libro per abbracciare il
mondo sensoriale. Da notare anche un riferimento al fatto
che ha dovuto modifcare il testo, effettuato citando William Blake ("And my arrows of desire re-write
the speech"). E nel video Kate compare come una sorta di
sublime Biancaneve intellettuale che gorgheggia al risveglio dei
propri sensi... Solo lei potrebbe fare una cosa del genere senza
provocare grasse risate...
Se
nel precedente "Hounds Of Love" Kate si è innamorata del
sintetizzatore/campionatore Fairlight, in questo album sperimenta la
tecnica dell'overdubbing.
Mentre il singolo si piazza al N. 12, l'album approda al N. 2 UK in
ottobre, diventando al contempo il suo maggior successo in terra
americana. Merito anche del secondo singolo che esce a
novembre. "This
Woman's Work",
delicata ballata già inserita nel 1988 nella colonna sonora di un
filmetto di John Hughes, "Sta Avendo Un Bambino". Nel 1989 il pezzo si
ferma al N. 25 UK, ma nel 2005 e nel 2008, grazie al suo impiego in
alcuni serial TV, rientrerà nelle chart britanniche. Da ricordare anche
la
cover di Maxwell datata 2001.
Nell'album compaiono anche i cori del Trio Bulgarka,
trio folk bulgaro noto per l'album del 1975 "Le Mystere des voix Bulgares".
Nel 1992 il trio canterà nei cori dell'album di Elio E Le Storie Tese
"Italyan, Rum Casusu Çikti" e nel leggendario hit "Pipppero".
Se
Kate ritorna e trionfa, non tutti i ritorni made in Britain del periodo
son altrettanto trionfali. Anzi, il decennio si chiude con uno stop per
molti suoi protagonisti, mentre i più insospettabili si trovano, loro
malgrado, superstar...
I reduci
della British Invasion
Il coloratissimo e telegenico caravanserraglio che si è
abbattuto sulle classifiche mondiali nel corso del decennio è ormai un
lontano ricordo. Molte band si sono sciolte, altre vanno avanti, ma i
tempi iniziano a diventare duri.
Certo, il 1989 è stato segnato dla trionfo mondiale di band
come Fine Young Cannibals
(quest'autunno al N. 11 USA con il terzo estratto dal fortunato "The
Raw & The Cooked", DON'T LOOK
BACK e nella chart UK con il quarto estratto,
I'M NOT
THE MAN I USED TO BE) e
Simply
Red, ma molte band che hanno fatto gli anni '80 questo
autunno si stanno avviando lentamente verso il crepuscolo.
Gli
Eurythmics
pubblicano quello che sarà il loro ultimo album per 10 anni,
"We Too Are One".
L'album arriva al N. 1 in UK il 23 settembre e funziona bene in Europa,
ma è un fiasco negli USA, dove non va oltre la 34esima posizione. Si
tratta di un album che vede il duo tornare verso il sound di "Revenge"
dopo l'interludio elettro-sperimentale di "Savage". Tuttavia i due sono
stanchi e si sente. La mediocre
REVIVAL
viene estratta come primo singolo, e non va oltre la 26esima posizione
in UK. Non va meglio al secondo estratto, l'acida ballata
DON'T ASK
ME WHY,
che Annie ha probabilmente dedicato al primo marito, da cui ha
divorziato nel 1985. Si ferma al N. 25 UK e al N. 40 USA. E neppure le
successive "
The
King And Queen Of America" e "
Angel"
(delicata ballata che parla di una suicida che torna come un angelo ed
è dedicata da Annie al figlio, nato morto, e al padre, scomparso)
avranno sorte migliore. Che i due abbiano bisogno di cambiare aria è
evidente. E infatti Dave e Annie, dopo un fortunato "Greatest
Hits" del 1991, si separeranno per percorrere carriere soliste. Fino al
1999.
Ma c'è un altro duo che è sull'orlo dello scioglimento, anche se in
classifica al momento va decisamente meglio di Annie e Dave...
Tears For Fears -
Curt e Roland si danno all'agricoltura intensiva
A
settembre entra nelle classifiche il singoloc he annuncio il nuovo
atteso lavoro di Roland
Orzabal e Curt Smith. Il duo è praticamente efrmo dal
1985,
anno del fortunatissimo "Songs From The Big Chair". E ora ritorna con
SOWING
THE SEEDS OF LOVE. Seminando il seme dell'amore. Un titolo
che
sembrerebbe uscito dai tardi '60 degli hippies e non certamente
nell'epilogo del decennio degli yuppies. Ma i due sembrano voler unire
le due epoche, realizzando di fatto un pastiche
psichedelico-beatlesiano con le tecniche di fine anni '80. Il
risultato all'epoca viene accolto con stupore, dato che è completamente
diverso da tutto quello fatto in precedenza dai due e, al contempo, è
lontano anni luce da tutto quello che gira nelle classifiche. Tuttavia
invecchierà malamente e l'arrangiamento che in un primo momento sembra
interessante, ora è semplicemente "troppo".
Il lavoro è fin
tropo ambizioso, specie se si considera che costa alla band un milione
di sterline (!!!). Si potrebbe definire l'equivalente musicale di un
kolossal. La band lo realizza usando svariati studi. La band registra
molto materiale facendo
vere e proprie jam sessions per poi lavorare di psot-produzione. Va
detto che l'album è di
fatto farina del sacco di Roland Orzabal e del
tastierista Nicky
Holland. Roland sta prendendo il controllo totale della
band e infatti
tra breve Curt mollerà. Stressato dalla fine del proprio matrimonio,
Curt non condivide la direzione intrapresa da Orzabal, ormai basata su
tortuosi tour de force produttivi e sul lancio di "messaggi". Non si
può dargli tutto sommato
torto, visto che durante la lavorazione del disco la band si indebita
in modo indecoroso e i disocgrafici iniziano ad avere le prime crisi
nervose.
Poi
esce "Sowing The Seeds Of Love". Il pezzo dovrebbe essere, nelle
speranze dei discografici, il primo N. 1 della band in UK. E invece
si ferma al N. 5. Va meglio negli USA, dove arriva al N. 2,
fermato da Janet Jackson. Poi esce l'album, intitolato "The Seeds Of
Love". Il 7 ottobre arriva sparato al N. 1 britannico,
spdestando Tina
Turner, ed entra anche nella Top 10 USA. Ma il successo, pur buono
(qualche milione di copie lo vende a livello mondiale), è nettamente
inferiore a quello del predecessore. E la band, per recuperare i
debiti, si lancia in un tour dsponsorizzato dalla Philips. Intanto
esce il secondo single, la delicata WOMAN
IN CHAINS, ballata che parla
di una donna intrappolata in un rapporto con un uomo violento. Vi
partecipano Phil Collins,
alla batteria, e la cantante Oleta
Adams. Il
singolo è un discreto successo, sebbene le agognate Top 10 non vengono
raggiunte.
Intanto, nel 1990 la Virgin farà anche uscire (per
recuperare i soldi?) un libro "Tears for Fears - The Seeds of Love" che
illustra il processo di creazione dell'album...
Se le Lacrime
son ancora una delle band più popolari, ma stanno iniziando a perdere
pezzi (e colpi), ci son band che invece hanno visto la loro fama
aumentare gradualmente per tutto il decennio, diventando di fatto
autentici fenomeni da classifica. E alcuni di questi fenomeni son
decisamente i più inaspettati...
The Cure - Anche i
dark si innamorano
Robert Smith al
n. 2 dei singoli USA? Beh, solo un paio di anni prima
sarebbe stata la
trama di un film fantascientifico-musicale. E invece il 21 ottobre i
Cure sono a un passo dalla vetta (tenuti dalla Jackson) grazie a LOVE
SONG, il secondo estratto dal loro seminale "Disintegration". In
Europa
la band si è già rivelata capace di sfornare un clamoroso hit con
l'inquietante ninna nanna funebre di "Lullaby".
Ma gli USA son un'altra cosa. E
soprattutto non si pensava che il pop-rock goticheggiante dello
spettinato dark dal rossetto slabbrato avrebbe potuto davvero sfondare
a livello di mainstream.
Beh, succede.
D'altra parte "Love Song", regalo
di nozze per la moglie Mary composto da Robert, per
rassicurarla che l'amerà sempre, ha tutte la carte in regole per
piacere anche a una platea più pop. Una melodia che lo
rende decisamente più accessibile rispetto ai precedenti pezzi della
band. Ma che non sacrifica lo stile del gruppo, che decisamente non si
vende, anzi. Anche se i britannici, strane bestie, invece lo snobbano,
non portandolo più in alto della diciottesima posizione. Ma il
pezzo, oltre che uno dei più atipici hit USA dell'anno, diventa un
classico del periodo
e verrà rifatto da svariati altri, tra cui i 311,
che ne faranno una
cover reggae.
Il pezzo viene considerato quasi l'unica nota
ottimista di un album etichettato da alcuni critici dellì'epoca come
cupo, claustrofobico, deprimente e... tutt'altro che pop. Eppure
l'album si sta rivelando un clamoroso successo. Evidentemente il
concetto di pop sta mutando... E Robert e compari si
trovano a
indossare un ruolo fino a poco tempo prima improbabile: quello di band
da stadio.
Ma non sono i soli. Anzi la più improbabile delle band da stadio sono
sicuramente i...
Depeche Mode - Il
Gesù glam di Martin
"Reach
out and touch faith!"
I
quattro di Basildon.
Se uno nel 1981, anno del loro esordio, avesse
osato pronosticarli band da stadio destinata a sbancare gli States
sarebbe
stato
preso come minimo per matto e internato. Eppure è successo. Tanto che i
nostri si
son permessi di pubblicare un album live a inizio anno che festeggiava
il concerto che festeggiava la chiusura del loro trionfale tour
americano. E ora i
quattro tornano con uno
dei loro più importanti singoli. A dire il vero
in partenza non è esattamente un successo in UK (N. 13), ma in patria i
Depeche hanno sempre fatto fatica, nonostante tutto. Si rifà
abbondamentemente a livello mondiale, diventando all'epoca il mix più
venduto della Warner. E anticipa quello che sarà il loro album di
maggior successo nonchè il loro capolavoro, "Violator". Il pezzo
è
PERSONAL
JESUS, uno
stomper industriale memore di quelli di Gary Glitter
(ascoltare per credere "I Didn't
Know I Love You (Till I Saw You Rock And Roll)"!)
che si discosta nettamente
dalla precedente produzione della band. Infatti vi compare - udite
udite! - una chitarra! Per la band alfiere del pop elettronico questo
suona come un'inverisone a U. Viene registrato dalla band a Milano con
la produzione di Flood e
di François Kevorkian.
Il brano inaugura anche quella che diventerà una tradizione della band:
la realizzazione di più remix affidati a diversi produttori e DJ.
Il
tema del pezzo è ispirato a Martin Gore dalla biografia di Priscilla
Presley
(questa non ve l'aspettavate, eh?). In quel libro Priscilla descrive il
suo rapporto con Elvis, da cui dipendeva completamente. All'epoca era
praticamente il suo dio, mentore e
sostegno. E tale dipendere in modo assoluto da una persona,
paragonabile a divinità, può essere una cosa molto pericolosa.
Da questo Martin ne ricava un testo che parla di diventare "il Gesù
personale" di una persona, la quale così diventa totalmente sottomessa
e dipendente. Ovviamente c'è chi in America lo considera un pezzo
blasfemo. Ma ai Depeche la religione non interessa granchè,
sin
dai tempi di "Blasphemous
Rumours". Anche se ovviamente Martin ama usarla per
provocare.
La copertina del disco e il video, con i
quattro in versione "ranchera", son opera dell'ormai fido Anton
Corbijn, che collabora con la band dal 1986 e partecipa alla
definizione dell'immagine del gruppo.
La band lancia il pezzo in modo del tutto particolare: mettono
un annuncio con un numero telefonico alla stregua degli evangelisti
televisivi. "Your own
personal Jesus, please call this number".
Chiamandolo, si può sentire il nuovo brano.
Da citare la cover di Johnny
Cash, datata 2003 e quella di Marilyn
Manson (2004), mentre Jamelia la campionerà nel
2006 nella sua "Beware
Of The Dog".
A
questo punto una domanda. Qual'è una delle pop band più "calde" in
Albione del 1989? Sicuramente dareste la risposta sbagliata. Perchè in
effetti la band in questione è decisamente insospettabile... Ma ci
potreste arrivare se vi dico che si tratta di un duo, metà del quale
all'inizio faceva parte proprio dei Depeche Mode...
Erasure - La regina
dei drammi
Vince Clarke,
ex Depeche Mode (1981), ex Yazoo (1982/83), ex Assembly (1983), sembra
essersi sistemato definitivamente con Andy Bell
e gli Erasure. E gli Erasure questo autunno piazzano al N. 1 UK l'album
"Wild!",
il loro quarto e il secondo di cinque N. 1 britannici
consecutivi per il duo (!). L'album porta nella UK Top 20 ben 4
singoli, di cui il primo è DRAMA!,
brano (ovviamente synth pop) piuttosto atipico per i due, di fatto in
crescendo e privo di un reale ritornello. Ma tale mancanza non ne
inficia il successo, dato che il pezzo arriva al N. 4 UK. Il pezzo
parla di una persona mostruosamente egocentrica e l'urlo "Guilty!" vede
partecipare nientemeno che i Jesus
& The Mary Chain, che stavano registrando nello
studio accanto agli Erasure.
Restando
in ambito synth pop gayo, va citata anche la cover di COMMENT TE
DIRE ADIEU, interpretata da Jimmy Somerville con June
Miles-Kingston.
Il pezzo è il primo estratto dal debutto solista di Jimi e approda
nella
Top 20 UK in novembre. Verrà seguito da un'altra cover, stavolta da
Top 10, quella di "You Make
Me Feel" di Sylvester. Per lanciare la sua
carriera solista l'ex Bronski Beat ed ex Communards preferisce giocare
sul sicuro. E infatti nei prossimi anni i suoi hit saranno praticamente
tutte cover. Va detto che "Comment Te
Dire Adieu" in origine è stato un grande classico datato '68
di Françoise Hardy con parole di Serge
Gainsbourg.
Ultimo hit invece per i Living In A Box, che
arrivano per la terza volta nella Top 10 Uk e per la seconda al N. 5 con
ROOM
IN YOUR HEART. Il loro cantante Richard Darbyshire
cercherà di lanciare una carriera solista senza riuscirci. Ma scriverà
pezzi per altri artisti, come Lisa Stansfield.
Chi
sta rapidamente imboccando il viale del tramonto
sono i poveri sfigatissimi Bros,
accantonati dalle teen agers a favore dei New Kids. L'insulsa CHOCOLATE
BOX arriva al N. 9 Uk il 7 ottobre mentre il loro secondo
album "The Time"
arriva al N. 4. Pochino per la band più amata dalle ragazzine
britanniche del 1988. Ma d'altra parte son serviti al mercato albionico
giusto come temporaneo termine di transizione tra Wham! e New
Kids
On the Block, senza però avere George Michael che scriveva e cantava e
senza avere un manager furbo e un coreografo...
Ai Bros tuttavia sembra
andare da Dio in confronto ad un’altra
band che solo due anni prima
veniva additata come uno dei gruppi pop più importanti delle Isole di
Sua Maestà. Si
tratta dei Curiosity
Killed The Cat che realizzano un singolo che si ferma al
N. 14 UK. Si tratta di NAME AND
NUMBER. Il singolo non ottiene il successo sperato, ma in
confronto al risultato dell'album è un trionfo. "Getahead",
secondo album della band si rivela infatti un flop sanguinolento, non
andando oltre la 29esima posizione UK. Anni luce lontano dal N. 1 del
suo predecessore. E vengono scaricati dalla Mercury. In ogni caso Ben
Volpeliere-Pierrot e soci si consoleranno quando nel
1991 i De La
Soul useranno il loro singolo nel grande hit “Ring Ring
Ring (Ha Ha Hey)”.
Restando in ambito blue eyed soul di marca anglosassone, ecco anche i Wet Wet Wet. La band
ottiene un altro Top 10 albionico con SWEET
SURRENDER
(N. 6, forse qualcuno al ricorda per uno spot pubblicitario). Anche gli
scozzesi sembrano sulla china discendente, dato che il pezzo è l'unico
Top 10 tratto dal loro nuovo album "Holding
Back The River", che comunque arriva al N. 2 UK. Tuttavia
si riprenderanno pienamente nel 1992 con un N. 1 britannico.
Rock
all'Ammarricana...
Rock'N'Roll a volte è una parola grossa da usare. E lo
scoprirete tra breve. Tuttavia in alcuni casi è la parola
giusta,
specie se associata a Sex e Drugs...
Mötley Crüe - Il "dottore" della band...
Nel 1987 Nikky
Sixx, bassista e fondatore dei Mötley
stava per rimetterci le penne. Overdose di eroina. Viene
dichiarato
legalmente morto mentre lo stanno portando all'ospedale, ma
l'ostinazione di un medico lo salva. Gli sparano due iniezioni di
adrenalina nel cuore. Tale esperienza finisce sottoforma di un pezzo, "
Kickstart
My Heart", che è incluso nel nuovo album della band di L.A. ,
"Dr.
Feelgood". E i veri Dottori della situazione sono i
manager della
turbolenta band,
Doug
Thaler e Doc McGee, che impediscono ai quattro di andare
in tour in Europa ("
sennò
sarebbero tornati come cadaveri dentro sacchi di plastica")
e costringendoli ad andare in
riabilitazione (ci andranno tutti meno
Mick Mars, che
tuttavia si
ripulisce per conto proprio).
Il
loro quinto album, il primo
"post-riabilitazione", diventa il loro più grande successo, arrivando
sparato il 14 ottobre al N. 1 USA (stavolta non c'è nessuna Whitney
messa in vetta dall'industria - vedi
Estate
1987), vendendo oltre 6
milioni di copie. L'album viene salutato come il migliore del gruppo. E
la travolgente
title-track
li porta per la prima volta nella Top 10 dei
singoli di Billboard, raggiungendo il N. 6. Merito anche delle
tessiture sonore create dal produttore
Bob Rock. Va
tuttavia detto che
il pezzo non rigurada esattamente un medico. Si parla infatti di uno
spacciatore che vende roba ad Hollywood. E a quanto pare era (o è?) lo
spacciatore di Nikki...
D'altra parte all'epoca la scena losangelina è divisa nelle due
fazioni, quella dei Guns N' Roses e quella dei Mötley.
E le due band danno il via a una
faida da tragicommedia demenziale. Memorabile lo
scontro dietro le quinte degli MTV Awards, con
Vince Neil dei
Mötley che pesta
Izzy Stradlin dei Guns (reo di
aver menato la di lui consorte qualche giorno prima) e con
Axl Rose che
minaccia di morte Neil. Neil e Rose continueranno a sfidarsi nei mesi
successivi, dandosi appuntamento più volte per sfide all'ultimo sangue,
mai verificatisi.
Ma è proprio in virtù di questi atteggiamenti sempre al limite che band
come i Mötley riescono a stare perfettamente a galla. Loro non giocano
a fare i disgraziati. Loro sono
degli autentici coglionazzi autodistruttivi. E quindi sono credibili.
Si saran anche
ripuliti dalle droghe (ma ne siamo certi?), ma per il resto non si
risparmiano nulla. Tanto che Bob Rock li descrive
come "
quattro
stronzi sempre pronti a ubriacarsi e a cercare di ammazzarsi
l'un
l'altro"... Tanto che il povero Rock è costretto a
lavorare con ciascuno dei quattro separatamente. E infatti le
rogne
non son finite. Il manager Doc McGee viene licenziato prima del lancio
dell'album per le polemiche che accompagnano un concerto di...
beneficenza.
Il concerto in questione si tiene a Mosca il 12 e 13 agosto. Il
Moscow
Music Peace Festival a
favore della lotta alla droga e della pace, ma di pace dietro le quinte
ce n'è ben poca, visto che praticamente tutte le band litigano.
L'oggetto della discordia è il posto di headliner, che viene assegnato
ai Bon Jovi, in quanto band più popolare. Ozzy Osbourne
tuttavia non vuole suonare prima dei Mötley e questi ultimi
vorrebbero essere gli headliner (licenziano McGee perchè a loro parere
ha favorito i Bon Jovi, altra band da lui gestita).
E c'è pure una
nuova band che inizia a ottenere i primi successi ma al contempo inzia
a rompere parecchio i maroni, begando praticamente con tutti gli
altri...
Skid Row
- La firma sul contratto del diavolo. Ma stavolta non è un ergastolo...
18
AND LIFE è il singolo che lancia gli Skid Row (niente a che
vedere con l'omonima band irlandese di fine anni '60). La band è
guidata dal cantante
Sebastian
Bach. Beh, in realtà
si chiama Sebastian Philip Bierk.
Evidentemente ha un'alta opinione di se...
La band nata nel New
Jersey nel 1986, "raccomandata"
da Jon Bon Jovi, rimedia un contratto
con l'Atlantic e un album di debutto prodotto da una volpe come
Michael Wagener
(già al lavoro con Ozzy). L'album, intitolato col nome
della band esce nel gennaio 1989 e inizia subito a trovare il supporto
di MTV, che fa girare all'infinito i loro video (evidentemente
sono una priorità della loro casa discografica...). E a
settembre
arriva finalmente l'agognato l'hit, la power ballad "18 And Life"
appunto, che si arrampica
al N. 4 USA (N. 12 UK). Intanto l'album si avvia a vendere parecchi
milioni
di copie a livello mondiale. Grazie a un suono street metal
sufficientemente duro che attrae i
ragazzi unito a melodie pop che piacciono alle
ragazzine. E il fatto che Bach sia bello
e biondo aiuta... Il pezzo è ispirato a un fatto di cronaca
nera: un ragazzo spara accidentalmente ad un amico uccidendolo e si
ritrova
condannato all'ergastolo (la pena per un omicidio del genere va da 18
anni all'ergostolo, da qui il titolo della canzone).
Tutto bene quindi? Non proprio. C'è
un
tranello.
Dato che Jon Bon Jovi li ha aiutati, ora i nostri devono ricambiare. E
così firmano un contratto
per la gestione delle loro royalties con la Underground Music Company.
Quello che scoprono solo dopo è che i profitti dei loro
diritti
d'autore così finiscono direttamente nelle tasche di Jon Bon Jovi e
Richie
Sambora. Ne deriva una bega molto pubblicizzata e alla fine i due
furbastri dovranno restituire il
maltolto...
Simpatico John Francis Bongiovi Jr., eh?
In
ogni caso Bach e i suoi Skid Row non hanno certo bisogno di aiuti
esterni per finire nelle rogne. E, dopo un più che convincente secondo
album, premeranno il pulsante dell'autodistruzione. Ne
riparleremo...
Stanchi
di sex, drugs e rock n'roll? Volete un po' di robetta slavata che viene
pure fatta passare per rock? A vostra disposizione! In giro infatti ci
son molte band che vengono spesso accomunate allo street metal ma che
in realtà son "pop-metal", ovvero pop con schitarrate. D'altra parte in
un'epoca in cui il pop è fatto con la fotocopiatrice e il
sintetizzatore, la sola presenza di una chitarra elettrica
automaticamente trasforma qualsiasi pezzo in "rock" e la band in "hard
rock". Si tratta dell'"adult
oriented rock", ovvero del rock per adulti, duro quel
tanto che basta per ricordare il rock che fu dei '70 e, al contempo,
melodico e non troppo spigoloso, sia nei testi che nella
musica. Perchè si sa che gli adulti son meno propensi alla
ribellione...
E
allora beccatevi una bella (si fa per dire) power
ballad che parla di Paradiso! Eccovi HEAVEN,
primo Top 10 hit
dei Warrant,
pezzo che
arriva al N. 2 USA il 23 settembre. Per la serie "anche i sessuomani
hanno un cuore". La band losangelina è il tipico esempio di band hard
rock losangelina: schitarrate e melodie. E a proposito di schitarrate,
all'epoca circola la voce che i chitarristi della band non abbiano
suonato una singola nota dell'album "Dirty Rotten Filthy
Stinking Rich". E infatti verrà fuori che a suonare (non
accreditato) è Mike Slamer, ex chitarrista di City
Boy e Streets... I Milli Vanilli dell'hard (hard si fa per dire) rock?
E parlando di ballate,
sbrachiamoci tragicamente nella melassa più appiccicosa con
il buon Richard
Marx, che a
inizio settembre è ancora al N. 2 USA dopo aver
passato tre settimane sulla vetta della USA chart con RIGHT HERE
WAITING. Poi il singolo del
mellifluo cantautore diventa un grosso hit europeo, arrivando al N. 2
UK. Ne riparlerò. E questa è una minaccia...
Voi ora direte, ma che c'entra col rock Richard
Marx? Niente! Ma anche molte band "rock" del periodo
c'entrano ben poco...
Ma c'è un pezzo in confronto al quale Richard Marx suona come Mozart...
Bad English - Il
supergruppo e la ballatona
Già
il nome dovrebbe indicare che non c'è nulla di buono, dato che si
chiamano il Cattivo Inglese. Chi sono? Sono la superband messa su John Waite, uno che
ha pure fatto cose buone con i Babys
nei '70 e da solista nei primi '80. E per due settimane a partire
dall'11 novembre la formazione domina la Billboard chart con WHEN I SEE
YOU SMILE,
ballatona romantica over the top risaputa come poche. Praticamente
uguale a un centinaio di altre che tra '80 e '90 infestano la chart
USA, anche perchè son state scritte quasi tutte dalla stessa mano.
Indovinate un po'? Dai che ci arrivate... Si, la mano di Diane
Warren! E la femmina in questione, dopo averla
vista arrivare in
vetta, dirà: "E io che
non la consideravo neppure un granchè".
Beh, almeno è sincera. Ma allora perchè non l'ha cestinata salvandoci?
Perchè la nostra ha l'abitudine di suonare a un gruppo di amici i pezzi
composti, per vederne le reazioni. E i suoi amici gradiscono il pezzo.
Così lei pensa che forse c'è la fuori un pubblico di potenziali
acquirenti e che potrebbe farci dei bei dollaroni. E così la manda alla
Capitol. I primi destinatari sarebbero gli Sheriff, band rock
da poco riformatasi con il nome Alias.
Il leader della band, Freddie
Curci
tuttavia ha già dei pezzi pronti, e alla fine la rifiuta. E così
subentra John Waite. L'ultimo suo successo risale al 1984, ed è stato
un N. 1 USA ("Missing
You"). Adesso John vuole però formare un band. Anzi la
riforma, dato che due membri, Jonathan
Cain e Ricky
Phillips, facevano parte con lui dei Babys. Cain si porta
dietro Nela Schon,
che con lui ha militato nei Journey.
E scopre il batterista Deen
Castronovo che dopo l'esperienza con i Bad English tornerà
con lui nei Journey...
Come dite? che avete perso il filo? Niente paura, pure io.
Il
nome deriva da una mossa al biliardo ("english") e dal fatto che non
riesce a Waite (per cui è "cattiva"). In agosto arriva il primo
singolo, "Forget
Me Not" che tuttavia non è un successo. Poi arriva il pezzo
scritto dalla warren, ed è N. 1. Arriverà un altro Top 5 USA ("Price
Of Love"),
poi dopo il fiasco del secondo album, si scioglieranno. Intanto però,
come detto a proposito dei Milli Vanilli, la Warren avrà fatto ambo,
piazzando due N. 1 USA in successione.
Prima dei Bad English c'è
un'altra power ballad al N. 1 USA. Tuttavia questa, pur non essendo un
capolavoro, si fa ascoltare volentieri e soprattutto ha un
innegabile merito: tiene sotto i New Kids On The Block...
Roxette - Va dove
ti porta il cuore...
Allora, il duo svedese
formato da Per
Gessle e dalla bionda Marie
Fredriksson è esploso qualche mese fa a livello
internazionale con "The
Look". Poi è arrivata "Dressed
For Success",
pezzo che sembra i Ricchi E Poveri con le schitarrate, che tuttavia si
rivela un hit decisamente minore. E già sono pronte le etichette per
considerarli una meteora. I due tuttavia decidono di insistere e
pubblicano il terzo singolo dal loro album "Look Sharp!". Si
tratta di LISTEN
TO YOUR HEART,
una ballatona scritta da Per. Gli è stata ispirata da un amico che sta
attraversando un periodo molto difficile a causa del divorzio.
Musicalmente invece il pezzo è ispirato a un brano di Tom Petty, "The
Best Of Everything",
arrangiata da un grande come Robbie Robertson. Si tratta di una specie
di "esperimento". L'intenzione dei due è di adottare un arrangiamento
che vada senza ritegno verso le roboanti vette dell'assurdo delle power
ballad dell'epoca, per vedere fino a dove è possibile spingersi senza
andare nel ridicolo.
E la ballata arriva al N. 1 USA il 4
novembre, diventando il secondo dei quattro N. 1 del duo. Tra tante
orride ballate dell'epoca questa, sopra la decenza, sembra un
capolavoro. Il successo del pezzo viene replicato a livello mondiale,
con
piazzamenti nelle Top 10 europee, UK esclusa. Come con i conterranei
Abba, i britannici ci mettono un po' di più a cedere alle lusinghe dei
Roxette. In ogni caso il
pezzo viene usato anche come colonna sonora
degli spot elettorali del partito di Václav Havel in
Cecoslovacchia, per le prime elezioni libere in quel
paese...
Da
notare che il pezzo stabilisce anche un importante precedente per
l'industria discografica: è infatti il primo N. 1 USA disponibile solo
su cassetta-singolo e non sul vecchio 45 giri. Eh si, sta proprio
finendo un'epoca...
Nel 2005 il pezzo ritornerà nelle Top 10 globali grazie alla cover
trance dei belgi D.T.H., che tuttavia ne fanno pure una
versione acustica.
E dato che l'ho nominato poco fa, va citato anche il buon Tom Petty che piazza
al N. 23 USA la trascinante RUNNIN'
DOWN A DREAM,
secondo estratto dal suo primo album solista (cioè senza gli
Heartbreakers) "Full Moon Fever". Notevole il video animato che
accompagna il pezzo, diretto da Lenahan. Il brano è stato scritto da
Tom con Mike Campbell e Jeff Lynne. E il prossimo singolo
sarà uno dei
maggiori successi di Tom.
Torna
anche la rivelazione del 1988, la ragazza con la chitarra Tracy Chapman. Il
suo album "Crossroads"
è un discreto successo, e arriva al N. 1 UK e in Germania e nella Top
10 USA, tuttavia è un netto passo indietro, commercialmente parlando,
rispetto al suo folgorante debutto. Diciamo che la ragazza soffre della
nota sindrome del "difficile
secondo album". La title-track
d'altra parte non può competere con i classici inclusi nel
predecessore. Il suo terzo album del 1992 passerà quasi inosservato, ma
la ragazza si riprenderà alla grande nel 1995...
E
parlando di fanciulle, ritorniamo al pop rock con la bella Belinda Carlisle,
reduce dal grande successo dell’album “Heaven On Earth”. La ex cantante
delle Go Go’s esce in ottobre con l’album “Runaway Horses”,
anticipato dal singolo LEAVE A
LIGHT ON.
Il pezzo, un pop rock leggerino nella sua tradizione, diventa un buon
successo in UK (N. 4) mentre si ferma al N. 11 negli USA. L’album non
ottiene un grande seguito negli USA, mentre conferma il successo della
cantante in Europa e Australia.
Due pezzi "da ’80" come Phil Collins e Billy Joel tornano con due nuovi
hit e album. Ma ne riparleremo quando arriveranno al
N. 1 americano, a dicembre.
USCITE CHIAVE
Se il mainstream è dominato da parecchie "sòle", sotto ribolle
tutta una scena alternativa che di fatto segnerà il decennio che si sta
per aprire. Insomma basta grattare un po' per trovare autentiche
gemme... E ci son due generi che stanno vivendo il loro momento di
gloria. Il rock industriale e il rap alternativo...
Iniziamo
con un tipo che
si chiama Trent e delle sue Unghie da 23 centimetri... Sto
parlando di Trent Reznor
e del suo progetto personale, chiamato Nine Inch Nails
(riferimento forse alla corona di spine di Cristo) che debutta il 20
ottobre con l'album "Pretty
Hate Machine".
Reznor arriva dalla Pennsylvania, ma si è trasferito a
Cleveland,
Ohio, dove bazzica la scena underground e lavora come custode nel
locale Right Track Studio. Dato che deve passare
molto tempo
lì, approfitta degli intervalli per lavorare sulla propria musica. E,
come Prince, decide di fare tutto da sè. Suona tutti gli strumenti,
scrive, produce e arrangia. Un demo viene mandato a varie case
discografiche e le offerte non si fanno attendere. Tuttavia Trent
decide di firmare per la piccola TVT Records,
specializzata in jungle pubblicitari. E con tale etichetta Trent
realizza il suo primo album, che segna
anche l'avvio della collaborazione del musicista con Adrian
Sherwood e Flood in qualità di co-produttori.
Il lavoro esprime "quello
che gli gira in testa all'epoca"
e segna il connubio tra un suono industriale e il pop, anticipando
molta musica degli anni '90. Praticamente prende il testimone dai
Ministry, elaborando ulteriormente il suono. L'album si crea un seguito
nell'underground grazie alla forza di singoli come DOWN IN IT
(il primo pezzo in assoluto scritto da Reznor), HEAD LIKE
A HOLE (dedicata al "Dio denaro" e alla forza corruttrice e
offuscante di soldi e potere) e soprattutto SIN,
un synth pop nevrotico e rabbioso. E il seguito aumenta al punto da
fargli sfiorare le sponde del mainstream. Con 113 settimane
nella
Billboard chart, l'album diventa una delle prime produzioni
indipendenti a guadagnare il disco di platino. I tempi stanno
cambiando...
E rimanendo in ambito
industriale...
Uno
degli album dell’anno secondo Melody Maker? Un album di una band
svizzera, con buona pace del nazionalismo britannico. Evidentemente si
deve trattare di qualcosa di veramente notevole. D’altra parte una band
di rock industriale capace di incidere un pezzo a tempo di
valzer
usando campionamenti di fisarmoniche che poi esplode in caos
orchestrale con tanto di archi campionati (LA FILLE
DE LA MORT - purtroppo ho trovato solo questa versione
acustica dal vivo) non può che meritare questo titolo. I The Young Gods
realizzano forse il loro capolavoro con “L’Eau Rouge”. Franz Trechler
usa la propria voce roca come uno strumento, mentre la band va oltre il
semplice rumorismo verso un metal creato con i campionamenti di riff
chitarristici in loop a piovere, orchestrati da Cesare Pizzi e le
percussioni ossessive di Frank
Bagnoud (ascoltare RUE
DES TEMPETES). L’AMOURIR
è il singolo che unisce discoteca ad hard rock. La band non arriverà al
successo commerciale di nomi come Nine Inch Nails e con i successivi
album virerà verso un sound a tratti più "accessibile" con chiari
rimandi a Doors e Pink Floyd. Ma resterà tra i nomi che più influiranno
sul rock elettronico successivo. Compresi nomi come il Bowie di
"Outside" (lo dichiarerà apertamente) e gli U2.
E
dalle proiezioni sul futuro, ecco un bel salto verso il passato...
Debutta il 19 settembre 1989 con “Let
Love Rule” un musicista newyorkese figlio di Roxie Roker, una
delle star della sitcom “I Jefferson”. All’epoca il ragazzo è sposato
con un’altra stella del piccolo schermo, Lisa Bonet, la
figlia Denise del Dottor Robinson interpretato da Bill Cosby. Lui si
chiama Lenny
e il suo cognome tradisce le ascendenze ebree ucraine del padre: Kravitz.
Infatti Lenny è il figlio di una coppia mista e questo si riflette
anche nella sua musica. Di fatto unendo il rock al funk, alla stregua
dei suoi idoli, Jimi e Prince. Lenny arriva da una band chiamata Romeo
Blue, votata all’imitazione di prince. E come il principe, non appena
firma il contratto con la Virgin, inizia a lottare per la propria
libertà artistica. Registra l’album tutto da solo usando
un’attrezzatura analoigica, permettendo solo alla Bonet di scrivere con
lui un paio di pezzi (con la Virgin che già teme di trovarsi di fronte
una specie di nuova Yoko Ono). E
il risultato è quanto di più anacronistico potrebbe venire fuori nel
1989.
Un album intriso di funk, rock, psichedelia, soul e “flower power” che
sembra uscito dritto dal 1969. E forse proprio per questo regge meglio
nel tempo di molti prodotti coevi. Certo, i fantasmi di Beatles,
Hendrix e di tutta la Motown compaiono a ogni traccia, ma
Lenny
non sarà mai un innovatore. Sarà sempre un tradizionalista. Dall’album
vengono tratti pezzi come la bella title-track,
la frenetica MR.
CAB DRIVER e la meditativa BE.
Ma Lenny non è l'unico debuttante...
A
novembre esordisce su album anche una rapper al femminile. Si tratta
di Dana Owens,
ragazza del New Jersey, figlia di un poliziotto e di un'insegnante
d'arte che si separano quando ha . La ragazza, 18enne, si
inserisce nella scena del rap alternativo rappresentata da nomi come De
La Soul e Monie Love, la "Native Tongue Posse" di Afrika Bambaataa,
collettivo pacifista e intellettuale. Un suo primo demo,
datato 1988, "Princess
Of The Posse",
le fa guadagnare un contratto con la Tommy Boy. E la Principessa
decisamente non soffre di complessi di inferiorità e si autoproclama
Regina. Queen Latifah.
Latifah
significa “gentile e delicata” in arabo ed è il nomignolo che le da un
cugino quando ha 8 anni. Il suo debutto a 33 giri si intitola "All Hail The Queen".
Magari è un po' troppo presto per reclamare quarti di nobiltà,
ma Latifah è di fatto tra le pioniere che aprono la strada a
molte
altre fanciulle le porte dell’hip hop, tendenzialmente genere maschile
e maschilista. E quando rappa è tutt'atro che delicata: dichiara guerra
al maschilismo del rap dimostrandosi all'altezza dei migliori rapper
maschi. E la nostra è una che sa bene quel che vuole e non lascia nulla
al caso: non per nulla si occupa direttamente della produzione del suo
album. Tra i brani, il funky di apertura DANCE FOR
ME e MAMA
GAVE BIRTH TO THE SOUL CHILDREN (qui
il remix), interpretata con i De
La Soul e il duetto con Monie Love, LADIES
FIRST,
ode alle donne di colore. I tempi tuttavia non sono ancora pienamente
pronti per la Regina e l’album non ottiene il successo sperato (anche
se il duetto con i De La Soul diventa un buon Top 20 britannico). Ma la
ragazza non si arrenderà. Rivelandosi nel 2002 anche una grande soul e
jazz singer nonchè attrice, come testimoniato dalla sua splendida
performance in “Chicago”. E da allora "Mama" Morton (questo il nome del
suo personaggio nel musical da Oscar) non si fermerà più facendo
incetta di film e di premi. Meritando il titolo di First Lady
dell'hip hop.
La Regina compare anche in “Done
By the Forces of Nature”, uscito nel novembre 1989,
secondo lavoro dei Jungle
Brothers,
trio newyorkese formato all’epoca da Mike Gee (Michael Small),
DJ
Sammy B (Sammy Burwell) e Baby Bam (Nathaniel Hall). Anche i Fratelli
della Giungla fanno parte della Native Tongues Posse e il loro lavoro può essere
considerato il gemello sfortunato del disco dei De La Soul.
All’epoca infatti non viene capito dai “duri e puri” del genere, troppo
legati al suono rabbioso di Public Enemy. Tutta colpa dei ritmi house,
delle influenze di World Music, dei testi afrocentrici “educativi” e
dell’uso di campionament jazz (i Brothers sono i pionieri del jazz rap
che solo tra un anno sarà “il verbo”). Cose troppo strane e
intellettuali. E così si arena al N. 46 della Top 200 USA. E solo molto
dopo verrà riconosiuto come un album molto importante nello sviluppo
del genere. D'altra parte loro son stati additati come “strani” e
“venduti” già per il precedente singolo “I’ll
House You”, prodotto da
Todd Terry e basato sulla house (di fatto creano la hip
house). Tra i pezzi, da citare WHAT U
WAITIN' FOR?, DOIN'
OUR OWN DANG (qui
il remix pubblicato su singolo), realizzata con Q-Tip, Queen Latifah e
i De La Soul, e la ballabile U
MAKE ME SWEAT.
Da notare che nell’album compaiono, oltre a quelli già citati, Monie
Love, KRS-One, DJ Red Alert e il futuro membro dei Deee Lite
DJ
Towha Towha. Purtroppo nella battaglia con le pistole del Gangsta,
l’hip hop non violento e positivista della Posse perderà la corsa alle
classifiche…
E dato che siamo in periodo di abbondanza nel sottobsoco, ecco anche il
ritorno di un grandissimo bluesman...
Ecco
a voi “The Healer”,
del maestro John Lee
Hooker.
Quasi sparito nel corso degli ultimi due decenni, il grande vecchio
torna alla grande accompagnato da uno stuolo di collaboratori
d’eccellenza, come Bonnie
Raitt, George Thorogood, i Los Lobos e Carlos Santana (che
imparerà la lezione e 10 anni dopo sfornerà, in un tripudio di
collaborazioni, "Supernatural") . Il “guaritore” è il blues stesso e
mai titolo potrebbe essere stato più appropriato per l’album che di
fatto guarisce la carriera del bluesman, che rimarrà sulla cresta
dell’onda fino al 2001, anno della sua scomparsa. La title track
vede chiara l’influenza di Santana, che vi esegue degli assolo, e serve
più che altro per le radio, mentre Bonnie Raitt (anche lei tra breve
risorgerà alla stragrande) compare nel blues I'M IN THE
MOOD. Robert Cray partecipa a BABY LEE
(video dal David Letterman Show) mentre i vecchi amici Canned Heat
ritornano col Hooker in CUTTIN’ OUT (nessun link ahimè). Ma la star, al
di là delle collaborazioni eccellenti, rimane il grande John Lee, come
testimoniato dalla seconda parte del disco, che affonda le radici nel
Delta fangoso del Mississippi.
Concludendo, avete fatto il conto delle rogne legali che han riguardato gli hit del periodo? Come potete vedere, per far soldi con la musica, non è necessario produrla o suonarla. Basta fare gli avvocati...
Al prossimo appuntamento, accogliendo la richiesta di Kristina, balzo in avanti di 4 anni. Il Polpettone sbaraglia le
classifiche,
mentre la Signora Mottola è la Diva del momento. In Europa trionfa la
techno, mentre dagli USA arrivano le ultime grandi esplosioni del
grunge. E mentre una band britannica esordisce sentendosi un "verme
strisciante", Michelino copia Al Bano (o no?)...
Marco
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