AUTUNNO 1993: Il ritorno del Polpettone
Un periodo di forti contrasti. Il 13 settembre il leader
palestinese Yasser Arafat
e il primo ministro israeliano Yitzhak
Rabin
si stringono la mano dopo aver siglato un accordo di
pace a Washington D.C.. Intanto la casa Bianca Russa, la Duma, sede del
Parlamento, va a ferro e fuoco. Il 18 novembre in Sud Africa vengono
estesi i diritti civili a tutta la popolazione: l'apartheid è
definitivamente finita. Tutt'altra cosa il conflitto nei Balcani, che
pare eterno e vede il crollo del ponte di Mostar. Altro disastro quello
somalo: ricordate "Black Hawk Down"? I fatti narrati in quel film
accadono questo autunno. Intanto, Benazir
Bhutto
diventa la prima donna capo di stato di uno stato
mussulmano, il Pakistan. E la musica? Si potrebbe dire che anche
musicalmente è un periodo convulso, con una serie di generi che stanno
vivendo un grande momento e competono per il dominio delle classifiche.
La Generazione X
in
America ha ormai scombinato le carte e il grunge di Nirvana e Pearl Jam,
ormai
diventato fenomeno mediatico (e quindi morto?), ha ormai spostato
l’attenzione sul rock alternativo, mentre il pop, ormai in pieno cambio
generazionale, può contare su star come Mariah Carey. Mentre
l'hip hop è
in perenne ebollizione, tra jazz, gangsta e vie alternative che
producono pietre miliari del genere. Ma a
sorpresa il trionfatore
mondiale di questi
mesi autunnali è un Polpettone
che, sputato anni addietro dall’Inferno, ora vi
ritorna. E in Europa? Mentre esordisce una band inglese con
apparenti problemi di autostima, la parola d’ordine è
ballare! E non
c’è bisogno del Trattato
Maastricht, diventato operativo a novembre,
per far varcare le frontiere della neonata Unione Europea ai vari
successi danzerecci…
Andiamo col N. 1 del classificone?
Ma prima
un'avvertenza. Per fan fanatici: se DJ BoBo è la
vostra
unica ragione di vita, vi consiglio di non leggere il presente articolo. L'autore declina ogni responsabilità
circa il nocumento che la lettura del presente articolo potrebbe procurarvi.
Meat Loaf - Il
Polpettone infernale è tornato, ma quella cosa non la fa!
Nel
1977 è uscito un album di rock iperbarocco e wagneriano intitolato "Bat
Out Of Hell". Quel lavoro ha venduto oltre 30 milioni di
copie e ha passato più di 10 anni nella UK chart (per l'esattezza 474
settimane al 2008, risultato che lo rende secondo solo a "Rumours" dei
Fleetwood Mac). Inutile dire che un simile successo ha dato fama
imperitura al suo
interprete, Marvin Lee Aday, meglio noto come Meat
Loaf. Ma anche una bella rogna. Perchè, a quel punto,
qualunque
cosa il Polpettone (italica traduzione del suo nome d'arte) avrebbe
prodotto
sarebbe sicuramente stato oscurato da quel precedente. E infatti così è
successo. Anche perchè il grassone, dopo quel successo, va
incontro
a una serie infinita di rogne. Certe se le va a cercare, come la
rottura con l'autore del disco che gli ha dato la fama, Jim
Steinman. E con Steinman altrove (tra i due c'è
pure una causa
legale), intento a scrivere clamorosi hit per altri (uno per tutti, "Total
Eclypse Of The Heart" di Bonnie Tyler), il
nostro incoccia in una serie di fiaschi che lo portano alla bancarotta.
Ma
poi arriva il Natale 1990. A Natale tutti si sentono un po' più buoni,
pure i Pipistrelli sputati dall'Inferno. E così il Polpettone e
Steinman fanno pace e iniziano a parlare di un nuovo disco, che
costituisca il degno seguito di "Bat Out Of Hell". La lavorazione
tuttavia va per le lunghe e nel frattempo Meat Loaf passa alla Virgin
(MCA per gli USA). E la seconda puntata delle avventure
infernali del nostro Polpettone vede finalmente la luce il 14
settembre 1993.
Per lanciare l'album viene
pubblicata su
singolo una gargantuesca ballatona in pieno stile Steinman, I'D DO
ANYTHING FOR LOVE (BUT I WON'T DO THAT). Il pezzo nell'album
dura oltre
12 minuti, per cui per le radio viene accorciato a "soli" 7 minuti e
43. Su singolo invece il pezzo viene ridotto a 5 minuti e 13.
Il
brano è un duetto con una cantante femminile, accreditata come "Mrs.
Loud". Sotto questo nome si cela la vocalist
britannica Lorraine
Crosby, sebbene la sua parte in tour verrà affidata
dall'americana
Patti Russo.
Il testo (titolo compreso) del pezzo è in perfetta linea
con le promesse delle ballatone dei primi anni '90 ("ogni cosa che farò
la farò per te", "ti
amerò per sempre", ecc...). In questo caso il
Polpettone promette che farà tutto tranne quella cosa. E cos'è quella
cosa? Che non tornerà sui suoi
passi, che non dimenticherà mai come lei si sente in quel momento...
Insomma, che non la lascerà sedotta e abbandonata. A
suo dire, il Polpettone interpreta nel pezzo un adolescente che sta
cercando di trovare il coraggio di dichiararsi all'amata. Vabbè, Meat
Loaf ha interpretato alcuni film, tuttavia come adolescente timido
forse risulta un po' attempato (all'epoca ha 42 anni). Musicalmente
il pezzo ha un
arrangiamento (curato da Meat Loaf, Steinman e Todd
Rundgren - che aveva collaborato anche al primo album) che
non si
risparmia nulla. Talmente
stracarico in confronto al quale "I Will Always Love You" è un pezzo
minimalista. Dopo un intro al piano, parte dolcemente, poi alterna
accelerate con rallentamenti aggiungendo sempre più
ingredienti, a partire dai cori, e alla fine presenta più esplosioni da
inno da stadio erigendo muri del suono a
profusione a suon di assoli. Insomma i Queen strafatti in preda a
isteria omicida.
Per il
video non si bada a spese. Lo dirige Michael Bay e, come qualcuno dirà,
costa come tutto il film "Quattro Matrimoni E Un Funerale". La storia
raccontata è a metà strada tra la bella e la bestia e il fantasma
dell'opera e vede il grassone debitamente truccato duettare con la
modella Dana
Patrick.
A
questo punto resta un quesito. Anzi, il quesito. Venderà? Insomma,
siamo nell'era del grunge, dell'R'N'B hip hop, della techno. Certo, le
superballate vendono a palate, ma questa è, come detto, più di una
power ballad. È un melodramma intero pieno di morti e feriti. La
ricetta è la stessa impiegata 16 anni prima in "Bat
Out Of Hell". Ma son passati 16 anni e non son pochi... Siamo sicuri
che il pubblico stia aspettando un nuovo disco di Meat Loaf?
...Eccome che lo aspettava! Il
singolo diventa a sorpresa il più venduto del
1993 in UK, dove arriva al N. 1 il 23 ottobre, scalzando i
Take That e
restando in vetta qualcosa come 7 settimane. Ma, cosa ancor più
clamorosa, raggiunge la vetta in un totale di 28 paesi, USA compresi,
dove svetta per 5 settimane a partire dal 6 novembre, detronizzando
Mariah. L'unico paese del globo che sembra insensibile al pezzo è
proprio l'Italia, ma d'altra parte qua non aveva attecchito neppure il
primo successo del Polpettone. Che è il primo a meravigliarsi di
cotanto successo.
E l'album non è da meno, arrivando a vendere oltre 15
milioni di copie. Arriva al N. 1 USA il 30 ottobre, ma vi resta una
sola settimana, cedendo subito ai Pearl Jam. Invece in UK il disco
resta in vetta per 11 settimane non consecutive, interrotte da singole
settimane di vetta per Nirvana, Pet Shop Boys, Take That e Phil
Collins. Insomma, il Pipistrello sarà pure tornato all'inferno, ma di
sicuro è arrivato nel paradiso delle classifiche.
Il testo del
singolo è oggetto di dibattiti negli USA, dove viene subito preso come
esempio dai soliti gruppi conservatori, subito lanciati nel dire che
"quella cosa che il
grassone non farà mai" è "fare sesso prima del matrimonio". Asserendo
pertanto che il pezzo
è a favore dell'astinenza. Ovviamente negli USA il testo proprio non lo
si ascolta, eh? Ma che conoscano l'inglese oltreoceano? Ho seri dubbi...
Il
singolo varrà a Meat Loaf anche un Grammy. Verrà citato anche
nel
terribile film delle Spice
(dove Meat Loaf vi recita la parte dell'autista) e a
quanto pare sarà responsabile della formazione degli Evanescence
(questa è grave...). Da notare che finirà anche ai primi posti delle
classifiche di fine 1993, ma più precisamente in quelle dei peggiori
brani per la critica.
E al N. 2 del classificone c'è proprio il brano che viene scalzato dal
N. 1 americano dal Polpettone...
Mariah Carey -
L'amante ideale di Mariah. Ma Mottola lo sa?
Beh,
Mariah non può certo lamentarsi, dato che nel momento in cui DREAMLOVER
viene detronizzata, ha comunque passato otto settimane sulla vetta
della chart USA. La
fresca Signora Mottola è all'epoca "la più amata
dagli americani" (Whitney permettendo) e proprio con l'album che
contiene l'hit, "Music
Box", si appresta a diventare definitivamente una
superstar a livello
mondiale. "Dreamlover" è il primo estratto dall'album ed esce a luglio.
E l'11
settembre arriva in vetta, scalzando gli UB40 e diventando il settimo
N. 1 della cantante in America nel giro di 4 anni. Il pezzo è stato scritto da Mariah
con
i produttori Dave Hall e Walter Afanasieff. Il primo,
reduce dall'album
di debutto di Mary J. Blige, è contattato direttamente dalla cantante.
Lei vuole un pezzo allegro. Lui inizia a proporle una serie di loop
ritmici. E scelgono un loop di "Blind Alley",
pezzo datato 1971 delle Emotions
(già campionate/omaggiate - in modo ben più
pesante - dalla Carey in "Emotions").
La Carey poi inizia a comporre il
testo, che parla di un uomo ideale, e la melodia. Tuttavia il risultato
non soddisfa il maritino e così viene chiamato Afanasieff a
lavorare sul pezzo. Lui dice che gli dona "colore". E lo
fa aggiungendoci organo Hammond, batteria e tastiere. Di fatto
il
loop di partenza viene arricchito e attualizzato.
Il
pezzo
rappresenta il primo vero flirt della Carey con l'hip hop. Infatti
utilizza una tecnica produttiva, quella basata sul loop, che è tipica
del genere. E "Blind Alley" era già stata impiegata nel 1988 proprio da
uno dei pionieri del rap, Big
Daddy Kane, in "Ain't No
Half-Steppin'". E "Dreamlover" a sua volta verrà campionata.
Nel 2002 il
Boss infatti la campionerà (!) in un brano
del suo album "The Rising", "Let's Be
Friends (Skin To Skin)". Stando a quel che dice
Wikipedia, quel pezzo di Springsteen può provocare epilessia... Il
singolo diventa
anche un buon hit internazionale, arrivando al N. 9
UK. Ma per il successo europeo con la S maiuscola, Mariah dovrà
aspettare il terzo singolo dell'album, una cover di un pezzo dei
Badfinger già diventata un hit colossale nel 1972 per Harry
Nilsson...
Intanto
l'album, il suo quarto, uscito il 31 agosto, staziona nella parte alta
della chart USA, anche se arriverà al N. 1 americana solo a fine
dicembre. E diventerà un successo in Europa e UK solo nel
1994.
Ma non temete, si rifarà abbondantemente, diventando il suo più grande
successo di vendite a livello
mondiale, con oltre 25 milioni di copie vendute.
A quel che racconta la Carey, i testi dei suoi album vengono raccolti
su diari su cui la nostra scrive tutto. Ebbene quello su cui ha
concepito i testi di "Music Box" le è stato regalato al party per il
suo 21esimo compleanno da Cyndi Lauper.
E
intanto in ottobre esce il secondo singolo. E purtroppo stavolta è una
ballata, genere che nelle mani di Mariah diventa sinonimo di melassa
concentrata. Si tratta di HERO,
ma ne riparlerò a tempo
debito. Intanto godetevi "Dreamlover" finchè dura...
Se negli
USA l'autunno il mercato dei singoli è praticamente dominato dalla
Carey e da Meat Loaf, in UK c'è un po' più di varietà in
vetta e,
accanto al Polpettone troviamo un pezzo techno, un pezzo pop-disco e un
brano rap. Da quale incominciamo?
Beh, andiamo in ordine cronologico e pertanto iniziamo dal singolo che
arriva al N. 1 UK il 28 agosto e vi rimane fino al 25 settembre... Ma
per parlarne, andiamo in discoteca...
L'Unione
Europea Discotecara
Culture Beat - Il
battito vincente di Torsten
Chi
sono i Culture Beat? Beh, trattandosi di un progetto dance, sarebbe più
opportuno chiedersi cosa sono. Ebbene sul palco sono un duo, formato da
una cantante donna e da un rapper maschile. Formazione questa
canonica per praticamente tutta la Eurodance dell'epoca (e la
rincontreremo varie volte durante questo articolo). Nel caso in
questione, la cantante si chiama
Tania
Evans, mentre il rapper è
Jay
Supreme. In realtà
il
progetto è farina del sacco del produttore e DJ
tedesco Torsten Fenslau, uno dei pionieri del suono di
Francoforte. E in questo caso la
formula viene applicata a un hit che si rivela il massimo successo
dell'anno in Europa. Dopo aver dominato la Germania per 9 settimane dal
19 giugno al 19 agosto, in autunno arriva al N. 1 in UK (per 4
settimane) e in altre 11 nazioni
(Italia compresa), vendendo oltre 4 milioni e mezzo di copie. Il pezzo
è
MR.
VAIN
e diventa uno dei classici dell'era techno. La formula, a partire dalla
formazione, è tutt'altro che innovativa, ma viene applicata in modo
perfetto e di fatto creando un suono personale. E funziona
perfettamente anche in radio.
Il
singolo è tratto dal secondo
album del progetto,
"Serenity".
I Culture Beat non son
infatti un nome assemblato all'istante per lanciare il
singolo.
Tutt'altro.
Vengono
considerati un progetto fondamentale nella storia della dance tedesca. E
l'evoluzione del progetto riflette quella della musica da discoteca. I
Culture Beat nascono nel 1989.
All'inizio
il progetto è dedito
all'ambient house. E un singolo, "
Der
Erdbeermund" ("Cherry Lips" nella versione in inglese),
raggiunge il N. 11 tedesco. All'epoca la voce è del cantante di cabaret
tedesco
Jo van Nelsen.
Per il secondo singolo, "
I Like You",
vengono reclutati Jay Supreme e una cantante,
Lana Earl. E
dall'ambient ci si sposta verso l'eurodance. Nel 1991 arriva
il
primo
album, "Horizon". Nel 1993 la cantante viene sostituita da Tania Evans
e il suono diventa più duro, secondo gli stilemi della techno. E a
giugno
viene pubblicato il secondo album, con cui avviene il botto.
Va detto
che "Mr. Vain" è solo prodotta da Fenslau, mentre
è scritta da Steven
Levis, Nosie Katzmann e dal rapper Jay Supreme. Ruguardo a
chi sia il
Mr. Vain del titolo, sembra che si riferisca allo stesso Fenslau. A
settembre esce anche il secondo singolo,
GOT TO GET
IT, che ripete la formula e il successo, arrivando nelle Top
5 di vari paesi europei, Germania e UK comprese.
Purtroppo Torsten Fenslau non
riuscirà a gustare a lungo il successo.
Rimane infatti ucciso in un incidente stradale il 6 novembre. Ha solo
29 anni. La band tuttavia riuscirà a sopravvivergli e il
controllo passerà al fratello Frank. E mentre "Mr. Vain" raggiungerà la
Top 20 americana, dal secondo album arriveranno altri due grandi hit
europei. E sia il produttore sia l'album vinceranno il prestigioso
Echo Prize (premio dell'industria
discografica tedesca)
come produttore dell'anno e come disco tedesco più venduto nel Mondo
del 1993. Per tacer di tutti i premi in ambito dance che il singolo si
porta a casa.
Il progetto poi si ripresenterà nel 1995. Arriveranno altri due hit, ma
i tempi ormai saranno cambiati. Nel 2003 tuttavia "
Mr. Vain
Recall",
versione cash-in, remixata e aggiornata (ma non ce n'era bisogno, dato
che
l'originale funziona ancora benissimo), del loro grande hit, riporterà
i
Culture Beat nella Top 10 tedesca.
"Mr. Vain" rappresenta un
disco importante anche per un motivo prettamente tecnico: si tratta del
primo N. 1 britannico che non viene stampato su 45 giri. Lo si trova
infatti solo su cd single o cassetta. Decreta insomma la definitiva
fine di un'epoca. "
Il 45
giri è morto! Viva il cd single!"
Se i Culture Beat arrivano dalla Germania, gli altri stati dell'Unione
non
stan certo a guardare... A partire dagli italiani....
Cappella - Il
Progetto Rinascimentale di Gianfranco il Magnifico
Altro
giro, altro progetto dance di successo. Stavolta il
manovratore è Gianfranco
Bortolotti.
Anche in questo caso non si tratta di una cosa creata ad hoc per un
singolo hit. Le origini risalgono addirittura a un'altra era geologica
(in anni dance), ovvero il 1975. All'epoca si parla di The Cappella-Project,
team di autori che scrivono pezzi disco per altri. Il nome si riferisce
alla Cappella Sistina e viene
scelto per enfatizzare l'idea della rinascita. Se il Rinascimento segna
la rinascita della cultura europea, il progetto punta alla rinascita
della cutura dance europea.
Però
il progetto più che portare
alla rinascita, crepa dopo poco, e l'unico che rimane è il Bortolotti,
che nel 1987 fonda la Media Records. E nello stesso anno rispolvera il
nome Cappella. Coadiuvato da Michele
Persona, Mauro Picotto e con il
cantante Ettore
Foresti, il progetto ottiene nel 1988 un buon successo da
discoteca con un pezzo house, "Push The
Beat/Bauhaus".
Nel 1989 arriva "Helyom
Halib" e
un piazzamento nella Top 20 UK. Bortolotti a questo punto si dedica
alla produzione di grandi successi
discotecari per altri nomi. Poi nel 1993 il nome Cappella
ritorna nella
classifiche. In primavera esplode "U Got 2
Know".
Tuttavia il progetto non è ancora completamente assemblato. Infatti il
Bortolotti sta ancora cercando una cantante "fissa". Prima viene
assoldata Salee,
che canta nel singolo che questo autunno
definitivamente afferma i Cappella tra i nomi di punta dell'Eurodance
dei primi anni '90. Purtroppo, a quanto si dice, Salee non vuol fare i
video (o è racchia e non vogliono farglieli fare?), e così nel video
compare un'altra fanciulla. Però stavolta non è solo una bonazza dedita
al playback. Si tratta della nuova cantante, che da allora diventa voce
e immagine dei Cappella: Kelly
Overett. La ragazza di Ipswich arriva da un grande
successo con gli SL2 (N. 2 in UK con l'inno rave "On A
Ragga Tip" nel 1992). A lei viene associato, come regola
vuole, il mandingo rappeggiante Rodney
Bishop.
U
GOT 2 LET THE MUSIC
segue la formula applicata in "U Got 2 Know" ma la affina. Il pezzo
diventa un enorme successo paneuropeo, arrivando al N. 2 britannico a
fine ottobre, fermato solo da Meat Loaf. Il pezzo campiona un pezzo del
1987 di JM Silk "Let
The Music Take Control", mentre la melodia arriva del
1984: gli Alphaville di "Sounds
Like A Melody". E la sfilza degli hit per il progetto
Cappella durerà fino al 1995...
E
ora che
ne dite di passare da Brescia (città del Bortolotti) ad Amsterdam?
Ovviamente per parlare del progetto Eurodance techno di maggior
successo della prima metà del decennio, i 2 Unlimited. In
questo caso
due produttori belgi (Phil
Wilde e Jean-Paul De Coster) e un duo sul
palco di nazionalità olandese formato dalla cantante Anita Doth e dal
rapper Ray Slijngaard.
Inutile lottare, "No Limit"
è stato il mega hit europeo della prima metà dell'anno. In UK il loro
successo è enorme, anche se la stampa li odia,
ribattezzandoli i "2 Untalented". Beh,
non li si può certo definire
Mozart, tuttavia, a differenza di molti altri progetti analoghi, Anita
e Ray non son solo i due burattini dei produttori, ma collaborano alla
scrittura dei pezzi. Come testimoniato anche dagli hit dell'album "No
Limits" che la band porta nelle classifiche questo
autunno. FACES
è il terzo singolo estratto e li porta al N. 8 UK e tedesco (e nelle
Top 10 di mezza Europa). Il pezzo abbassa un po' il ritmo e presenta un
testo, scritto appunto dalla Doth e da
Slijngaard, "impegnato". Infatti parla (il livello è quello dei
pensierini delle elementari) dei divari sociali
che i
due vedono girando per il mondo. Il quarto e ultimo esce singolo in
novembre, il martello MAXIMUM
OVERDRIVE.
La popolarità del progetto è tale che quando un loro concerto viene
cancellato in Danimarca ne esce una rivolta. Intanto son tra i primi
gruppi dance ad esibirsi in Russia. Che li si ami o (più facilmente) li
si odi, sono
quelli che hanno reso la techno "pop".
E ora
i The Good Men.
Anche i Buonuomini vengono da Amsterdam. Si tratta di Gaston Steenkist
("Dobre") e René Horst ("DJ Zki"). La loro
percussiva GIVE
IT UP,
un mix tra percussioni latine e house, è arrivata al N. 23 UK in
agosto.
Ripubblicata, tuttavia diventa un grosso hit, arrivando al N. 5 in
novembre. E tra un paio d'anni arriverà sotto mentite spoglie al
N. 1 UK: la campioneranno i Simply Red per la loro "Fairground".
Ah, i due non compariranno più nelle classifiche col nome Good Men. In
compenso vi riappariranno con qualche centinaio di altri pseudonimi,
tra cui Chocolate Puma e Riva.
Se
invece vogliamo trovare un'autentica digrazia dobbiamo spostarci
nella
Svizzera tedesca, dove potremmo imbatterci in Peter René
Baumann, meglio (tristemente) noto come DJ BoBo.
SOMEBODY
DANCE WITH ME è il suo primo hit e arriva nella Top 5
tedesca. Praticamente un rip-off in salsa eurodance di "Somebody's
Watching Me",
vecchio successo targato 1984 del figlio di Berry Gordy
Jr., Rockwell (o meglio di Michael Jackson...). E nelle stesse
settimane piazza nella Top 10 teutonica KEEP
ON DANCING.
L'italo-svizzero BoBo ha mollato una carriera di fornaio (braccia
rubate all'artigianato)
per darsi
alla breakdance e alla carriera di DJ, iniziata nel 1985. Ora è
l'artista svizzero di maggior successo mondiale. E continuerà ad
esserlo anche nel nuovo millennio, quando sfornerà la terrificante "Chihuahua"...
E ora torniamo in Germania, passando per Trinidad e Tobago...
Nestor Alexander Haddaway
infatti arriva da Trinidad. Il ragazzo ha sbancato le classifiche tra
primavera e estate con il tormentone "What
Is Love" e ora fa il bis con LIFE,
che a settembre arriva al N. 6 UK. Coadiuvato dai produttori Dee Dee
Halligan e Junior
Turello il ragazzo pubblica anche l'album "The Album"
che si rivela un successo in molte nazioni europee. Ma il successo
varca anche l'Atlantico: il 30 ottobre "What Is Love" raggiunge
l'11esima posizione della Billboard Chart.
Ma i britannici
sanno rispondere all'assalto dance continentale e sfoderano a loro
volta alcuni classici della discoteca dell'epoca. A partire da...
M People - Vita
nuova per Heather
Gli
M People però non sono un progetto, sono una vera band.
Infatti
si tratta di un trio fondato nel 1990 da Mike Pickering (la M
del
nome del gruppo è la sua iniziale), uno dei DJ del leggendario
The Haçienda.
E dopo qualche anno di gavetta, nel 1993 esplode. Grazie a una miscela
di house, soul e acid jazz e all'inconfondibile voce della cantante Heather Small. MOVING
ON UP, il cui testo rientra nella miglior tradizione del
genere
"sei uno stronzo e dopo
averti mollato la mia vita sarà migliore",
è il loro terzo Top 10 britannico e diventa il loro maggior successo
quando arriva al N. 2, bloccata (purtroppo) da DJ Jazzy Jeff And The
Fresh Prince. Nel frattempo il loro precedente hit, "One Night
In Heaven", sta ottenendo allori in giro per l'Europa. Il
singolo fa da apripista per l'album "Elegant
Slumming",
che si rivela un grande successo, piazzandosi al N. 2 UK grazie ai
quattro Top 10 in esso contenuti. "Moving On Up" diventerà nel 1994
anche l'unico hit del gruppo negli USA e in seguito comparirà nelle
colonne sonore di film come "Full Monty" e "Il Club Delle Prime Mogli".
Più legati alla tradizione house
sono gli Urban Cookie
Collective.
D'altra parte arrivando da Manchester, la capitale britannica del
genere. Dopo il grande hit estivo THE KEY:
THE SECRET
(N. 2 UK in agosto), che questo autunno comunque scorazza con successo
in giro per l'Europa (N. 5 in Germania), il Collettivo del Biscotto
Urbano (nota bene: cookie in slang sta per pillola di ecstasy) arriva
nella Top 5 UK a novembre con FEELS
LIKE HEAVEN. Il progetto è di Rohan Heath,
ex collaboratore di A Guy Called Gerald e già membro dei Together,
gruppo fondato nel giro dell'Haçienda (ancora quel club) che nel 1990
ha ottenuto un Top
20 in UK con "Hardcore
Uproar". Il collettivo vede la partecipazione,
tra gli altri, della vocalist Diane Charlemagne.
Questa, dopo
l'esperienza con i Biscotti, collaborerà con nomi come Goldie e Moby.
Dopo questi due hit, il Collettivo non riuscirà più
a ripetersi e le
posizioni raggiunte dai singoli successivi scenderanno
progressivamente. "The Key: The Secret" verrà riesumata, ovvero
remixata in due diverse occasioni, nel 1996 e nel 2005. Meglio
lasciarle stare e riascoltarsi la versione originale.
Passiamo a qualcosa di più "calmo"?
The Orb - La
soffice nuvoletta riposante di Alex
Che
ne dite di rilassarvi un po' in una chill-out
room (o camera di
decompressione) per
riprendervi dalle fatiche della danza (non è che avete
usato ausiliari chimici, vero?). Niente di meglio della musica
proposta dagli Orb allora per rilassare le vostre stanche membra, il
vostro cervello e le vostre coronarie. La band ambient house ha già
piazzato nel 1992
un album al N. 1 UK. E questo autunno ottiene il secondo
singolo in Top
10 con LITTLE
FLUFFY CLOUD. Alex
Paterson e Kris Weston (questi
gli Orb all'epoca) ripubblicano su singolo quello che è considerato un
loro classico. Il pezzo risale al 1990 ed è stato incluso nel loro
primo album, del 1991. Inizialmente Paterson ci lavora con il
produttore, nonchè ex Killing Joke, Martin
"Youth" Glover. Tuttavia
Youth ha parecchi lavori da seguire e non entra a far parte degli Orb.
E allora Paterson chiama Weston. La nuvoletta in origine non era
salita oltre l'87esima posizione, ma negli anni diventa un vero
classico
della pista da ballo allucinogena. Basti pensare al fatto che il pezzo
si basa su un campionamento di un'intervista a Rickie Lee Jones,
intenta a descrivere ricordi d'infanzia. La sua voce
nasale genera
subito leggende: a chi dice che è dovuta all'uso di droga la Jones
risponde secca che si trattava di un raffreddore... Ovviamente la Jones
non ha gradito il campionamento, e ne è derivata una causa conclusa con
un accordo al di fuori del tribunale. Da notare che il pezzo
campiona anche l'armonica da "C'era Una Volta il West" di Morricone e
una composizione di Steve Reich suonata da Pat Metheny. A
differenza
della Jones, tuttavia Reich è talmente colpito dal lavoro degli Orb che
chiede
alla sua casa discografica di non far loro causa.
Riposati sulla nuvoletta? Allora potete ributtarvi anima e corpo sulla
pista da ballo, perchè stanno suonando un vero pezzo da 90...
Leftfield &
Lydon - Piromania techno
Ecco
un abbinamento a dir poco clamoroso. Tanto che fa esclamare a
qualche recensore la frase: lo spirito del '93 che incontra quello del
'76! Di che si
tratta? Ma dell'eretico (ma non troppo) connubio tra i Leftfield (ovvero
il duo elettronico Paul
Daley e Neil
Barnes) e
John Lydon
(per quei quattro che non lo sapessero, Johnny Rotten dei Sex Pistols.
Non sapete chi è lo stesso? Andate immediatamente a studiare!). Il
risultato è la trascinante OPEN UP
che arriva N. 13 UK. Da
notare che il brano viene censurato negli USA. Infatti nel
brano Lydon urla "Burn
Hollywood Burn!",
e dato che poco dopo l'uscita del pezzo scoppiano grossi incendi in
California attorno a Los Angeles (oltre 80.000 ettari in fumo) la cosa
viene vista come "di cattivo gusto". Ah, la censura
politically correct... Ovviamente il testo non ha nulla a che vedere
con gli incendi. In realtà è una ferocissima "ode/critica"
all'industria del divertimento californiana, a cui Johnny chiede
sarcasticamente di "aprirsi a lui", dato che vorrebbe essere
assimilato nel sistema "per
fare tanti soldi e per essere più grande di
Dio"...
E
da Johnny passiamo alla band che più di ogni altra costituirà
l'equivalente dance anni '90 dei Sex Pistols, anche se per il
momento son semplicemente considerati un gruppo rave...
The Prodigy - Lo
scherzetto di Liam
I
Prodigy piazzano al N. 8 UK il 23 ottobre ONE LOVE.
Il singolo in realtà risale a quanche tempo prima. Inizialmente è stato
pubblicato da Liam Howlett su un disco con l'etichetta bianca e il
titolo "Earthbound I". Questo per fregare i vari
DJ che
avevano
giudicato i Prodigy come una band troppo commerciale
e pertanto li snobbavano. E così, "fregati"
da una strategia non nuova (applicata più volte dai Bee Gees, per
esempio), gli stessi DJ iniziano a dire meraviglie di questo nuovo
pezzo,
che diventa un grande successo nei club underground. Dopodichè
Howlett getta la maschera, lasciando tutti senza parole. Il
pezzo miscela canti
tribali a una base elettronica in loop, segnando un netto
cambiamento del suono della band che, da "cartonesco", diventa più duro
e
sperimentale.
Tale suono caratterizzerà il prossimo album della band, "Music For The
Jilted Generation" (che infatti includerà "One Love").
Album che
trasformerà la band in un vero e proprio gruppo di culto da N. 1 in
classifica.
Orbene. Dopo questa sbornia a 130 e più bpm al minuto,
torniamo ai singoli che arrivano al N. 1 UK questo autunno... Ebbene,
ai Culture Beat il 25 settembre succede un pezzo rap, pertanto
approdiamo in territorio hip hop e R'N'B...
R'N'B
& Hip Hop: Gangsta, Cannabis
e... Al Bano
DJ Jazzy Jeff And
The Fresh Prince - L'ultimo botto
Allora,
il temibile duo formato da
Jeffrey
Townes e dall'allora Principe di Bel Air
Will Smith
sta perdendo quota negli USA, dove l'hip hop da party che lo
contraddistingue è ormai passato di moda, mentre ottiene il
suo
maggiore hit britannico con
BOOM!
SHAKE THE ROOM,
N. 1 per 2 settimane dal 25 settembre. Nella stessa settimana il pezzo
raggiunge il suo picco in America. Un picco più modesto tuttavia, dato
che oltreoceano il pezzo si ferma al N. 13. Il pezzo campiona "
Funky Worm",
classico funk degli Ohio Players datato 1973, ed è contenuto nel loro
quinto e ultimo album,
"Code
Red".
Ultimo, perchè dopo questo disco, nonchè 14 milioni di dischi
venduti, 3 American Music Awards e 2 Grammy Awards, i due si
separeranno, anche se ufficiosamente. Dopo lo scioglimento, mentre
Smith si dedicherà notoriamente alla carriera di Divo di Hollywood con
propensione alla realizzazione di rappettini che vampirizzano illustri
predecessori, Towners formerà un team di produttori chiamato A Touch Of
Jazz e si dedicherà alla produzione per altri, non rinunciando tuttavia
a collaborare ai lavori solisti dell'amico.
A proposito della carriera cinematigrafica di Will Smith: Will sta per
uscire nei cinema con il notevole
"Sei
Gradi Di Separazione", in cui recita con Stockard
Channing, Donald Sutherland e Ian McKellen. Una bella commedia
drammatica diretta da Fred Schepisi
tratta da un
lavoro teatrale. Se vi piace il Will Smith attore e non l'avete visto
ve lo consiglio, anche se sicuramente il ruolo di Will, uno dei suoi
migliori, vi spiazzerà.
A
dire il vero c'è un pezzo che potrebbe rappresentare l'equivalente
americano dei pezzi da party europei. Si tratta dell'orrenda
WHOOP!
THERE IT IS dei
Tag
Team, che sta ancora nella Billboard chart dopo
aver ossessionato l'intera estate USA. Ne riperlerò pertanto quando si
parlerà di quell'estate. Però un'avvertenza. Se pensate che "No Limit"
sia fastidiosa, non avete mai ascoltato questa roba, che solo negli USA
vende 4 milioni di copie... (e poi vi meravigliate che votano Bush?).
Decisamente
più divertente (e raffinato) il
pop-dance-rap
con sfumature acid jazz
che arriva dalla Svezia, gentilmente offerto da
Stakka Bo. Sotto
questo pseudonimo si cela
Johan Renck, e la
sua
HERE I GO
AGAIN
diventa un buon hit europeo che arriva anche nella Top 20
britannica. In seguito Renck diventerà regista e dirigerà
videoclip per gente come
Madonna, Robbie Williams e Beyoncé.
Ma torniamo negli USA con un pezzo che proprio il 25 settembre arriva
al N. 19. Sentite per caso odore di maria?
Cypress Hill - Il
cervello malato che abbatte le barriere
INSANE
IN THE BRAIN
è il pezzo che lancia definitivamente in orbita il collettivo chicano
di Los
Angeles, trainando il secondo album "Black Sunday" verso
il N. 1 USA
(vi debutta direttamente in agosto) e i 4 milioni di copie. Il pezzo
permette inoltre al gruppo rap di oltrepassare lo steccato verso il
pubblico
rock, cementando la fama della Collina dei Cipressi come gruppo
crossover e facendogli guadagnare un posto sul palco del celebre
festival itinerante Lollapalooza. Il cubano Sen Dog (Senen Reyes)
e i losangelini Muggs
(Lawrence Muggerud) e B
Real
(Louis Freese) mettono a punto un suono che piace
quasi più ai
bianchi che ai neri. Un sound cupo che, unito alla caratteristica
voce nasale allucinata di B-Real li rende unici nel panorama hip hop.
Basti
ascoltare "Insane In The
Brain". La traccia è basata su un breakbeat allucinato e ipnotico sul
quale si
avvicendano i rap cantilenanti di B-Real e Sen Dog. Il
brano è un
autentico melting pot, campionando "Say It Loud - I'm Black And I'm
Proud" di James Brown, "Good
Guys Only Win In The Movies" di Mel & Tim, "All
Over The World (La La)" dei The Youngbloods (che compare in
chiusura del pezzo) e "Life"
di Sly & The Family Stone. Il testo invece lo fa appartenere
alla
categoria delle "diss song", ovvero di quei pezzi fatti contro qualcun
altro. In questo caso il "malato di mente" è il rapper Chubb
Rock reo
di averli
sfottuti in un suo album del 1992. Ma di sicuro la band deve parte
della fama anche al fatto di essere di suo "fuori di testa", anche per
una vera e propria
ossessione per la marijuana (nel libretto di "Black Sunday" ci son 19
punti che ne illustrano la storia e i pregi). Tale amore per la
maria fa
guadagnare loro il ruolo di portavoce della
National Organization To Reform Marijuana Laws. E li fa
cacciare dal Saturday Night Live: la fumano in diretta...
Tra
l'altro "Black Sunday" è in classifica mentre il suo predecessore,
l'acclamato "Cypress Hill", datato 1992, è ancora nella Top 200 di
Billboard. È la prima
volta che un gruppo hip hop ha due album in
contemporanea in classifica. Inutile dire che il pezzo
diverrà non solo un classico dell'hip hop, ma comparirà in
un'infinità di film e verrà parodiato una marea di volte. Tra queste
vale la pena di citare la comparsata "orchestrale" nell'episodio dei
Simpson "Homerpalooza", spassosa
incursione di Homer nel territorio della musica alternativa
USA (come fenomeno da baraccone, ovviamente)... Intanto questo autunno
la band piazza il suo primo singolo nella Top 20
britannica, WHEN
THE SHIT GOES DOWN.
Negli USA si è
definitivamente imposta una corrente hip
hop che di fatto segnerà l'intero decennio, nel bene e nel male...
Il Gangsta.
E al N. 11 USA il 2 ottobre arriva il suo Profeta.
2Pac - La minaccia per la società approda in classifica
I
GET AROUND
è il primo hit nella Hot 100 per 2Pac Shakur. All'epoca 2Pac è già il
Nemico Pubblico N. 1 da un annetto e mezzo. E non tanto per i
precedenti penali, già belli corposi. L'11 Aprile 1992 un ragazzo
texano, tal Ronald Ray Howard, ha sparato su un poliziotto, ispirato, a
suo dire, da un pezzo ("Souljah's
Story"), inserito nel disco di debutto
del
rapper, "2pacalypse
Now". E così l'allora Vice
Presidente
degli USA Dan Quayle fa ritirare l'album dal commercio. Poi, nel
febbraio 1993 esce il suo secondo album,
"Strictly 4 My
N.I.G.G.A.Z". "I Get Around" è il secondo singolo estratto
e, come
detto, il suo primo hit. Tuttavia tra febbraio e ottobre il rapper non
si annoia, accumulando nell'ordine: un'accusa senza denuncia per uso di
cocaina, un'accusa per rissa e possesso di stupefacenti con conseguente
arresto e un altro arresto per aggressione con una mazza da baseball.
Non
male, eh? Diciamo che la credibilità da strada non è mai stata il suo
problema.
Nel
frattempo, tra un arresto e il successivo, trova il tempo
di recitare nel film di John Singleton "Poetic Justice",
accanto a
Janet Jackson (che per baciarlo in una scena pretende che lui si faccia
il test HIV). E dopo il 2 ottobre? Beh, "festeggia" Halloween con
l'ennesimo arresto per aver sparato su due poliziotti
che stavano
minacciando un motociclista nero. Tuttavia stavolta non segue alcun
procedimento a suo carico in quanto salta fuori che i due erano
strafatti e avevano armi rubate, e che il rapper è davvero
intervenuto per difendere l'aggredito. Il mese successivo invece arriva
"the big one": si becca un'accusa per stupro da una
diciannovenne
conosciuta in un club. Sembra che la fanciulla con lui abbia fatto di
tutto volentieri, ma che non abbia gradito fare altrettanto
con gli amici del rapper. Tale fatto gli
costerà una condanna a 1 anno e mezzo. Queste rogne con la legge gli
fanno perdere delle parti in alcuni film, tra cui "Menace II
Society" di Allen e Albert Hughes. Conclusione: mena Allen Hughes e
rimedia 15 giorni di reclusione. Se la sua carriera musicale sta
decollando e lo sta trasformando in uno dei rapper più importanti della
storia, la sua vita privata sta accelerando sempre più verso il suo
tragico finale anticipato.
Dopo
la pagina di nera, torniamo a quella musicale... "I Get Around"
presenta il rapper assieme al gruppo che di fatto l'ha lanciato nel
1991, i Digital
Underground. Il pezzo campiona tra gli altri un pezzo
di Prince del 1985, "The Ladder", nonchè alcuni classici freestyle
come "I
Can Make You Dance" e "Computer
Love" di Zapp & Roger, che proprio
quest'anno conoscono un buon successo (probabilmente grazie proprio
alla riscoperta con 2Pac) con una raccolta di successi e un
mega-medley. E Roger Troutman (il Roger di Zapp e Roger) tra tre anni
collaborerà direttamente con 2Pac nel suo grande hit
"California Love".
Rimanendo
in ambito Gangsta, ecco arrivare al N. 4 USA GANGSTA
LEAN dei D.R.S.
Tuttavia non si tratta di un pezzo rap, anzi. È di una ballata R'N'B, un
vero e proprio "slow jam". E che c'entra uno "slow jam"
con il "gangsta
rap"? Ebbene i D.R.S. (acronimo di Dirty Rotten
Scoundrels), formati da Jail
Bait (The Merciless), Deuce Deuce (The Shooter), Endo
(The Shitstarter), Blunt (The Blunted) & Pic (The Bitch Killer)
non
sono esattamente il tipico gruppo vocale alla Boyz II Men. Se nella
forma
ricordano le ballate, nei contenuti parlano di tutt'altri argomenti
rispetto alla media degli "slow jam" (amore e sesso). Infatti,
come desumibile dai graziosi nomignoli adottati (quelli
tra parentesi), i cinque affrontano gli stessi argomenti
dei gangsta rapper: violenza
di gang, droga, furti d'auto e via dicendo. Il tutto raccontato, come
2Pac o Ice Cube, nell'ottica di un membro di una gang. L'abbinamento
tra la formula della ballata e testi molto duri è
decisamente interessante e creativo, ma non si rivela un
successo.
E infatti "Gangsta Lean" resta il loro unico hit. Non per nulla è di
gran lunga il pezzo più accessibile per il
pubblico dell'album omonimo, essendo una sorta di elegia funebre per tutti
gli homies (ovvero gli amici) defunti.
Ah,
a proposito, il Gangsta Lean è un termine gergale diffuso nella
comunità afro-americana che denota uno stile di guida rilassato, con il
guidatore posto in basso e inclinato verso il posto del passeggero. Il
termine è stato coniato dai padri del gangsta rap, i N.W.A..
I D.R.S. sono tuttavia un esperimento
isolato: tutte le altre
ballatone R'N'B del periodo sono tutte innocuamente incentrate sulla
rima cuore/amore.
Partiamo se non altro con un brano dai nobili natali. LATELY
è la cover del pezzo
datato 1980 di Stevie Wonder (presente sul suo "Hotter Than
July") firmata dai Jodeci.
Il quartetto sta per pubblicare il secondo album "Diary Of A Mad Band"
e lo anticipa con il suo primo e unico Top 10 USA. "Lately" arriva al
N. 4 USA il 28 agosto. La versione dei Jodeci è in perfetto stile
ballata R'N'B da primi anni '90, con note sostenute per decenni
alternate a sguazzamenti in vibrato ripetuti. Insomma, troppo leziosa.
Ah, comunque anche i delicati Jodeci non scherzano. Pure due di loro,
nel 1993, si beccano una denuncia per molestie sessuali.
Gli
Shai,
reduci da un grande N. 2 USA l'anno prima ("If I Ever
Fall In
Love", che verrà rifatta nel 1997 dagli East 17
con Gabrielle),
ottengono a settembre il terzo e ultimo Top 10 USA con la
boyztomeneggiante BABY I'M
YOURS. Mentre
i Tony Toni Toné, veterani della
scena New Jack Swing di fine anni '80, piazzano
l'ultimo singolo tra i primi dieci con la sinuosa e raffinata ANNIVERSARY,
N. 10 USA il 23
ottobre. La versione del pezzo sull'album "Sons Of Soul"
è un autentico tour de force di oltre 9 minuti (è quella che
ascoltate cliccando il link). L'album si rivela il maggior successo
della band. L'album successivo, datato 1996, invece sarà un fiasco e la
band si scioglierà. Il frontman Raphael
Saadiq
si dedicherà alla carriera solista, formerà i Lucy Pearl e diventerà un
affermato produttore, lavorando con gente come D'Angelo e The Roots. Il
gruppo, eccetto Saadiq si riunirà su invito di Alicia Keys nel 1993,
per cantare nella sua "Diary".
Ma parlando di ballate R'N'B a questo punto dobbiamo
parlare di quella che causerà una bega legale in confronto alla quale
quelle di 2Pac son (quasi) passeggiate...
Michael Jackson –
Orche marine e “orchi” pugliesi
Ad
Hollywood vogliono fare un nuovo film per ragazzi. Uno che mostri
l'amicizia tra un moccioso e un animale. Il problema è l'animale.
Cani, gatti e cavalli son ormai inflazionati. Orsi, cervi,
leoni e
elefanti son già stati utilizzati. Per tacer di squali, pappagalli,
delfini e topi. A un certo punto a uno viene un'idea geniale: perchè
non usare un'orca marina! E così fu...
Il
film viene intitolato
"Free Willy"
(titolo che in UK causa non poche risatine, dato che
"Willy" laggiù viene usato per indicare il pipino...). E per il lancio
del film si decide di dotarlo di una colonna sonora pop. E chi
meglio dell'eterno ragazzino per cantare il pezzo di punta? Uno che ama
tanto gli
animali, così tanto che s'è fatto puro uno zoo personale. E che ama
tanto i ragazzini. Così tanto che... ehm, meglio tornare alla
colonna sonora. Sta di fatto che il prescelto ha già esperienza in
colonne sonore di film che raccontano storie di mocciosi e bestiole.
Per l'esattezza un film sull’amicizia tra un bambino e un
lurido
ratto assassino ("Ben"). Ebbene, Michelino, ovvero The King Of Pop,
tuttavia non si spreca granchè e utilizza un brano del suo ultimo album
"Dangerous", datato 1991. WILL YOU
BE THERE.
Si tratta dell'ottavo (!) singolo estratto dall'album, e diventa a
settembre il quinto Top 10 USA tratto dall'album (dopo essere stato il
settimo Top 10 UK in estate!). In Europa tuttavia il singolo funziona
meno bene. Tuttavia questo gospel zuccheroso che potrebbe essere
dedicato a Dio o ai suoi fan, porta a Michelino una quantità di rogne
incredibile.
Prima rogna:
il pezzo si apre con un coro che riprende l'esecuzione della Nona
Sinfonia di Beethoven da parte dell'Orchestra di
Cleveland. Senza
tuttavia citare nei crediti che quell'intro è di Beethoven. E ne deriva
una causa legale da 7 milioni di dollari che viene patteggiata fuori
dal tribunale (con conseguente comparsa nei crediti dell'intro da
Beethoven).
Seconda rogna:
nel 1992 un cantante pugliese noto come Albano Carrisi
(purtroppo per lui definito "a
little-known singer" dai siti stranieri visitati) fa causa
a
Michelino accusandolo di aver copiato la sua "I Cigni Di
Balakà".
Che Michelino stia andando fuori di testa è un dato di fatto, che che
nel delirio abbia deciso di copiare Al Bano risulterebbe da immediato
elettroshock. Sta di fatto che la causa andrà avanti 7 anni, con tanto
di Jackson in tribunale in Italia. Il
pretore di Roma lo condannerà a
pagare 4 milioni ad Al Bano, ma poi il 3 novembre
1999 la Corte d'Appello darà definitivamente ragione a Michelino,
imponendo al Carrisi di pagare le spese legali.
Parte della vicenda è stata già raccontata da Maurizio
Targa nella sua monografia Canzoni
Rubate,
tuttavia resta un dubbio: come mai quelle due canzoni son simili?
Perchè, da quanto emerso in sede processuale, entrambi si son ispirati
a una
canzone popolare indiana (priva di diritti d'autore). Ma se proprio
vogliamo spaccare il capello, c'è un pezzo degli Ink Spots "Bless You"
che assomiglia non poco ad entrambi. E loro son decisamente arrivati
prima sia di Michelino che di Al Bano... Beh, se non altro il
fatto
che Michelino abbia copiato gli Ink Spot è già un'ipotesi meno
fantascientifica...
Purtroppo per Jacko, i
tribunali stanno diventando una costante della sua vita, e per cose
decisamente più gravi di un'accusa di plagio. La storiaccia è in pieno
corso questo autunno e va segnalato il comportamento della "cara
sorellina" LaToya, la Jackson più inetta e sfigata, che ne approfitta
per farsi pubblicità gettando merda sul fratello...
Ma a proposito di utilizzo
di pezzi del passato e di Michelino, a questo punto possiamo parlare di
uno dei maggiori hit del periodo, che pure compare nella colonna sonora
di "Free Willy"...
Parlo
delle Sister With
Voice (meglio note come SWV)
son uno tra i principali gruppi vocali femminili dell'epoca. Reduci da
un N. 1 USA con "Weak",
le tre ragazze ora arrivano al N. 2 con RIGHT
HERE/HUMAN NATURE. Si tratta di un remix del primo singolo
del trio formato da Cheryl
"Coko" Gamble-Clemons, Tamara "Taj" Johnson-George e Leanne "Lelee"
Lyons.
"Right Here" infatti è uscita nel 1992. Poi le ragazze son esplose con
ben due Top 10 USA (compreso il già citato N. 1) e ora il remix ad
opera di Teddy Riley,
che
interpola quel pezzo con il classico di Jacko "Human Nature".
Il singolo diventa anche il più grande successo delle ragazze in UK,
dove si piazza al N. 3 a settembre, unico loro piazzamento nella Top 10
albionica. Poi a novembre le ragazze tornano nella Top 20 UK con DOWNTOWN,
pezzo con allusioni erotiche (abbinato a "Human Nature" sul singolo
americano) che tuttavia non replica la performance in
classifica del singolo precedente.
Ma
le Sorelle non son l'unico gruppo R'N'B al femminile che sfodera un
grosso hit questo Autunno. Ci sono anche le Zhane con HEY
MR DJ,
N. 6 USA il 30 ottobre. Si tratta di un duo che fa capo
all'etichetta discografica e al collettivo newyorkese di DJ e MC
chiamati Flavor Unit e capeggiati da Queen Latifah.
"Hey Mr DJ" è il loro primo singolo. Il pezzo è stato realizzato dalle
ragazze per una compilation hip hop ma funziona talmente bene che si
decide di pubblicarlo su singolo. E il suo successo
fa loro guadagnare un contratto con la Motown. Le ragazze otterranno
hit minori (tra cui "Groove
Thang" del 1994) e ritorneranno nella Top 10 USA assieme ai
Naughty By Nature nel 1999 (con "Jamboree").
E
dato che non c'è due senza tre, ecco un altro gruppo femminile. Sono
le Xscape e
anche loro fanno centro al debutto con JUST
KICKIN' IT,
N. 2 USA il 23 ottobre e il primo dei
loro 5 Top 10 USA. Il quartetto ha debuttato nel 1991 cantando
al compleanno del
produttore Jermaine Dupri che le ha messe sotto
contratto. Dupri negli anni a venire lavorerà col
gotha dell'urban R'N'B, tra cui Usher, Nelly, Mariah Carey (della cui
resurrezione è in gran parte responsabile) e Janet Jackson. A dire il
vero la Jackson non sarà una sua semplice cliente, dato che di fatto
diventerà la sua fidanzata (sembra che i due si sposeranno entro il
2008). Perchè
sta incursione gossippara? Ma ovviamente per introdurre Janet Jackson! Janet
questo autunno mette a segno il secondo hit tratto dal suo
fortunatissimo album "janet.",
ovvero IF.
Il pezzo, con tanto di video orientale, segue il grande successo di "That's
The Way Love Goes"
(a mio parere uno dei suoi pezzi migliori) ed è un perfetto esempio di
pezzo ritmato
alla Janet Jackson. Si ferma "solo" al N. 4 USA (a al N. 14 UK), ma non
temete, il prossimo singolo, la ballata AGAIN,
diventerà il suo settimo N. 1 USA a dicembre.
E nel settembre 1993 la ragazza si annuncia donna sulla copertina di Rolling Stone,
apparendo nella celebre foto di Patrick
Demarchelier
in topless, con le mani dell'allora suo marito René Elizondo, Jr.
posizionate a coprirle quello che poi mostrerà alla nazione durante il
Superbowl tra qualche
anno... D'altra parte "janet." ha rappresentato proprio la
scoperta della sessualità da parte della cantante, che passa ai suoni
sensuali del nuovo album dal semi-impegnato ma ancora "adolescenziale"
"Rhythm Nation". E il 24
novembre la Jackson inizia a Cincinnati il suo secondo tour mondiale,
il "janet. Tour",
che la terrà impegnata sul palco fino all'agosto 1994. E proprio "If"
apre i concerti di quel tour.
Ma c'è una nuova Diva R'N'B all'orizzonte. La produce Babyface e questo
autunno ottiene il suo primo Top 10 USA...
Toni Braxton - Una
canzone triste che rende felice Toni
Toni
Braxton (da pronunciare con tono grave, alla maniera di Fantozzi, in
linea con il suo vocione) è
l'ultima scoperta di Babyface. Toni è la figlia di un
pastore
Apostolico dalle visioni ultraconservatrici che quando è ragazzina le
fa sudare la visione del noto programma TV "Soul Train". Ma le cose
poi cambiano, e a quanto pare, ora papà prega perchè il disco della
figliola vada in classifica. E tali preghiere vengono esaudite, dato
che ANOTHER
SAD LOVE SONG diventa ad ottobre il primo Top 10 USA della
cantante, arrivando al N. 8. Tuttavia non è il primo disco di Toni. La
ragazza ha esordito nel 1990 con le sorelle nella formazione The
Braxtons, che vendono sottoposte a un'audizione da parte
di Babyface e
L.A. Reid. E i due vedono subito che Toni ha
qualcosa di più delle
sorelle e pensano a lanciarla come una star solista. I primi due
singoli realizzati sono un duetto con Babyface, "Give U My
Heart" e
"Love
Shoulda Brought You Home". In realtà i due pezzi son stati
scritti per Anita Baker, ma dato che la soul diva e la sua casa
discografica
targiversano, vengono subito dirottati verso l'aspirante star. Entrambi
le canzoni finiscono nel 1992 nella fortunatissima colonna sonora di
"Boomerang", film con Eddie Murphy da noi noto come "Il Principe Delle
Donne". Per intenderci, in quella colonna sonora c'è il megahit dei
Boyz II Men "End Of The Road". Il successo della colonna sonora mette
in luce di riflesso anche Toni che nel 1993 debutta con il suo primo
album, "Toni Braxton".
E "Another Sad Love Song", produzione
di lusso targata Babyface, diventa il primo dei tre singoli da Top 10
tratti
dall'album della cantante con il vocione profondo. Album che nel 1994
si piazzerà in vetta alla album chart USA. Janet, Mariah e Whitney,
fate
largo, è arrivata una nuova Soul Diva in città!
Tra tante Dive USA, anche Albione riesce a piazzarne alcune. Certo non
siamo ai livelli di successo delle corrispondenti americane, ma un loro
seguito riescono ad ottenerlo.
Iniziamo
dalla titolare
di uno degli album più venduti dell’anno in Britannia, Dina Carroll. Il suo
album di debutto, "So
Close",
uscito nel gennaio 1993, è uno sleeper, ovvero
uno di quei dischi che ottengono successo gradulamente nel tempo. E
artista e disco fanno il botto definitivo grazie a DON’T
BE A STRANGER,
gran ballata che arriva
al N. 3 in UK a novembre. Si tratta del sesto (!) singolo estratto
dall’album. Va detto che la versione su singolo è diversa da quella
dell'album, dato che gode di un arrangiamento orchestrale ad opera
della London Session Orchestra. Tra novembre e dicembre la ragazza fa
un tour britannico di grande successo. E i suoi concerti vengono aperti
da quattro ragazze
destinate a diventare il gruppo vocale femminile pop R'N'B britannico
di maggior successo a cavallo dei '90. Si
tratta delle Eternal,
che potremmo definire quasi la versione 1.0 al negativo delle All
Saints. Ovvero, mentre le All Saints saranno 3 ragazze bianche e una
nera,
qua il rapporto è invertito. Il
gruppo è formato dalle sorelle Easther e Vernie Bennett, da Kéllé Bryan
e dalla bianca Louise Nurding. Le quattro sono assieme dal
1992 e ora ottengono il primo clamoroso hit con STAY,
un pop R’N’B che fa faville nella UK chart, dove si
arrampica fino alla quarta posizione. Replicherà a breve in Europa e
riuscirà pure a penetrare la Top 20 USA, diventando l’unico hit
americano delle ragazze. E a fine novembre esce il loro primo album,
"Always &
Forever" (ma erano sbronze quando hanno fatto la foto
della copertina?), che arriverà al N. 2 UK.
Chi
invece è esplosa già da
qualche anno è Lisa
Stansfield, che, reduce dal successo del singolo inciso
per la colonna sonora di "Proposta Indecente", pubblica questo autunno
il terzo
album, “So Natural”,
accompagnato dalla title-track
(N. 15 UK). Chi invece sembra destinata
a finire nella categoria delle quasi one hit wonder è Gabrielle.
La
ragazza con la benda all'occhio destro (soffre di una ptosi della
palpebra) ha esordito questa estate con un autentico colpo di
classe, il N. 1 UK DREAMS,
ma il successore si ferma solo al N. 9. Mai chiamare
un singolo delicato come il secondo GOING
NOWHERE, rischiate di metterne in pratica
il titolo. Sta di fatto che la ragazza verrà data per finita un po’
troppo presto. Invece sarà responsabile di un bel ritorno nel 1996, a
cui seguirà un’altra resurrezione nel 2000. Mi sa che però non ce ne
sarà un’altra...
Il 1993 verrà ricordato come l’anno
del grande ritorno in auge del
reggae, in tutte le sue forme. E non solo in Europa, ma anche in
America. In UK
viene premiato soprattutto il lovers rock di IT KEEPS
RAININ' (Tears From My Eyes)
di Bitty
McLean,
N. 2 settembrino alle spalle dei Culture Beat. Il pezzo è la cover in
salsa giamaicana di un successo del 1961 del grandissimo Fats Domino.
L'ex
assistente di studio degli UB40 (lo chiamavano il loro "ragazzo
del tè") otterrà ancora un paio di hit nella Top 10 UK. Intanto i suoi
precedenti datori di lavoro, gli UB40,
stanno attraversando il periodo di maggior successo mondiale della
lunga carriera grazie a un'altra cover, che a inizio settembre è ancora
in vetta negli USA. Si tratta del grande successo dell’estate ’93,
ovvero la
cover reggae di (CAN’T
HELP) FALLING IN LOVE
(ne riparlerò a tempo debito). Nello stesso periodo la band pioniera
del reggae commerciale UK è nella Top 10 albionica con il secondo
singolo
estratto dall’album “Promises
And Lies”, HIGHER
GROUND.
Vanno alla
grande anche Chaka Demus
& Pliers, che dopo il successo estivo
“Tease Me”, replicano con SHE
DON’T LET NOBODY (N. 4 UK a ottobre). Chi
invece
mescola il reggae con l’eurodance sono gli svedesi Ace Of Base. Mentre
il megahit paneuropeo primaverile-estivo ALL THAT
SHE WANTS esplode
negli USA (arriva al N. 2 in novembre), la band mette a segno un altro
paio di successi nel Vecchio Continente: LIVING IN
DANGER si piazza nella Top
20 britannica e la title-track della versione europea del loro album, HAPPY
NATION (con tanto di cori alla Enigma) arriva in quella
tedesca.
Come dite?
Che distinguerle l’una dall’altra è comunque un po’ arduo? In effetti
usano lo
stampino, ma si potrebbe anche arguire che la band di Gotemborg ha
sviluppato un sound
molto caratteristico che decidono di replicarlo per tutto l'album... In
ogni caso la ricetta all'epoca funziona alla
grande
e il loro più grande hit mondiale sta per
arrivare...
E, a questo punto,
torniamo ai numeri uno britannici, per parlare della band che scalza
Will Smith e il suo compare Jazzy Jeff... E andiamo sul pop
più pop...
Miscellanea
Pop
Take That feat.
Lulu - La boy band va in discoteca
Eccola
qua, la boy band N. 1
d'Albione. Al momento praticamente sta contendendo la scena ai
"cattivi" East 17. Ma la guerra sta volgendo a favore dei Pigliati
Questa sono già arrivati al secondo N. 1 britannico. Arriva dopo
l'estiva "
Pray",
con video che li mostra come efebici sirenetti da calendario sulla
spiaggia. Ora invece tornano (quasi) alle origini, o meglio al loro
primo Top 3 UK, ripescando un classico disco. Se un anno fa toccava a
"
Could
It Be Magic", ora è il turno di
RELIGHT
MY FIRE, inno disco di
Dan Hartman
datato 1979. L'originale, con la voce di
Loleatta
Holloway (si, la cantante di "Love Sensation"
che
ha fatto causa ai
Black Box) e i fiati degli MFSB, è uno strepitoso power disco
energetico. La versione dei
Take That, ovviamente, è inferiore, anche se, in tutta
sincerità, è comunque più divertente delle molte cover karaoke fatte da
svariate altre boy band. Al posto della Holloway viene chiamata una
vecchia gloria del pop UK,
Lulu,
già in fase di rilancio dall'inizio dell'anno.
Nel
frattempo esce anche
il secondo album
dei cinque,
"Everything
Change", che arriva sparato al N. 1 UK il 23
ottobre. Seguiranno altri due N. 1 UK consecutivi: era dai tempi dei
Beatles che una band non otteneva un simile risultato. E di questo
pagheremo le conseguenze per buoni 10 anni, dato che i Take That
renderanno il format boy band particolarmente appetibile a molti
produttori/manager. Se non altro loro hanno un gusto camp che manca
agli altri e che li rende meno antipatici. D'altra parte all'epoca son
quasi la versione gay dei New Kids On the Block. Poi li si ripulirà un
poco, limando gli aspetti più "ambigui", giusto per non traumatizzare
troppo le ragazzine, ma non avranno
mai il classico bastone nel deretano dei Westlife o non si vedranno i
giunti snodabili delle articolazioni come nei Backstreet Boys. E, cosa
fondamentale, si scrivono gran parte dei propri pezzi. E
forse
per questo motivo quando si riformeranno, nel nuovo millennio,
riusciranno ad apparire come un'onesta pop band senza risultare "uomini
di 30-40 anni un po' imbolsiti che pensano ancora di fare le mosse da
checche isteriche 20enni".
Parlando di ragazzuoli che amano accompagnarsi a vecchie ciabatte e che non
disdegnano recuperare classici disco, ecco a voi...
Pet Shop Boys - I
Ragazzi del Negozio di Animali (ri)fanno la Gente del Villaggio
Beh,
stavolta la tardona l'han lasciata a casa. Han già fatto il loro dovere
con Dusty e Liza. Però han recuperato un pezzo disco. Se c'è una cosa
che a Lowe e Tennant riesce bene è fare le cover. Basti
pensare a
quella stratosferica Hi-NRG di "Always On
My Mind", che abbatte muri sonici a colpi di camp. O alla
sberleffo a
Bono che è "Where The Streets Have No Name". Ora i due ci ripropongono,
in
una sfolgorante versione elettronica, GO WEST,
hit che fu dei Village
People. Praticamente uno dei pezzi più camp della storia. E
il duo lo
sa e ci sguazza.
Il
brano viene dapprima eseguito dai due a una serata di raccolta fondi
contro l'AIDS che si tiene all'Haçienda
(succede tutto in quel club!) nel 1992. I
due vengono invitati dal grande regista Derek Jarman, che
ha già diretto alcuni loro video, come "It's A Sin" e "Rent".
Il pezzo viene scelto da Chris Lowe e nonostante Neil Tennant quella
sera non si ricordi per intero il testo, il duo decide di farne un
singolo. Tuttavia quella prima registrazione non è stata pubblicata. E
il
duo registra una nuova versione che, nell'autunno 1993, diventa il
secondo singolo estratto dall'album "Very". "Go
West", come molti altri brani pop, si basa sul canone di Pachelbel, ma
la cover dei due lo unisce addirittura all'inno nazionale sovietico e
ci aggiunge un coro maschile di Broadway che scimmiotta un coro russo.
Se
l'originale è semplicemente un invito verso un paese utopico, questa
loro versione, complici anche alcune variazioni del testo, si presta a
interpretazioni più varie. Se i due da un lato si riferiscono
sottilmente al sopravvivere alla crisi dell'AIDS (tema questo
ricorrente nei testi dei due, basti pensare alla melanconica "Being
Boring"), c'è anche chi ha interpretato il pezzo come un
invito, non
privo di ironia, al blocco dell'Est ad abbracciare il Mondo Occidentale
(ipotesi per altro sostenuta dal divertente video in computer grafica).
La loro
versione diventa un enorme hit, arrivando al N. 2 UK e, in seguito, al
N. 1 tedesco. Si tratta
dell'ultima volta che i Ragazzi del Negozio di Animali entrano nella
Top 3 UK. La loro versione rilancia anche l'originale e in breve "Go
West" viena adottata da molte tifoserie britanniche. Il singolo lancia
al N. 1 anche l'album "Very", che il 9 ottobre interrompe
per una
settimana il regno di Meat Loaf. Da menzionare la strana copertina, in
plastica morbida a pallini: un vero e proprio omaggio al kitsch degli
anni '70. Il titolo viene scelto dal duo perchè "è molto Pet Shop
Boys". E molto pop.
Da notare che nel 2005, al Live 8,
i due suoneranno il pezzo proprio a Mosca, godendo di un vero coro:
quello del pubblico russo.
In
ottobre approda nella Top 5
UK anche un altro brano del passato. Stavolta tuttavia si tratta delle
versione originale (accompagnata ad alcuni
remix tra cui un paio di Jam
& Spoon)
interpretata dagli interpreti originali. Si tratta della
celeberrima RELAX
(versione video pulita: per quella censurata dovrete aspettare quando
parlerò dell'inverno 1983/84!). Ebbene, festeggiato il decennale, viene
riproposta dai Frankie
Goes To Hollywood. Il singolo viene usato per
lanciare un greatest hits della band di Liverpool, "Bang! The Greatest
Hits Of Frankie Goes To Hollywood", che approda al N. 4
degli album UK.
E dal quale verranno estratti, puntualmente, anche gli altri tre grandi
hit tratti dal primo album della band. Se il 20 novembre rientra in
classifica "Welcome
To The Pleasure Dome" (N, 18), per Natale toccherà
a "The Power Of Love"
(N. 10) e in febbraio avremo il remix di "Two
Tribes". Per la serie c'è ancora un po' di succo da
spremere...
Come i Frankie, molti altri protagonisti
degli anni '80 si dedicano a raccolte che ne celebrano
la carriera, come un un personaggio che torna con un
vero e proprio "Greatest
Hits" e che sta
imboccando una brutta strada...
Bryan Adams
- Perdonarlo? Giammai!
Il
buon Bryan torna in novembre con l'album "So Far So Good",
che
raccoglie alcuni hit della sua carriera, partendo da quelli inclusi nel
suo terzo album, "Cuts like A Knife", con il quale ha fatto il botto
negli USA. La raccolta diventa un successo mondiale, arrivando al N. 1
in mezza Europa. Purtroppo il biondo, come ormai consuetudine, ha
voluto
infilarci dentro pure un inedito (a dire il vero avrebbero dovuto
essere due, ma il pezzo che avrebbe dato il titolo all'album non è
stato finito in tempo). E il paragone con quanto fatto dal nostro il
passato è decisamente impietoso.
Allora, 8 anni prima Bryan è
arrivato in vetta alla classifica ameircana con una ballata
fatta
bene e dedicata al Paradiso (inclusa ovviamente nella
raccolta). I
britannici però all’epoca lo snobbano. Premieranno in compenso tra un
po’ di anni una tamarrissima
cover dance di quel pezzo. Due anni
prima, il nostro ha sfornato una
ballatona che ha
praticamente sfondato a ogni livello, vendendo camionate di copie e
restando in vetta alla UK chart per 16 interminabili settimane (e alla
USA chart per 7). Un
record assoluto. Si può dire che sia stato il singolo che ha
definitivamente traghettato il mercato nell’era CD single. D'altra
parte, come dimostrato dal Polpettone (vedi sopra),
dichiarazioni sullo stile: "ti
amo al punto che farò di tutto per te”
sembrano funzionare alla grande nei primi '90, specie se abbinate a
film. Quella onestissima ballata (inclusa nella raccolta) è tuttavia la
causa
originaria di tutti i mali che affliggeranno il nostro per il resto del
decennio. Viene infatti colpito dalla "Sindrome da Chicago"
(alludendo alla band, non alla città). Ovvero, se con una ballata ha
ottenuto un così stratosferico successo, perchè
non farne altre? E perchè a sto punto non farle ancor più romantiche? E
così eccolo che ti piazza come inedito PLEASE
FORGIVE ME, ballatona scritta col fido patner in crime Mutt Lange.
Musicalmente una specie di "Wonderful
Tonight"
dei poveri, mentre il testo è un tuffo carpiato
nella melassa, con lui che canta che lei è l'unica e che lo deve
perdonare se lui la ama così tanto... L'unione delle due cose è un
brutto segno, specie se si considera che il soggetto anni prima era
capace di pezzi come "Summer Of
'69".
Piace a parecchi, dato che va al N. 2 UK e al N. 7 USA. E come per i
mutui americani, l'esito di tale eventi si rivelerà in tutta la sua
drammaticità anno dopo anno. Passi per il triangolo
con i due massimi
marchettari del pop, Rod Stewart e Sting, ma quella terrificante
esibizione al Pavarotti
& Friends è davvero grave. E quando lo vedremo alle
prese con un
arrangiamento con chitarra flamenco vestito da simil-zorro, nel 1995, capiremo che l'abbiamo
perso per sempre...
Pure Prince
pubblica
un "Greatest
Hits", ma dato che il piccoletto vuole fare le cose in
grande, lo
realizza in due volumi. Praticamente è rappresentata quasi tutta la sua
discografia, con l'eccezione della colonna sonora di "Batman". E la
doppia raccolta è accompagnata dal singolo inedito PEACH (nessun link,
dato che il nano ha l'idiosincrasia per i video in rete - e poi ci si
meraviglia che le giovani generazioni non lo conoscono! Idiota!).
Colui che avrebbe voluto essere Prince (e magari anche Michael
Jackson), ovvero Terence
Trent D’Arby,
è tornato invece in primavera con il terzo album, "Symphony
or Damn". Gli
è andata
decisamente meglio rispetto al disastroso secondo passo, ma non siamo
di certo di fronte ai fasti del suo folgorante debutto. Dall'album
vengono
tratti 4 Top 20 UK, di cui due autunnali: a settembre SHE KISSED
ME
(con video dedicato a Russ Meyer e alle sue donnine) e la ballata LET
HER DOWN EASY a novembre. Con il successivo "Vibrator", del
1995,
invece farà un buco nell'acqua. Dal 2001 dichiarerà che Terence è morto
e che è rinato come Sananda
Maitreya, nome con cui incide
tuttora. Da notare che Terence nel 1999 diverrà
il cantante degli INXS dopo la tragica scomparsa di Michael Hutchence.
E proprio gli INXS tornano con il deludente "Full Moon, Dirty
Hearts", da cui viene tratta come primo singolo la cacofonica
THE
GIFT, N. 11 UK.
Ma ci son anche grandi dei decenni precedenti che tornano con nuovi
lavori. Come un veterano che arriva per la sesta
e ultima volta nella Top 3 USA...
Billy Joel - Il
passaggio del tumultuoso fiume dei sogni
Il
musicista newyorkese è uscito in estate con THE RIVER
OF DREAMS, album e
singolo. Le copertine dei dischi presentano dipinti dell'allora signora
Joel, la modella Christie
Brinkley. L'album diventa un grande successo,
arrivando al N. 1 USA a fine agosto e rimanendo in vetta per 3
settimane, vendendo oltre 5 milioni di copie. E il successo viene
ripetuto nell'intero globo. Merito del singolo omonimo, un
top 10 mondiale che arriva al N. 3 sia negli USA che in UK a settembre.
Il pezzo,
anche noto come "In The Middle Of The Night"
(Joel
in concerto la chiama spesso con questo titolo),
omaggia la musica gospel e il suono black degli anni '50-'60 (cosa non
nuova a Joel, basti pensare all'intero album "An Innocent Man" del
1983) ed è ispirato a un sogno di Billy. Anche se poi nel pezzo parla
di cercare un senso nella vita e analizza il suo rapporto con la fede.
Da
notare che il pezzo viene lanciato prima in Gran Bretagna. Narra
infatti la
leggenda che un DJ newyorkese in visita in Inghilterra abbia registrato
il pezzo e, tornato negli States, lo abbia trasmesso nel suo programma,
generando una serie di telefonate delle radio concorrenti alla Sony,
tutte furiose perchè pensavano che la casa discografica gli avesse dato
il promo in esclusiva. E così la Sony si è trovata costretta a
distribuire il singolo con un anticipo di due settimane rispetto al
previsto... Ah, i tempi prima di internet e del peer to peer...
Il
singolo e l'album sono tuttavia gli ultimi grandi successi di Joel. Non
che il
pubblico gli volti le spalle. Tutt'altro. Semplicemente, "The River Of
Dreams" è l'ultimo album pop del cantautore. Un album in
cui affronta
molti temi personali, quasi a voler chiudere un discorso. Non per nulla
l'album si chiude con "Famous Last Words". Si potrebbe
osservare che Billy ha definitivamente (o quasi) attraversato
il
fiume. Da allora si dedicherà a composizioni classiche, almeno fino al
2007, anno in cui farà uscire una nuova canzone pop inedita. Nel
frattempo tuttavia rivisiterà la sua straordinaria carriera attraverso
trionfali concerti, spesso in compagnia di altri grandi, come Elton
John. Gli ultimi due son
stati tenuti il 16 e 18 luglio 2008 allo Shea Stadium prima della sua
demolizione, davanti a 125.000 spettatori. Assieme a lui, giusto
qualche nome di relativa importanza, tipo un certo Paul McCartney, e
poi Tony Bennett, Don Henley, John Mayer, John Mellencamp, Steven
Tyler, Roger Daltrey e il signore di cui sto per parlarvi ora. E si
tratta del tipo che vende più dischi di tutti in America nel corso
degli anni '90...
Garth Brooks -
Garth salta nel fuoco e sfonda in UK
L'ultima
fatica (la quinta) del country man si chiama "In Pieces" e arriva
trionfalmente al N. 1 USA il 18 settembre, scalzando proprio Billy
Joel. Venderà oltre 8 milioni di copie. Il country pop di Troyal Garth
Brooks è
quasi senza rivali in America. Resta in vetta per 5
settimane non
consecutive (interrotte per una settimana dai Nirvana), per poi cedere
definitivamente a Meat Loaf e Pearl Jam. Ma la notizia clamorosa è che
stavolta Garth vende molto bene anche all'estero: nel 1994 arriverà al
N. 1 in Australia e al N. 2 in UK. La scelta di distribuirlo
internazionalmente deriva dal fatto che il disco riesce ad entrare
nella
classifica country in Gran Bretagna grazie alla vendita delle copie di
importazione.
A dire il vero, nonostante tutte le copie che
vende, il cowboy vorrebbe racimolare qualche altro quattrino, per cui
impone alla Capitol, la sua etichetta, di non distribuire il suo disco
nei negozi che vendono cd usati, in quanto questa pratica porta a una
riduzione degli incassi per diritti d'autore. Proprio vero, più ne
hanno più ne vogliono. Ovviamente ne deriva una
serie di cause anti-trust che obbligheranno alla fine la Capitol a
distribuire il
disco a tutti i negozi...
Il lavoro ha un tono molto più leggero e "live" rispetto ai precedenti.
Tra i pezzi più importanti, "Standing
Outside The Fire",
pezzo che mette in musica il detto "chi
non risica non rosica" (ovvero
chi non ha il coraggio di saltare nel fuoco non vive), con un famoso
video con un ragazzo down che vuole darsi a una gara sportiva ma poi
casca rovinosamente (si ferisce come se gli fosse andato addosso un
bus). Con tanto di padre prima contrario che lo incita a rialzarsi da
solo per evitare un nuovo caso Dorando Pietri. E che porta il ragazzo
ringalluzzito a passare il traguardo. Il video verrà considerato il più
involontariamente umoristico dell'anno. Un altro estratto, la
ballata "The
Red Strokes" (praticamente Elton John che si da al
country), diverrà il suo unico Top 20 UK (nel 1994).
Va detto che tuttavia l'atteggiamento dei media britannici nei suoi
confronti (e del country americano) sarà di estrema sufficienza... E
con sufficienza viene accolto anche la nuova produzione di un altro big
degli anni '80...
Phil Collins - Chi
fa da se, stavolta vende meno...
Ritorno
non proprio esaltante per Phil Collins,
che realizza l'album "Both
Sides", anticipato dal singolo moraleggiante BOTH SIDES
OF THE STORY (praticamente la pelosa "Another
Day In Paradise" Parte Seconda).
Album che segna l'inizio dell'irreversibile declino commerciale del
batterista dei Genesis, nonché di uno dei maggiori fabbricahit degli
'80. Negli USA si ferma al N. 13, una cosa a dir poco clamorosa (il
predecessore, "...But Seriously" era arrivato in vetta). In
Europa va meglio. L'album infatti vola subito al N. 1 di molte nazioni,
tra cui UK e Germania, tuttavia alla fine venderà nettamente meno dei
predecessori, anche per la mancanza di successivi hit. Non che il primo
singolo sia esattamente un grande hit. Si ferma infatti al N. 7 UK e al
N. 25 USA, posizione bassina considerato il nome in gioco. L'album
viene considerato da Collins il più personale della carriera.
Questo anche perchè è stato interamente
realizzato da Collins, che per la prima volta non ricorre agli abituali
collaboratori (e ai fiati dei Phenix Horns). Lo produce da solo e vi suona
tutti gli strumenti. Lo fa
all'insaputa della casa discografica, che di punto in bianco si ritrova
sul tavolo un suo nuovo album. Collins d'altra parte non sta passando
un periodo facile: il suo secondo matrimonio sta naufragando (il
divorzio, strombazzatissimo dai tabloid, avverrà nel 1996). E nel
lavoro ci vuole mettere tutti i sentimenti che prova all'epoca. Come
già accaduto per il suo debutto solista "Face Value". Ma quello che in
quell'album suonava fresco, ora è diventato semplice ripetizione di una
formula che, al di là di qualche variazione, viene applicata in toto,
semmai in forma più dimessa del solito. In Europa tutto sommato il nome
conta ancora e il pubblico spesso acquista a busta chiusa.
Ma negli USA dal 1989 è successo di tutto musicalmente parlando, e
l'adozione della solita formula non basta, anzi, gli si rivolta
contro. Di fatto da questo album Collins non riuscirà più a sfornare un
hit in America. E l'Europa comunque seguirà a breve.
Un'altra
grandissima degli anni '80 che sembra aver un po' perso lo
smalto è Madonna.
Con
“Erotica”
la signora ha fatto il primo passo falso. Riscontrabile anche vedendo
l’andamento dei singoli nelle classifiche. Certo, la Signora piazza
comunque dei Top 10 su ambo
le
sponde dell’Oceano, ma “Erotica” diventa il suo primo (e unico) album
che non riesce a piazzare almeno un N. 1 in UK o negli USA. L’ultimo
estratto
è RAIN
(in sintesi: l'amor è come la pioggia), uno dei pezzi più convincenti
del disco,
che dopo aver figurato
benino nelle chart europee, arriva al N. 15 USA. Qualcuno sta
ipotizzando che abbia imboccato il viale del tramonto. Avrà ragione?
C'è invece un grandissimo vecchio che irrompe a novembre al N. 2 della
album chart di Billboard e al N. 5 della UK chart...
Frank Sinatra - Il
ritorno (in compagnia) di Blue Eyes
Si
tratta di Ol' Blue
Eyes, ovvero il quasi 78enne Frank Sinatra, che
torna con l'album di duetti "Duets".
L'album lo vede interpretare classici in coppia con altri grandi del
pop: Luther Vandross, Aretha Franklin, Barbara Streisand, Julio
Iglesias,
Gloria Estefan, Tony Bennett, Natalie Cole, Charles Aznavour, Carly
Simon, Liza Minnelli, Anita Baker, Bono e Kenny G. Inutile dire che la
qualità delle collaborazioni ricorda le montagne russe.
In realtà si tratta
di duetti un po' artificiali, dato che le parti vengono
registrate separatamente, in studi diversi, e assemblate in seguito. L'operazione commerciale segna il
ritorno di Sinatra alla Capitol,
per cui Sinatra ha inciso per 9 anni, dal 53 al 1962. poi l'etichetta è
stata mollata per la Reprise, fondata da Sinatra stesso. Il
disco
è il primo lavoro inedito di Blue Eyes dal 1984, anno del deludente "L.A. Is My
Lady"
(che si fermò al N. 58 USA), e diventa il suo maggior successo tra gli
album USA dai tempi ormai lontanissimi di "Stranger In The Night"
(1966!). Se poi si considera che il suo ultimo album nella Top 10 USA
risale al 1967. L'album segna un record: Sinatra diventa il più vecchio
titolare di un album nella Top 2 USA. Prima di lui solo Louis
Armstrong, che ha raggiunto la vetta con "Hello Dolly!" a "soli" 62
anni... E pure un record di longevità, dato che il primo piazzamento in
classifica del crooner risale al 1939...
Per lanciare l'album viene impiegato il duetto con un agonizzante (si
era seduto su un bicchiere rotto prima di inciderla, vero?)
Bono, I'VE
GOT
YOU UNDER MY SKIN, pezzo datato 1936 del grandissimo Cole
Porter, già inciso (con ben altra voce) da Sinatra nel 1956.
Cole Porter e
duetti... Evidentemente ci deve essere un'epidemia tra le
cariatidi del pop, dato che l'abbinamento è sfruttato anche da
Elton John,
che pubblica anch'egli un "Duets",
scomodando a sua volta k.d. Lang,
P.M. Dawn, Little Richard, Don Henley, Kiki Dee, Chris Rea,
Tammy Wynette, George Michael, Nik Kershaw, Gladys Knight, RuPaul,
Marcella Detroit, Paul Young, Bonnie Raitt e Leonard Cohen.
L'album arriverà al N. 5 UK e viene
anticipato da un duetto con l'eterna protetta Kiki Dee, un
pezzo di Porter scritto nel 1956 per il film "Alta Società"
(rifacimento dell'ancor più bello - e non musicale - "Scandalo a
Filadelfia" con il trio d'assi Katherine Hepburn, Cary Grant e James
Stewart). Si tratta
di TRUE
LOVE, in origine cantato da Bing
Crosby e Grace Kelly
(il "vero amore" del titolo è anche il nome della barca dei due). La
versione di Elton e Kiki arriva al N. 2 UK a fine novembre, battendo il
piazzamento della versione originale arrivata al N. 4. Chissà perchè
tuttavia la versione del '56 mi sembra più fresca di quella del '93...
Ah, da notare che tra gli interpreti di "Alta Società" c'era pure
Sinatra...
In "Duets" Elton piazza anche alcune cover di suoi vecchi hit,
tra cui quella, molto trash, del
N. 1 mondiale che ha interpretato proprio con Kiki Dee nel
1976, DON'T
GO BREAKING MY HEART. La esegue con il travestito Ru Paul e diventerà
tra qualche mese un Top 10 in UK (e pure la canterà a San Remo).
Un
altro grande dei decenni passati torna a settembre, ma con un lavoro
che si
rivela un grande successo non solo di pubblico ma anche di critica.
Parlo dell'ex Jam ed ex Style Council Paul Weller. Dopo
l'album di debutto solista del 1992, realizza l'acclamato "Wild
Wood", che arriva al N. 2 UK. Anticipato in estate dalla
bella "Sunflower",
l'album esce in contemporanea con il singolo della title-track
(qui
in versione live), un gioiello acustico in cui Weller riflette su se
stesso. Dopo il mod-punk dei Jam e il soul-jazz degli Style
Council, Paul si da al rock acustico. Quello di Neil Young e dei
Traffic. Il lavoro viene salutato come il
raggiungimento della maturità da parte di Paul, che lo concepisce in
campagna (e si sente, anche per il continuo richiamo alla natra che
emerge nei testi), dove si è trasferito con la famiglia. L'album si
porterà a casa un premio Ivor Novello e di fatto può essere considerato
come il lavoro che da il
via al recupero delle sonorità degli anni '60 che di fatto
caratterizzerà il Brit Pop. Non per nulla, il Padrino dei
Mod tra breve sarà eletto anche Padrino del Brit Pop...
E parlando di gente trasferita nella campagna inglese...
Kate Bush - La
ragazza elastica balla con le scarpette rosse
Torna
anche Kate Bush, con RUBBERBAND
GIRL, che arriva a settembre al N. 12
UK e diventa una delle sue rare incursioni nella Hot 100 americana. Da
notare che la Bush non è la prima ad aver utilizzato un titolo
"elastico". Infatti gli Spinners hanno ottenuto un grande hit nel 1976
con "The
Rubberband Man". Tornando al singolo della Bush, questo
anticipa il suo settimo album, che esce a novembre, "The Red Shoes",
realizzato con la collaborazione, tra gli altri, del compositore
Michael Kamen e
di Prince. L'album è accompagnato da un
breve film in cui la Bush
compare con l'attrice Miranda
Richardson ("Ballando Con Uno
Sconosciuto", "La Moglie Del Soldato") e il grande coreografo Lindsay
Kemp. Il
film e l'album di fatto sono ispirati al classico del cinema
britannico "Scarpette Rosse", del duo delle meraviglie Michael Powell e
Emeric Pressburger. Se il film verrà in seguito
"disconosciuto" dalla
Bush, l'album si rivela un buon successo, arrivando al N. 2 UK. Dopo
aver giocato con sintetizzatori e sovraregistrazioni, Kate torna a un
suono semplice, quasi "live". Non è tuttavia un periodo facile per
Kate. Finisce la sua storia con Del Palmer, e perde la madre e l'amico
Alan Murphy. Alle persone care scomparse dedica anche un pezzo
dell'album, la bella "Moments Of
Pleasure". Tra le persone a cui dedica il pezzo
c'è anche uno degli autori di "Scarpette Rosse", Michael Powell. Lo
aveva incontrato prima della sua morte,
nel 1990.
Dopo aver indossato le Scarpette Rosse, Kate decide di
allontanarsi dai riflettori. L'album resterà il suo unico del decennio.
Per risentirla si dovranno aspettare 12 anni.
Kate è
decisamente un personaggio eccentrico, quasi al limite della follia
creativa, continuamente in bilico sulla lama del rasoio tra genio e
pazzia. Ma il 1993 vede la definitiva affermazione di un'altra
artista che è decisamente fuori come una terrazza. E pure lei collabora
con un compositore specializzato in colonne sonore...
Björk & David Arnold - La
prima volta (in Top 20)
di Betulla
Björk
Guðmundsdóttir, ex cantante degli
Sugarcubes ha esordito come solista questa estate
con l'album “Debut”.
Tuttavia ottiene il suo primo vero hit solo questo
autunno, con il singolo PLAY DEAD.
La splendida seducente ballata elettronica è
tratta dalla colonna sonora del noir “Young Americans” e la vede
collaborare con il compositore David Arnold, che riesce ad
“imbrigliare” senza snaturare la vocalità estrema della nostra. Arnold
ha scritto il pezzo con un altro grande, Jah Wobble, già
membro dei P.I.L. di John Lydon. Con
un testo che parla di "fare il morto nell'anima" per evitare dolori
sentimentali, il brano diventa il primo vero hit della cantante
islandese, arrivando al N. 12 UK e diventando un buon hit in vari paesi
europei. Di
fatto è il pezzo che lancia commercialmente la carriera di
Bjork, che vedrà l'album "Debut"
diventare progressivamente un clamoroso successo da Top 3 britannica. E
sempre questo autunno, da quell'album, la folle dell'isola di ghiaccio
e fuoco, estrae VENUS
AS A BOY.
Il pezzo, prodotto, come tutto l'album, da Nellee Hooper,
dall'arrangiamento elettronico minimalista basato su un rumore simile a
quello di una bottiglia usata come percussione, su cui progressivamente
si innestano archi, parla di una persona a cui l'artista è molto
legata. Lei non vuole assolutamente dire tuttavia a chi si riferisce,
anche se i sospetti vanno sul DJ Dom Thrupp, suo fidanzato all'epoca.
Il famoso video culinario è diretto da Sophie Muller.
Ma ora torniamo ai
concerti allo Shea Stadium di Billy Joel per parlare della band di un
altro partecipante all'evento. E passiamo al settore più rock...
Rock:
l'Alternative Nation va in classifica
Aerosmith - Vi
presentano piangendo Alicia
"I was cryin' when I met
you, now I'm tryin' to forget you"
I
cattivi ragazzi di Boston son tornati in primavera con l'album
"Get A
Grip". l'album è partito come un fulmine, ma si è anche
afflosciato un
po' prima del tempo, anche a causa del successo, leggermente inferiore
alle attese, dei primi due singoli, "
Livin' On
the Edge" e "
Eat The
Rich". Ma col terzo singolo le cose cambiano completamente. E
gli
Aerosmith si ritrovano con uno dei loro maggiori hit.
CRYIN'.
Una power ballad con un riff d'intro al fulmicotone che arriva il 9
ottobre al N. 12 USA e ripete il successo in mezzo mondo. Merito anche
del celeberrimo video in cui compare una ninfetta bionda che diventerà
da giorno a notte una star di MTV.
Alicia
Silverstone.
La ragazza grazie alla
trilogia di video degli Aerosmith di cui è protagonista e di cui
"Cryin'" è il primo tassello, raggiunge una fama clamorosa. La
lolita diventa l'oggetto del desiderio di ogni
spettatore del video, grazie anche a un piercing all'ombelico che,
secondo Wikipedia, viene sdoganato proprio da questo video. Da notare
tuttavia che la ragazza durante le riprese dei video incontra la band
una sola
volta. Un po' poco come musa ispiratrice... D'altra parte le riprese
vengono effettuate in luoghi separati. La band viene ripresa nella
chiesa in cui era solita pregare la celebre omicida di fine '800 Lizzie
Borden. Da notare che nel video di "Cryin'" compare un altro attore
destinato a fama:
Josh
Holloway, il Sawyer di "Lost". Nel
successivo video di "Crazy" invece Alicia farà coppia con la figlia di
Steven, Liv, destinata a divenatre ancor più famosa di Alicia...
Da notare che il video ufficiale su youtube è
censurato: sfuma infatti prima della sequenza finale, in cui la bella
fa il ditino al moroso stronzo... Il pezzo parla di una
relazione che all'inizio sembra fantastica ma che poi si trasforma in
un incubo. Una potenziale metafora del rapporto di Steven con le droghe.
Da
notare che il pezzo verrà cantato da Steven Tyler assieme a Christina
Milian nel film "
Be
Cool" con John Travolta e Uma Thurman.
Il video vincerà
l'MTV Award più grosso nel 1994, davanti a una
concorrenza clamorosa, costituita da "
Sabotage"
dei Beastie Boys,
"
Everybody
Hurts" dei R.E.M. e "
Heart-Shaped
Box" dei Nirvana.
Tornando
al 1993, ma rimanendo in ambito MTV
Awards, va segnalato il
trionfo del
grunge, con "Jeremy"
dei Pearl Jam che si porta a casa il premio grosso
(dovremo poi aspettare anni per rivedere un video della Marmellata di
Perle). E "In
Bloom" dei Nirvana che vince come miglior Video
Alternativo. E Kurt Cobain per ringraziare si cala i pantaloni sul
palco (l'immagine non viene inquadrata). D'altra parte Cobain non sa
esattamente cosa fare di fronte ai premi dell'industria. Li
ritira
ma al contempo li critica. Non per nulla nel 1992 è comparso sulla
copertina di
Rolling Stone con una maglietta con al scritta "Corporate magazines
still suck" (le riviste del sistema fanno ancora schifo).
La fama lo ha
travolto e lui non sa cosa fare.
Nirvana - La
scatola dei misteri del cuore di Kurt
Allora,
Cobain è rimasto
insoddisfatto da "Nevermind". Quel lavoro è arrivato al
momento giusto, toccando i nervi di una generazione. Ma è troppo pop e
laccato per lui. Tanto che fin dal 1992 va in giro dicendo che il
prossimo album sarà "più punk". Un'anteprima di pochi secondi del nuovo
lavoro si ha agli MTV Awards del 1992 (forse l'edizione più
entusiasmante della storia dello show), con Kurt che intona "Rape Me"
(violentami) facendo gelare il sangue ai vari
produttori dello show (che avevano vietato quel pezzo), per poi passare
alla prevista "Lithium"... Il
nuovo lavoro si dovrebbe chiamare "I Hate
Myself And I Want To Die" (purtroppo, col senno di poi,
questa non sarà
una semplice frase ad effetto), ma i discografici propendono per un
titolo leggermente meno "forte". E così si arriva a "In Utero", da una
poesia della gentile signora Cobain, Courtney Love. Per
il
terzo album della band, Kurt punta al lavoro meno commerciale
possibile, quasi a voler recuperare quella "verginità" perduta col
successo di "Nervemind". Un lavoro senza compromessi, che causa non
pochi mal di testa ai discografici. Di fatto la lavorazione
del nuovo album dei Nirvana, diventati una "priorità" diventa una
guerra continua con la casa discografica, sempre più atterrita dalle
intenzioni della band. Cobain manda loro le cassette delle
registrazioni fatte a Chicago con la produzione
di Steve Albini
(già produttore dei Pixies). Si sente rispondere che le canzoni non
sono "ascoltabili". Ne viene fuori un tira e molla che farà dubitare
addirittura dell'uscita del disco. Nonostante qualche ritocco con Scott Litt (con bran
incazzatura di Albini), il lavoro che ne esce è tutt'altro che
"mainstream". E Cobain è convinto che non venderà. E si prodiga per
rendere il disco poco commerciale.
A partire dall'inquietante
copertina, con davanti la figura di un manichino anatomico trasparente
femminile con ali, e sul retro feti su un
tappeto di fiori circondati da simboli. E con una serie di
canzoni come la già citata "Rape Me"
o "Pennyroyal
Tea" (dedicata a un
metodo abortivo omeopatico). Per tacer di "Moist
Vagina", che i
discografici, oramai imbottiti di calmanti, riescono a tener fuori
dall'album. Verrà recuperata sul
lato B di "All
Apologies".
Wal-Mart
decide - temporaneamente - di bandire
il disco, per via
della copertina. Eppure il disco, volutamente anticommerciale, vende. E
vende fottutamente bene. Arriva al N. 1 sia negli USA sia in UK, e in
America vende nel giro di tre mesi un milione e mezzo di copie
(diventeranno in seguito oltre 5 milioni). E il primo singolo estratto,
HEART-SHAPED
BOX, diventa un hit che arriva nella Top 5 UK a inizio
settembre. Il pezzo a dire il vero si doveva intitolare "Heart-Shaped
Coffin" (bara a forma di cuore)... Il
titolo del brano è ispirato alla scatole di
dolci collezionate da Courtney Love. Sembra che Courtney ne abbia
regalata una a forma di cuore a Kurt quando i due si son conosciuti.
E
il testo del pezzo sembra dedicato alla relazione tra i due. Sembra,
perchè come tutti i testi di Cobain, è piuttosto criptico. I
denigratori della Love infatti sottolineano la descrizione di un
rapporto in cui Kurt è in dipendenza e sotto
controllo, intrappolato e invischiato come in una pozza di catrame
(qualcuno vede in questo un riferimento alla sua
tossicodipendenza - all'Eroina Tar). Narra la leggenda che Cobain
l'abbia scritta nel guardaroba della sua casa in 5 minuti. Sembra che
la Love stessa abbia aiutato Kurt a scriverlo. Pertanto se il pezzo
verte
sulla loro relazione, visto come la descrive, qualora Courtney abbia
partecipato alla scrittura, c'è da supporre fosse così fatta da non
capire che stavano scrivendo...
Ovviamente questa è solo una delle possibili
interpretazioni. Kurt in un'intervista dice che gli è stato ispirato da
un documentario su bambini malati di cancro. Nelle note dell'album
invece dice che è dedicato a una teoria della Sociologa Camille
Paglia. Teoria che parla della percezione dei
genitali femminili come fiori marcescenti nella letteratura
psicanalitica. E infatti la Love subito dirà che è dedicata alla sua
patata. Beh, se così fosse, il titolo originario (con riferimento alla
bara) farebbe subliminalmente il paio con la copertina dell'ultimo
album dei
Metallica...
Sta di fatto che il pezzo
esprime il malessere di Kurt. E lo esprime anche sonoramente, tanto che
l'assolo dissonante
di Kurt nel pezzo viene interpretato da Krist
Novoselic come un tentativo di sabotare la loro carriera...
Non che il video sia da meno. Il video è diretto da Anton
Corbijn, il collaboratore fisso dei Depeche Mode. Con feti
appesi agli
alberi, crocefissi e immagini di morte in ospedale. Provocazioni? O
forse Kurt sta
mandando un segnale che molti fingono di non capire. Tra pochi mesi
purtroppo tutto diventerà molto chiaro...
Ad autunno inoltrato esce anche il secondo lavoro dell'altra big band
del grunge...
Pearl Jam - Contro
il sistema. Con ogni mezzo
Kurt
Cobain non ha mai amato la band di Eddie Vedder, definendoli
come gruppo da radio FM, finto alternativo, che era salito sul carro
vincente. Ovviamente la cosa non è esattamente così e nel frattempo
Kurt si è ricreduto. Se i Nirvana sono
punk al midollo, i Pearl Jam sembrano più "borghesi" (attingono
maggiormente al rock classico americano) ma esprimono lo
stesso malessere. E si
ribellano alle logiche commerciali come i
Nirvana. Allora, lo scenario è questo: vestire camicie di
flanella è
diventato di moda e gli stilisti buttano fuori linee di abbigliamento
grunge. I cloni musicali stanno spuntando come amanite da tutti gli
angoli del paese, e la scena di Seattle è diventata argomento da talk
show per casalinghe. Ed Eddie
Vedder e compari osservano inorridi tutto
il baillame che li circonda. Quando Times li definisce "giovani rocker
arrabbiati che danno voce alla passioni e alle paure di una
generazione" indicandoli alla stregua di "nuovi hippy" e
Eddie diventa
il più sexy secondo "Play Girl" è troppo. E così la band decide che il
previsto secondo album, inizialmente intitolato "Five Against One", ma
poi diventato "VS", sia promosso in sordina, esattamente
all'opposto di
quanto previsto dalla macchina promozionale delle major. la band
centellina le interviste, decide di non girare più video e si lancia in
un nuovo tour, che inizia il 28 ottobre. Praticamente adotta un
atteggiamento simile a quello dei Led Zeppelin. In occasione del tour
la band ingaggia anche una nuova battaglia, mettendo un tetto ai prezzi
dei biglietti. È il primo atto di quella guerra contro il sistema dei
prezzi dei biglietti che sfocerà in un'autentica
disfida contro Ticketmaster.
L'album
vede in copertina una foto del bassista Jeff Ament, con una
pecora che
morde la rete di un recinto: la band sta cercando di evadere dalle
gabbie che i media stanno cercando di costruirle attorno.
E
l'album? Com'è? Beh, anche i Pearl Jam adottano un suono più duro e
sporco rispetto al primo album. Un po' come i Nirvana, anche
se comunque i Pearl Jam non si avvicinano neppure lontanamente alle
tendenze autodistruttive di Cobain. I testi toccano alcuni nervi
scoperti come il razzismo ("W.M.A."),
i media ("Blood")
o l'ossessione
americana per le armi ("Glorified
G."). Vengono poi ripresi alcuni temi già presenti
nel predecessore "Ten", come gli abusi famigliari ("Daughter")
(ovviamente tutti i video non sono ufficiali, ma fatti da fan
- con l'eccezione di "Daughter", guardate cosa ha fatto la Sony pur di
far comparire il pezzo su video - devono essere stati davvero
disperati). GO,
il primo singolo, è un disperato appello
a non essere abbandonato, e secondo alcuni, parla di un minore soggetto
ad abusi. A chi gli chiede di cosa parli, Eddie sarcasticamente
risponde "ma ovviamente
parla del mio camion".
Le cassandre li danno
per destinati al tonfo e invece è
un trionfo. Trainato dalla furiosa "Go", vende
950 mila copie in una settimana. Un record all'epoca. E passa cinque
settimane in vetta alla album
chart USA. Schiaccia a tal punto la concorrenza che molti album vengono
posticipati per evitare uno scontro diretto.
Purtroppo
tanto Nirvana quanto Pearl Jam, al di là dell'innegabile successo, si
son resi conto che il
grunge ormai è una moda. L'onda è diventata uno
tsumani. I Pearl Jam decideranno di cavalcarla a loro modo, creandosi
una specie di bozzolo protettivo, rifiutando tutte le strategie imposte
dal marketing. Kurt Cobain deciderà semplicemente di scendere... nel
più
risolutivo dei modi.
Il botto della scena di Seattle intanto ha
portato sotto i riflettori anche le scene underground di mezza America,
subito setacciate dalle varie case discografiche alla ricerca della
nuova gallina dalle uova d'oro. Questo porta all'invasione delle chart
da parte di molte
nuove band provenienti dai quattro angoli degli States. Beh,
non tutte son appena emerse, alcune son già in circolazione da qualche
tempo, come una band losangelina...
Los
Angeles: la L.A. dei sobborghi infiniti che si
estendono oltre l'orizzonte e
in cui si verifica il melting pot tra razze e culture, è il teatro
perfetto per lo sviluppo di una scena dominata dal crossover tra rock, funk e
hip hop. E se i
chicani Cypress Hill attuano un crossover tra hip hop e rock, i
Red Hot Chili
Peppers hanno
ormai messo a punto la propria formula, basata sul mix piccante tra
hard rock e
funk. I Peperoncini hanno sfornato nel '91 il loro album
capolavoro, "Blood Sugar Sex Magic". Ora tuttavia propongono un singolo
che fa da colonna sonora a un filmetto intitolato "Coneheads". le
Teste
di Cono sono protagoniste di scenette al Saturday Night Live e ora
passano sul grande schermo. Il film
non funziona. La canzone va decisamente meglio, anche se l'impressione
è che stia al film come i cavoli a merenda. Si tratta infatti di un
pezzo scritto sulla falsariga di "Under The Bridge", in
cui Anthony
Kiedis parla della propria battaglia contro la
tossicodipendenza... Da notare che il singolo è il primo realizzato
dalla band dopo la famosa fuoriuscita di John Frusciante.
A dire il vero il pezzo viene registrato con Frusciante. Infatti risale
al 1991 e doveva far parte di "Blood Sugar Sex Magic". Tanto che era
già uscito su singolo nel 1991. Ora viene riproposto con tanto di video
circense diretto da Kevin Kerslake. Girato
ovviamente senza Frusciante.
Ma
a propositon di Crossover
californiano tra generi, c'è una colonna
sonora che è composta da brani realizzati da accoppiate tra gruppi hip
hop e rock. Si tratta della soundtrack di "Judgement Night",
film
d'azione con Emilio Estevez. Tra i brani di punta, la cupissima collaborazione al
fulmicotone tra Faith No More e i feroci samoani californiani Boo-Yaa
T.R.I.B.E., ANOTHER
BODY MURDERED. Un prototipo del nu-metal a venire.
Sempre
dalla California arrivano numerose
band che più che al punk si rifanno al folk anni ’60, anche se
le
case discografiche e i media trovano molto comode associarle al grunge
per il look vagamente hippy, basato su camicie
di flanella e capelli lunghi. Se gli Spin Doctors hanno
aperto le
danze, questo autunno è il momento dei...
Blind Melon - La
ragazzina ape e il melone cieco
La
band del Melone Cieco si è formata a Los
Angeles per azione
del
chitarrista Roger Stevens
e del bassista Brad Smith.
La band diventa
poi un quintetto, con un frontman come Shannon Hoon, amico
di
Axl
Rose e già corista per i Guns 'N' Roses (ha cantato anche nei due "Use
Your Illusions"). La band ottiene un contratto con la Capitol (mai come
nei primi '90 i discografici americani son propensi a mettere sotto
contratto nuove rock band) e nel settembre 1992 pubblica l'album di
debutto, intitolato come la band. Il mix tra folk rock psichelico e
rock sudista (Stevens e Smith son nativi
del Mississippi)
tuttavia attrae il pubblico solo dopo un anno, grazie al successo del
bel singolo da Top 20 USA NO RAIN
(grazie anche al memorabile video con la ragazzina - Heather DeLoach -
vestita da ape che compare anche sulla copertina dell'album). Il pezzo
è stato scritto da Smith ed è dedicato alla sua ragazza, che all'epoca
soffriva di depressione. L'album arriva al N. 3 USA e di fatto la band
si trova in paradiso, comparendo pure "al naturale" sulla copertina di
Rolling Stone. Tuttavia avrà vita breve: nel 1995 pubblicherà
ils econdo album, il più sperimentale "Soup", ma un mese dopo, Hoon,
sempre più dipendente dalle droghe, il 21 ottobre morirà per overdose.
Altra band californiana dalla vita breve sono i 4
Non Blondes di San Francisco
della cui strafamosa WHAT’S UP,
grande hit estivo, parlerò in altra occasione. La band si sfalderà con
la dipartita della leader Linda
Perry, che diventerà autrice di successi stratosferici per
Christina Aguilera e Pink, tra gli altri.
Da Minneapolis
arriva invece una band che ottiene il più
grande successo della carriera grazie anche
a un'idea furba e geniale...
Soul Asylum - Il
"Chi L'Ha Visto?" del rock USA
In
questo caso ci troviamo di fronte a una band nata all'inizio degli
anni '80 dalle ceneri di un gruppo locale chiamato i Loud
Fast Rules. "Grave
Dancers Union" è il loro sesto album. Il primo risale al
1984 ed è stato prodotto nientemeno che da Bob Mould degli Hüsker
Dü.
Nel 1988 la band ha formato per la A&M Records. Il loro primo
album
per la A&M è "Clam Dip & Other Delights", con titolo e
copertina che sfottono
un famoso disco del boss dell'etichetta, Herp Albert (con il
bassista Karl Mueller in
copertina nei panni che furono della modella Dolores
Erickson).
Narra la leggenda che Alpert non abbia gradito. E dopo un secondo
album, praticamente passato inosservato, il gruppo molla l'etichetta.
La band, sull'orlo dello scioglimento tiene alcuni concerti acustici
che le fa guadagnare l'attenzione della Columbia, per la quale
pubblica il sesto album nel 1992. Anche in questo caso il successo per
il gruppo capitanato da
Dave Pirner arriva con un anno di ritardo rispetto alla
pubblicazione del disco, grazie al
singolo RUNAWAY
TRAIN. Il singolo prima arriva al N. 5 USA, per poi entrare
nelle Top 10 di mezzo mondo, arrivando al N. 7 UK.
Il
pezzo, un folk rock ritmato, porta al successo la band. Tuttavia è
l’idea collegata al video diretto da Tony Kaye a dare la spinta
definitiva al pezzo.
Infatti
il brano, che tratta di un ragazzo che fugge da casa, è
accompagnato da un video in cui compaiono i visi di
ragazzini scomparsi nel nulla, quei visi che compaiono negli USA sulle
confezioni del latte. Lo stesso Pirner chiude il video con un appello:
"Se avete visto uno di
questi ragazzini, o siete uno di loro, per
favore chiamate questo numero di telefono". Sebbene MTV
tagli questa
parte (adducendo che non son mica una TV di servizi sociali!), VH1 la
mantiene. Del video vengono realizzate più versioni, mostrando foto di
scomparsi locali per ognuna delle principali nazioni. Della versione
americana ne vengono fatte tre versioni, differenti per le foto. E
sembra che grazie a questo "Chi L'ha Visto?" musicale molti dei
ragazzini siano
stati ritrovati. Va detto che tuttavia non tutte le storie finiranno
bene: alcuni ragazzini scomparsi in realtà si rivelerannno vittime di
omicidi, come nel caso del video australiano, che raffigura alcune di
quelle che
si riveleranno vittime di un serial killer.
Ma
se c'è una cosa che di sicuro si trova grazie al video è il successo. E
il brano si porterà a casa il Grammy come miglior pezzo.
Da ricordare la parodia
del video datata 1996 ad opera di Weird Al Yankovic con vari
"scomparsi" della scena musicale...
Venature folk emergono anche nel
nuovo album dei Lemonheads
di
Boston,
"Come On Feel
The Lemonheads" che esce il 12 ottobre. La band del
telegenico Evan Dando
(proclamato tra le 50 persone più belle da "People"), con il precedente
"It's A Shame About Ray" è stata salutata come “the next big
thing” dalla critica. Nonostante il successo del bel singolo INTO
YOUR ARMS,
N. 14 UK e N. 1 della Modern Rock chart USA per 9 settimane, e
nonostante l'album arrivi al N. 5 UK, a Dando e soci non
riesce il
grande salto, ovvero il passaggio al mainstream americano. E i successi
problemi con la droga di Evan non aiuteranno. La band sfornerà un altro
album nel 1996 per poi sciogliersi. Si riformeranno nel 2004, ma oramai
il treno sarà passato...
Chi invece sembra aver trovato un’ottima corrispondenza ad
amorosi sensi con le radio e le classifiche USA sono i debuttanti...
Gin Blossoms -
Gelosia e alcol
I Gin
Blossoms
ottengono il primo hit con l'orecchiabile jangle HEY
JEALOUSY, N. 25 USA (dove rimane in classifica mesi e mesi).
Va detto che anche in questo caso il successo è a scoppio ritardato.
Anzi, la storia del pezzo è alquanto complicata e anche tragica. Il
brano risale al 1989 e compare nell'album di debutto della band,
"Dusted". Poi, nel luglio 1992, il brano, ri-registrato, viene
pubblicato su singolo. Ma in piena furia grunge nessuno ci bada. Poi
viene ripubblicato nell'estate 1993 e stavolta funziona. Va detto che
vengono realizzate 3 versioni del video prima che la A&M
decidesse
di approvarne una. La canzone è stata scritta dal chitarrista
Doug
Hopkins e parla della sua ex, che stava cercando di riconciliarsi con
lui. Tuttavia Hopkins ha seri problemi di alcol e viene licenziato
dalla band durante la lavorazione del disco "New Miserable
Experience".
E quando il singolo diventa un hit senza di lui, entra in depressione.
Finirà suicida il 5 dicembre 1993. A dire il vero la band ha più di
qualche legame con l'alcol. A partire dal nome: sta a indicare i
capillari rotti che compaiono sul viso dei vecchi alcolisti. E per
evitare un'eccessiva associazione con le bevande alcoliche, una strofa
del pezzo viene cambiata da "You can trust me not to drink"
a "You can trust me not
to think".
E mentre Hopkins lascerà il pianeta, la band starà ottenendo un altro
grande hit, "Found
Out About You".
Se
le ultime band trattate in fondo non fanno altro che rileggere il folk
rock del passato adattandolo agli anni '90, ci son invece band che
riescono a elaborare un proprio suono, partendo apparentemente da
qualcosa simile al muro del suono di distorsioni del grunge, ma
aggiungendoci tuttavia influenze orchestrali.
Come una band che arriva da Chicago...
Smashing Pumpkins -
Il sogno di Billy il gelataio
Dalla
Città ventosa arriva infatti il gruppo "non grunge" che
più
viene associato al grunge e al contempo non sembra un clone di uno dei
"quattro
grandi di Seattle" (per la cronaca, Nirvana, Pearl Jam, Alice In Chains
e Soundgarden). In realtà il loro suono affonda le radici nel rock
gotico britannico, a cui vengono aggiunte influenze psichedeliche e
shoegazing, volte alla costruzione di muri sonori che all'epoca vengono
inevitabilmente associati a quelli grunge. Si chiamano Zucche
che Esplodono. E nel 1993 le
Zucche esplodono per davvero. Gli Smashing Pumpkins sono la creatura
di Billy Corgan.
Un tipo pignolo con un ego smisurato che ha la mania
del controllo. E che fisicamente, un po' cicciottello, precomente
stempiato, non sembra proprio la rockstar ideale. Per tacer di quella
voce stridula. Ma il tipo ci sa
fare. La band, formata anche dalla bassista D'Arcy Wretzky, dal
chitarrista James Iha
e dal batterista Jimmy
Chamberlin, è arrivata al secondo album. E l'album, "Siamese Dreams",
prodotto da Butch Vig,
futuro Garbage e già
produttore di "Nevermind" e del loro album di debutto "Gish", è
essenzialmente una creatura di Corgan. L'attenzione rivolta al rock
alternativo dopo il botto dei Nirvana ha messo Corgan in una strana
posizione: se l'album riesce la band ha il successo assicurato. ma se
fallisce, il tram è perso per sempre. E questo lo porta alla
depressione e alla smania di perfezionismo a tutti i costi. E a
estromettere i compagni in un impeto di onnipotenza che lo porta a
suonare quasi tutte le parti strumentali. Poi ritorna sui propri passi
e richiama gli altri. I lavori son inoltre stati complicati dalla
tossicodipendenza di Chamberlain, che peggiora giorno dopo giorno.
Il lavoro che ne risulta è
un disco molto elaborato produttivamente, quasi in
controtendenza con il resto del rock alternativo dell'epoca. Va detto
che l'ossessiva ricerca del successo e della perfezione rende
Corgan e compari molto criticati
all'ambiente del rock alternativo: in effetti non si può dire che
Corgan abbia l' "integrità" di un Cobain o di un Vedder. Bob Mould
arriva a definirli "i Monkees del Grunge".
Ma torniamo al disco che da alla
band l'agognato successo. O meglio, al
singolo che ne viene estratto questo autunno. Se la
potente e sarcastica (proprio contro certi atteggiamenti della scena
alternativa) CHERUB
ROCK ha aperto le danze in estate, ora è il
momento
dell'onirica TODAY,
in cui emergono chiaramente le influenze shoegazing della band. A dire il vero il pezzo esprime i
sentimenti di
Corgan durante la lavorazione dell'album. La Virgin vuole
fare di loro
i "nuovi Nirvana". I compari della scena indie di Chicago li danno per
"venduti". E Billy, come già detto, non regge e finisce in depressione
col blocco dello
scrittore. E ci scrive questo pezzo sopra, il primo composto per
l'album. Beh, se questo significa
avere il blocco... Nonostante
suoni come un pezzo leggero, l'intento di Billy è quello di scrivere un
brano che dica che oggi è il più bel giorno perchè non potrebbe andare
peggio, per cui domani sarà sicuramente migliore... Di fatto parla di
depressione e voglia di suicidio, seppur in modo ironico e quindi un
po' criptico per l'ascoltatore. Di fatto,
il pezzo quando viene registrato su demo sembra addirittura provocare
un peggioramento della situazione: quando i
discografici ascoltano il demo son convinti di avere tra le mani un
hit. E tale reazione positiva che comporta? Che Corgan va ancora più in
crisi, sentendosi ancor più sotto pressione. Il video che vede Billy
nei panni di un gelataio cita "Zabriskie
Point" di Antonioni.
Nonostante i natali funerei, "Today" viene considerato il pezzo che
definitivamente porta le Zucche nel Mainstream.
Sebbene le Zucche vengano da Chicago e non
facciano esattamente grunge (ammesso sia chiaro che sia il
grunge), alcuni loro pezzi, come "Cherub Rock", hanno una
tipica struttura da pezzo grunge. Strofe melodiche sommesse alternate
al ritornello in cui esplode un muro del suono con distrosioni in
evidenza. E tale struttura appartiene anche al brano con cui debutta
una band britannica che si appresta a diventare una delle più
importanti dei 15 anni successivi e che per tale canzone viene
frettolosamente etichettata da alcuni come i "Nirvana britannici"...
Radiohead -
Problemi di autostima per Thom?
"But I'm a creep,
I'm a weirdo
What the hell am I
doin' here?
I don't belong
here"
C'è
questo tipo inglese di nome Thom
Yorke. Non si può certo definire
bello. Tutt'altro. Ha pure un'espressione da narcolettico che non aiuta
di certo. E questo tipo deve aver avuto non pochi problemi con l'altro
sesso. Tanto che la sua autostima sembra finita sotto un camion. E
anche quando sarà ricco e famoso, ci sarà sempre un senso di
insicurezza nel vivere una possibile relazione. Tanto che nel 2007
scriverà una canzone in cui di fatto rivala tutta la
difficoltà del rapportarsi
all'altro, del sentirsi sotto esame. Ma torniamo al 1993. Anzi,
andiamo all'anno in cui viene scritta, il 1987. Thom all'epoca non è
nè ricco nè famoso. È uno sfigatissimo studente
della Exeter University. E deve aver conosciuto un'autentica
fata.
Sapete, una di quelle lampadine assolute (che c'entrano le lampadine?
Vabbè, leggete qua). Che ovviamente manco si deve essere accorta di
lui... E lui ci scrive una canzone
in cui, in confronto all'oggetto dei suoi desideri, si definisce "un
verme strisciante"... Scherzi a parte, a meno che non si
abbia un ego
spropositato, il pezzo descrive perfettamente i sentimenti di un essere
normale che ama perdutamente una stragnocca che ovviamente è incapace
di percepirlo nel suo campo visivo.
Quel
pezzo,
acustico, viene poi proposto, qualche tempo dopo, alla band che Thom
forma con Colin Greenwood.
Quella band ottiene il contratto
discografico nel 1991 e l'anno dopo pubblica il suo album di debutto,
"Pablo Honey",
che include quel brano. Intitolato CREEP.
Il pezzo
musicalmente è basato sulla melodia del classico "The Air That I
Breathe", scritto da Albert Hammond e Mike Hazlewood e
diventato un
clamoroso successo per gli Hollies. E dato che nessuno è profeta in
patria, i britannici snobbano il disco alla grande. A dire il vero
"Creep" non viene proprio programmata dalle radio britanniche perchè
ritenuta troppo "deprimente". Ma nel 1993 accade
l'inatteso: il pezzo inizia a circolare tra le college radio USA e tra
agosto e settembre arriva nella Top 40 USA. E così i britannici si
accorgono della band e del brano che, ripubblicato, finalmente arriva
nella Top 10 UK, piazzandosi al N. 7.
Anche nel caso di
"Creep" c'è una censura. La versione dell'album "Pablo Honey" dice
"You're so fucking
special", che nella versione radiofonica (e del video
linkato) diventa "You're
so very
special". Con gran scorno di Thom che dice che
così si rovina
la
canzone, slavandone la rabbia. E in effetti...
Da
notare che l'inserimento del pezzo nell'album di debutto avviene quasi
all'ultimo momento. i produttori (Paul
Kolderie e Sean
Slade, già al lavoro con Dinosaur Jr. e Buffalo Tom)
stanno faticando con un paio di brani
e in quel momento viene loro l'idea di inserire quel pezzo improvvisato
dalla band durante le prove e che è stato introdotto da Yorke come "il
nostro pezzo alla Scott Walker"... La registrazione viene
effettuata al
primo colpo. Il brano ha un andamento lento fino al ritornello, in cui
si assiste a un'eplosione di distorsioni. Sembra che l'autore di queste
sia Jonny
Greenwood, che intendeva in tal modo dare più energia a un
pezzo che
giudicava "moscio"...
Il successo del pezzo fa si che la band lo
ribbattezzi "Crap"... Anzi, la band è quasi infastidita dal successo di
questo pezzo che oscura il resto dell'album. Tanto che ci scriverà su
un pezzo che figurerà sul secondo album, "My Iron
Lung". Dichiarazione
d'odio per la gente che ha dato importanza solo a quella
canzone.
E la band eviterà spesso e volentieri di suonare "Creep" dal vivo. Da
ricordare anche la versione
acustica che compare nel quintuplo bootleg del 2002 "Towering
Above The Rest".
E tra le
band britanniche del momento, va segnalato il ritorno ad
ottobre dei James
con il terzo album. Dopo il deludente e tronfio "Seven" la band
torna
saggiamente a un suono più acustico (complice anche un tour come
supporto di Neil Young) e realizza il nuovo album con la
produzione di Mago Merlino, ovvero Brian
Eno. La lavorazione vede il
produttore e la band collaborare a tal punto che non ne esce solo un
album, ma due. Infatti all'album "commerciale" "Laid" segue lo
sperimentale "Wah Wah", frutto delle improvvisazioni effettuate dalla
band in sala di registrazione. L'album segna un altro buon successo
(N. 3 UK) e consente alla band di ottenere anche un discreto seguito
negli USA. Merito dei due singoli estratti, SOMETIMES
e LAID,
quest'ultima dal testo decisamente senza veli.
Buon
successo anche per gli anarcoidi Levellers
del rosso
(di pelo e di idee) Mark
Chadwick,
che miscelando punk e musica tradizionale pubblicano il secondo album,
intitolato con il nome della band. Veri e propri comunisti (i guadagni
vengono messi in un conto da cui viene prelevata una cifra fissa uguale
per ciascun membro al giorno - praticamente una paghetta), devono il
nome, sembra, a un movimento popolare democratico britannico del
17esimo secolo.
Il 1993 non è un buon anno per la band, segnata dalla
tossicodipendenza del cofondatore e bassista Jeremy
Cunningham. Sta
di fatto che la lavorazione del disco è quanto mai tribolata e
il risultato non soddisfa per niente i Livellatori. Ma soddisfa
evidentemente il pubblico, dato che diventa il loro primo grande
successo, volando al N. 2 della chart britannica. Grazie
anche ai singoli estratti, l'estivo BELARUSE
e THIS
GARDEN,
quest'ultimo N. 12 UK questo autunno con tanto di didgeridoo.
E
parlando di didgeridoo, andiamo in Oceania, da dove provengono i Crowded House. La
band neozelandese è reduce dal successo clamoroso di "Woodface" e il 18
ottobre pubblica il nuovo album, "Together
Alone". La band di Neil
Finn, giunta al quarto album, cambia direzione, chiamando
a produrre Youth. Anticipato a settembre dalla bella DISTANT SUN,
l'album si piazza al N. 4 UK (mentre c'è ancora in classifica il
predecessore, uscito nel 1991), e viene salutato come il miglior lavoro
della band. A dire il vero è anche un po' l'album che chiude un ciclo
per la band. Infatti verrà seguito da una raccolta di successi, da una
di b-side e da un disco dal vivo. Per risentire un nuovo album di
studio di inediti del gruppo, il quinto, si dovrà attendere 14 anni...
Certo i 14 anni di attesa sono addirittura superati dai 15 (ma sarebbe
più
opportuno dire 17) passati ad attendere (per il momento invano) il
fantomatico nuovo album di studio della band di cui sto per parlarvi...
Guns N' Roses -
Ritorno alle origini al sugo
Il 23 novembre esce il nuovo album dei Guns N' Roses. Beh, non è
esattamente un album di cose nuove, dato che si tratta di una raccolta
di cover.
Va detto che parte dei brani risale addirittura alle sessioni dei due
"Use Your Illusion". Avrebbero dovuto entrare nel terzo cd del
progetto. Poi, nel 1992 la band pensa di pubblicare gli inediti in un
E.P., ma poi cambia idea e passa a registrare altri brani per fare un
album completo. Di fatto l'ultimo album di studio fino al momento del
gruppo losangelino.
Il titolo, ""The
Spaghetti Incident?"" (si, con le virgolette e il punto
interrogativo), sembra derivi
da una battaglia a base di
spaghetti tra Axl
Rose e il precedente batterista Steven Adler, che
poi la cita nella causa che intenta per separarsi dalla band come "The
Spaghetti Incident". L'album vede la luce dopo la fine del leggendario
e famigerato Use Your
Illusion World Tour e comprende una serie di cover di band anni '70 e
'80, tra cui Stooges, New York Dolls, Damned, U.L. Subs e anche i
Soundgarden. Axl ci infila anche una cover di un pezzo di Charles
Manson in coda, come traccia fantasma. Cosa che crea malumori con i
compari e ovviamente causa non poche polemiche con i media. Un altro
pezzo fuori dal mazzo diventerà singolo nel 1994, si tratta di "Since I
Don't Have You", cover del successo del gruppo doo wop The
Skyliners datato 1959.
Il disco viene anticipato dal singolo AIN'T
IT FUN, cover del gruppo punk americano anni '70 The Dead
Boys, che arriva nella Top 10 UK (N. 9). Nel singolo
partecipa come ospite anche il cantante degli Hanoi Rocks Michael Monroe, di
cui Axl è fan.
L'album si piazza al N. 2 UK, mentre ottiene un successo minore negli
USA, dove si ferma al N. 4 e precipita rapidamente dalle charts. In
effetti i fan non hanno gradito molto... E da allora aspettano...
E ora una piccola
digressione (scema) dalle classifiche riguardo alla lampadina di Thom Yorke...
Teoria della
lampadina e del ragno peloso.
Elaborata nel
settembre 1993 nel bel mezzo del centro storico di Padova mentre
l'autore sta andando al cinema a vedere "Jurassic
Park" con "Il Duca", un compagno di corso.
Siete in campagna.
Magari su un terrazzo o una veranda illuminati. Osservate la lampada e notate che
attorno ad essa volano dei farfalloni
notturni.
Questi si avvicinano alla lampada e zac! Si scottano e
cadono come pere mature al suolo. Ebbene, se portate il vostro sguardo
appena poco più in basso della lampada, osserverete che sotto
di
essa c'è la tela sapientemente costruita da un previdente ragno peloso che
così ghermisce le falene.
Cambio scena.
Siete in una città e state vagando per il centro. Osservate i gruppi unisex post-adolescenziali
vaganti
(notate bene: tale teoria non si applica in età più giovanile). Mentre
i branchi di maschi in genere sono formati
da soggetti piuttosto uniformi tra loro (traduco: fighetti con
fighetti,
sfigati con sfigati, ecc...), i gruppi di femmine in genere sono
caratterizzati da una certa differenziazione tra i
soggetti con in genere un elemento di spicco (che chiameremo "gnocca")
e elementi di contorno (traduco: sono una strana mescolanza che
comprende gnocche, tipe medie e cozze).
Che c'entra questo
con l'immagine bucolica di prima? Semplice! Nei gruppi femminili, la più
gnocca ha la medesima funzione della lampadina. Questa
attira i farfalloni (i maschi). Tuttavia essendo gnocca, può
permettersi di dare bastonate a destra e manca (traduco: fare la
stronza promettendola e poi facendola vedere con la teleferica). E così
i pretendenti, drammaticamente respinti, crollano disperati al suolo.
Ed è allora che si può capire la funzione della mescolanza nel gruppo
femminile. Una delle amiche, meno avvenente, se non una vera cozza, si
avvicina al malcapitato approfittando del suo stato di temporanea
debolezza. E gli dice: "eh, lo so che è la mia migliore amica... Ma è
veramente una stronza! Tu invece avresti bisogno di una ragazza
diversa, una sensibile, che ti può capire..." E così il farfallone
viene ghermito
dal ragno peloso...
Da notare che la potenza della lampadina è
alquanto relativa. Certo, se girate per Milano durante la
Settimana della Moda, la lampadina deve avere un wattaggio
elevatissimo. Ma se finite a bazzicare situazioni
in cui le femmine si distinguono dai maschi solo tramite esame
dei
cromosomi (come la mia vecchia Facoltà), beh, allora è sufficiente la
potenza di una
candela (come dimostrato dalle stragi compiute all'epoca dalle uniche
che si avevano scoperto che la barba non è una carattere sessuale
femminile particolarmente attraente...).
USCITE CHIAVE
Di alcune uscite
fondamentali (Nirvana, Pearl Jam)
abbiamo già
parlato. Ce ne son altre di cui si avranno più occasioni di parlare in
futuro, ma possiamo comunque intrattenerci su cinque lavori...
Incominciamo
dal debutto di uno dei rapper più importanti, ovvero
Snoop Doggy Dogg
(all'anagrafe
Calvin Cordozar Broadus Jr.),
ex membro della gang dei Crips. Esordisce il 23 novembre con
"Doggystyle",
realizzato per la Death Row sotto la sapiente guida di
Dr. Dre. In realtà
Snoop non è esattamente al debutto, dato che ha partecipato
massicciamente all'album del Dottore,
"The Chronic". Di
fatto è
l'album che
lancia definitivamente il G-funk,
ovvero quell'hip hop gangsta West Coast basato principalmente su basi
suonate direttamente e sull'uso minimo di campionamenti di
pezzi
funk. Il suono è stato di fatto creato dal Dottore e ora viene
celebrato da "Doggystyle", caratterizzato dall'inconfondibile flow in
stile rilassato del rapper di Long Beach e da testi non
esattamente "politically correct", molto duri, sessisti e al limite
dell'idiozia. Ma realistici. Alle critiche Snoop risponde che
semplicemente ritrae l'ambiente in cui è cresciuto e che conosce,
usando il linguaggio e gli atteggiamenti propri di quella realtà.
D'altro canto dice che non ha nessuna intenzione di celebrare lo stile
di vita da gangster del ghetto. Lui semplicemente lo descrive,
realizzando una specie la versione anni '90 di "Superfly" di Curtis
Mayfield. Il titolo si riferisce allo stile e al nome
dell'autore, giocando tuttavia col nome
della nota posizione sessuale, che da noi non chiama in causa i canini,
ma gli ovini. Grazie a pezzi come
WHO AM I
(WHAT'S MY NAME)?,
GIN AND
JUICE e
SNOOP DOGG
WORLD
debutterà al N. 1 USA a dicembre con oltre 800.000 copie vendute in una
settimana. Complice anche la "credibilità" dell'artista, la cui fedina
penale è già bella sporca quando debutta, e si
può dire che sia stato tolto dalla strada dalla musica. All'epoca è
addirittura
accusato di omicidio di un membro di una gang. Viene
arrestato dopo la sua partecipazione agli MTV Music Awards e
si
proclama innocente e di aver agito per legittima difesa. Verrà
prosciolto nel 1996. Comunque di questo album riparleremo.
Se la West Coast è rinata grazie a
Dr. Dre e ai suoi accoliti gangsta,
la East Coast
esplode con l'arrivo di un album epocale: "Enter the Wu-Tang (36 Chambers)"
dei newyorkesi Wu-Tang
Clan.
Un Clan formato da 9 rapper incazzati e grossi. Di quelli che di solito
vengono mostrati dai conservatori WASP per mostrare come siano cattivi
e pericolosi i neri. E che rispondono ai nomi, o meglio
nomignoli
di Method Man,
Ol' Dirty Bastard,
Ghostface Killah, Raekwon, GZA, RZA (Robert Diggs, il leader e fondatore della
crew), U-God, Masta Killa e Rebel Ins.
Praticamente un Wonder Team. La loro strategia è invadere il mercato
espandendo l'hip hop come le
api assassine: e infatti i progetti musicali collettivi e solisti si
sprecheranno. Musicalmente siamo all'opposto del G-Funk.
Basi ritmiche secche e minimali realizzate da RZA. E testi che
parlano di
varie spacconerie e di vita nei ghetti della New York anni '90, ma in
modo agli antipodi del gangsta. Le rime sono ricercate e
spesso
con riferimenti raffinati alla cultura pop, ricche in metafore e
umorismo caustico. Nell'album i testi sono filtrati attraverso
il
lessico delle arti marziali e della tradizione dell'antica Cina
(Wu-Tang proviene dalle Montagne Wudang dello Hubei, culla delle arti
marziali praticate in monasteri). Di fatto il collettivo si basa su una
filosofia che mescola quelle orientali legate alle arti marziali, la
nazione islamica e i fumetti. Nei brani i diversi MC
praticamente esibiscono i rispettivi stili, quasi come se fossero
tecniche di
combattenti di arti marziali.
PROTECT
YA NECK
ha anticipato l'album e ha fatto guadagnare alla band un contratto
discografico che consente ai membri anche di sviluppare carriere
soliste. Per far capire che non siamo in territorio "pistole e
puttane", basti pensare alla leggenda che sta alla base del titolo
dell'album. La stessa che è alla base di un film di Arti Marziali del
1978, "The 36th Chamber of Shaolin",
idolatrato dalla crew (che inserisce nel disco molti campionamenti di
film kung fu). Si
parla di un giovane che apprende le arti marziali in un monastero
Shaolin. La Wu-Tang si riferisce a quella della spada, la più ambita,
per arrivare alla quale bisogna superare 35 livelli o prove, chiamate
camere. Il
giovane nel film riesce a superarle tutte e istituisce una
36esima
camera. La leggenda a cui si è ispirato il film racconta che, in
seguito, i monaci hanno perfezionato l'arte della spada
utilizzandola solo per scopi difensivi, contro i guerrieri Manchus,
fino a che un gruppo di monaci traditori, chiamti Wu-Tang Clan
si alleano con i nemici e distruggono il monastero. I maestri
Wu-Tang quindi viaggiarono per il Mondo, istruendo nuovi allievi, salvo
poi decimarsi l'un altro in una cieca lotta per il potere, portando
all'estinzione della tecnica.
Tuttavia la tecnica non è perduta per sempre: nascerà un nuovo Clan che
riaprirà il ciclo. E indovinate dove rinasce negli anni '90 il nuovo
Clan? Il Clan in questione si definisce in possesso
delle 36 camere (tecniche) dell'hip hop. Il 36 ha basi numerologiche: 9
uomini (quelli del
Clan) per 4 (le camere del cuore, nonché le stanze base che si devono
superare per diventare monaco Shaolin). Il
successo di un tale progetto eccentrico che di fatto si sottrae a ogni
categoria dell'epoca è grande nell'ambito hip hop, di fatto costituendo
un caposaldo dell'Hardcore Hip Hop (noto anche come Hip Hop
Alternativo). E l'album verrà ricordato come probabilmente il più
importante del
genere e uno dei lavori chiave del decennio. Tra i pezzi, da citare
anche C.R.E.A.M.
("Cash Rules Everything Around Me") e METHOD
MAN. Certo, apprezzare un lavoro del genere è alquanto ostico
per chi non è di madrelingua inglese, in quanto risulta difficile
capire la genialità dei testi, a meno che non si voglia mettersi a
studiare...
"From the slums of
Shaolin, Wu-Tang Clan strikes again. The RZA, the
GZA, Ol' Dirty Bastard, Inspectah Deck, Raekwon the Chef, U-God,
Ghostface Killah and the M-e-t-h-o-d Man!"
E
arriviamo alla terza via dell'hip hop dell'epoca: l'hip hop jazzato
degli A Tribe Called Quest di Q-Tip, Phife Dawg e Ali Shaheed
Muhammad, che,
reduci dal capolavoro "The Low End Theory", realizzano il 9 novembre il
terzo album,
"Midnight Marauders".
Il titolo deriva dal fatto che di solito si
ascolta la musica di notte e che i tre sono "predatori di
ascoltatori". L'album è caratterizzato da una produzione con basi
jazz-funk arrivate dritte dagli anni '70 e opportunamente rielaborate,
creando beat irresistibili. Il lavoro segna il
maggiore successo commerciale per il trio,
che ottiene un buon hit con AWARD TOUR,
a cui partecipa Trugoy dei De La Soul. Altri pezzi da tenere
a mente: STEVE BIKO
(Stir It Up), MIDNIGHT
(con Raphael Sadiiq), ELECTRIC
RELAXATION e OH
MY GOD, con Busta Rhymes alle prime armi. Testi ispirati,
ironici e raffinati, dai contenuti
sociali. E una copertina che presenta sul retro il who's who dell'hip
hop nel
1993.
E dopo sta sbornia hip hop (d'altra parte il genere è nel
suo periodo d'oro), passiamo al rock alternativo, che è la'ltro genere,
come avete potuto leggere, che sta decisamente bene.
Il
5 ottobre esce "Gentlemen",
debutto su major dei The
Afghan Whigs di Cincinnati, Ohio. La band, nata nel 1986 e
guidata dal tormentato e carismatico Greg Dulli, ha
inciso per la Sub Pop di Seattle e ora è all'Elektra, ma a differenza
di molte altre band coetanee non riuscirà a fare il grande salto,
nonostante una notevole mix tra R'N'B e punk rock. In
"Gentlemen" non si affrontano tanto i temi cari al grunge, quanto si fa
un'analisi della sessualità maschile. Basti pensare a BE SWEET,
che inizia con l'inequivocabile "Ladies,
let me tell you about myself / I got a dick for a brain / And
my brain is gonna sell my ass to you". C'è tuttavia spazio
anche per il punto di vista femminile, rappresentato dalla straziata MY CURSE,
affidata alla vioce di Marcy
Mays degli Scrawl. Tra i successi da
college radio USA: DEBONAIR
e WHAT
JAIL IS LIKE. La band realizzerà
altri due album, per poi sciogliersi nel 2001, non prima tuttavia di
aver aperto in concerto per gli Aerosmith.
E
concludiamo con una cosa che davvero c'entra poco con il resto. Una
colonna sonora di un musical. Un musical animato per l'esattezza, che
esce il 29 ottobre 1993. Parlo di "Nightmare
Before Christmas", autentica delizia partorita dal grande Tim Burton e
dall'animatore (e regista ufficiale) Henry Selick. La
storia di Jack
Skellington, Re di Halloween che
sogna di sostituirsi a Babbo Natale è la summa della poetica
burtoniana. Lo lancia la Casa del Topo, atterrita tuttavia dal fatto
che il film sia un "prodotto di nicchia" e possa spaventare i bambini.
Si ritroverà tra le mani un classico che provvederà a spolpare a dovere
col merchandising nei lustri a venire. Come ogni film burtoniano che si
rispetti, ha la sua
colonna sonora firmata da Danny
Elfman. Le colonne sonore di Elfman si riconoscono
all'istante grazie a quelle orchestrazioni con tocco gotico che le
contraddistingono. Ma con questa soundtrack Elfman fa di più: crea un
vero musical. Ora, mettiamo in chiaro una
cosa. Suor Renata non ha fatto un brutto lavoro per la versione
italiana, che tutto sommato è decente, specie se confrontata a certi
altri orrori (basti pensare alla tragica versione italiana di "Phanthom
Of The Opera"). Ma la versione doppiata non regge il confronto con la
versione originale (inutile begare, l'inglese è più adatto al musical).
Tra le chicche, la presentazione di Halloween con "This
Is Halloween", la brillante "What's
This", scoperta del Natale da parte di Jack (doppiato da
Elfman), la melanconica "Sally's
Song" (affidata a Catherine O'Hara) e la divertente "Oogie
Boogie's Song", realizzata pensando alle partecipazioni di
Cab Calloway nei cartoon di Betty Boop. Da rivedere a
Halloween o a Natale. Per ragazzini svegli
e adulti che mantengono in vita il fanciullino (il rimbambimento è
altra cosa). Magari in coppia con il quasi gemello "La Sposa Cadavere".
Ah, nel 2006 uscirà una special edition della colonna sonora, con
reinterpretazioni da parte di gente come Marilyn
Manson, Fiona Apple
e Fall
Out Boy.
Periodo ricco direi...
Nel
prossimo appuntamento, puntata di Halloween. E accogliendo la richiesta
di Andrea, stavolta affronterò un periodo immediatamente succesivo a
uno trattato in estate: per cui marcia indietro di 10 anni, per parlare
di ragazze dell'alta società, destini mutevoli, maniaci della danza,
eclissi cardiache e feste che durano tutta la notte...
Marco
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