AUTUNNO 1983
( chart USA + UK + Germania, giugno-luglio-agosto )

# TITOLO INTERPRETE Score
1 ALL NIGHT LONG (ALL NIGHT) Lionel Richie 978
2 THE SAFETY DANCE Men Without Hats 901
3 TOTAL ECLIPSE OF THE HEART Bonnie Tyler 880
4 KARMA CHAMELEON Culture Club 772
5 UPTOWN GIRL Billy Joel 696
6 ISLANDS IN THE STREAM Kenny Rogers And Dolly Parton 690
7 MANIAC Michael Sembello 625
8 SAY SAY SAY Paul McCartney and Michael Jackson 608
9 MAKING LOVE OUT OF NOTHING AT ALL Air Supply 606
10 TONIGHT I CELEBRATE MY LOVE Peabo Bryson And Roberta Flack 547
11 RED RED WINE UB40 542
12 TELL HER ABOUT IT Billy Joel 506
13 TRUE Spandau Ballet 470
14 MODERN LOVE David Bowie 441
15 KING OF PAIN The Police 433
16 ONE THING LEADS TO ANOTHER The Fixx 432
17 COME BACK AND STAY Paul Young 408
18 MAMA Genesis 394
19 DOLCE VITA Ryan Paris 390
20 SUNSHINE REGGAE Laid Back 384
21 WHAT AM I GONNA DO (I'M SO IN LOVE WITH YOU) Rod Stewart 379
22 SWEET DREAMS (ARE MADE OF THIS) The Eurythmics 343
23 TELEFONE (LONG DISTANCE LOVE AFFAIR) Sheena Easton 330
24 (SHE'S) SEXY + 17 Stray Cats 329
25 DELIRIOUS Prince 324
26 I LIKE CHOPIN Gazebo 310
27 PUTTIN' ON THE RITZ Taco 296
28 SUDDENLY LAST SUMMER The Motels 295
29 EVERY BREATH YOU TAKE Police 278
30 THEY DON'T KNOW Tracey Ullman 277
31 FAR FROM OVER Frank Stallone 273
32 BURNING DOWN THE HOUSE Talking Heads 266
33 CUM ON FEEL THE NOIZE Quiet Riot 255
34 PROMISES, PROMISES Naked Eyes 241
35 NEW SONG Howard Jones 236
36 I'M STILL STANDING Elton John 226
37 GOLD Spandau Ballet 226
38 FLASHDANCE... WHAT A FEELING Irene Cara 223
39 SHE WORKS HARD FOR THE MONEY Donna Summer 222
40 UNION OF THE SNAKE Duran Duran 220
41 DON'T CRY Asia 219
42 IF ANYONE FALLS Stevie Nicks 217
43 HEART AND SOUL Huey Lewis and the News 216
44 VAMOS A LA PLAYA Righeira 214
45 HOW AM I SUPPOSED TO LIVE WITHOUT YOU Laura Branigan 213
46 LOVE IS A BATTLEFIELD Pat Benatar 213
47 HUMAN NATURE Michael Jackson 205
48 GIVE ME YOUR LOVE Frank Duval 205
49 DEAR PRUDENCE Siouxsie And The Banshees 201
50 BLUE MONDAY New Order 193
51 BIG APPLE Kajagoogoo 193
52 BIG LOG Robert Plant 189
53 KISS THE BRIDE Elton John 186
54 (HEY YOU) THE ROCKSTEADY CREW Rocksteady Crew 178
55 WINGS OF A DOVE Madness 176
56 UNCONDITIONAL LOVE Donna Summer 172
57 IN YOUR EYES George Benson 171
58 CLUB TROPICANA Wham! 169
59 THIS IS NOT A LOVE SONG Public Image Limited 166
60 DR. HECKYLL AND MR. JIVE Men At Work 161
61 SUPERMAN (GIOCA JOUER) Black Lace 159
62 WALKING IN THE RAIN Modern Romance 157
63 GIVE IT UP KC And The Sunshine Band 156
64 CRY JUST A BIT Shakin' Stevens 156
65 P.Y.T. (PRETTY YOUNG THING) Michael Jackson 156
66 ROCKIT Herbie Hancock 154
67 CHANCE Big Country 152
68 CRUMBLIN' DOWN John Cougar Mellencamp 151
69 SAY IT ISN'T SO Daryl Hall And John Oates 147
70 THIS TIME Bryan Adams 146
71 TAHITI David Essex 144
72 LOVE IS A STRANGER The Eurythmics 141
73 LAWYERS IN LOVE Jackson Browne 136
74 CAN'T SHAKE LOOSE Agnetha Faltskog 136
75 I'LL TUMBLE 4 YA Culture Club 136
76 MOONLIGHT SHADOW Mike Oldfield 132
77 DEAD GIVEAWAY Shalamar 131
78 FOOLIN' Def Leppard 129
79 I.O.U. Freeez 129
80 SEND HER MY LOVE Journey 128
81 PUSS IN BOOTS Adam Ant 127
82 PLEASE DON'T MAKE ME CRY UB40 125
83 OL' RAG BLUES Status Quo 125
84 UNDERCOVER OF THE NIGHT Rolling Stones 123
85 SHADOW ON THE WALL Mike Oldfield 122
86 TENDER IS THE NIGHT Jackson Browne 121
87 LIVING ON VIDEO Trans-X 120
88 SITTING AT THE WHEEL The Moody Blues 119
89 THE SUN GOES DOWN (LIVING IT UP) Level 42 118
90 YOU Boytronic 116
91 (KEEP FEELING) FASCINATION Human League 115
92 CHURCH OF THE POISON MIND Culture Club 115
93 THE LOVE CATS Cure 113
94 NEVER SAY DIE (GIVE A LITTLE BIT MORE) Cliff Richard 110
95 IT MUST BE LOVE Madness 110
96 HUMAN TOUCH Rick Springfield 108
97 JUST GOT LUCKY JoBoxers 106
98 BLUE HAT FOR A BLUE DAY Nick Heyward 106
99 IT'S A MISTAKE Men At Work 105
100 EVERYDAY I WRITE THE BOOK Elvis Costello and the Attractions 105

L'AUTUNNO DEL 1983 - Un autunno "da brividi"

Periodo poco felice per i voli aerei, tra attentati, dirottamenti e abbattimenti "per errore". La Guerra Fredda diventa nuovamente calda, con missili che spuntano come funghi in tutta Europa, e la bomba fa paura: l'evento Tv dell'anno negli USA è un film che descrive le conseguenze di una guerra nucleare: "The Day After" (noi lo vedremo al cinema). Meglio giocare alla guerra solo con i videogiochi. A patto di non provocare una vera guerra termonucleare, come minacciato in "War Games". Ma tra tanta apprensione crescente, c'è anche qualche buona notizia. Come l'Argentina che riacquista la democrazia. Intanto, nella musica, continua l'invasione albionica. Alle nuove star britanniche, Boy George su tutte, tuttavia si associano parecchie vecchie volpi americane che, capita l'importanza del video, seguono le tracce di Michael Jackson. E così ecco i trionfali ritorni di Billy Joel e Lionel Richie. Ma è proprio Michelino a varcare il "punto di non ritorno". Il 21 novembre presenta alla stampa un video che decreterà definitivamente il trionfo del nuovo strumento promozionale. Più che un semplice video è un vero e proprio mini-film horror di 14 minuti. Destinato a diventare una pietra miliare della videomusica. Su MTV lo si vedrà solo il 2 dicembre, ma il dado è stato tratto...

E dato che si parla di mini-film horror e si è ad Halloween, una serie di consigli cinematografici per passare con gli amici e un film la notte delle streghe, unitamente a un possibile menù da gustare con la visione... Ovviamente consigli in sintonia con i pezzi trattati...

Qualora non vi interessi la parte cinematografica, cliccate qui per vedere l'articolo con la sola parte musicale.

Ma iniziamo dai N. 1 della nostra classifica...

Lionel Richie - Una notte lunga un party

"Tom bo li de say di moi ya, yeah, jambo, jambo!"

Lionel Richie - All Night Long (All Night) / Wandering StrangerAllora, Lionello nel corso degli ultimi 6-7 anni ha sfoderato una serie di lentazzi che l'han reso responsabile di un sensibile aumento delle nascite, almeno negli USA, e l'hanno trasformato nel più prezzolato autore di ballate del periodo. Non male per uno che ammette di aver iniziato a scrivere lenti solo perchè il resto della sua band, i Commodores, era dedito alla sola scrittura di pezzi ritmati. E dato che qualche ballata serviva negli album... Poi, lui si è reso conto che in un lento è importante trovare modi originali di dire "ti amo" e ha notato che la cosa gli riusciva molto bene... Sia da solo che con i Commodores (mollati nel 1982), prima dell'avvento di "Thriller", è la star di colore N. 1 negli USA, titolo poi reclamato da Michael Jackson. Ma lui è abituato a stare alle spalle di Jacko. Anzi, una chiacchera dice che i Commodores negli primi anni '70 andassero sempre in tour con i Jackson 5 perchè di fatto erano Richie e company, nascosti dietro le quinte, a suonare i pezzi per Michael e fratellini.

Lionel Richie - Can't Slow DownEbbene, il mancato avvocato Lionel, per lanciare il suo secondo album solista, "Can't Slow Down", decide di non utilizzare una ballata. Bensì un pezzo festaiolo ritmato con influenze afro e caraibiche. Intitolato ALL NIGHT LONG. E l'invito a far festa tutta la notte viene accolto a livello planetario. Di fatto (ri)porta Richie al diretto inseguimento di Michelino, trasformandolo in una superstar mondiale. Il pezzo arriva al N. 2 UK e, il 12 novembre, in vetta alla Billboard Chart, dove resta per 4 settimane prima di essere detronizzato proprio da Jackson (e McCartney). A proposito, sapete che significa quello che viene cantato nel break del pezzo (e che ho scritto sotto il titolo del paragrafo)? In realtà non ha un vero significato, ma deriva da un pezzo tradizionale giamaicano. E per poter pronunciare correttamente le parole Richie chiede un aiuto. Al ginecologo giamaicano della moglie, contattato a telefono, stando alla leggenda, nel bel mezzo di una visita...

Lionel Richie - All Night Long (All Night) / Wandering StrangerGrazie anche ad un video di successo (ora inguardabile a dire il vero per tutta la melassa che trasuda), il pezzo diventa un hit mondiale (funziona persino in Italia, dove arriva al N. 2, frenato solo dal De Gregori de "La Donna Cannone"). E a luglio verrà eseguito dal suo autore davanti a una platea di circa 2 miliardi e mezzo di persone di 120 paesi: alla cerimonia di chiusura delle Olimpiadi di Los Angeles. Richie cambierà anche dei versi in onore delle Olimpiadi e la eseguirà con breakdancers su un palco circondato dagli atleti. Avrebbe dovuto esserci anche Michelino, ma alla fine lui si è tirato indietro... Ah, nel frattempo Lionello avrà messo a segno un N. 1 transatlantico e stavolta sarà una ballatona strappalacrime...

Ah, "All Night Long" sarà il primo video trasmesso dalla neonata (e oggi defunta) "Videomusic" nella notte tra l'1 e il 2 aprile 1984...

La notte si può far festa... Ma la notte è anche il teatro ideale di molti film horror. D'altra parte molte creature amano vagare solo al buio o, al massimo, alla luce spettrale della luna... E la notte compare in molti titoli horror. "La Lunga Notte Dell'Orrore" della Hammer, per esempio, o lo splendido (e purtroppo ormai invisibile) "La Notte del Demonio" di Jacques Tourneur. E a volte la notte può essere lunga 30 giorni, come accade nel paesino artico di "30 Giorni Di Buio", località quanto mai amata dai vampiri, che non si trovano limitati nelle attività al periodo "Dal Tramonto All'Alba" come la splendida Salma Hayek (una salma che farebbe resuscitare i morti...) nel delirio tex-mex di Robert Rodriguez. Ma, a proposito di resuscitare i morti, il consiglio per la visione è...
"La Notte Dei Morti Viventi" (George Romero, 1968). Anche l'horror ha avuto il suo '68, e questo f
ilm ha di fatto costituito lo spartiacque tra il vecchio e il nuovo horror: "mostri" anonimi, "eroi" che fanno tutti una brutta fine.  Nella cronaca in bianco e nero dell'invasione innaturale di morti cannibali c'è la metafora del Vietnam, della questione razziale, del terzo mondo che preme alle porte e della società dei consumi (lo slogan è "colpiteli al cervello!"). E la famiglia può arrivare a divorare se stessa. Geniale nella sua semplicità. Non necessario il remake. Da vedere ingurgitando avidamente stinco di maiale. Pensando che sia del vostro vicino, ovviamente...

A dire il vero anche Lionel Richie ha dei dubbi circa la sua partecipazione alla Cerimonia di chiusura dei Giochi Olimpici. Alla fine lo convince un amico per il quale ha scritto un colossale N. 1 americano nel 1980, "Lady" (ovviamente una ballata). E questo suo amico quest'autunno ottiene il suo secondo e ultimo N. 1 nella Hot 100  accompagnandosi con un'autentica First Lady del country...

Kenny Rogers & Dolly Parton - Ovvero i Bee Gees versione country

Kenny Rogers & Dolly Parton - Islands in the Stream / I Will Always Love YouI Bee Gees? che c'entrano i tre fratelli con il canuto Kenny, la prosperosa Dolly e il country? Beh, semplice, ISLANDS IN THE STREAM, N. 1 per due settimane negli USA a partire dal 29 ottobre, è stata scritta dai tre fratelli. E l'intero album di Rogers, il primo per la RCA dopo la firma di un clamoroso contratto da 20 milioni di dollari, è prodotto proprio da Barry Gibb. D'altra parte se Kenny si è fatto scrivere un hit da Lionel Richie, perchè non dai Gibb? A dire il vero Kenny e Barry avrebbero già dovuto collaborare ai tempi di "Lady". Infatti Kenny stava pensando ad un album di duetti e collaborazioni con disparati artisti, progetto poi messo nel cassetto. Tuttavia l'idea di collaborare con il maggiore dei Gibb è rimasta. E finalmente viene messa in atto. E per il primo singolo tratto dall'album "Eyes That See In The Dark" il canuto ex New Christy Minstrel chiama Dolly Parton. D'altra parte a Kenny piace duettare con le signore, come dimostrato dai duetti di successo con Kim Carnes ("Don't Fall In Love With A Dreamer", N. 4 del 1980), Dottie West ("What Are We Doin' In Love", N. 14 nel 1981) e Sheena Easton ("We've Got Tonight", successo della primavera 1983).

Il duetto è il secondo N. 1 USA sia per Kenny sia per Dolly e diventa di platino e arraffa una marea di premi, raggiungendo anche la difficile (per i pezzi country) Top 10 UK. E, visto il successo, i due registreranno per il Natale 1984 un album insieme...

Da notare che "Island In The Stream" sarà l'ultimo singolo country ad arrivare al N. 1 della Hot 100 USA fino al 2000, anno in cui ci riuscirà "Amazed" dei Lonestar. Nel 1998 il pezzo verrà invece campionato da Pras nella sua "Ghetto Supastar", grande successo di cui ho parlato a proposito dell'Estate 1998. Nello stesso anno verrà registrata anche dagli autori, nel loro album live "One Night Only". E nel 2005 il duetto verrà votato come il migliore della Storia del Country.

E pensare che il pezzo era stato scritto dai Bee Gees per Diana Ross...

Ah, la musica della campagna americana... Una bella gita in campagna al suono del country, tra la natura potrebbe essere molto rilassante per dei cittadini stressati. Sempre che non diventi un "Tranquillo Week End Di Paura". Oppure scoprire che "Le Colline Hanno Gli Occhi" (l'originale del 1977 di Wes Craven, mica il remake!). Certo, potreste imbattervi ne "La Casa Dei 1000 Corpi", oppure imbarcarvi nell'incubo western moderno che è il suo seguito, "La Casa Del Diavolo" (alla regia di entrambi un rocker, Rob Zombie). E pure nel passato una gita in campagna non era esattamente rilassante, specie in località come "Sleepy Hollow", talmente ridenti da perderci la testa... Ma il consiglio che mi sento di dare è di fare una bella vacanza in Texas, notoriamente terra di mostruosità come il cervello di George W. Bush...
"Non Aprite Quella Porta" (Tobe Hooper, 1974). Anche qua, evitate il fiacco remake. Perchè la famiglia cannibale di Leatherface e la sua sega elettrica non hanno bisogno del ritmo da videoclip dei registucoli contemporanei. Sangue, polvere, sporco e cadaveri per rivelare l'orrore che si nasconde ai margini della civiltà. E come fatto notare anche dai Coen di "Non è Paese per Vecchi", il male non ha bisogno di spiegazioni. Ispirato a fatti realmente accaduti: Ed Gein, assassino necrofilo che ispirò anche Hitchcock... Un sequel ancor più grottesco nel 1986. Si prega di servire durante la visione un bel salame o un sanguinaccio, da tagliare con la motosega, ovviamente...

Sheena Easton - Telefone (Long Distance Love Affair) / Wish You Were Here Tonight Poco fa ho nominato la scozzese Sheena Easton. Ebbene, anche la bella brunetta è nelle classifiche di questo autunno con il suo nuovo singolo, accompagnato da un video di ambientazione horror. Proprio in tempo per Halloween, il 29 ottobre, arriva al N. 9 USA TELEFONE (Long Distance Love Affair). La scozzese è alle prese con un pezzettino pop-dance, primo estratto dal suo quarto album, "Best Kept Secret". Il divertente video invece, in bianco e nero, la vede alle prese nientemeno che con alcuni mostri classici: Dracula, la creatura di Frankenstein, Quasimodo, una mano mozzata in stile "Famiglia Addams" e, nei panni di atteso "moroso", King Kong (certo che se aspettava una telefonata da lui...). Questo è anche l'ultimo singolo in Top 10 USA della fanciulla prima della "cura Prince". Poi, "traviata", tornerà con un suono più funky e testi decisamente più osè...

Il telefono è alla base di molti horror thriller. Qualcno ricorda le telefonate di "Scream"? O quella che vi avvisa che dipartirete tra 7 giorni per colpa di una videocassetta? Oppure il primo capitolo dei "I Tre Volti Della Paura" di Bava? Tuttavia il video della Easton è anche la versione musicale delle "accozzaglie di mostri" che spesso la Universal ha messo in piedi, offrendo un tanto al chilo i suoi mostri classici. Da "La Casa di Dracula" alla "Casa Di Frankenstein", passando per Gianni e Pinotto ne "Il Cervello Di Frankenstein" (ah, ricordi dell'infanzia, anche se i due son veramente i due comici più scarsi mai partoriti dal cinema USA). E il divertente e carino "Scuola di Mostri", piccolo cult anni '80. Fino al recente orripilante "Van Helsing". Considerando invece i singoli partecipanti al video, come non ricordare la mano assassina de "Il Mostro dalle Cinque Dita" e quella "posseduta" che fa impazzire Bruce Campbell nel divertente "La Casa 2" di Sam Raimi? Ma omaggiamo invece il "salvatore" di Sheena, per cui...
"King Kong" (Merian Cooper & Ernest Schoedsack, 1932). Ovvero la versione esotica e avventurosa della bella e la bestia. Uno dei film più leggendari della storia, citatissimo, con una carica onirico-fiabesca ineguagliata (gli sfondi che ricordano stampe d'epoca) e un'inattesa carica erotica (come ti sfoglio la bionda come una banana). E i modellini animati a passo uno. Piacevole anche il remake di Peter Jackson, meno quello anni '70, di cui va salvata solo la splendida Jessica Lange.  Per convincere l'attrice Fay Wray a recitare nel film, i registi le dissero che il suo partner sarebbe stato un tipo alto e bruno. Lei ha pensato a Clark Gable... Servire durante la visione una bella macedonia di frutta tropicale. Con ovviamente tante banane.

Prince - Delirious / Horny ToadE Prince, il nano sessuomane nelle stesse settimane è nella Top 10 USA (N. 8) con il terzo hit tratto da "1999", DELIRIOUS (ovviamente nessun link per i soliti motivi, dannato nano!). Il brano è anche il secondo Top 10 USA della carriera di Prince, e all'epoca è spesso suonato da DJ di seguito ai due precedenti singoli dell'album, nella sequenza in cui i tre pezzi aprono "1999". Il pezzo parla di una donzella che lo fa delirare e ovviamente è ricolmo di allusioni sessuali, tuttavia celate in modo sufficiente per evitare la censura. Basato su un loop di drum machine su cui si innestano un basso e un synth, il pezzo si chiude con il verso di un bambino, lo stesso impiegato nel 1998 da Timbaland nel successo di Aaliyah "Are You That Somebody". E alla prossima uscita il Principe diventerà una superstar...

Allora, l'abbiamo nominato parlando di Lionel Richie. E con questi e Prince di fatto rappresenta l'ariete di sfondamento che finalmente distrugge l'apartheid musicale di MTV: prima di loro nessun artista di colore passava. E ora invece è proprio un suo video a segnare un passo decisivo della storia della videomusica... Ovviamente sto parlando di...

Michael Jackson - La piccola cosa carina fa ballare il Moonwalk agli zombie...

Michael Jackson - P.Y.T. (Pretty Young Thing) / Working Day and Night Michelino durante l'autunno ha ben due singoli nella Top 10 USA tratti da "Thriller". "Human Nature" e P.Y.T. (Pretty Young Thing), che diventa a novembre (sia pur solo per una sola settimana) il sesto singolo da Top 10 proveniente dall'album. Mai nessuno era riuscito a tanto prima. E Jacko farà ancora meglio, aggiungendone un settimo. Di fatto d'ora in poi diventerà la regola spremere singoli dagli album. "P.Y.T." è nata come una ballata, ma alla fine il produttore Quincy Jones decide di trasformarla in un pezzo pop funk ritmato, riscrivendola con James Ingram. Da notare che quando Jacko verrà invitato nel 1984 alla Casa Bianca da Reagan, quest'ultimo citerà proprio questo brano, dicendo "Let's give some T.L.C. to the P.Y.T.s." (ovvero "diamo affetto e cure alle giovani cose carine")... I cori nel brano sono stati affidati a un gruppo di coriste debitamente battezzate P.Y.T.s, due di loro son le sorelline di Michael, Janet e LaToya.

Il brano verrà citato nel 2007 dai Justice, nella loro "D.A.N.C.E.", vero e proprio omaggio a Jackson.

Beh, tanto il nano principesco di Minneapolis quanto le "piccole cose carine" di Michelino ci offrono un bell'aggancio ai piccoli abitatori dell'universo horror fantastico... Non sempre nell'horror "size matters" e le cose piccole possono essere diabolicamente letali. Qualche esempio? La micidiale assassina de "La Bambola Del Diavolo" o il deforme fratellino di "Basket Case". Oppure la scimmietta "innamorata" di "Monkey Shines". E che dire del bambolotto omicida di "Bambola Assassina" e dei suoi seguiti? E non dimentichiamoci dei virus e dei batteri! Pensate ai caisni provocati dal virusetto inoculato in alcune scimmie in "28 Giorni Dopo". Ma io voglio parlare di quelle tenere creaturine batuffolose, da accudire secondo regole ferree, altrimenti potrebbero diventare qualcosa di piccolo, ma molto molto cattivo...
"Gremlins" (Joe Dante, 1984). Chris Columbus (futuro regista di "Mamma Ho Perso L'Aereo" e i primi due "Harry Potter") scrive una sceneggiatura. Spielberg la trova fiacca e melensa e pensa bene di metterla nelle mani di Joe Dante. Che la trasforma in una storiella molto cattiva e ricca di citazioni della storia del cinema. Con un finale che omaggia "Zombi" di Romero. Un seguito non all'altezza. A corredo della visione, tanto tanto pop corn da sgranocchiare e tirare con sana cattiveria ai commensali...

Per "P.Y.T." Michelino non prepara nessun video ufficiale. Ma non crediate che abbia smesso con i video. Tutt'altro. Sta per immettere sulle Tv la sua arma finale, quella che darà all'album la spinta definitiva verso il record di album più venduto della storia. L'ha riservata per la title-track, scritta per Jacko da Rod Temperton, ex membro della band disco Heatwave, già autore per Michael di "Off The Wall" e "Rock With You". E tale arma finale viene rivelata alla stampa il 21 novembre 1983, a Los Angeles.

Michael Jackson - Thriller / Things I Do for YouTHRILLER non è un semplice video. È un vero e proprio film musicale corto, della durata di quasi 14 minuti. Per realizzarlo Jackson chiama il regista John Landis, reduce da successi come "Animal House", "The Blues Brothers", "Una Poltrona Per Due" e soprattutto da un film che probabilmente è il responsabile della scelta del regista da parte di Jacko, "Un Lupo Mannaro Americano A Londra". D'altra parte la title-track dell'album è un pezzo musicale che parla (con ironia, temo involontaria, considerato il soggetto) di creature spaventose che si aggirano nel buio durante una notte di terrore. E per rappresentarlo in immagini, ovviamente, Jackson vuole un horror. Per realizzare il quale Michelino non bada a spese. Mezzo milione di dollari (anche se alcune fonti parlano di 800.000 $). Ma all'apoca Jacko è ancora un ottimo affarista: tra vendite dell'album e del video (si tratta del video musicale più venduto della storia, con oltre 9 milioni di pezzi) si rifarà abbondantemente.

Se alla regia viene chiamato Landis, per il make up viene chiamato un grande specialista del settore, Rick Baker, 6 volte premio Oscar, già autore della splendida trasformazione del lupo mannaro nel film di Landis (all'epoca non c'era computergrafica!) e futuro autore di meraviglie come i gorilla di "Gorilla Nella Nebbia", gli alieni di "Men In Black" e il "Grinch" di Jim Carrey.

Michael Jackson - Thriller La musica viene adattata al video, e quindi il brano viene allungato e rimontato. Da buon Testimone di Geova, Michelino in testa al video mette un avviso: il fatto che lo abbia girato non significa che si occupi di occulto! Poi parte la storia. Jacko e la fidanzatina (interpretata dall'ex coniglietta di Playboy Ola Ray), vestiti in stile primi anni '60, si appartano in un posticino tranquillo. Lui le da l'anellino, lei ci starebbe, ma lui ha qualcosa da confessarle... Un segreto... No, non quello che potreste pensare voi, bestie! Ha un altro genere di problemino, e quando spunta la luna piena la confessione diventa superflua: Jacko è un... ehm gatto mannaro. La fanciulla si mette a urlare e sta una mezz'ora a rimirare il mostro, senza scappare. Poi finalmente si sveglia e scappa. Ma è troppo tardi e fa una brutta fine. Ed è allora che scopriamo che si tratta di un film proiettato in un cinema. Si intitola "Thriller" ed è interpretato da Vincent Price. Jacko e la Ray stanno vedendo la pellicola. Lui gode agli squartamenti e si ingozza di pop corn, ma lei ha paura e così i due decidono di uscire dal cinema. Cattiva mossa. Intanto Michelino inizia a cantare. No, non è una cattiva mossa per quello. I due passano vicino a un cimitero (la tua morosa ha paura al cine e tu che fai? Le fai costeggiare un cimitero di notte...). Pessima mossa. Perchè iniziano a venir fuori zombie da tutte le parti, mentre nelle orecchie risuona il sinistro rap di Vincent Price. I cadaveri ambulanti circondano la coppietta e, applicando il detto "se non li puoi battere alleati", Jacko si rivela a sua volta essere uno zombie. E inizia il pezzo più memorabile del video, con il famosissimo balletto dei morti viventi. Poi la Ray, che proprio una cima non deve essere, per sfuggire ai mostri pensa bene di entrare in una casa fatiscente. E mentre gli zombie, Michelino in testa, stanno per ghermirla, ecco il colpo di scena: è tutto un sogno. Infatti la ragazza si era addormentata nel cinema. Peccato per lei che all'uscita dal cinema Jacko si giri verso la camera rivelando due inquietanti occhi felini gialli, mentre risuona la spettrale risata di Vincent Price.

E sul finale compare la scritta "Any similarity to actual events or persons living, dead, (or undead) is purely coincidental." La stessa che chiudeva "Un Lupo Mannaro Americano a Londra".

Il video, di un kitsch sublime, debutterà su MTV il 2 dicembre, di fatto costituendo il primo vero e proprio evento generato dalla TV musicale. E pensare che solo un anno prima il canale bandiva i video dei musicisti di colore... Di fatto "Thriller" segna il definitivo trionfo del nuovo media promozionale. E soprattutto segna la definitiva presa di coscienza della sua importanza da parte degli americani. Sopraffatti nel giro dei precedenti 12 mesi dai britannici (con l'eccezione proprio di Jackson, che ha capito da subito l'importanza dei video, basti pensare a "Billie Jean" e "Beat It"), gli americani iniziano ad affrontare i rivali sul loro stesso territorio. Ne vedremo delle belle.

Il balletto con gli zombie di Jackson entra letteralmente nella leggenda e così pure il famigerato giubbettino in pelle rosso che indossa. Inutile dire che fioriranno omaggi e parodie a iosa. Tra i moltissimi video che citeranno "Thriller" va ricordato almeno "Clint Eastwood" dei Gorillaz.

Tra gli zombie, compaiono sia Baker sia Forrest J Ackerman, leggendario espertone e collezionista di memorabilia di fantascienza e horror (chi leggeva "Ciak" negli anni '80 e '90 sicuramente lo ha sentito nominare). Da notare che si è corso il rischio di uno sciopero degli zombie. I ballerini infatti chiedono un aumento anche perchè ballare con le scarpe affidate causa loro parecchi dolori...

Il singolo tuttavia uscirà in UK solo a dicembre e negli USa solo nel gennaio 1984. Diventerà l'ultimo Top 10 tratto dall'album, piazzandosi al N. 4 USA e al N. 10 UK.


"Darkness falls across the land
The midnite hour is close at hand
Creatures crawl in search of blood
To terrorize y'all's neighborhood
And whosoever shall be found
Without the soul for getting down
Must stand and face the hounds of hell
And rot inside a corpse's shell
The foulest stench is in the air
The funk of forty thousand years
And grizzly ghouls from every tomb
Are closing in to seal your doom
And though you fight to stay alive
Your body starts to shiver
For no mere mortal can resist
The evil of the thriller!"

Intanto nella Top 20 UK c'è spazio anche per una "canzone di risposta" a "Billie Jean". Si tratta di SUPERSTAR (BILLIE JEAN), con Lydia Murdock che interpreta Billie Jean e da la sua versione della storia...

Beh, con Michelino c'è solo l'imbarazzo della scelta. Morti viventi a profusione, con la preferenza per l'alba ("Zombi"), che ci suggerisce che gli zombie alla fine siamo noi, resi tali dalle logiche consumistiche. Per due risate invece la parodia inglese "Shaun Of the Dead" ("L'Alba dei Morti Dementi"). In attesa di "Diary Of The Dead", nuovo capitolo dell'epopea Romeriana: oramai ci nutriamo di immagini, come loro di corpi. Però dai, sarebbe troppo facile abbinare "Thriller" a un film di zombie. Pensiamo invece al povero Michael: se c'è stato un babau nella sua vita, deve essere stato il caro babbo Joe. Un padre può commettere atti terribili per amore della prole, come il disperato chirurgo interpretato da Pierre Brasseur in "Occhi Senza Volto". Ma spesso può comportarsi con i figli come un aguzzino. E, pensando ai guasti che un padre può compiere, suggerisco...
"L'Occhio Che Uccide" (Michael Powell, 1960). Povero "Peeping Tom", è colpa del padre se da grande nutre l'hobby di uccidere fanciulle giusto per filmarne il momento della morte. Un film feroce (seppur definito "tenero" dal regista) che analizza anni luce prima che diventasse consuetudine, il rapporto tra lo spettatore e l'immagine. La telecamera come strumento di morte. Troppo avanti, tanto che praticamente rovinò la carriera di Powell, uno dei registi britannici più grandi della Storia. Per la visione servire solo tante belle foto di leccornie, avendo cura di riprendere le espressioni dei vostri ospiti...

Però vale la pena di omaggiare anche il sommo Vincent Price, uno dei grandi interpreti dell'horror. Tra intanti film da lui interpretati, una menzione speciale per il ciclo tratto da Edgar Allan Poe girato da Corman e per il perverso aguzzino de "Il Grande Inquisitore". Ma vale la pena di ricordarlo anche come tenere inventore di "Edward Mani Di Forbice". Purtroppo se ne andrà prima di finirlo...

Michelino tuttavia all'epoca ha una vera e propria attrazione per i morti viventi... Tanto che si mette a duettare con una di queste creature. Esattamente col cadavere di un deceduto nel 1966 che risponde(va) al nome di Paul McCartney...

Come? Non sapevate che fosse morto? Beh, è una lunga storia. La dipartita è avvenuta il 9 novembre 1966, quando, dopo un litigio con il resto degli Scarabei, Paul avrebbe avuto un incidente sulla sua Aston Martin finendo decapitato. Tuttavia per non sconvolgere i fan, i tre superstiti lo hanno subito sostituito con un tal William Campbell (o Billy Shears), suo sosia sottoposto a una plastica per renderlo somigliante all'originale. La leggenda metropolitana del "Paul è morto" cresce fiorente, e i quattro (o meglio, i tre più uno) non mancano di divertirsi a infilare indizi a profusione per alimentare le pippe mentali dei sostenitori del mito. Sulla copertina di "Sgt. Pepper's" c'è la sua supposta data di morte sulla batteria, mentre l'OPD che compare sulla giacca di Paul starebbe per "Ufficialmente Dichiarato Morto" (e non per "Ottawa Police Department"). E poi l'oboe (strumento funerario) che Paul tiene tra le mani, la tomba, l'Aston Martin col guanto da guida insanguinato, per tacer del testo di "A Day In The Life", che describerebbe il fatto...

Nel 
"White Album" si sbizzarriscono, tra "I'm So Tired" e "Blackbird" John mormora
"Paul is dead man, miss him, miss him", per tacer di "Revolution 9" e "Glass Onion"... Nel film "Magical Mystery Tour", sulla scrivania di Paul appare la scritta "I WAS" (Io Ero), mentre Paul indossa in un'altra scena un garofano nero e non rosso come gli altri...

La copertina di "Abbey Road" è il non plus ultra: raffigurerebbe addirittura il funerale di Paul, senz aparlare della targa del maggiolone, della sigaretta tanuta sulla mano destra di Paul (notoraimente mancino) e del furgone della polizia stradale (quello che sarebbe stato in servizio la sera della tragica dipartita)...

Insomma, Paul è deceduto e quello che l'ha sostituito semplicemente è uguale a lui, canta come lui, suona come lui, è mancino come lui e ha il medesimo talento compositivo. Un bel colpo di fortuna beccare un sostituto così, eh? A mio parere è più probabile un'altra spiegazione: Paul è morto, ma poi è stato resuscitato mediante un rito voodoo. Solo che, dato che la parte offesa nell'incidente è stata la testa, alla fine il rito ha permesso al soggetto di mantenere un'elevata funzionalità cerebrale solo per una quindicina d'anni. Poi lentamente i processi decompositivi hanno preso il sopravvento, e di questo vi sono numerosi indizi:

Primo indizio: "Ebony And Ivory".
Secondo Indizio: nel 1985 Paul si fa fregare come un pollo dal "caro amico" Michelino i diritti delle canzoni dei Beatles.
Terzo indizio: il film "Give My Regards To Broad Street"
Quarto indizio: l'orrido "Press To Play".
Quinto indizio: il matrimonio con Heather Mills e come si è fatto spennare col divorzio.

Per tacer del fatto che negli ultimi 20 e passa anni Macca non ha fatto una canzone veramente memorabile...

Oddio, per un uomo normale si potrebbe parlare di semplice rincoglionimento dovuto all'avanzare degli anni. Ma dato per Paul è più probabile che si tratti di qualcosa di paranormale...

Paul McCartney - Say Say Say / Ode to a Koala Bear In ogni caso il duetto tra Jacko il re degli zombie e Paul il morto che canta è SAY SAY SAY ed è il modo in cui Jackson restituisce il favore a Paul, che ha duettato con lui in "The Girl Is Mine", primo estratto da "Thriller". Il duetto è prodotto da George Martin e anticipa il 12esimo album post-Beatles di Paul, "Pipes Of Peace", che esce proprio ad Halloween, il 31 ottobre. Inutile dire che con due simili nomi in gioco il successo del singolo è pressochè scontato. Accompagnato da un video ambeintato negli anni '20 in cui i due si spacciano per guaritori girovaghi e a cui partecipano anche la moglie di Paul, Linda, e la sorella di Jacko, LaToya, il disco si invola in novembre al N. 2 britannico e ripete subito il successo in tutto il globo, Italia compresa (Pippo Baudo la vuole come sigla della sua "Domenica In"). Negli USA entra il 15 ottobre al N. 26: era dai tempi di "Imagine" di John Lennon che un singolo non entrava così in alto. Otto settimane dopo domina la Hot 100, scalzando "All Night Long". Guarderà la classifica dalla vetta per ben 6 settimane a cavallo tra il 1983 e il 1984.
Da notare che il singolo è a tutt'oggi l'ultimo dei 29 N. 1 americani di Macca (ovviamente contati tra Beatles, Wings e lavori solisti).

Una nota sulla copertina: non vi sembrano contenti? Attento Macca, mentre sorridi sta per mettertelo nel posteriore e ti farà male, ah, quanto male ti farà...

Nel 2006 il pezzo, campionato in loop (sarà l'epidemia dell'epoca e praticamente quasi farà fuori la musica dance) dagli Hi Tack e intitolato "Say Say Say (Waiting 4 U)" arriverà al N. 4 UK.

"47 morto che Parla", come recita anche un film di Totò. E morto che canta? Ma è più interessante considerare che il supposto morto in questione è uno Scarabeo. E di insetti e parenti è piena zeppa la storia dell'horror fantascientifico. Ci son quelli formato extra-large: Formiconi ("Assalto Alla Terra"), Mantidi ("La Mantide Omicida") e Tarantoloni ("Tarantola"). Per gli aracnofobici consigliati vivamente "Aracnofobia" e "Arac Attack". Se invece pensate che le cavallette son esseri infernali, "L'Astronave Degli Esseri Perduti" fa al caso vostro. Per tacer delle simpatiche locuste scatenate da Vincent Price come piaga d'Egitto ne "L'Abominevole Dottor Phibes". C'è pure il bacarozzo incendiario del goffo "Bugs L'Insetto Di Fuoco". Per tacer delle api assassine e di tanti altri simpatici esserini... Ma se c'è un insetto che è veramente nel paradiso dell'horror è...
"La Mosca" (David Cronenberg, 1986). Qualche volta il remake è oltre l'originale. Specie quando è opera di un Autore. E accade per quello de "L'Esperimento del Dottor K", discreto film sul tema dello scienziato che osa troppo. L'investigatore del corpo e delle sue metamorfosi approda alla sua opera più diretta. La cronaca di una mutazione della "carne". Filosofia splatter. E pure un melodramma dove il protagonista muore per "malattia". Tranquilli, non vi consiglio di mangiare bacherozzi. Da vedere con un bel piatto di grigliata mista, per assaporare a fondo "la poesia della carne"...

Un cameo di Paul compare anche nel finale del video che accompagna un altro dei successi della stagione 1983/1984...

Tracey Ullman - Retrò con brio (e per gioco)

Tracey Ullman - They Don't KnowTracey, già attrice comica di successo per la BBC, ha deciso di darsi alla musica per divertirsi. E ha già ottenuto un grosso hit in primavera con la sua versione di "Breakaway", pezzo scritto nel 1964 da Jackie DeShannon e Sharon Sheeley. E questo autunno mette a segno un hit ancora maggiore, THEY DON'T KNOW. Anche questa è una cover, stavolta di un pezzo scritto da Kirsty MacColl nel 1979. All'epoca la versione originale della canzone avrebbe potuto lanciare la cantautrice, ma uno sciopero dei distributori ne ha bloccato la promozione decretandone il fallimento (questa è sfiga). Tuttavia un bel pezzo prima o poi trova la strada della classifica. E questo la trova grazie a Tracey e alla sua deliziosa e ironica versione stile sixties, a cui partecipa come corista la stessa MacColl. "They Don't Know" arriva al N. 2 UK, fermata solo da Billy Joel, lanciando internazionalmente la Ullman. Il pezzo parla di una ragazza che è criticata dalla gente per il ragazzo che frequenta. Ma lei ribatte che "loro non sanno nulla"! Le sue doti di commediante emergono anche nel divertente e ironico video, nel cui finale compare appunto anche McCartney (lei sta girando una particina nel film di Paul "Give My Regards To Broad Street" e lui ricambia).

Tracey Ullman - You Broke My Heart in 17 Places
Il brano verrà quindi incluso nell'album "You Broke My Heart In 17 Places", raccolta di cover retrò da lei attualizzate e interpretate in modo divertito, come "una via di mezzo tra Minnie e le Supremes" (definizione di Melody Maker). L'album arriverà nella Top 20 UK a dicembre, grazie anche a un terzo singolo da Top 10, "Move Over Darling" (cover di Doris Day!). E a marzo "They Don't Know" arriverà al N. 8 USA. Poi, dopo un paio di altri singoli, Tracey darà un taglio alla propria carriera discografica, dedicandosi a tempo pieno al suo "lavoro vero", quello di attrice. Comparirà, come protagonista, in vari show TV prima britannici e poi americani, arraffando anche alcuni Emmy. E partecipando a numerosi film, tra cui "Ti Amerò Fino Ad Ammazzarti" e, come doppiatrice, "La Sposa Cadavere". Sarà durante il suo fortunatissimo "The Tracey Ullman Show" che esordirà, nel 1987, con dei corti, una famiglia americana di colore giallo, "I Simpsons"...

Il suo ultimo lavoro, del 2008, sarà un programma satirico sugli USA per il canale via cavo Showtime: un altro successo.

Da notare che quando la MacColl morirà per un assurdo incidente nautico, la Ullman parteciperà a un concerto in suo tributo.

La figlia di un immigrato polacco e di una rom britannica ne ha fatta di strada, anche se sarebbe stato bello vederla proseguire anche la carriera canterina, specie se affrontata per gioco come nel suo unico album: si è divertita a farlo e si sente!

Madness - The Sun and the Rain / Fireball XL5Tra i brani che la Ullman registra c'è anche "My Guy's Mad At Me", cover di "My Girl" dei Madness (nel cui video comnpare l'allora leader dei Laburisti, Neil Kinnock). E proprio i Nutty Boys ottengono il 15esimo Top 10 UK della carriera con la bella THE SUN AND THE RAIN. Il pezzo, destinato a non essere incluso in alcun album (eccetto le raccolte), rappresenta il nuovo corso di Suggs e soci, più sobrio e raffinato, ma altrettanto efficace. Si tratta tuttavia dell'ultimo lavoro della band scritto da Mike "Monsieur Barso" Barson, che il 21 dicembre lascerà la band per tarsferirsi a vivere con la moglie olandese ad Amsterdam. La sua partenza segnerà la band che, ristampa di "It Must Be Love" a parte, rivedrà la Top 10 UK solo nel 1999, con "Lovestruck", pezzo scritto proprio da Barson con Lee Thompson.

Intanto in settembre i ragazzi continuano a sfruttare il momento favorevole negli States, aprendo alcuni concerti dei Police e di David Bowie.

Madness, ovvero Follia... Follia... Come il delirio omicida in cui spronfonda la povera Catherine Deneuve in "Repulsion" di Roman Polanski. La swinging London ha non poche ombre e il viaggio merita di certo una visione. La via della follia può essere anche imboccata più facilmente se si abita un edificio posseduto...  Come per esempio quella villa ad Amityville. Ma di sicuro il più bravo a dare di matto è Jack...
"Shining" (Stanley Kubrick, 1980). "Il mattino ha l'oro in bocca". Kubrick rielabora a suo modo il romanzo di King (che non gradisce) e crea uno degli horror fondamentali, trattando il genere come un giocattolo che monta e smonta a suo piacimento. Ammettendo il soprannaturale ma volendo lasciare libere anche interpretazioni più psicologiche. E quella steady che segue il triciclo... E le gemelline... Meglio non giocare con loro... Prima del film, proiettare la parodia targata Simpson e servire belle bistecche surgelate, da tagliare con l'accetta ovviamente.

E ritorniamo in ambito sixties proprio per l'autore del singolo che nega la prima posizione britannica alla Ullman... Come Michelino, Prince e Lionello ha capito che il video può essere un formidabile strumento promozionale. Si adegua e lo fa molto bene...

Billy Joel - Uno sguardo al passato e Christine per il presente

Billy Joel - An Innocent ManAllora, il 1982 è stato un anno decisamente duro per Billy. La lavorazione del sofferto e ambizioso “The Nylon Curtain” (vedi Autunno 1982), quasi un trattato sull'esperienza di vita in America della sua generazione, gli ha praticamente tolto le energie. Inoltre, l’incidente motociclistico che l’ha coinvolto durante la lavorazione di quell’album non ha di certo aiutato. Dopo quell'album, Joel sente che ha bisogno di alleggerire l’atmosfera. E per farlo, pensa di recuperare per il suo nuovo lavoro il sound degli anni '50 e ’60, quello di artisti che ascoltava da ragazzo come i Drifters, Otis Redding e Four Seasons. Praticamente un ritorno musicale all’adolescenza, anche se fatto da un uomo adulto nel 1983. Pertanto un approccio spensierato ma non troppo. Tuttavia una sorta di ritorno all'"innocenza", e pertanto battezza il suo nuovo album "An Innocent Man".

Billy Joel - Tell Her About It / Easy MoneyCome primo estratto il nostro pubblica la motowneggiante  TELL HER ABOUT IT. Un vero e proprio avviso: se ci tieni a una persona, non esitare a rivelare i tuoi veri sentimenti! E il consiglio, complice anche un bel video in cui il nostro si esibisce come un musicista anni ’60 all’Ed Sullivan Show (con Ed Sullivan che lo introduce dopo Topo Gigio), viene recepito dal pubblico americano, che regala a Joel il secondo N. 1 della carriera il 24 settembre. Ma il botto clamoroso a livello mondiale arriva col secondo estratto: UPTOWN GIRL. Prima di questo singolo Joel non è mai entrato nella Top 10 britannica. Non ci è riuscito nè con “Just The Way You Are”, nè con “My Life” nè tantomeno con il suo primo N. 1 USA, “It’s Still Rock And Roll To Me”. Ebbene con “Uptown Girl” non solo entra tra i primi 10, ma addirittura vola al N. 1, sfrattando il 5 novembre i Culture club e dominando la classifica per 6 settimane, mettendo a segno il secondo singolo più venduto dell’anno in Albione, proprio alle spalle di Boy George e del suo karma camaleonte. D’altra parte il pezzo, un vero e proprio omaggio musicale a Frankie Valli e ai suoi Four Seasons, si accorda perfettamente con il trend di recupero delle sonorità anni ’60 che sta caratterizzando molto pop britannico dell’epoca. Se consideriamo che dietro "Uptown Girl" si piazza Tracey Ullman, potremmo scambiare il periodo per il 1963...

Billy Joel - Uptown Girl / Careless TalkNel pezzo il protagonista è un ragazzo del ghetto che si innamora di una ragazza dei "quartieri alti" e nel video Billy compare come un meccanico che corteggia una bella bionda. Quella creatura altri non è che la sua fidanzata (e futura seconda moglie), la Top Model Christine Brinkley, a cui il pezzo è dedicato. Evidentemente Billy ha applicato quanto ha predicato in "Tell Her About It", e l'ha fatto nel modo che gli riesce meglio, in musica. “Uptown Girl” diventa anche il secondo singolo nella Top 10 USA tratto da “An Innocent Man”: si ferma al N. 3 a novembre e ci rimane per ben 5 lunghe settimane.

“Tell Her About It” diventerà invece a dicembre il secondo Top 10 di Billy in UK, arrivando al N. 4. E "An Innocent Man" nel frattempo si piazza al N. 6 USA e al N. 2 UK: mai un album di Billy Joel è arrivato così in alto nelle Isole Britanniche.

Una brutta notizia per concludere: "Uptown Girl" verrà riportata al N. 1 UK nel 2001 da una trista cover karaoke ad opera dei fetidi Westlife. Nel video comparirà un'altra Top Model, Claudia Schiffer... Meglio a sto punto la versione di Alvin & The Chipmunks, con gli scoiattoli canterini, sicuramente più dotati di talento dei bonazzi irlandesi...

Beh, un solo consiglio si presta perfettamente guardando il video di "Uptwon Girl", con Billy meccanico che ama Christine...
"Christine, La Macchina Infernale" (John Carpenter, 1983). Da Stephen King uno degli "amour fou" più clamorosi: ragazzo ama macchina. Macchina ama ragazzo. Macchina uccide tutti quelli che si "oppongono al loro amore". Finirà come Giulietta e Romeo, ma dallo sfasciacarrozze. Da vedere con un hamburger, preso ovviamente al drive thru' (anche se pensare a quello che potreste mettere in bocca vi dovreste far venire i brividi ben più di un film...)

Ed ora parliamo proprio del singolo che "Uptown Girl"  ha scalzato dalla vetta...


Culture Club - Il Boy fa il filosofo

Culture Club - Colour by NumbersAllora, un anno prima erano una combriccola guidata da uno strano tipo sbeffeggiato dalla stampa inglese come un fenomeno da fiera. È passato un anno. E ora sono considerati la punta di diamante del nuovo pop che arriva dalla Gran Bretagna. Non solo. Sono la prima band che è stata capace di piazzare tre singoli nella Top 10 USA dall'album di debutto dai tempi dei Beatles. Migliaia di ragazzine (e ragazzini) adorano il loro leader e si vestono come lui. E non solo, lo adorano pure le loro mamme e nonne. Ovvio che tutti stiano aspettando il loro secondo album con i fucili puntati. Insomma, sono la perfetta rappresentazione del Male: la band perfetta per MTV, lanciata grazie all'immagine decisamente vistosa e inconfondibile del vostro leader. Certo, hanno sfornato almeno un paio di classici, ma quelli possono capitare a tutti. Ma loro sono il trionfo dell'immagine sui contenuti. Insomma, è inevitabile: il secondo album rivelerà tutti i loro drammatici limiti. O no? Beh, potrebbe anche andare diversamente. Il secondo lavoro alla fine potrebbe non solo avere ancora più successo, ma potrebbe, orrore, dimostrare che sono una vera pop band che sa andare oltre il singolo di successo...

Culture Club - Church of the Poison Mind / Man ShakeMeglio non lasciare nulla al caso. Anzi. Col secondo album coprono un raggio musicale più ampio, sfruttando non solo il white soul e il dub reggae del primo album, ma approdando anche al gospel e al rock classico. Senza rinunciare a un grammo di orecchiabilità. E aggiungono la voce di una corista d'eccezione come Helen Terry, vera dinamo vocale che ha già impreziosito il singolo uscito in UK in primavera, la motowneggiante CHURCH OF THE POISON MIND, che proprio in questi mesi approda nella Top 20 americana (arriverà al N. 10 il 3 dicembre). Intanto, il leader, complice una vacanza in Egitto, ha iniziato a interessarsi al significato simbolico di colori, forme e numeri. E quindi ecco che il nuovo album si chiama "Colour By Numbers".

Certo, il secondo lavoro deve essere lanciato da un singolo di successo. Se il primo singolo non funziona c'è il rischio serio di venir mangiati dalla concorrenza. C'è un esercito di band pittate e colorate che non aspetta altro che rubare lo scettro. E, come ben si sa, nulla è più mutevole del mercato pop, sempre soggetto alle fluttuazioni delle mode e dei gusti. E perchè a sto punto non scrivere una canzone sul karma? Ovvero sul fatto che ognuno si costruisce il proprio destino, in base alle proprie azioni. Il Boy dirà che il pezzo tratta della paura della gente di prendere posizioni impopolari, fingendo pertanto di essere d'accordo con la maggioranza. E di come inevitabilmente se non sei sincero con te stesso, sarai punito dal destino.

Culture Club - Karma Chameleon / That's the Way (I'm Only Trying to Help You)E il tema viene tradotto in canzone con KARMA CHAMELEON, orecchiabilissimo pezzo scritto dal Boy con un veterano del pop britannico anni '70, Phil Pickett dei Sailor. A dire il vero, come già "Do You Really Want To Hurt Me?", il pezzo viene scritto da Boy George pensando a Jon Moss, batterista del Club e all'epoca suo compagno. All'epoca ovviamente la cosa viene tenuta nascosta (alla faccia delle dichiarazioni da diva del Boy "Io non ho una vita privata, appartengo ai media!"). Tuttavia la relazione tra i due non è priva di frizioni, semplificate dalla strofa "You're my lover, not my rival...". L'armonica invece è suonata da Judd Lander, membro della band merseybeat anni '60 The Hideaways, già collaboratore della band in "Church Of the Poison Mind". Musicalmente il pezzo pesca, come altre composizioni della band, nella tradizione soul. Sebbene il Boy ami provocare definendosi un plagiario, stavolta salta fuori una vera accusa di plagio intentata dagli autori di "Handy Man", un hit del 1960 per Jimmy Jones (rifatto da James Taylor). In effetti parlare di plagio è decisamente esagerato. Il Boy George ammette di aver sentito il pezzo, ma che non aveva alcuna intenzione di copiarlo. Aggiungendo: "Abbiamo dato loro 10 pence e una mela"...

Il pezzo è accompagnato da un video diretto da Steve Barron (futuro regista del leggendario "Take On Me") ambientato nel Mississippi di fine '800 (un video di fantascienza, dato che in esso bianchi e neri ballano e cantano assieme...). In realtà è girato nel Surrey. Il singolo diventa un successo epocale: più di 1.400.000 copie vendute solo in UK, dove arriva al N. 1 il 24 settembre e resta in vetta per 6 settimane. La replica avviene in tutta Europa e nel resto del mondo, arrivando al N. 1 in 16 paesi diversi (in Canada diventa il primo singolo capace di vendere più di un milione di copie). A febbraio il singolo dominerà la USA chart per tre settimane, diventando l'unico N. 1 del Club oltreoceano. In totale sette milioni di copie.

L'album esce a ottobre e arriva al N. 1 UK il 22, rimanendo sulla cima per 5 settimane non consecutive (interrotte da Lionel Richie). Venderà oltre 16 milioni di copie a livello mondiale.

Nel frattempo, il Boy è sempre più popolare e compare su una marea di copertine e tabloid. Ma è più quello che al momento i tabloid non rivelano. Storia con Moss a parte, quello che all'epoca non si sa, è che il Boy ha iniziato a farsi. Di roba pesante. Eh, proprio vero, il karma è un camaleonte mutevole. E il Boy, dopo essersi svegliato con la casa in fiamme, si troverà caduto dal lusso alla disperazione. Ma intanto godiamocelo finchè è al top.

Il Karma nel buddhismo è legato al "debito karmico", che va esaurito attraverso più vite, con continue reincarnazioni. Una volta esaurito, vi aspetta il Nirvana. E parlando di reincarnazioni, si può pensare al caso della povera piccola "Audrey Rose". E se avete la sfortuna di essere la reicarnazione di una Principessa Egizia, state attente: potreste avere una mummia alla calcagna... Tra le caciarone mummie recenti ad alto tasso di CG, la sfigatissima mummia Kharis di Lon Chaney Jr. dei film di serie C anni '40 e pure quella muscolare di Christopher Lee nel remake in technicolor del 1959, la migliore resta sempre...
"La Mummia" (Karl Freund, 1932). Praticamente la versione egizia di "Dracula". Un horror affascinante con una sequenza del risveglio a dir poco strepitosa. Con un Boris Karloff sublime. Per la visione si consiglia un buon kebab. Però dato che pur sempre di mummie si tratta, servitelo assieme a fette di pane raffermo...

A proposito di colori: in "Karma Chameleon" il Boy canta di rosso, oro e verde, i colori del rastafarianesimo. E quindi che ne dite di passare a un N. 1 britannico reggae che viene proprio spodestato dal Club della Cultura?

UB40 - Una sbronza reggae da N. 1

UB40 - Labour of LoveIl collettivo reggae di Birmingham è giunto al quinto album, "Labour Of Love". Si tratta di un progettoa tipico allepoca per la band, datoc he si tratat di una raccolta di cover di pezzi altrui, ovviamente in salsa reggae. Si tratta di un progetto che la band cullava sin dal lontano 1978, anno della sua formazione. Registrare le proprie versioni dei pezzi più amati. E nel 1983 diventa una realtà. Ma soprattutto diventa il più grande successo per il gruppo, grazie anche al primo singolo estratto, una cover di un pezzo di Neil Diamond datato 1967 e arrivato nel 1968 alla vertiginosa posizione N. 62 negli USA, RED RED WINE. In realtà tecnicamente il pezzo degli UB40 non è una cover della ballata di Diamond. Perchè in effetti la loro è più un remake della cover di quel pezzo fatta nel 1969 dal musicista reggae Tony Tribe, che è la versione del brano conosciuta dagli otto di Birmingham.

UB40 - Red Red Wine / Sufferin'Il singolo s'invola al N. 1 britannico il 3 settembre, sfrattando KC, diventando così il primo dei due N. 1 britannici della band. Ma soprattutto diventa il quinto Top 10 della band, che mancava dai primi dieci britannici dal lontano 1981, anno di "One In Ten". La versione sull'album dura oltre 5 minuti e presenta la parte di toasting (una sorta di parlare a ritmo, ma diverso dal rap) ad opera di Astro. La versione su singolo è più breve di quella dell'album e taglia proprio la parte di toasting. Da notare che la cover degli UB40 verrà apprezzata a tal punto da Neil Diamond che questi introdurrà la parte di toasting nelle sue esibizioni live.

"Labour Of Love", uscito il primo settembre, arriva in vetta alla album UK chart il 24 settembre, proprio nella settimana in cui i Culture Club sfrattano gli 8 di Birmingham dalla vetta dei singoli. E a ottobre esce un secondo singolo che arriva al N. 10 UK, si tratta di MANY RIVERS TO CROSS, già splendido classico di Jimmy Cliff. Visto il successo dell'operazione, la band ci prenderà gusto e negli anni successivi si dedicherà semrpe più alle cover, sfornando addirtittura due seguiti di "Labour Of love", nel 1989 e nel 1999.

Una curiosità: "Red Red Wine" penetrerà nel 1984 la Top 40 americana, fermandosi al N. 34 a marzo. Ma nel 1988, la versione inclusa nell'album, più lunga, arriverà in vetta alla USA chart. Come? Beh, il pezzo verrà suonato spesso in un club di Atlanta e di lì si diffonderà sulle emittenti locali. A questo punto entra in gioco Guy Napoleon, DJ della KZZP-FM di Phoenix. Il tipo ha un certo fiuto per gli hit, e ha una rubrica sul tipo "ci sarebbe piaciuto fossero stati hit". E tra questi c'è il pezzo degli UB40, che inizia ad essere sempre più richiesto. Nonostante le pressioni, tuttavia la A&M non ne vuol sapere di ripubblicare il singolo, dato che all'epoca sta cercando di promuovere il nuovo lavoro della band. Ma il virus si diffonde e quando molte altre radio inseriscono il pezzo nelle loro playlist, l'etichetta capisce che forse ripubblicarlo non è una cattiva idea... E il singolo arriverà al N. 1 USA il 15 ottobre 1988. Meglio tardi che mai...

Da notare che i due singoli degli UB40 che arrivano al N. 1 UK son gli stessi che arrivano in vetta negli USA, e si tratta di due cover (la seconda, del 1993, è "Can't Help Falling In Love").

Monyaka - Go Deh YakaTra gli altri successi reggae del periodo, va ricordata anche GO DEH YAKA (Go To The Top) dei Monyaka, che arriva a inizio ottobre al N. 14 UK. Il collettivo guidato da Beres Barnett ed Errol Moore arriva in parte dalla Giamaica, in parte da Los Angeles, dove si è formato, e il singolo, tratto dall'album "Classical Roots", resta il loro unico hit. E parlando di reggae, approdiamo alla band che è entrata nella storia (e nelle classifiche) miscelandolo col rock...

Le isole tropicali come la Giamaica. Vacanze al caldo che tuttavia in campo horror diventano inevitabilmente tragiche. Sia che decidiate di visitare quel nuovo parco con dinosauri ("Jurassic Park" e seguiti), sia che vi imbattiate in qualche allegro scienziato di wellesiana memoria intenzionato a fare di voi le sue cavie ("Island Of Lost Souls"). Poi, se per caso doveste far naufragio, attenzione alla simpatica isoletta dove il conte Zaroff potrebbe usarvi come cacciagione per poi tenervi impagliati nella sua collezione ("La Pericolosa Partita"). Ma un viaggio ai Caraibi in ambito fantahorror significa inevitabilmente zombie. Ma non quelli mangiabudella di Romero. Quelli spaventosamente più vicini alla realtà prodotti dai riti voodoo. In passato a praticare tali riti è stato Bela Lugosi ("The White Zombie"). Ma il titolo che mi sento di consigliarvi è...
"Ho Camminato Con Uno Zombie" (Jacques Tourneur, 1943). Non fatevi fuorviare dal titolo. La coppia maestra dell'orrore suggerito (il regista Tourneur e il produttore Val Lewton) trasportano Jane Eyre della Bronte nei Caraibi e raccontano una storia di chiaroscuri, in cui la mentalità bianca coloniale si contra con la magia. Memorabili la camminata notturna e le comparse dello zombie. Gustare pollo all'ananas durante la visione.

E parlando di reggae, non si può non parlare della band che tra le prime lo ha miscelato col rock...

The Police - Le magagne di Re Sting

Di fatto l'album chart americana è dominata questo autunno da "Synchronicity" dei tre poliziotti (resta in vetta per 17 settimane non consecutive, duellando con "Thriller"), che nel frattempo stanno girando il mondo con il "Synchronicity Tour" (questo autunno sono in Europa - Italia eslcusa, mossa saggia visto che all'epoca non siamo propensi ad anadre a concerti - e poi di nuovo begli States). La band è al massimo del successo.

The Police - King of Pain / Tea in the Sahara Intanto, dopo l'asso pigliatutto "Every Breath You Take", la band approda nella Top 10 USA con un secondo singolo, KING OF PAIN. Titolo un po' impegnativo, eh? Chi è il Re del dolore? Beh, si tratta dell'autore del brano, Sting. Il nostro, come già ampiamente descritto nel corso dell'Estate 1983, ha divorziato di recente dalla moglie e tutti i pezzi presenti nell'album ne risentono. Ma il Re non è in contrasto solo con la sua ex Regina, ma anche con i suoi due compari. Il pezzo vede i natali in Giamaica, nella casa che fu di Ian Fleming (il creatore di James Bond, per chi non lo sapesse). Il Pungiglione intende rappresentare il senso di dolore e frustrazione che lo avvolge attraverso una serie di immagini: un punto nero sul sole, un gatto bloccato in cima a un albero, un fossile intrappolato sulla parete di una collina, una farfalla in una ragnatela, un salmone morto congelato in una cascata e le immagini diventano più cupe e disperate man mano che il brano procede. Perchè, come dice il testo, così si sente l'anima di Sting.

The Police - King of Pain / Someone to Talk ToIl pezzo viene considerato dall'autore come molto personale e la sua registrazione a Montserrat porta a nuovi scontri con Copeland e Summers, dato che Sting non accetta nessuno dei consigli dei compagni. Da notare che il pezzo non viene accompagnato da nessun video, cosa clamorosa per l'epoca, ma che attesta quanto Sting sia "geloso" di questo pezzo. "King Of Pain" sarà il quarto estratto in UK (dove arriverà al N. 17 nel 1984), dove come secondo singolo è stata estratta la splendida WRAPPED AROUND YOUR FINGERS, arrivata al N. 7 UK. Il singolo sarà invece il quarto estratto da "Synchronicity" negli USA e arriverà in Top 10 USA nel 1984. E il terzo estratto? Esce a novembre ed è lo stesso su ambo le sponde atlantiche: è "Synchronicity II", ma ne riparleremo...

Tra le numerose cover di "King Of Pain", da ricordare quella "unplugged" ad opera di Alanis Morissette, del 1999. Beh, canzone adattissima a una come lei, abituata alla separazioni traumatiche...

Considerato che Sting ora ha un felice matrimonio con Trudie Styler e che notoriamente tromba per ore se non per giorni, che sia per questo che non scrive più un pezzo decente da anni? Magari se divorziasse di nuovo...

Il Re del Dolore. Titolo che può calzare alla perfezione ai Cenobiti...
"Hellraiser" (Clive Barker, 1987). L'erede britannico di Stephen King crea una setta di supplizianti che promettono di far raggiungere il massimo piacere attraverso il massimo dolore. Un horror adulto e sensuale che affonda - non metaforicamente - nelle carni. Da evitare i sequel.  E se l'horror sadomaso adulto non vi dovesse soddisfare, potete sempre ripiegare su quello strettamente sadico di "Hostel"... Da servire per la visione carne di manzo, possibilmente da macellare sul posto...

Stewart Copeland - Rumble FishIntanto Stewart Copeland trova il tempo per dedicarsi a un progetto parallelo, la colonna sonora di un nuovo film sperimentale di Francis Ford Coppola. Il film esce l'8 ottobre e si intitola "Rusty Il Selvaggio" (in originale "Rumble Fish" ovvero "Pesce Combattente"). Il film, che cita apertamente la Nouvelle Vogue Francese, è considerato "troppo difficile" per il pubblico americano (è per di più in B/N con alcune intromissioni di colore) e fa immeritatamente fiasco (pazienza, è comunque un capolavoro e puntualmente compare nelle liste dei migliori del decennio). Tuttavia contribuisce a lanciare Matt Dillon. Stewart Copeland & Stan Ridgway - Don't Box Me In / Drama at HomeNel cast altri furturi grandi, come Diane Lane, Mickey Rourke, Laurence Fishburne e Nicholas Cage (nipote del regista).  Copeland ne realizza la colonna sonora su rischiesta di Coppola, che vuole una soundtrack profondamente ritmica, quasi a scandire ossessivamente lo scorrere del tempo. E Copeland lo asseconda, tra l'altro utilizzando rumori d'ambiente e mixandoli con i suoni delle percussioni. Dalla colonna sonora viene tratto anche un singolo, la bella "Don't Box Me In (theme from Rumble Fish)", realizzata da copeland con il cantante e leader dei Wall Of Woodo, Stan Ridgway.

Pesci e pesciolini. Anche loro hanno la loro gloria orrorifica. Dal'altra parte, la paura di ciò che si nasconde sotto il pelo dell'acqua è ancestrale. De "Lo Squalo" ho già parlato abbondantemente a proposito dell'Estate 1975, pertanto passiamo ad altro. Tanti i suoi emuli, dai "Piranha" danteschi a tanti pesci di serie B, barracuda, squali di tutte le specie e, già che ci siamo, pure molluschi (piovre e calamaroni). Ma in ambito acquatico, la stella, Bruce lo squalo a parte, è di sicuro...
"Il Mostro Della Laguna Nera" (Jack Arnold, 1954). Povero Uomo Pesce, lui se ne sta nella sua laguna e vede la bonazza che gli nuota sopra la testa. Potete condannarlo per aver cercato di rapirla? Affascinanti riprese subacquee per una bella variazione sul tema della bella e della bestia. Due seguiti non eccelsi. E la consacrazione, un anno dopo, grazie a Marilyn Monroe. Da vedere assaporando trancio di tonno. Ovviamente spacciandolo per la creatura che avete pescato...

Ma torniamo al reggae per un singolo che domina la chart tedesca per sei settimane, dal 9 settembre al 16 ottobre. E si tratta di singolo che di fatto è stato lanciato dall'Italia. Si tratta del tipico hit estivo che i turisti tedeschi ballano da noi e poi importano, giusto per l'autunno, sull'onda dei ricordi...

Laid Back - Tutta "colpa" dell'Italia

Beh, più che un reggae, è un reggaettino. Solo che non arriva nè dalla Giamaica nè tantomeno dai sobborghi inglesi pieni di immigrati. No, arriva dalla Danimarca, noto paese tropicale, e a proporlo son due tizi più bianchi del bianco. Si tratta di SUNSHINE REGGAE.

Laid Back - Sunshine Reggae / White HorseIl duo di Copenhagen è formato da Tim Stahl e John Guldberg, che prima hanno militato nei '70 in un gruppo locale chiamato The Starbox Band. La band arriva a fare da supporto per i Kinks, ma il pubblico praticamente abbandona il concerto mentre suonano. E così il gruppo si scioglie. Tuttavia i due restano assieme e, messo su un piccolo studio, realizzano un album nel 1981 che ottiene un buon successo in Danimarca. "Sunshine Reggae" è l'hit dell'estate 1982 in patria. E un anno dopo sfonda nello stivale. D'altra parte siamo o no il "Il Paese del Sole"? Il successo da noi è legato comunque al tubo catodico: il pezzo viene infatti impiegato come sigla di un programma TV (potrei sbagliare, ma mi sembra fosse "Sereno Variabile" e comunque c'era Osvaldo Bevilacqua di mezzo). All'epoca sembra che sia l'unico modo per un pezzo per arrivare in classifica in Italia senza problemi. I tedeschi lo ballano sulle nostre spiagge e lo portano, come già detto, al N. 1 della loro classifica. E pensare che i due avevano inutilmente tentato l'assalto alla chart tedesca nei mesi precedenti. Il successo tedesco fa da traino e il singolo entra in classifica in almeno una ventina di paesi vendendo milioni di copie.

Laid Back - White Horse (US Edit) / Don't be MeanAlbionici e americani snobbano il loro reggae. Tuttavia le porte della Top 40 americana si spalancheranno per il duo nel 1984 grazie al pezzo che inizialmente è stato relegato sul lato B del reggaettino. Si tratta di "White Horse", un funk elettronico dai contenuti anti-droga (il "Cavallo Bianco" è l'eroina) che diventa popolarissimo presso la nascente cultura hip hop. Non per nulla verrà campionato dai 2 Live Crew, da Monifah (nel Top 10 USA del '98 "Touch It") e addirittura da Prince. La cosa divertente è che i discografici americani pregano i due di non andare negli USA, perchè questo avrebbe potuto danneggiarli: in America sono convinti che siano neri...

Nel 1989 otterranno un terzo grande hit con "Bakerman", con tanto di video paracadutistico girato nientemeno che da Lars Von Trier. Il duo è tuttora in attività e negli anni 2000 si è dedicato anche alla scrittura di colonne sonore, arrivando a vincere l'Oscar Danese... Insomma, non esattamente la meteora a cui pensiamo ascoltando il "Reggae del Sole"...

Beh, qui il consiglio è pressoche univoco, trattandosi di Danimarca e avendo citato Lars Von Trier...
"The Kingdom" (Lars Von Trier, 1994). Un'opera realizzata per la TV danese, quasi a dimostrare che l'unica TV che fa fiction per deficienti è la nostra. Si parla di un ospedale. Ma è quello che altre serie non vi mostreranno mai. C'è del marcio in corsia, e i suoi fantasmi intendono rivelarvelo... Da assaporare con crostini, pesce affumicato e baccalà. Come dessert una bella crostata alla marmellata di frutti di bosco...

Ma "Sunshine Reggae" non è l'unico hit che si diffonde dall'Italia nel resto del Vecchio Continente. Anzi, in Europa c'è da registrare una vera e propria invasione di pezzi realizzati nello stivale: la dance made in Italy o Italo Disco sta conoscendo un grande successo e riesce pure a penetrare nel difficile mercato albionico. 

La Italo Disco di Pierluigi Giombini

La Italo Disco deriva direttamente dalla Disco elettronica ed è caratterizzata da arrangiamenti basati sull'uso di sintetizzatori e drum machine. Se alcuni virano verso un sound futuristico diretta figliazione di molta Eurodisco "spaziale" anni '70 (ricordate Dee Dee Jackson?), altri invece miscelano il genere con le influenze Neo Romantiche provenienti da Albione nei primi anni '80. Il risultato è una sorta di disco elettronica romantica e vagamente decadente, spesso con piano in evidenza. E tra le figure di spicco di questo genere c'è l'autore e produttore Pierluigi Giombini. Chi è Giombini? Beh, si potrebbe dire che è un musicista di cultura classica amante della musica elettronica e del rock progressivo. Ma forse la definizione che meglio gli calza è quella di papà della Italo Disco degli anni '80. È lui l'uomo dietro le quinte dei successi di Paul Mazzolini.

Gazebo - GazeboPaul Mazzolini? E chi è costui? Beh, forse è meglio se lo chiamo con il suo nome d'arte, Gazebo. Certo che come nome è un po' strano. Chiamarsi come una struttura da giardino... Il nostro è figlio di un diplomatico italiano e di una cantante americana e nasce in Libano. Pare l'inizio della biografia di una spia internazionale. Crescendo, Paul si dedica a svariati generi musicali girando per il mondo, fino a che non incontra a Roma proprio Pierluigi Giombini. E i due "creano" Gazebo. Mazzolini scrive il testo di un pezzo composto da Giombini e i due lo registrano in un piccolo studio. Dato che ai discografici non interessa, lo propongono a un grossista di dischi. Il pezzo inizia a farsi sentire e rapidamente diventa un successo nelle discoteche: è allora che la Baby Records ne acquista i diritti. Quel pezzo è "Masterpiece" e proietta Gazebo nella Top 10 italiana nel 1982. E nel 1983 Giombini compone un brano che di fatto si rivela un colpo gobbo: I LIKE CHOPIN. Gazebo - I Like ChopinIl brano dedicato al musicista romantico per eccellenza (ma il riff di piano non ha nulla a che vedere con Chopin) è interamente suonato da Giombini e stando al suo sito, ha richiesto molto e molto tempo per registrare la parte vocale del non proprio dotato Mazzolini... In ogni caso le fatiche sono ricompensate: il singolo è tra i brani dell' estate italica e in autunno diventa uno dei maggiori hit paneuropei. E arriva a dominare la chart tedesca per 3 settimane a partire dal 21 ottobre, succedendo proprio ai Laid Back. E mentre il pezzo dedicato al musicista polacco trionfa in giro per l'Europa, ecco che il duo ne sforna subito il successore, la smaccatamente moroderiana LUNATIC, con tanto di video "lupomannaresco". E i tre singoli finiscono nell'album di debutto "Gazebo", che diventa un hit europeo. Mazzolini tornerà nell'autunno 1984 con "Telephone Mama", brano dal successo minore. E' tuttora in attività e produce ancora musica da discoteca, sebbene i tempi dei grandi hit pop sono oramai un (bel) ricordo.

Beh, l'aggancio che offre "Lunatic" è a dir poco elementare. La figura dell'uomo bestia è presente in molte tradizioni e inevitabilmente il cinema l'ha fatta sua. Sin dal primo "Il Fiore Del Tibet", datato 1935, il cui titolo originale verrà utilizzato da Warren Zevon per il suo pezzo più famoso, campionato di recente da Kid Rock. Poi è arrivato lo sfortunato licantropo di Lon Chaney Jr. de "L'Uomo Lupo" (in attesa di remake). E il mostro controvoglia, "malato", ricomparirà nel new horror con film come "L'Ululato" (e seguiti) e il già ricordato "Un Lupo Mannaro Americano A Londra" (e seguito parigino). Trascurabile invece, nonostante le star, "Wolf". Interessante la saga di "Ginger Snaps". Ma per questo tema ho scelto una fulgida produzione Hammer...
"L'Implacabile Condanna" (Terence Fisher, 1960). Un giovane Oliver Reed al servizio di un coloratissimo film basato sul dualismo tra carne e spiritualità. La bestia nasce da una violenza sessuale e la scoperta del sesso la scatena. Ma il suo spirito richiede di essere liberato dalla prigione della carne. Certo, oggi il trucco magari non è così pauroso, ma la carne al fuoco è davvero tanta. Da buon film lupesco, va accompagnato con uno dei tre porcellini, oppure un agnellino. Sempre che non sia possibile servire Cappuccetto Rosso... (ma temo che allora si andrebbe nel porno...)

Ryan Paris - Dolce Vita / Dolce VitaIl buon Gazebo tuttavia non riesce ad attraversare la Manica. Cosa che invece riesce a Giombini grazie all'aiuto di Fabio Roscioli. E questo chi diavolo è? Beh, all'epoca è famoso come Ryan Paris. È a lui che Pierluigi Giombini affida DOLCE VITA, singolo che arriva clamorosamente al N. 3 UK (per tacer delle Top 10 del resto d'Europa). Non male per un pezzo cantato da un romano in inglese! Di fatto Giombini, ispirato ovviamente dal film di Fellini, ha pronto il pezzo ma non sa a chi affidarlo. Roscioli lo tempesta di telefonate per ottenere un'audizione, e quando finalmente i due si incontrano, il produttore capisce che il tipo è perfetto per il pezzo. Nasce così il progetto Ryan Paris. Da notare che anche in questo caso i discografici italioti non son convinti e dicono che il pezzo venderà quattro copie. Si, quattro. Milioni.

D'altra parte quando Giombini (le cui produzioni venderanno oltre 12 milioni di copie) ha proposto ai discografici "Masterpiece", questi gli han detto di lasciar perdere e di dedicarsi all'attività di arrangiatore per i cantautori italiani...

Non tutte le cose italiane che vanno in UK tuttavia si ricordano con piacere... Avete presente il terribile tormentone "Gioca Jouer" lanciato da Claudio Cecchetto a San Remo 1981? Beh, nel 1983 lo ritroviamo nella chart britannica col titolo SUPERMAN, ad opera dei terificanti Black Lace. Il duo dello Yorkshire, già partecipante all'Eurofestival del 1979, si specializza in cover di successi altrui. L'importante è che siano canzoni particolarmente sceme. "Superman" è il loro primo hit e arriva al N. 9. Il loro maggiore hit sarà la versione in inglese di un orripilante hit francese, "Agadoo" (di fatto "The Chicken Song", N. 1 del 1986 è una parodia di questo pezzo). Invece, per rivedere una produzione di Cecchetto nella Top 10 UK, dovremo aspettare il 1987, anno in cui Taffy otterrà un piazzamento al N. 6 con "I Love My Radio".

Rondò Veneziano - La serenissima Impazzano per l'Europa anche i Righeira di VAMOS A LA PLAYA, che riesce anche ad arrivare al N. 53 britannico. Non proprio l'Everest, ma meglio di niente e sicuramente meglio di molti nostri prezzolati cantautori... Da segnalare l'approdo nella classifica britannica, sempre nelle retroguardie (N. 58, ma come già dettto, meglio dei tanti che non ci son mai arrivati) di un altro singolo made in Italy di tutt'altro genere: LA SERENISSIMA (ribattezzato per l'occasione Theme from "Venice In Peril") del Rondò Veneziano di Gian Piero Reverberi. Da noi il pezzo elettro-barocco era uscito, con relativo album, nel 1981. 

Che ne dite di un bell'horror made in Italy? C'è decisamente l'imbarazzo della scelta. Dagli efferati delitti seriali argentei di "Profondo Rosso", agli horror padani di Pupi Avati (davvero terrificanti alcune sequenze di "La Casa Dalle Finestre Che Ridono" e "Zeder"). Ma mi sento di consigliare un brivido classico, anzi, il più classico degli horror all'italiana...
"La Maschera Del Demonio" (Mario Bava, 1960). Ovvero un regista che è stato più apprezzato all'estero che non in patria. Un horror che affonda nel tema della donna strega e santa, corruttrice e virginale. Dualismo che solo un cattolico può trattare con la dovuta perizia. Necrofilia e vampirismo, con la pallida regina del terrore all'italiana, Barbara Steele. E magari la Steele, passando a Riccardo Freda, anche ne "L'Orribile Segreto Del Dottor Hichcock". E da mangiare? Ma spaghetti ovviamente, con un bel sugo a vostra scelta (in alternativa, pizza).

Quindi c'è una piccola invasione italiana delle classifiche. Ma inutile discutere, The Big One, ovvero la grande invasione è, e resta, quella che parte dall'arcipelago britannico...


British Invasion: L'esercito si ingrossa, con qualche caduto

La Seconda British Invasion in questo autunno può contare su veterani in circolazione da qualche lustro, sui nomi del New Pop che sono ora all'apice del successo e su emergenti che diventeranno i dominatori dei prossimi anni... E non mancano quelli che già ora hanno imboccato una pericolosa discesa...

E parlando di invasioni dell'America (e come sfondo, del resto del Mondo) da parte di esseri "alieni" (ricordiamo che "alien" è il termine usato negli USA anche per gli immigrati), non abbiamo che l'imbarazzo della scelta. Ovviamente, mettiamo subito da parte quelli benevoli, e affrontiamo subito i più cattivi e rognosi. Dai marziani della "Guerra Dei Mondi" (simpatico il vecchio classico del '53, decisamente troppo retorico il remake spielberghiano) a quelli, bastardi dentro, del satirico "Mars Attacks!" (che, ovviamente, gli Americani non hanno capito), ispirato a sua volta a "La Terra Contro I Dischi Volanti". Sempre marziani pure "Gli Invasori Spaziali". E se del "carotone" extraterrestre e della sua terrificante versione mutomorfica moderna de "La Cosa" si parlerà più avanti,  vale la pena citare anche il goffo "Blob" e il suo notevole cugino inglese, in cui il povero astronauta de "L'Astronave Atomica del Dottor Quatermass" si trasforma. E se le città son messe a ferro e fuoco nel brutto "Independence Day", neppure nella giungla si può star tranquilli ("Predator"). Per tacer di cristalloni ("La Meteora Infernale") e piante ("Il Giorno Dei Trifidi"). Ed è un film di "invasione" pure lo scalcinatissimo "Plan 9 From Outer Space", "capolavoro" del leggendario Ed Wood, il peggior regista della storia. Ma indubbiamente i più subdoli e pericolosi sono i "baccelloni" di...
"L'Invasione Degli Ultracorpi" (Don Siegel, 1956). L'orrore dell'assimilazione e dell'annullamento della personalità. Non importa se la minaccia aliena sia letta come una metafora della "minaccia rossa" o del maccartismo e della sua "caccia alle streghe". In origine doveva avere un finale tutt'altro che lieto, poi alleggerito dalla produzione. Finale che compare nel primo buon remake, "Terrore Dallo Spazio Profondo". Da evitare i successivi. E come accompagnamento culinario, un festival di legumi: fagioli, fagiolini e piselli e chi più ne ha più ne metta. Non tutti i baccelli son forieri di sventure...

Ma torniamo alla musica...

Il New Pop al momento raccoglie tutto e il suo contrario. Come già la new Wave, di cui di fatto è figlio, è più che altro un calderone che comprende tutte le band che si sono originate a seguito dell'esplosione punk e spesso (ma non tutte) ricorrono agli strumenti elettronici...

Partiamo tuttavia da quelli più pop, abili rilettori della tradizione soul e votati alla realizzazione di un pop bianco di tradizione nera. Se i Culture Club sono i più popolari esponenti di questa corrente, ci son molti altri personaggi che stanno arrivando al loro livello di successo. Come un tale di Luton che ha seguito un percorso analogo a quello del Club del Boy: i primi due singoli son stati fiaschi, ma il terzo è arrivato dritto al N. 1 britannico...

Paul Young - Un successo senza parole

Paul Young - Come Back and Stay / YoursReduce dal trionfale N. 1 UK estivo, il soul man bianco di Luton è decisamente tra le nuove stelle del Regno Unito e il suo nuovo singolo, COME BACK AND STAY, ne conferma il successo, arrivando sparato al N. 4 UK e soprattutto, in vetta alla classifica tedesca, dove spodesta Gazebo. Il bel brano, della serie "Amore ritorna da me!", è stato scritto da Jack Lee, autore anche di un hit per i Blondie, "Hangin' On The Telephone". Da notare che il pezzo sembra portare particolare fortuna a Paul: durante le riprese del video conosce la sua futura signora e nel 1984 sarà anche il suo primo hit americano. Paul Young - No ParlezCome già la cover di Gaye che gli ha dato la fama, il pezzo è impreziosito dal basso fretless di Pino Palladino, elemento di punta della The Royal Family, la band che all'epoca lo accompagna. Stavolta l'elemento aggiunto sono le voci delle due coriste Kim e Maz, note come The Fabulous Wealthy Tarts ("Le Favolose Puttane Danarose"). Intanto il suo primo album, “No Parlez”, si avvia a diventare uno degli album più venduti del periodo in Gran Bretagna, dominando a più riprese la album chart (5 settimane non consecutive tra il 17 settembre e il 14 gennaio) e arrivando a vendere più di un milione di copie solo in Albione.

"Amore ritorna!"... Anche se sei nella tomba... Certo, un desiderio impossibile che tuttavia quando diventa possibile porta rogne a non finire... Il/la revenant infatti spesso non è esattamente quello che si sperava. Se ne accorge il protagonista di "Pet Semetary". E pure il povero Vincent Price in "L'Ultimo Uomo Sulla Terra" (angosciante versione cinematografica del romanzo di Matheson "Io Sono Leggenda", altro che Will Smith!). A volte si tratta di ritorni legati a tragici errori, come una sepoltura prematura, come ne "I Vivi E I Morti" o ne "Il Vampiro Dell'Isola". E che dire delle ex amanti che tornano come spirito e rivelano "Le Verità Nascoste". E la scena della vasca da bagno di quest'ultimo film ne richiama un'altra. Ma stavolta non si invocava di certo il ritorno del trapassato...
"I Diabolici" (Henry-Georges Clouzot, 1955). Moglie decide di far fuori il losco consorte. Con l'aiuto della di lui amante. Un thriller a base di colpi di scena memorabili. E con un occhio a quello che cova sotto il livello dell'acqua nella provincia... Remake con la Adjani e la Stone, ma che non regge il confronto con l'originale. Visione da accompagnare decisamente con una specialità "umida" francese. E visto il periodo, si potrebbe trattare di una bella zuppa, di zucca o di patate...  E attenzione a non esagerare con le cipolle, per evitare "ritorni"...

The Style Council - A Solid Bond In Your Heart / It Just Came To Pieces In My HandsIntanto in Albione sta attecchendo anche una corrente del pop che pesca dal jazz e dal soul (specie dalla tradizione Northern Soul). La si chiamerà New Cool, e già vede negli Style Council di Peter Weller e Mike Talbot i suoi precursori. Reduci dal successo di "Long Hot Summer", i due realizzano in novembre il singolo A SOLID BOND IN YOUR HEART, un bel northern soul scoppiettante per la gioia di tutti i Mods in Lambretta, che approda al N. 11 UK. Tra le Carmel - Bad Day / Lamentband che si inseriscono nella scia ci sono anche i Carmel di Carmel McCourt. Il trio, formatosi nel 1982, è artefice di una mistura di soul dalle venature gospel e jazz e ottiene il primo piazzamento in classifica con la splendida BAD DAY, N. 15 UK a settembre. Purtroppo la band non godrà di molta altra fortuna in classifica in UK negli anni '80 (andrà loro meglio in Francia), essendo probabilmente in anticipo sui tempi: fossero usciti 25 anni dopo avrebbero probabilmente fatto sfracelli, dato che il loro sound è in perfetta linea con la produzione britannica del 2008...


Eurythmics - TouchA questo punto aggiungiamo al soul una dose massiccia di elettronica. E otteniamo gli Eurythmics. A Novembre, mentre la loro "Love Is A Stranger" entra nella Top 40 USA, seguendo il N. 1 USA di inizio settembre "Sweet Dreams", i due lanciano il nuovo album, "Touch". E in contemporanea viene pubblicata su singolo il festaiolo elettrocalypso di RIGHT BY YOUR SIDE (con tanto di marimba sintetica), secondo estratto dall'LP (il primo è stato "Who's That Girl?"). L'album è un altro perfetto esempio di soul sintetico che all'epoca i recensori italiani definiscono "freddo come un frigorifero". Ma a qualcuno piace il freddo...

Dave Stewart e Annie Lennox son il termine di transizione tra il recupero della tradizione soul e il synth pop.

E perciò parliamo ora del synth pop che questo Autunno arriva dal Regno Unito...

Depeche Mode - Construction Time AgainDepeche Mode entrano a settembre nella album chart britannica con il terzo album, "Construction Time Again", decisamente più maturo dei precedenti e influenzato dal rock industriale, che arriva al N. 6, sospinto dal successo del singolo estivo "Everything Counts". Va meno bene il singolo autunnale, LOVE IN ITSELF, che si arena al N. 21 UK. Invece, il loro ex Vince Clarke è già alle prese con un nuovo progetto. Abbandonata la pingue Alf e gli Yazoo, eccolo associarsi con il produttore Eric Radcliffe, The Assembly - Never Never / Stop-Startgià suo collaboratore sia ai tempi dei Depeche sia con gli Yazoo. L'idea sarebbe: "stavolta facciamo a meno di un cantante fisso". E infatti i due vorrebbero affidare ciascun brano a un cantante diverso. La cosa tuttavia si rivela più complicata del previsto e così l'assemblea dura giusto il tempo di un singolo, la ballata synth pop (molto in stile Yazoo) NEVER NEVER, affidata alla particolare voce di Feargal Sharkey, già cantante degli Undertones. E chiamando Clem Clempson degli Humble Pie a suonare la chitarra. Il singolo approda al N. 4 britannico il 26 novembre e diventerà un discreto hit europeo. Ritroveremo Vince tra poco più di un anno in compagnia stavolta di un cantante fisso, Andy Bell nel suo nuovo progetto, gli Erasure.

E a proposito di synth pop, il 17 settembre debutta nella UK chart un personaggio che verrà votato dalle principali riviste britanniche come il Miglior Nuovo Artista. Oddio, con tutto quello che c'è in giro probabilmente potevano trovare di meglio... Però è decisamente tra le grandi novità del periodo in Albione...

Howard Jones - La canzone nuova del "Genietto del synth"

Howard Jones - New SongNato a Southampton, Howard si ritrova in continuo viaggio sin da piccolo, a causa dei continui cambi di lavoro del padre. Prende lezioni di piano sin da bambino e a 15 anni forma la prima band. Quando scopre il sintetizzatore, decide di far da se e diventa una specie di one man band. Forma tuttavia una partnership con il ballerino Jed Hoile, in modo da rendere le sue performance più visuali. Il passaggio dal livello locale a quello nazionale avviene grazie a una sessione per John Peel a BBC Radio 1. E poco dopo apre i concerti di band affermate come OMD e China Crisis. E nell'estate del 1983, senza aver ancora pubblicato nulla, viene assoldato dalla WEA. Il primo singolo pubblicato, NEW SONG, fa il botto, catapultandolo al N. 3 della classifica britannica. E il prossimo singolo del "genietto del synth", che esce proprio a fine novembre, diventerà un successo ancor maggiore...

Synth pop. Ovvero la versione musicale dell'uomo macchina. L'androide troppo umano o l'essere umano troppo meccanizzato. Più che horror, fantascienza (cyberpunk), e di quella pe(n)sante. Nel senso di elevato livello. La fantascienza tuttavia ha spesso flirtato con l'horror. E c'è un film in particolare che rappresenta il perfetto horror fantascientifico: con un'astronave al posto della casa maledetta e un alieno parassita come mostro residente...
"Alien" (Ridley Scott, 1979). "Nello spazio nessuno può sentirti urlare". Questa la frase di lancio per un film che ha fatto epoca. Stupende le scenografie e la creatura ideate da Giger. Per tacer della protagonista Sigourney Weaver. Il primo action horror fantascientifico decisamente femminista. Tre seguiti, bello il marziale secondo, opera del titanico Cameron, discreto il terzo del cerebrale Fincher, da evitare il non necessario quarto. Per tacer delle botte con i Predator. Durante la visione somministrare agli ospiti dei bei beveroni in stile "cibo del domani" e magari dei bei granchietti fritti, che ricorderanno non poco larva dell'alieno...

Heaven 17 - Crushed by the Wheels of Industry (Part I & II)C'è posto pure per del synth pop "politico". È quello proposto dagli Heaven 17, che arrivano nella Top 20 UK con CRUSHED BY THE WHEELS OF INDUSTRY, bel pop-dance elettronico che apre il loro album "The Luxury Gap". Il pezzo tratta dello stato in cui si trovano molte città britanniche, piegate dalla crisi economica e con i tassi di disoccupazione alle stelle. Sheffield, città natale del Paradiso 17, è in tale condizioni. E la visione della crisi che si è abbattuta su questa città industriale influisce anche sul nuovo lavoro di un'altra band, il cui leader scopre una coscienza di classe e così appende al chiodo la giacca dorata di lamè e va incontro a un'autentica Caporetto...

ABC - Martin fa l'impegnato e si fa male...

ABC - Beauty StabSto parlando di Martin Fry e dei suoi ABC (meno il batterista David Palmer, che ha già abbandonato la baracca). Martin torna a Sheffield dopo un trionfale tour mondiale a supporto di "The Lexicon Of Love", in cui la band è salita sul palco con un'orchestra di 16 elementi. E trova la città in preda a una crisi senza precedenti. E allora la band che poco più di un anno prima ha di fatto inventato, grazie ovviamente anche al produttore Trevor Horn, il lussureggiante suono della new wave orchestrale, opera una svolta radicale. Testi politici e un suono più essenziale e aggressivo, basato sulla chitarra elettrica. Come dirà Martin Fry, se il primo album era un film in Technicolor e Cinemascope, il nuovo "Beauty Stab" è un documentario in bianco e nero. Il problema è che la band perde la credibilità. Perfettamente credibili (e innovativi) in smoking quando cantano dell'arte amatoria, risultano goffi e posticci nei panni di rocker impegnati, con testi per di più contorti e logorroici. Risultato, la programmatica THAT WAS THEN BUT THIS IS NOW, canzone che anticipa l'album, arriva alla vertiginosa 18esima posizione in Gran Bretagna per poi colare a picco. E l'album fa altrettanto. Il pubblico non abbia intenzione di seguirli sul nuovo sentiero, troppo scomodo e tutt'altro che ispirato. Fry a questo punto sfalderà la band. E ritornerà col solo Mark White, conciato come un fenomeno da circo, in compagnia anche di una bionda e di un nano, tra un anno... Dopo la presa di coscienza sociale, il totale rifiuto della realtà e la perdita del senso del ridicolo. Anche se azzeccherà un Top 10 USA che gli salverà la carriera...

Horror e politica. Sembrerebbe strano, ma l'horror è sempre stato uno dei generi più "politici" per eccellenza, in quanto si presta efficacemente alla metafora. Gli zombie di Romero sono politici e hanno evoluto il loro significato col mutare dei tempi e delle paure. Cosa dire poi di "Society - The Horror", grottesca raffigurazione della società californiana, mostro amorfo intento a succhiare le risorse? E cosa c'è di più politico del fatto che i veri mostri spesso sono quelli che si proclamano normali? E che ovviamente puntano a normalizzare tutto in base al proprio metro di misura. Questo è l'assunto di molti horror, tra cui "Cabal" o i recenti spagnoli "La Spina Del Diavolo" e "Il Labirinto Del Fauno": fiabe nere in cui i veri mostri non sono i fantasmi o le strane creature, ma sono i fascisti franchisti. Ma c'è un film che per primo ha mostrato senza veli la normalità dei mostri e la mostruosità dei normali. E infatti all'epoca è stato talmente rifiutato da diventare il film maledetto per eccellenza...
"Freaks" (Tod Browning, 1932). Ovvero come il regista di uno dei maggiori successi dell'anno precedente finì in disgrazia. Perchè il mostrare veri deformi e rivelarne la normalità reale era troppo per l'epoca e forse lo è ancora anche oggi. Perchè ai "normali" fa ancora fastidio essere definiti da loro "Uno di noi!". Specie quando vediamo (e capiamo) la loro terribile vendetta contro i "belli" a cui i "normali" vorrebbero essere associati... L'ipocrisia pietistica viene fatta a pezzi. E come menù? Ma ovviamente un bel vassoio di "brutti ma buoni"!

E mentre gli ABC rinnegano il passato, come già detto, ci son decine di band che hanno studiato a memoria il loro "Lessico dell'Amore" per poi replicarne il suono. Quelli che hanno saputo trarre maggior vantaggio dall'applicazione della formula sono gli Spandau Ballet, che ottengono il loro unico Top 10 americano con l’ormai vecchia TRUE, uscita in primavera in UK. Arrivano al N. 4. Nonostante i proclami, questo sarà la loro unica incursione nella Top 20 di Billboard (grazie a un buon singolo). La band tuttavia ci prova partendo a novembre per un tour americano, mentre al ritorno suonerà su palcoscenici prestigiosi in patria, come la Royal Albert Hall.

Gli Spands ora sono copie carbone degli ABC senza Trevor Horn (e questo peserà non poco), ma fino a poco meno di due anni fa erano tra i portabandiera del movimento New Romantic, che aveva nel Blitz Club la sua base. Ebbene, gli Spands erano parte dei cosiddetti Blitz Kids. E c'è un altro Blitz Kid che questo autunno ottiene il suo unico successo...

Marilyn - Il Boy George dei poveri ha i suoi 15 minuti

Marilyn - Calling Your NameA fine Novembre arriva nella Top 10 britannica anche l’amichetto(a)/ nemichetto(a) di Boy George dai tempi del Blitz. Purtroppo per lui, Marilyn (vero nome Peter Robinson, nato in Giamaica) ha in comune col Boy solo i trascorsi e il gusto per le mise femminili, ma non certo il talento. Ma, come il Boy, sa far parlare di sè. Sta di fatto che mentre George si avvia a diventare una stella di prima grandezza, il nostro non riesce a rimediare alcun contratto (i discografici saran fessi, ma non poi così tanto). Fino a che non si imbatte in Paul Caplin, creatore degli Haysi Fantayzee. E con Caplin scrive una serie di pezzi. Dopo il successo del Boy, i discografici sono alla disperata ricerca di travestiti da lanciare (i discografici sono fessi, e oltre ogni più ragionevole dubbio). E così, dopo un'apparizione (come femmina) nel video degli Eurythmics "Who's That Girl?", arriva l'agognato contratto. E il primo singolo. E dato che un singolo di successo non lo si nega a nessuno, CALLING YOUR NAME (a quanto sembra, dedicato a Boy George) arriva al N. 4 UK, permettendo al suo chiaccherato interprete di entrare nelle statistiche delle chart britanniche. Poi i famigerati 15 minuti di warholiana memoria scadono. Seguiranno altri singoli che faranno flop e la partecipazione - da imbucato - alla Band Aid. Purtroppo per il Boy, i due hanno anche un’altra cosa in comune, l’eroina. E l'abuso di droga porterà seri problemi mentali a Marilyn, che attualmente vive da recluso nella casa materna e sfrutta il suo spazio su My Space per chiedere soldi ai fan...

Certo, già un disco di Marilyn può creare autentici stati di terrore. Ma se si volesse vedere un horror "en travesti"? Beh, più che horror, thriller. Se Buffalo Bill vuol tanto farsi un bel vestitino di donne (non da, di), a Michael Caine piace prendere a rasoiate la povera Angie Dickinson indossando una parrucca bionda in "Vestito Per Uccidere" di De Palma. Del Rocky Horror e di Frank'N'Further ne abbiam già parlato nell'Estate 1975. Ma a volte, più che di travestimento, si può trattare di trasformazione e senza operazione...
"Barbara, Il Mostro Di Londra" (Roy Ward Baker, 1971). No, non parla della D'Urso colta da furia omicida nella capitale britannica. Ma parte da una domanda: cosa succederebbe se Mr. Hyde invece fosse Miss Hyde? Bizzarro, ma funziona. E così il maschio Dr. Jekyll stavolta diventa una femmina assassina che si rivela essere alla base della leggenda di Jack Lo Squartatore. Hammer al massimo del camp. Da servire, rigorosamente travestiti, the e pasticcini stracolmi di burro, rigorosamente inglesi.

Adam Ant - Puss 'n Boots / Kiss the DrummerProblemi psichici, ma per fortuna una sorte migliore, toccheranno anche ad uno degli eroi del New Romantic, quell’incrocio tra un visagista e un pirata che risponde al nome di Adamo Formica, ovvero Adam Ant. Infatti tra una ventina d'anni si scoprirà che soffre di disturbi bipolari causa di certe scenate pubbliche che porteranno anche al ricovero in clinica psichiatrica. Per fortuna il nostro si riprenderà, scriverà la sua autobiografia (di successo in UK) e verrà gratificato nell'Ottobre 2008 di un prestigioso Q Award alla carriera. Tornando all'Autunno 1983, Adamo è ormai sceso dal trono di Re del Pop britannico e Idolo delle adolescenti inquiete. Al momento è comunque ancora in grado di produrre un ultimo successo da Top 5 UK, PUSS N’ BOOTS, ovvero il Gatto con gli Stivali, primo singolo estratto dal nuovo album "Strip", la cui title-track verrà tra breve censurata dalla BBC. Da notare che in "Puss N' Boots" e "Strip" compare la batteria di Phil Collins.

Kajagoogoo - Big Apple / Monochromatic C'è poi chi dopo un successo immediato deflagra rapidamente. Come i Kajagoogoo. La band all'epoca è rimasta senza il cantante Limahl, buttato fuori per una questione di royalties. E mentre i Kajacucù (come li chiamava un amico), ridotti in quattro, pubblicano a settembre il nuovo singolo BIG APPLE, poppettino-ino-ino che diventa il loro terzo e ultimo Top 10 UK (N. 8 per l'esattezza), il fuoriuscito Limahl - Only for Love / O.T.T. (Over the Top)Limahl, ora loro rivale, a novembre ottiene il primo Top 20 britannico (e tedesco) con l'altrettanto debole ONLY FOR LOVE, che anticipa l'album "Don't Suppose". Il cantante con la chioma a scopettone (all'epoca è considerato un sex symbol!!!) tra un annetto otterrà il suo grande hit, mentre nel 1985, dopo il sanguinoso fiasco del loro terzo album, i Kajagoogoo, che nel frattempo avranno perso un altro membro e il "googoo" del nome, si scioglieranno senza lasciare traccia. Vincerà Limahl allora? Beh, considerato come andranno i suoi successivi lavori direi che si è trattata di una vittoria di Pirro...

Nick Heyward - North of a MiracleSempre in materia di fuoriusciti da band, ecco Nick Heyward, che chiusa la pratica Haircut 100 sta cercando di affermarsi come solista di successo. Successo che purtroppo per lui non raggiungerà mai le vette esplorate con la band tra il 1981 e il 1982. BLUE HAT FOR A BLUE DAY, bel singoletto pop, diventa il terzo e ultimo Top 20 della sua carriera. E in ottobre esce anche l'album "North Of A Miracle", che arriva nella Top 10 UK.

Ultimo hit anche per i Modern Romance, con la ballata WALKING IN THE RAIN, che arriva al N. 7 UK in settembre.

Kajagoogooo. Sarebbe un verso prodotto dai neonati. Probabilmente quelli un po' tocchi. Ma allora perchè non parliamo di bambini? Graziose creaturine, che spesso son possedute dal demonio ("L'Esorcista"), altre volte son Belzebù in persona ("Il Presagio", lasciar stare il remake e i seguiti), oppure son frugoletti zannuti ("Baby Killer"). Ah, i piccini. Poi quelli che hanno la luccicanza, quelli che vedono la gente morta, quelli che son morti e non lo sanno, quelli che vengono dallo spazio. Per tacer di quelli rompimaroni di parenti e amici. Ma questi ultimi purtroppo non son un film. Poi ci son quelli prodigio che cantano. E son vere disgrazie. Per chi li ascolta mentre son piccoli, per loro quando crescono, come accade alla povera Baby Jane-Bette Davis di "Che Fine Ha Fatto Baby Jane?". E comunque il capolavoro tra i bambini horror cinematografici è...
"Suspense" (Jack Clayton, 1961). Tratto da "Giro di Vite", uno splendido esempio di film che sta sospeso come gli spiriti di cui tratta: i due bambini sinistramente precosi son veramente posseduti dagli spiriti di amanti maledetti o si tratta solo delle ossessioni di una baby sitter troppo puritana (una magnifica Deborah Kerr)? Lei cercherà di salvare i piccoli "innocenti", fino alle estreme conseguenze... Una sua scena ispirerà una copertina dei Black Sabbath. Un classico da assaporare con una bella tisana alle rose... per depurare il vostro fisico, se non l'anima...

Chi invece al momento sembra aver problemi per l'eccesso di successo sono altri ex Neoromantici, uno dei quali è stato proprio lo scopritore dei Kajagoogoo...

Duran Duran - A cavallo della Tigre verso la tana del Serpente...

I cinque di Birmingham tornano dopo il trionfo di “Rio” con il nuovo attesissimo album, “Seven And The Ragged Tiger”, il loro terzo, prodotto con Alex Sadkin e Ian Little, che esce il 21 novembre. Purtroppo le attese son talmente alte che il nuovo lavoro viene salutato con non poche perplessità. Colpa anche di una genesi travagliatissima, lunga mesi, dominata, come già scritto in occasione dell’Estate 1983, da una pressione esagerata che grava sulle crape dei cinque (con Nick Rhodes finisce pure in ospedale per lo stress).

Duran Duran - Seven and the Ragged TigerAll'epoca la stampa britannica ha due giocattoli con cui giocare: i Culture Club e i Duran Duran. E i tabloid non esitano a mettere in competizione le due band che stanno facendo ingrassare le casse del Regno. Mettendo i Culture Club dalla parte dei "buoni" (indovinate chi si tira in ballo? Pensate a quattro scarabei di Liverpool) e i Duran da quella dei "cattivi" (scomodando paragoni con le Pietre Rotolanti). E ovviamente, mentre il Boy viene "santificato" (ovviamente all'epoca riesce a nascondere la propria tossicodipendenza), i cinque di Birmingham vengono sbattuti in prima pagina del "Sun" con il loro stile di vita "sex, drugs & rock n' roll", come confermato dal "drammatico" recosonto di una ex di John Taylor, subito in prima sul "Daily Mirror". È ovvio che si tratta di una marea di scempiaggini (soprattutto l'ardito paragone con Beatles e Stones...), ma evidenzia come a ogni mossa i cinque siano seguiti da paparazzi e telecamere. E non poche righe produce anche la scelta della band di realizzare il nuovo album tra Francia, Montserrat e Australia. I tabloid raccontano di notti di sesso e droghe, anche se il motivo di tale girovagare sembra sia essenzialmente fiscale...

Inevitabilmente l'album, che tratta di una missione dei Sette (i cinque più i due manager) alla conquista della Tigre (il successo), risente di tutti questi casini. Il divertimento e l'energia che trasudavano dai solchi di "Rio" sembrano un lontano ricordo. Per il lancio comunque i cinque raccolgono le energie dando il via a novembre in Australia al Tour Mondiale Sing Blue Silver (quello che verrà filmato nel film-concerto - e album - "Arena"). E nonostante le critiche non favorevoli, l'album vende e arriva sparato al N. 1 UK, diventando platino in una settimana. Negli USA va al N. 8 e venderà 2 milioni di copie. I Duran così riescono nell'impresa di piazzare ben tre album nella Top 10 americana nel giro di un anno.

Duran Duran - Union of the SnakeTuttavia c'è anche chi parla di un parziale fiasco quando il primo singolo estratto, il fiacco pop funk stilizzato UNION OF THE SNAKE (qui apparizione alla TV italica con Baudo che ne pronuncia male il nome...), si arresta al N. 3 a fine ottobre. Nonostante un lancio con tutta la potenza di fuoco di MTV: praticamente il video esce prima del pezzo nelle radio, creando non poche polemiche, con commentatori che già parlano di videomusica che uccide la radio, parafrasando l'hit dei Buggles. Il video, che cita "Mad Max" e presenta donne-lucertola, è un altro kolossal dispendioso. Il testo, contorto come la maggior parte dei loro, parla del confine tra conscio e subconscio. Tuttavia il piazzamento in UK viene visto come un risultato mediocre per un singolo nuovo di zecca dei Duran, specie in confronto ai trionfo dei "rivali" Culture Club. Il singolo sta comunque salendo anche la chart americana, dove arriverà a dicembre al N. 3. Quindi non è opportuno parlare proprio di un fiasco. Non temete comunque, si rifaranno comunque tra qualche mese grazie a un “Riflesso” baciato dallo Chic Touch...

Mi sento di sconsigliare i serpentoni cinematografici, a meno che non vogliate sorbirvi Jennifer Lopez che tenta di salvarsi il prezioso popò di fronte all'"Anaconda". Per tacer del putiferio scatenato dai simpatici rettili in "Snakes On The Plane". Meglio allora darsi allora agli altri rettili, a partire da "Godzilla" e parenti vari, per arrivare a svariati coccodrilloni e dinosauri? Senza dimenticare "Gli Uccelli", che dei dinosauri son i discendenti, ovviamente. Beh, a dire il vero c'è un serpente davvero terrificante da segnalare...
"Il Serpente E L'Arcobaleno" (Wes Craven, 1988). Ovvero come ti realizzo un film sui riti voodoo e sugli zombie in modo tanto realista quanto visionario, non disdegnando l'analisi socio-etnologica. Mettendo il pubblico nei panni non graditi di chi del rito è (s)oggetto. Pollo alla haitiana per tutti. Magari sgozzandolo davanti agli ospiti...

E a proposito di inglesi toccati dalle bacchette magiche (non è un doppi senso!) di Bernie Edwards e Nile Rodgers...

David Bowie - Ah, Tempi (e amor) moderni...

David Bowie - Modern Love / Modern Love (Live Version)Se i Police stanno facendo sfracelli con quello che sarà il loro ultimo tour prima dello scioglimento, un altro grande del Pop Rock Britannico sta tenendo spettacoli da tutto esaurito grazie al suo "Serious Moonlight Tour", che nell'autunno tocca America, Giappone e Oceania. Si tratta del Duca Bianco, David Bowie, che dopo aver fatto indossare a tutti le scarpette rosse per ballare e aver trombato la cinesina, ci regala, come terzo estratto dal fortunatissimo "Let's Dance" MODERN LOVE, pezzo che viene eseguito nei bis del fortunato tour e che diventa il terzo Top 3 UK consecutivo tratto dal disco. Il singolo approda al N. 2 UK e a novembre arriva al N. 14 USA. Il pezzo, in cui compare la chitarra di Stevie Ray Vaughan, ricorda un po' la coeva "I'm Still Standing" di Elton John (però sarebbe più giusto affermare il contrario, dato che l'album "Let's Dance" è uscito prima di quello di Elton) e, a detta di Bowie, è ispirata a Little Richard. Il testo, un po' criptico, sembra riferirsi all'andamento delle relazioni (amorose e non) moderne: basate più sul fascino estemporaneo, portano alla delusione (e lo stesso vale per le religioni, a cui ci si rivolge per trovare risposte che non vengono). Ma lui non rinuncerà mai a rimettersi in gioco, in una specie di spirale che ricorda l'andamento della canzone.

Da notare che la tappa del 12 settembre, a Vancouver, viene immortalata in un film concerto, dal quale tuttavia "Modern Love" viene tagliata per problemi di tempo. In compenso, il brano di Bowie verrà impiegato nel bel film francese del 1986 "Rosso Sangue".

Un must per ogni riferimento a Bowie in ambito horror: "Miriam Si Sveglia  A Mezzanotte", con il nostro vampiro partner della Deneuve che alla fine pensa ben di sostituirlo con Susan Sarandon. Ah, le lesbovampire bisex, altro che Katy Perry! Ma Bowie lo si può associare anche a uno dei thriller horror più cupi e affascinanti del decennio scorso, di cui ha musicato i memorabili titoli di testa...
"Seven" (David Fincher, 1995). Nella città più piovosa dai tempi di "Blade Runner" un giustiziere decide di punire i vizi capitali. L'omicidio come atto artistico. Fincher non è più stato così equilibrato. E la futura signora Chris Martin ci perde la testa. Ricetta per la visione: in onore della "Gola" va bene di tutto purchè in quantità!

Elton John - Kiss the Bride / DreamboatL'abbiam evocato, per cui parliamo di Reginaldo, ovvero Elton John. Che questo autunno è in circolazione con due singoli tratti dall'album "Too Low For Zero". E stavolta invece che a funerali, va a matrimoni. Mentre la già citata "I'm Still Standing", con colorato video girato in Francia, è ancora in circolazione, è già tempo per il terzo estratto, KISS THE BRIDE, che arriva al n. 20 UK e al N. 25 USA. Beh, Elton a quanto pare all'epoca vuol proprio baciare una sposa, tanto che arriverà a sposare il giorno di San Valentino del 1984 l'ingegnere del suono tedesca Renate Blauel, con cui ha lavorato all'album ora in classifica. Inutile dire che divorzieranno...

Ah, quante sposine nel mondo horror. Dal bel "Le Spose Di Dracula" alla burtoniana "La Sposa Cadavere". Per tacer del maccartista "Ho Sposato un Mostro Venuto Dallo Spazio". Ma indubbiamente quella che vorrei suggerirvi è...
"La Moglie di Frankenstein" (James Whale, 1935). Uno dei rari sequel che rivaleggiano con l'illustre predecessore. Un horror grottesco che conferma il genio di Whale. E un'indimenticabile Elsa Lanchester, nei panni della sposa dalla cotonatura elettrica... Un bello stufato ben cotto, rigorosamente cucinato al forno elettrico. Mi raccomando, cucinatelo bene, non vorrei che qualche vostro ospite piantando la forchetta urli "Its Alive!".

Rod Stewart - What Am I Gonna Do (I'm so in Love With You) / Dancin' AloneE nominiamo pure Rod Stewart, che fa seguire al N. 1 britannico "Baby Jane" la mediocre (e drammaticamente invecchiata) WHAT AM I GONNA DO (I'M SO IN LOVE WITH YOU), che arriva al N. 3 britannico e al N. 9 tedesco, intrufolandosi anche al N. 35 della Billboard Chart. Tra tanti "vegliardi" in circolazione, tornano anche i Rolling Stones, ma di loro parleremo quando tratteremo dell'Inverno 1983/1984. Da segnalare anche l'ultimo Top 10 hit per un ex sex symbol degli anni '70, David Essex, che approda al N. 8 UK con TAHITI, tratto dal musical che Essex stesso ha scritto, "Mutiny!", ispirato alla vicenda dell'ammutinamento del Bounty.

Ma ci son anche nuove band che invece di un synth preferiscono imbracciare una chitarra elettrica...

Allora, la gara per il titolo di rock band britannica epica dell'era New Rock è ufficialmente in corso. E sarà una lotta senza esclusione di colpi che coinvolgerà band che arrivano dalle zone delle Isole Britanniche, dove l'ascendenza celtica e il contatto con gli elementi naturali (montagne, pianure, oceano) è più forte. Scozia e Irlanda. Ma anche Liverpool, che risente delle influenze irlandesi ed è strettamente legata al mare. Queste band presentano spesso testi che richiamano la grandezza degli elementi naturali e un suono che punta senza vie di mezzo all'epico, con leader con atteggiamenti messianici volti, più che a conquistare, a "convertire" il pubblico. Se la fine di Novembre vedrà le nuove uscite di U2 e Simple Minds (ne riparleremo quindi in occasione dell'inverno), in circolazione c'è anche un'altra band, che arriva dalla Scozia come le Menti Semplici, che è portabandiera di un sound epico da stadio.

Big Country - Il destino inesorabile seppur non camaleonte...

Big Country - Chance / The Tracks of My TearsI Big Country dell'ex Skids Stuart Adamson sono all'epoca considerati l'equivalente scozzese degli U2. E come la band irlandese hanno le idee ben chiare: sanno quali sono i loro obiettivi e li vogliono realizzare e così renderanno la gente felice e più forte. Come dite? che vi sembra che stia delirando? No, sono loro, dato che questo è quanto proclamano all'epoca. Ma tali affermazioni rappresentano in pieno la ruspante onestà della band. Onestà nei confronti del pubblico perseguita quasi maniacalmente da Adamson. A Big Country - The Crossingsettembre la band ottiene il secondo Top 10 UK della carriera con CHANCE, canzone tratta dal primo album, "The Crossing", prodotto dallo stesso produttore degli U2, Steve Lillywhite. L'album, uscito a fine luglio, è un buon successo, arrivando nella Top 3. La band è nota per far suonare le chitarre come cornamuse e questo emerge anche nell'energico singolo, che parla del matrimonio fallito di una donna che ha giocato la sua carta con l'amore e ha perso. Il Grande Paese con il suo abbigliamento in tartan invece sta giocando bene le sue carte con il pubblico americano: stanno entrando nelle fila degli invasori della British Invasion negli USA. E senza usare un sintetizzatore...

Le Highlands scozzesi e la campagna britannica. Pure queste distese verdi possono nascondere terribili segreti, come Loch Ness insegna. Ma il film che vi consiglio si svolge in un'isoletta appena al largo...
"The Wicker Man" (Robin Hardy, 1973). Riti pagani contro religioni rivelate. Con vittoria dei primi e il poliziotto che si ritiene detentore della verità finirà molto male. Sarà per questo che da noi non è mai stato distribuito, nonostante sia considerato uno dei migliori horror di tutti i tempi? Ha ispirato anche un pezzo degli Iron Maiden. Banale il remake, risolto in chiave di scontro dei sessi: se non altro ha il pregio di far fuori Nicholas Cage. E in onore dell'uomo di paglia e dei riti per la fertilità delle messi, un bel piatto di verdure miste, ovviamente scottate...

Ma anche nell'Inghilterra più urbana vi son numerose band rock. Solo che loro, non avendo la possibilità di vagare per le Highlands o di osservare la distesa dell'Oceano, propendono per la frequentazione delle chiese medioevali e dei loro cimiteri. Non guardano pertanto ai Celti, ma ai Goti e alla loro arte. Nonchè alla letteratura gotica, impregnata di morte e soprannaturale. E pertanto la loro corrente, diretta figliazione del punk, viene definita gotica, o dark. Il loro obiettivo è rifuggere quello che definiscono "l'orrendo pop". Anche se alcune di queste band in questo momento stanno ottenendo autentici successoni commerciali.

Siouxsie & The Banshees - Siouxsie rifà gli Scarabei

Siouxsie and the Banshees - Dear PrudenceCome Siouxsie & The Banshees. La Regina del Punk, madre di tutte le dark a venire, ha già assaporato la top 10 britannica ancora nel 1978, quando ci ha fatto visitare i Giardini di Hong Kong. Tuttavia il piazzamento di quel classico (N. 7) viene superato alla grande dalla terza posizione guadagnata con la bella cover di DEAR PRUDENCE, in origine brano beatlesiano contenuto nel “White Album”. Il brano, composto da John Lennon, è ispirato alla sorella di Mia Farrow, Prudence, incontrata durante un ritiro spirituale in India. Prudence soffriva di depressione e si era isolata nella sua stanza (lei dirà per meditare). John così le ha scritto il brano, per farla uscire dal suo guscio, riuscendoci. E la sua cover diventa il più grande hit britannico di Siouxsie (che manco a dirlo viene accusata di "essersi venduta" dai fan duri e puri). Va detto che non è la prima cover beatlesiana dei Banshees: una cover di "Helter Skelter" figura infatti nel loro album di debutto datato 1978, "The Scream".

Una versione live del pezzo è inserita nel doppio album live "Nocturne", che immortala due concerti della band tenutisi alla Royal Albert Hall il 30 settembre e il 1 ottobre. E in cui, accanto al trio formato dalla cantante, dal bassista Steve Severin e dal batterista Budgie, suona, come chitarrista, Robert Smith. Il leader dei Cure si è infatti unito ai Banshees un anno prima, dopo che la band ha licenziato il chitarrista John McGeoch per i suoi problemi di alcol. E dato che due band non son abbastanza, Smith realizza con Severin anche un progetto collaterale, i Glove, il cui album "Blue Sunshine" entra nella Top 40 UK a settembre.

Cimiteri, cripte e sepolcri. Il paradiso per i dark. Certo, in un film del terrore che si rispetti cimitero è sinonimo di guai, specie di notte. Come minimo vi beccate un vampiro o uno zombie. Per tacer di qualche maniaco. Oppure dei profanatori di tombe...
"La Jena" (Robert Wise, 1945). Karloff e Lugosi nel film che si rifà alle figure dei reali ladri di cadaveri Burke e Hare. Che, non trovandone abbastanza, decisero di "fabbricarseli" per poi rivenderli a medici per gli studi scientifici. Memorabile e terrificante l'uccisione della mendicante. E senza mostrare nulla. Grande anche la scena finale. Da servire, su vassoi ornati con crisantemi, frutta secca. Anzi marcescente: per ricordare la caducità dell'esistenza e che tutti torneremo alla terra, salvo poi venir disseppelliti da gente come Burke e Hare...

The Cure - Robert sbronzo è un gatto in amore

The Cure - The Lovecats / Speak My LanguageE Robert, stavolta con i suoi Cure, entra per la prima volta nella Top 10 britannica con THE LOVECAT, divertissement jazzy che abbandona le sonorità dark (per altro decisamente più leggere rispetto a quelle di molte band coeve) della band a favore di un pop decisamente eccentrico. Il pezzo infatti parte come una sorta di scherzo: come dirà Smith, l'ha scritta da sbronzo, ha girato il video sbronzo e ha fatto la promozione sbronzo. Però lo scherzetto gli fa guadagnare un piazzamento al N. 7 UK... Il video è stato girato in una casa "presa in prestito" a un agente immobiliare: gli fanno credere di volerla comprare, ottengono le chiavi, vi girano il video e il giorno successivo restituiscono le chiavi...

Gatti. Un soggetto con cui l'horror si è spesso cimentato. D'altra parte i felini non venivano bruciati con le streghe? "The Black Cat" è un incubo a base di necrofilia e riti satanici con il duello tra Lugosi e Karloff, ma il gatto appare appena di striscio. Delirante "Un Gatto nel Cervello" di Fulci, ma niente gatto vero. "L'Occhio Del Gatto" ha un gatto protagonista, ma è tutto sommato dimenticabile. In "Pet Semetary" però c'è un grazioso gatto zombie. Ma c'è un bel gattone nero che vale la pena di ricordare...
"Il Bacio Della Pantera" (Jacques Tourneur, 1942). La coppia Tourneur, regista, e Lewton, produttore, ha creato veri e propri gioielli dell'orrore suggerito. E questo è il capolavoro. Freud sposa l'horror raccontando di una fanciulla che non può amare sennò rischia di uccidere. Una magistrale scena in piscina e un bus che ha fatto scuola. Merita anche il remake anni '80, ma soprattutto per la bellissima Nastassia Kinski. E per rimanere in ambito felino con Tourneur e Lewton, da gustare anche "L'Uomo Leopardo", con la scena di omicidio fuori campo più impressionante della storia: quel sangue sotto la porta... Da vedere assaporando baci di dama e lingue di gatto...

Ma in circolazione c'è anche chi è stato una delle grandi icone del punk (se non la più grande) e ora decide di far ballare la gente a modo suo.

P.I.L. - Di sicuro non è una canzone d'amore per Keith

Public Image Ltd. - This Is Not a Love Song / Public ImageSi tratta di John Lydon i cui P.I.L. ottengono il più grande hit in UK (ed Europa) con THIS IS NOT A LOVE SONG, N. 5 UK e N. 10 in Germania. Il brano esemplifica la nuova direzione della band: un formidabile brano dance alla maniera di Lydon: con una linea di basso che non da tregua e Johnny che ripete ossessivamente la sua litania. Le sperimentazioni avanguardistiche di "Flowers Of Romance" non han reso come previsto, e allora Johnny decide che è ora di diventare più "facili". Diciamo togliere la "Death" alla "Disco". E il nuovo corso è evidenziato dal titolo provvisorio del quarto album: "You Are Now Entering A Commercial Zone".

Il singolo rappresenta anche un punto di non ritorno relativamente alla formazione. Quando esce la band è ormai proprietà assoluta di Lydon: Keith Levene, fino ad allora responsabile della direzione musicale della band, durante la produzione del pezzo  viene allontanato da Lydon che gli telefona da Los Angeles che gli intima "esci dal mio cazzo di studio!". Tra i due la situazione era tesa da tempo. E quando Levene, maniaco della perfezione, si trova nello studio per rimediare al primo mixaggio del pezzo, che ritiene una schifezza, il batterista Martin Atkins, fido di Lydon e in continuo contrasto con Levene, provvede ad avvisare il capo... Nonostante sia stato allontanato, Levene decide di continuare a lavorare sulle tracce incomplete e in estate non esita a presentarsi da Richard Branson, gran capo della Virgin, con quello che definisce il nuovo album dei P.I.L.. Ovviamente Lydon dice che i nastri gli son stati sottratti. Tuttavia il disco, contro il volere di Lydon, viene pubblicato a novembre come bootleg col titolo "Commercial Zone". Lydon, di tutta risposta, assume un gruppo di session men, reincide completamente l'album col titolo "This Is What You Want... This Is What You Get" e va in tour.

Il Punk è una presenza costante nei film horror degli anni '80. Di solito viene sbranato dagli zombie o svenato dai vampiri. Ma ci son anche i vampiri ribelli e al margine, molto affini ai punk, come i ragazzacci del videoclipparo "Lost Boys" e, soprattutto, quelli disperati di...
"Il Buio Si Avvicina" (Katryn Bigelow, 1987). Elementi al margine in un western moderno. Memorabili sequenze come quella che associa il vampiro alle pompe petrofilere... Una bella steak al sangue con patatine intinte nel ketchup a corredo...

Ma c'è anche una formazione che si sta mettendo in luce nelle retrovie. Si tratta di un gruppo che non ha nulla a che fare con tutti quelli in circolazione, dato che il suo punto di riferimento è il folk rock acustico.

The Smiths - Morrissey accetta il passaggio verso il successo

"Punctured bicycle
On a hillside desolate
Will nature make a man of me yet?"

Armati di pezzi dalle melodie semplici che affondano nel rock acustico, impreziositi dalle ipnotiche trame chitarristiche di Johnny Marr, e con un mazzo di fiori brandito dal loro leader, Morrissey, entrano in scena gli Smiths, il gruppo anni '80 più contro gli anni '80 della storia. Stephen Morrissey e Johnny Marr si son incontrati anni prima. Si è trattato di un breve incontro che tuttavia ha lasciato un'ottima impressione in entrambi, tanto che quattro anni dopo formano una band, assieme al bassista Andy Rourke e al batterista Mike Joyce. Il debutto avviene il 4 ottobre 1982, con un concerto nella natia Manchester, al Ritz. Quel primo concerto non è esattamente un successo, ma sette concerti dopo la band ha già un seguito di fedeli appassionati. E di discografici interessati. Tuttavia la band preferisce firmare per l'etichetta indipendente Rough Trade, snobbando le offerte a sei cifre delle concorrenti.

The Smiths - Hand in Glove / Handsome DevilIl primo singolo è "Hand In Glove" ed è autoprodotto dalla band. Morrissey, la cui arroganza è pari al talento, la definisce la più importante canzone del mondo. Ma non è sbruffoneria. Per lui lo è. Ha impostato la sua intera esistenza su quel momento. Un'esistenza di adolescente solitario dedito alla scrittura e all'ascolto della musica anni '60. Il pubblico per il momento non sembra accorgersi dei nuovi arrivati. Ma è solo questione di tempo. D'altra parte son all'antitesi della musica che funziona all'epoca. Nessun sintetizzatore e una netta antipatia per i video. Ma in novembre piazzano il primo singolo in classifica: la classica THIS CHARMING MAN, che  arriva al N. 25 UK ma resta in classifica per ben 18 settimane. Il pezzo è stato composto da Marr per una sessione da John Peel, e quando quelli della Rough Trade lo sentono, propongono subito alla band di pubblicarlo su singolo. Il testo, scritto da Morrissey in un linguaggio arcaico di metà ottocento, cita un romanzo di Henry Green e racconta dell'avventura di un ragazzo che, rimasto a piedi con la bici, viene raccolto da un automobilista. E acconsente all'invito dell'uomo per qualcosa di più ("I would go out tonight / But I haven't got a stitch to wear / This man said "it's gruesome / That The Smiths - This Charming Man / Jeanesomeone so handsome should care""). Il fatto che tutto sia raccontato in linguaggio aulico è spiegato da Morrissey in quanto odia che si parli di sesso in modo triviale, come avverte sia fatto dalla cultura gay dell'epoca, con cui non riesce a relazionarsi trovandola volgare. E rifiutando, dice, il sesso. E così Morrissey diventa "l'uomo affascinante" per la Nazione e il culto è ufficialmente avviato. Formidabile il loro debutto a Top Of The Pops, che rivela tutto il carisma del leader. Un tipo che lascia mille questioni aperte più di mille Boy George. A fine anno gli Smiths verranno decretati da NME come il Miglior Nuovo Artista e tra breve rivaleggeranno con Echo & The Bunnymen e U2 come cult band N. 1. E la stampa li decreterà "probabilmente più importanti dei Police".

Da notare che nella primavera 1984 "Hand In Glove" verrà portata nella Top 40 UK da una vecchia gloria come Sandie Shaw, mentre "This Charming Man", ripubblicata, troverà la Top 10 UK nel 1992.

Aztec Camera - Oblivious / Orchid GirlMarr dirà di aver composto "This Charming Man" dopo aver sentito un pezzo dei compagni di scuderia Aztec Camera e, colto da invidia, aver deciso di fare ancor meglio di loro. Ebbene, la Camera Azteca di Roddy Frame, attiva dal 1981, ottiene il suo primo Top 20 hit in UK a novembre con la bella OBLIVIOUS. Il brano era uscito nel febbraio 1983 ma non aveva ottenuto il meritato successo. La band scozzese dovrà tuttavia aspettare 5 anni per il prossimo hit, ma sarà ricompensata con un N. 3 UK.

Accettare passaggi da uno sconosciuto può causare non pochi guai. E gli horror a riguardo si sprecano. Ma a volte anche darne può essere fonte di rogne. Specie se si rimorchia Rutger Hauer di "The Hitcher" (da evitare anche qua lo stolto remake). Se invece vogliamo aver a che fare con horror a componente omoerotica, cara a Morrissey, beh, la lista è inaspettatamente più lunga del previsto. E la parte del leone la fanno i vampiri. Ai vampiri belli e dannati del noioso "Intervista Con Un Vampiro" (chissà che trampoli ha dovuto usare Cruise per guardare in faccia Pitt), rispondono le seguaci di Saffo con i canini. Alle già citate vampire lesbo chic deòl già citato "Miriam Si Sveglia A Mezzanotte", si può associare la Cotessa Bathory di "La Vestale Di Satana". Ma, tornando ai maschi, il più divertente è di sicuro quello  che compare in...
"Per Favore... Non Mordermi Sul Collo" (Roman Polanski, 1967). Qui accanto al vampiro gay c'è pure un vampiro ebreo che si fa una bella risata davanti al crocefisso... Polanski alla guida di una divertente parodia che però non rinuncia a graffiare. Alla fine la scienza e le sue certezze assolute porteranno il caos nel mondo... In onore del regista scovare una specialità polacca, come un buon gulash, possibilmente ricco in aglio...

E se Morrissey accetta i passaggi dagli sconosciuti, c'è invece chi tormenta una battona chiamandola "mamma". E si tratta del leader di una band storica che pubblica questo inverno il nuovo album...

Genesis - Una Risata per Mammina Cara

Genesis - GenesisL'album (e il nome della band) è "Genesis". È il dodicesimo lavoro della band, da tempo ormai ridotta al trio Collins-Rutherford-Banks (il sesto dell'era post Peter Gabriel) diventa un grande successo in tutta Europa (arriva al N. 1 britannico e tedesco) e in America (dove diventa il secondo Top 10 album della band, dopo "Abacab"). Certo, ormai dei Genesis dei primi anni ’70 non resta molto (addirittura c’è spazio per un pezzo dalle influenze country, che diventerà il primo Top 10 USA della Genesi!), ma nel complesso siamo ancora lontani dai livelli di totale sbracamento commerciale (anticipati comunque dalla brutta "Illegal Alien") che tanto piaceranno agli Americani e che faranno più pensare ad album solisti di Collins che a lavori della band di "Selling England By The Pound". L'album è il primo con Hugh Padgham, già produttore di "Synchronicity" dei Police, in veste di co-produttore.

Genesis - Mama / It's Gonna Get BetterPer lanciare l'album viene scelto come singolo il pezzo di oltre 6 minuti e 40 secondi che apre il disco, MAMA. Il brano parla di un uomo con un evidente complesso di Edipo che ossessiona una prostituta e pretende di chiamarla "Mamma". Il tema, alquanto delicato, sembra sia stato ispirato a Collins da una lettura decisamente leggera: "La Luna è un Pallone", autobiografia del grande attore David Niven, in cui si racconta di un giovane (non avendolo letto non so se si tratti di Niven stesso) innamorato di una mercenaria più vecchia che tuttavia non ricambia il suo amore... A dire il vero il testo edipico è un po' criptico, tanto che il manager della band, quando sente il brano, pensa che si tratti di un pezzo antiabortista, con Phil che interpreta il feto che chiede alla madre di non abbandonarlo... Insomma, Phil sarà pure pelato e ricorderà un bambinone, ma arrivare a tanto... La folle risata che Collins fa nel pezzo è invece ispirata da "The Message" di Grandmaster Flash And The Furious Five, pezzo di cui ho parlato nell'Autunno 1982.

Il brano ha per certi versi una struttura simile a quella di "In The Air Tonight". Una base ritmica del brano creata con una drum machine settata per distorcere il suoni, su cui si inseriscono gradualmente le note di un sintetizzatore fino all'esplosione finale con la batteria che irrompe. E con "In The Air Tonight" il pezzo condivide l'elaborazione sonora sulla drum machine, che di fatto caratterizza il pezzo. Evidentemente, nonostante se ne sia andato da tempo, il fantasma dell'Arcangelo grava ancora sulla Genesi. Ricordo infatti che quel genere di manipolazione sonora è un retaggio dell'esperienza avuta da Collins mentre lavorava sul terzo album di Peter Gabriel (per l'esattezza nel pezzo "Intruder"). Le manipolazioni sonore son estese anche alla voce di Collins, che viene trattata al fine di ottenere un riverbero.

Il singolo diventa il miglior piazzamento di sempre della band nella UK chart, approdando al N. 4.

Ovviamente la Genesi non finirà con le turbe famigliari con il 1983. Dopo la figura materna, nel 1991 tirerà in ballo la figura paterna...

Povere prostitute. Importunate da Phil Collins in raptus edipico e vittime ideali per vampiri, squartatori (su tutti il leggendario Jack, immortalato in "From Hell" ma anche spunto di partenza per il bel "Gli Artigli Dello Squartatore") e creature varie. Ma voi volete parlare della mamma, vero? Certo, se volete un orrore di film può andar bene anche "Mammina Cara". Ma indubbiamente la mamma horror più famosa è quella di...
"Psycho" (Alfred Hitchcock, 1960). Il Maestro crea il suo film più horror e realizza un classico insuperabile. Antony Perkins verrà segnato dal ruolo, mentre Hitchcock rivela la sua insuperata capacità tecnica creando alcune delle scene più clamorose della storia del cinema. Volete fare una doccia? Da corso universitario il remake esatto scena per scena di Gus Van Zandt. Rimpinzarsi con un bel piatto di quelli che solo la vostra mamma sa fare. Possibilmente evitando di cenare con lei impagliata di fianco...
 
Da notare che in "Genesis" c'è un brano destinato a diventare un classico del repertorio del gruppo, "Home By The Sea", prima parte di una suite in due brani che ben si addice ad Halloween: parla infatti di un ladro che entra in una casa sul mare scoprendo che questa è infestata dagli spiriti. Spiriti piuttosto loquaci, dato che lo intrappolano costringendolo per il resto della sua vita a sentire le storie delle loro vite passate...

E parlando di ombre...


Mike Oldfield - L'ombra masochista di Mike e Roger

Mike Oldfield - Shadow on the Wall / Taurus 3Un altro grande del progressive ha compiuto la virata nel pop. È Mike Oldfield che dopo aver cantato di un delitto alla luce della luna, torna di nuovo a parlare di ombre in SHADOW ON THE WALL. Se “Moonlight Shadow” sta ancora funzionando alla grande in tutta Europa (da noi arriva clamorosamente al N. 1 in ottobre, senza per altro venir impiegata in nessuna sigla TV!), il nuovo singolo, affidato stavolta alla caratteristica voce di Roger Chapman, già membro della band di rock progressivo Family, si rivela un buon hit, seppur di dimensioni minori. Il pezzo assicura ad Oldfield un bel piazzamento in varie Top 10 europee, arrivando al N. 3 in Germania, dove Chapman si è trasferito e gode di buona popolarità. Intanto l’album “Crises” sta vendendo bene in tutto il vecchio continente, diventando il più venduto del musicista dai tempi di "Tubular Bells". Da notare che tuttavia il pezzo non ha a che fare con ombre soprannaturali: semplicemente si tratta di un rapporto tra vittima e carnefice, in cui la prima, in un impeto di vero masochismo (o di sfida), chiede di essere trattato come un'ombra sul muro, ovvero senza alcuna pietà.

Spiriti inquieti e case infestate. Quanti film! E anche alcuni capolavori. Come "La Casa Sulla Scogliera". Ma per i romanticoni ci son anche spiriti che entrano nella vita dei vivi per farli innamorare ("Il Fantasma E La Signora Muir", da vedere preparate i fazzoletti, o "Il Ritratto di Jennie"). Ok, non viriamo sul film sentimentale. Spiriti che non capiscono chi sta veramente nell'aldilà ("The Others", "Il Sesto Senso") e fantasmi vendicativi (anche se tecnicamente son zombie) come in "Fog" (quello di Carpenter, diffidate dai remake!!!). Per tacer di chi li colleziona ("I 13 Spettri", stavolta un remake divertente di un filmetto). E se vi spaventano troppo, oppure vi importunano come "Beetlejuice", meglio chiamare i "Ghostbusters". Ma capolavoro tra le ghost story è...
"Gli Invasati" (Robert Wise, 1963). Un film che crea uno stato di tensione senza mostrare nulla, a parte quella porta che respira. E che vale ben più di tutti gli effetti in CG del suo stupido remake. Ma i fantasmi ci sono o sono solo nella testa di Eleanor? Servite piatti vuoti, dicendo agli ospiti che il cibo è frutto della loro immaginazione. Meglio piatti di plastica, potrebbero tirarveli addosso...

Ma c'è chi sta peggio, pensate a una povera gallese dalla voce rasposa che in preda alla disperazione più nera ci dice che il suo cuore è in eclissi totale...

Bonnie Tyler - L'eclissi cardiaca di Bonnie e Jim

"Once upon a time, I was falling in love
But now, I'm only falling apart
There's nothing I can do
A total eclipse of the heart"

Bonnie Tyler - Faster Than the Speed of NightAllora, la biondona con il vocione alla Rod Stewart (frutto, ricordiamo di un’operazione alle corde vocali) era arrivata al successo a fine anni ’70 con pezzi come “Lost In France” e soprattutto “It's A Heartache”. Il team che si occupa di lei vuole trasformarla in una cantante country. Non che lei sia tanto convinta, dato che lei ama più il rock. Però con "It's A Heartache" va bene. Peccato che dopo la nostra incappa in una brillante successione di 7 flop consecutivi. E allora Bonnie decide di cambiar aria. A questo punto il problema è: a chi rivolgersi? La nostra avrebbe le idee chiare. Le piace tanto il muro del suono creato da Phil Spektor, e vorrebbe tanto lavorare con il produttore che più le ricorda quel genere di produzioni, Jim Steinman, artefice del successo di Meat Loaf. Però Steinman non è tanto interessato, e declina, preferendo lavorare a una colonna sonora. Poi però deve averci ripensato e nel 1982 contatta la Tyler, dicendo di avere del materiale che potrebbe fare al caso della biondona. E la invita nella sua casa, dove prima le suona “Have You Ever Seen The Rain” dei Creedence, dicendole che se quel pezzo la emoziona, possono lavorare insieme, sennò è meglio lasciar perdere. La Tyler evidentemente dice di amare quel pezzo (che poi inciderà e inserirà nell'album) e così Jim le suona al piano a coda un pezzo (Steinman non ama mandare demo in giro). Bonnie Tyler - Total Eclipse of the Heart / Take Me BackL’acustica della stanza è fatta apposta per garantire il massimo effetto e la Tyler si rende conto che le sta suonando un potenziale hit. Si Intitola TOTAL ECLYPSE OF THE HEART. La versione della Tyler mostra una donna alle prese con una relazione distruttiva (ispirata all'autore da "Cime Tempestose" della Bronte) e la sua voce straziata funziona alla grande con la tipica produzione alla “tanto è meglio” tipica di Steinman (ci son organi a profusione e pure le nacchere!). Inevitabile dire che il pezzo è un trionfo del kitsch barocco, ma altrettanto inevitabile dire che funziona alla stragrande. Al brano partecipano anche due membri della E Street Band di Brice Springsteen, il batterista Max Weinberg e il tastierista Roy Bittan. Mentre la voce maschile che compare è quella di Rory Dodd, già corista per Carly Simon, Barry Manilow, Barbra Streisand e Lou Reed e collaboratore fisso di Steinman.

E il brano viene scelto per lanciare il suo nuovo album, “Faster Than The Speed Of The Night” (titolo di un’altra composizione di Steinman). E succede il finimondo. Il pezzo va sparato al N. 1 UK il 12 marzo 1983, trainando l’album direttamente al N. 1: mai nessuna cantante britannica era riuscita prima a debuttare al N. 1 degli album. Si potrebbe dire che la carriera della Tyler è salva. L’hit nel corso dei mesi successivi fa sfracelli in giro per il mondo e il primo ottobre si piazza in vetta alla classifica più ambita, quella di Billboard, sfrattando Billy Joel e dominandola per quattro settimane. Si tratta dalla prima artista gallese capace di arrivare in vetta alla Hot 100. Venderà globalmente olte 5 milioni di copie. Da notare che tra i paesi in cui il pezzo non funziona c’è proprio lo stivale... Per vederlo in classifica da noi bisognerà aspettare la partecipazione (in playback) della cantante a San Remo 1984. Meglio tardi che mai.

Strepitosamente trash anche il video, girato da Russell Mulcahy in un vecchio manicomio, con chierichetti indemoniati volanti, occhi luminosi come fari, ninja, schermitori sudati, ballerini in mutande che sembrano i Take That, tende che sventolano, e lei, di bianco fasciata, disperata che si agita.

Nel frattempo Bonnie cavalca l’onda e incide un pezzo per una colonna sonora di un film musicale che uscirà nel 1984. Quel film si chiama “Footloose”.

“Total Eclypse Of the Heart” diventa uno dei pezzi più famosi del decennio e finisce puntualmente elencato sia nelle liste dei pezzi che meglio hanno caratterizzato il decennio, sia in quelle che indicano perchè quel decennio è da evitare... Eppure il fascino melodrammatico-barocco lo rende uno dei miei “guilty pleasures”. Compreso il rumore del vento (che a me pare tanto una caffettiera) che compare a metà brano...

Nel 1995 il pezzo ritornerà nelle Top 5 su ambo le sponde Atlantiche con la cover eurodance di Nicki French (vedi Estate 1995). Neppure lontanamente confrontabile con l’originale. E nel 2008 il pezzo rientrerà nella classifica britannica grazie a una pubblicità...

Occhi brillanti. "Bright Eyes". E non quelli dei conigli cantati da Art Garfunkel nella Primavera 1979...
"Il Villaggio Dei Dannati" (Wolf Rilla, 1960). I bambini più impressionanti della Storia del cinema? I "cuculi spaziali" più inesorabili compaiono nella campagna inglese. Per invaderci. Pensate a un muro. Un muro di mattoni... Consigliabile anche il remake, l'ha fatto Carpenter! Come accompagnamento, dei bei mattoncini di semifreddo...

Tuttavia sembra che la Tyler sia stata un ripiego per Steinman, che avrebbe voluto dare il suo pezzo a Meat Loaf. Tuttavia il Polpettone all'epoca è costretto, sembra per motivi economici, dalla sua casa discografica a rifiutare. E il povero Polpettone non va oltre la 17esima posizione UK in Novembre con MIDNIGHT AT THE LOST AND FOUND. Agli oggetti smarriti? Probabilmente alla ricerca del successo. E così Steinman si ricorda della cara Bonnie che lo aveva cercato tempo prima. A dire il vero Jim ha pure un altro brano che aveva scritto per Meat Loaf. E decide di affidarlo a un'altra band. Ebbene quella band con quel pezzo arrivano al N. 2 USA proprio dietro la Tyler, facendo entrare Steinman nel ristretto novero degli autori capaci di occupare contemporaneamente i primi due posti della Hot 100 americana, ovvero  della stessa.

Air Supply - Making Love Out of Nothing at All / Late Again (live version)L’altra composizione è MAKING LOVE OUT OF NOTHING AT ALL è viene portata al N. 2 USA dai mollicci Air Supply. La Riserva d’Aria australiana dei due Russell (Russell Hitchcock e Graham Russell) è già da qualche tempo (dal 1980) una presenza fissa nella Top 10 americana, grazie a una sfilza di pezzi piuttosto zuccherosi che li hanno resi gli idoli delle casalinghe e delle teenager vergini e intenzionate a rimanere tali (ma avete visto che faccia hanno sulla copertina?! E il Russell biondo si ta tirando su il bavero per fare il figo o per nascondersi?). I tempi tuttavia stanno per cambiare e pure il duo australiano, dominatore dell’easy listening dei primi anni ’80 negli USA (in Europa non attecchiranno mai), è destinato a segnare il passo. Il loro periodo d'oro viene suggellato con un "Greatest Hits". E il loro ultimo Top 10 USA, l'inedito della raccolta, è uno di quelli col botto. Praticamente quasi la versione 1.0 di "I'd Do Anything For Love", con una sorta di lista di quello che il nostro farà per l'amata e quello che non le farà mai. Traduco: trombarla si, spezzarle il cuore no. La relazione perfetta, cantata a squarciagola come Steinman comanda in un crescendo emotivo che, come da prassi, se ne frega di ogni mezzo tono. E questo Steinman riesce a farlo fare a una delle band più molli della storia del pop. Inutile dirlo, l'unica capace di far afflosciare un pezzo di Steinman rimane Celine Dion...

Men at Work - Dr. Heckyll & Mr. JiveAltri australiani che stanno per concludere il proprio ciclo di successi sono i Men At Work, che chiudono la straordinaria (e irripetibile) annata con la deboluccia DR. HECKYLL & MR. JIVE (con tanto di video perfetto per Halloween), che si ferma solo al N. 28 USA e diventa l'ultimo Top 40 della band, che non ne azzeccherà più una. Qualcuno potrebbe definirli meteore, anche se comunque hanno messo a segno due album e quattro singoli (di cui due N. 1) in Top 10. Saran durati poco, ma la fiammata è stata bella alta.

Beh, qua il link è spudorato. Il ruolo del dottore che osò troppo è sempre stato un banco di prova per numerosi attori. Per tacer delle parodie, dai soliti Gianni e Pinotto, al nostro Paolo Villaggio (con Edwige), al grande Jerry Lewis ("Le Folli Notti Del Dottor Jerryll") che ribalta la situazione traformando Hyde in un brillante viveur (cosa poi rifatta, più malamente, da Eddie Murphy). Ma noi puntiamo al settore "serio", e al Dottor Jekyll di Spencer Tracy o di John Malkovich (con cameriera Julia Roberts appresso) si preferisce...
"Dottor Jekyll & Mr. Hyde" (Robert Mamoulian, 1932). Frederich March è uno dei pochi attori ad aver vinto l'Oscar per un horror, e vedendolo si capisce il perchè. Il suo Hyde scimmiesco è strepitoso. Per tacer della soggettiva iniziale... Visione consigliata sorseggiando un buon cocktail, possibilmente senza tirar fuori Mr. Hyde...

Ma Britannici e Australiani non sono gli unici a colonizzare le chart mondiali del periodo... Dal Canada arrivano i...

Men Without Hats - Sicurezza da discoteca

"We can dance if we want to.
We can leave your friends behind
Cause your friends don't dance
And if they don't dance - well they're no friends of mine"

Men Without Hats - The Safety Dance / Living in ChinaCon un contagioso riff al synth vagamente medioevaleggiante (atmosfera ripresa puntualmente nel video, ambientato nel medioevo, con la band nei panni di una sorta di pifferaio magico che invita la gente a ballare), THE SAFETY DANCE è uno dei grandi hit della stagione autunnale: N. 3 negli States, N. 2 in Germania e N. 6 in UK, per tacer di molti altri paesi (Italia stranamente esclusa, visto che il pezzo è decisamente contagioso). Il primo e maggiore successo della band canadese che non porta cappelli guidata da Ian Doroschuk. Il pezzo parla dell'essere non conformisti, anche se si presta a interpretazioni svariate. Quella più diffusa riguarda la guerra nucleare. La band, un collettivo che ruota attorno a un nucleo formato essenzialmente da Doroschuck e il fratello Stefan, si è formata a Montreal nel 1980. Sembra che il nome derivi dal fatto che alla fine delle esibizioni lanciavano verso il pubblico i cappelli. Va detto che la band è una two hits wonder: tra il 1987 e il 1988 otterrà un secondo hit. Ne riparleremo quindi...

Horror danzanti? Certo, esiste "Danza Macabra", ma son pochi i racconti del terrore legati a Tersicore. Anche se per esempio "La Maschera Della Morte Rossa", da Poe, è un'affascinante danza macabra medioevale. Certo, c'è anche "Murderock Uccide A Passo Di Danza", ma se vogliamo vedere una strage di tutù di quelle serie...
"Suspiria" (Dario Argento, 1977). Certo, le sceneggiature non son mai state il suo forte, ma certe sequenze son costruite alla perfezione. Una per tutte: l'uccisione del cieco. Per tacer dei rimandi a Hitchcock e all'horror classico. E i Goblin realizzano un'altra colonna sonora da brividi... Offrire agli ospiti una caraffa da almeno 6 litri piena di succo di lamponi... Non sarà sangue, ma da l'idea...


Trans-X - Living on Video / Digital WorldAi canadesi evidentemente piace darsi all'elettronica questo autunno. In Germania infatti fanno sfracelli i Trans-X di Pascal Languirand e Laurie Gill con la loro elettronicissima LIVING ON VIDEO. Da notare che il pezzo, che approda al N. 4 teutonico, risale al 1981. In quell'anno è stato un hit solo in patria. Tuttavia non è ancora finita: tra due anni, nell'estate 1985, diventerà un successo anche nel Regno Unito ed entrerà anche nella Hot 100 americana. Evidentemente un pezzo che funziona ad anni alterni... Nel 2003 verrà rimixato dai Trans X (se si ha un solo hit meglio spremerlo bene), mentre nel 2006 il DJ francese Pakito la riporterà nelle classifiche...

Videomusica e pertanto qualche bell'horror dedicato al piccolo schermo. Che è sempre foriero di sventure. Da "Videodrome" di Cronenberg, dove ha il volto di Debbie Harry e causa dipendenza e mutazioni letali, a "Shocker" di Wes Craven, ove il terrore arriva attraverso il filo elettrico. Per tacer di quel che può uscirne se vedete certe videocassette... Ma il film consigliato, che vi potrebbe scatenare una fobia per il tubo catodico (o il plasma o i cristalli liquidi...), è...
"Poltergeist" (Tobe Hooper, 1982). Inutile girarci attorno, più che di Hooper il film è di Spielberg. Quindi c'è pure un po' di zucchero, ma certe scene son comunque ancora capaci di far fare qualche salto sulla sedia. E comunque la scena più memorabile arriva alla fine: come risolvere alla radice i problemi con la TV? Semplice, buttandola fuori di casa. Due seguiti minori e un sacco di leggende metropolitane sul cast. Visto il ritratto della famiglia americana, una bella torta di mele a corredo.

Taco - Puttin' on the Ritz / Livin' in My Dream WorldAltra one-hit wonder è l'olandese Taco Ockerse, che, brandendo un bastone al neon, propone una versione synth pop del classico di Irwing Berlin PUTTIN' ON THE RIZT che arriva a settembre al N. 4 USA. D'altra parte l'artista nato in Indonesia, prima di essere messo sotto contratto per la RCA e ottenere questo hit, era specializzato, con la sua band, i Taco's Bizz, in cover di successi degli anni '30. Berlin ha scritto il pezzo per il film omonimo del 1930, tuttavia il pezzo è diventato un classico grazie a Fred Astaire nel 1946. Ma sicuramente la versione che è rimasta impressa in molti è quella esilarante di Gene Wilder e il "mostro" Peter Boyle in "Frankenstein Jr" di Mel Brooks. E qui abbiamo il nostro bel link per Halloween...

"Frankenstein Jr." (Mel Brooks, 1975). Ok, è un film comico, ma è un capolavoro. Probabilmente la più bella parodia cinematografica di tutti i tempi (tutto è perfetto) e merita sicuramente di essere consigliata a chi voglia passare un Halloween ridendo (tra l'altro fa apparire in confronto i vari "Scary/Epic/Disaster/ecc.. Movie" e compagnia come fiacche cazzate per rincoglioniti dalle troppe canne). Vale la pena di citare qualche pellicola dedicata alla più famosa creatura assemblata della storia dell'horror, nonchè al suo creatore...  Beh, il primo "Frankenstein" con Boris Karloff, con tanto di avviso iniziale al pubblico, resta nella storia come una pietra miliare, seguito dal già citato secondo capitolo, dedicato alla Signora del Mostro. "Il Figlio di Frankenstein" è decisamente minore. Ma val pur una visione. E se li vedete e poi vedete il film di Mel Brooks riderete ancor di più... Più incentrati sulla figura del suo creatore, lo scienziato Frankenstein, invece i film dai colori vivaci prodotti dalla Hammer. Peter Cushing è colui che osò sfidare Dio, mentre il buon Christopher Lee recita il mostro. Ma in realtà il vero mostro non è al creatura, ma il suo creatore... A partire dalla "Maschera di Frankenstein", il film che lancia la Casa Cinematografica in tutta la gloria del suo Technicolor, proseguendo con altri capitoli, primo tra tutti "La Vendetta di Frankenstein". Trascurabile il recente film con Robert De Niro e Kenneth Branagh. E come piatto di accompagnamento? Beh, in onore dello "schwanstuck"... wurlster e crauti...


L'American rock se desta... 

Stray Cats - (She's) Sexy + 17 / Lookin' Better Every BeerTra tutti gli invasori della chart USA i più particolati sono tuttavia gli Stray Cats di Brian Setzer. E non per il rockabilly anni '50 che propongono. No, perchè loro sono invasori... in patria. Infatti la formazione è di Long Island, New York, ma per trovare fortuna è emigrata in Gran Bretagna. E ora, cessato il revival rockabilly in UK, i tre Gatti Randagi son al massimo della fama oltreoceano. Dopo lo straordinario successo dell'album "Built For Speeds", i tre tornano con il secondo album, "Rant N' Rave With The Stray Cats", da cui viene tratto il divertente Top 5 USA (SHE'S) SEXY + 17. Tuttavia il successo sta provocando crepe all'interno della band, che di fatto si scioglie nel 1984. Setzer allora si dedicherà a varie attività, collaborando con gente come Stevie Nicks e Bob Dylan e diventando il chitarrista fisso nei concerti degli Honeydrippers. Il gruppo si riformerà temporaneamente nel 1986, ma ormai il treno sarà passato.

E rimaniamo in ambito rock anni '50 (seppur decisamente più pop e in ambito britannico) anche con CRY JUST A LITTLE BIT, N. 3 UK a novembre per il Little Tony del Regno Unito, Shakin' Stevens, giunto al nono Top 10 hit.

Non ci sono però solo band britanniche a tener alta la bandiera del New Pop post punk. Negli USA infatti ci son due band legate alla new wave che ottengono questo autunno dei lusinghieri successi.

The Motels - Suddenly Last Summer / Some Things Never ChangeI The Motels di Martha Davis invece hanno già portato a casa un Top 10 nel 1982 e ora fanno il bis (anche come posizione, N. 9) con SUDDENLY LAST SUMMER, primo estratto dal loro quarto album, "Little Robbers". Il pezzo, a detta dell'autrice, parla della fine dell'estate intesa come giovinezza. Praticamente la versione americana di "L'Estate Sta Finendo". Tuttavia il pezzo dei The Motels intende la fine dell'estate anche come la scoperta del sesso e la perdita della verginità. Il pezzo ha in comune il titolo con una piece teatrale di Tennessee Williams, scomparso a inizio 1983 proprio mentre i Motels stanno creando il pezzo in studio.

Se vi capita, data un'occhiata al film tratto da quella piece, portato al cinema nel 1959 da Joseph L. Mankiewicz con una folgorante Liz Taylor e una sublime Katharine Hepburn. Non è esattamente un film da Halloween, ma il personaggio della Hepburn fa comunque venire i brividi...

Talking Heads - Metti la casa (e la chart) a fuoco

Talking Heads - Burning Down the House / I Get Wild - Wild GravityE finalmente anche le Teste Parlanti ottengono un meritato ( e purtroppo unico) Top 10 negli USA! A dire il vero avrebbero potuto ottenerlo con "Once In The Lifetime", uno dei video più proigrammati nel lontano 1981 dalla neonata MTV. Tuttavia si decise di non pubblicare quel brano su singolo. Ora invece David Byrne e soci piazzano al N. 9 USA la tribale BURNING DOWN THE HOUSE, sicuramente uno dei Top 10 USA più inattesi dell'anno. La traccia è tratta dall'album "Speaking in Tongues", il primo dell'era post Brian Eno, di cui s'è già parlato a proposito dell'Estate 1983. Il ritornello del pezzo è stato ispirato a Chris Frantz da un concerto dei Parliament Funkadelic.  E il pezzo nasce come una jam session del supergruppo funk. Parte dalla base ritmica di Tina Weymouth e Chris Frantz e su questa Byrne inizia a frafugliare delle parole, fino ad arrivare a strofe che si addicono alla ritmica (una tecnica, a quanto pare, retaggio delle lezioni di Eno). E prima di arrivare al "Burning Down The House" finale, David canta "Foam Rubber, USA"... Indubbiamente al successo del brano contribuisce anche il video. Infatti le Teste Parlanti son tra le band americane più abili nello sfruttare il nuovo media. Tra le numerose cover del pezzo, la più nota è quella datata 1999 ad opera di Tom Jones e The Cardigans, che porterà finalmente il pezzo nella Top 10 britannica (nel 1983 i britannici snobbano la versione originale).

Le case maledette sono un must. Un esempio? "La Tomba di Ligeia". E di solito le case maledette vengono distrutte dal fuoco. Il fuoco spesso viene utilizzato per mondare le situazioni negli horror: puntualmente il mostro viene arrostito (o si suppone tale) da un provvidenziale incendio. Talvolta tuttavia è il "mostro" l'incendiario che fa crollare l'intera baracca. E talvolta non è poi un mostro, dato che i veri mostri sono gli altri...
"Carrie, Lo Sguardo Di Satana" (Brian De Palma, 1976). Mai gettare del sangue di porco sulla vostra compagna di classe timida e introversa, perchè potrebbe farvene pentire amaramente. Il film che lanciò sia De Palma che il suo autore letterario, Stephen King. Un film matriarcale con una novità nel finale che  verrà copiata da tutti. In onore alla scena madre? Una torta di sangue di maiale, ovviamente!

Ora però mettetevi nei panni di un fan del rock USA a base di schitarrate. Uno che lavora duro e non chiede altro di accendere l'autoradio mentre torna a casa e poter fare un po' di sano headbanging! Chiamiamolo pure Joe the plumber. E invece accende e che trova? Quel finocchio di Boy George! Gira stazione, ed ecco quei finocchi dei Duran Duran! Aspetta, cambia stazione... Quei finocchi per di più intellettuali dei Talking Heads! Non è possibile! Dove è finito il sano rock americano!? Un'altra stazione... Ahhh, il più finocchio di tutti! Michael Jackson!!! Non è possibile... Ultimo tentativo... Billy Joel... No, quello non è finocchio perchè dice che gli piace una bionda... Però sentendo il pezzo ... è di sicuro finocchio anche questo! Insomma, dopo un viaggio simile gli ci vorranno almeno 3-4 birre per calmare i nervi. Dannate radio! Per lui questo periodo rappresenta l'inferno sulla terra. Insomma, non ha fatto in tempo a liberarsi di tutti quei finocchi che facevano discomusic, ed ecco che tutti questi inglesi (che notoriamente son tutti finocchi) comparire come dannati funghi! Dannata MTV! E mentre il nostro eroe rimugina continua a cambiare stazione. Eurythmics. Lionel Richie. Bowie. Non c'è speranza. Ma ecco, che nel momento più buio c'è una luce che si accende. O meglio la accende una schitarrata... Possibile che sia una schitarrata? Si... E' una schitarrata!!! Rock!!! La salvezza è a portata di mano... Basta intonare il ritornello facendo le corna... "Cum' On Feel The Noize, All You Girls And Boys..."

Quiet Riot - I salvatori della causa heavy metal USA

Quiet Riot - Metal HealthUn attimo, però il ritornello non è quello di un N. 1 UK datato 1973 e realizzato da una delle band più inglesi che mai, i Re del Glam, gli Slade? Beh, basta non dirlo al nostro eroe Joe. D'altra parte gli Slade non hanno mai ottenuto successo in America... Ma chi è che sta suonando la cover di CUM ON FEEL THE NOIZE? Si tratta di una band di L.A. chiamata Quiet Riot. La rissa quieta è stata formata nel 1973 e pubblica album dal lontano 1975, ma non ha mai venduto manco mezzo disco. Ma ora tutto cambia. La loro cover arriva al N. 5 USA il 19 novembre, trainando l'album "Metal Health" al N. 1 a fine mese, tra i Police e Lionel Richie. Se il singolo è il primo pezzo metal americano a raggiungere la Top 5 della Hot 100, l'album è il primo del suo genere ad arrrivare in vetta alla Billboard Chart. Di fatto la band, inconsapevolmente, sta ponendo le basi per il rilancio dell'Heavy Metal in America. Un Metal che flirterà con il vecchio Glam e che avrà i suoi alfieri in band come i Mötley Crüe. Di fatto i Quiet Riot rappresentano la faccia nazional-popolare, grezza e rumorosa, del Metal, apparentemente trasgressiva, ma fondamentalmente innocua. E infatti il loro successo è sicuramente favorito anche da MTV che passa in heavy rotation il loro inno. Oltretutto la formazione non può più contare dal 1979 sul prodigioso chitarrista Randy Rhoads, passato a lavorare con Ozzy Osbourne e tragicamente scomparso in un incidente aereo nel 1982.  Tuttavia il cantante Kevin DuBrow e la sua band corrispondono in pieno alle esigenze del metal fan americano in crisi di astinenza. Dopo un tale exploit (e sei milioni di copie dell'album vendute), la band ci riproverà, con un'altra cover degli Slade ("Mama Weer All Crazee Now"), tuttavia la band non riuscirà a mantenere il passo e tornerà nelle retrovie, soppiantata da band ben più aggressive.

L'equivalente cinematografico delle cover sono ovviamente i remake. Certo, nell'horror vi sono alcune storie classiche rifatte migliaia di volte e spesso in modo interessante (basti pensare ai due superclassici, Dracula e Frankenstein). Ma qui vogliamo parlare della riproposizione di un film. In genere fatto per scopi "alimentari", spesso funziona contando sulla memoria corta o inesistente del pubblico. Tuttavia talvolta il remake è qualcosa di più. Succede quando dietro c'è un Autore che intende partire dal noto (il film esistente) per creare la sua opera, che va oltre la semplice riproposizione l'originale. Per esempio il remake di un classico della fantascienza da guerra fredda, "La Cosa Da Un Altro Mondo" ...
"La Cosa" (John Carpenter, 1982). Non più la guerra fredda, ma un esame più generale, sulla paranoia della società. Chi è l'infetto? Il male non è esterno, ma diventa interno. E l'angosciante finale non lascia dubbi: comunque andrà sarà la morte. Perchè il male muta di continuo ed è impossibile riconoscerlo se non quando è troppo tardi. Servire ghiaccioli in parte disciolti, possibilmente all'amarena, per ricreare il mix tra clima artico e mutazione della materia...

Piccola osservazione finale: i Quiet Riot devono il nome a un'intervista rilasciata dagli Status Quo, e più precisamente dal chitarrista Rick Parfitt, che ha detto che gli sarebbe piaciuto chiamare una band "Quite Right" (di cui Quiet Riot diventa la storpiatura). Insomma, i salvatori del rockazzo USA devono il nome a dei britannici e arrivano al successo con un hit inglese cantanto in dialetto. Buffo, vero?

Status Quo - Back to BackE gli Status Quo nel frattempo piazzano nella Top 10 britannica l'ennesimo singolo, OL' RAG BLUES. I paladini del pub rock tuttavia non son esattamente in armonia: i disaccordi tra il bassista Alan Lancaster, autore dell'hit, e il resto della band son aumentati durante la lavorazione dell'album "Back To Back", e porteranno al temporaneo scioglimento del gruppo. Tra le cose che Lancaster non manda giù c'è il fatto che sia stata preferita per la pubblicazione la versione di "Ol' Rag Blues" cantanta da Francis Rossi alla sua. Intanto la band mette a segno un altro Top 15 con A MESS OF BLUES, cover di Elvis. E il terzo estratto, odiato da Lancaster, arriverà al N. 3 a inizio 1984...

Huey Lewis and the News - Heart and Soul / You Crack Me UpE passando nuovamente dai pub britannici ai bar americani, parliamo del nuovo hit invece per Huey Lewis & The News, alfieri del pop rock da bar all'americana. La divertente HEART & SOUL è scritta dal duo delle meraviglie pop glam anni '70 Chapman e Chinn e si piazza al N. 8 USA, facendo da traino al nuovo album della band, "Sports". Quest'ultimo esce il 1 ottobre e da esso verranno tratti ben quattro Top 10. Ne riparleremo presto, anche perchè l'album è destinato a diventare uno dei best sellers del decennio negli USA (oltre 7 milioni di copie)...

Asia - Don't Cry / DaylightTra i gruppi che, pur spendendo alla grande in video, si trovano in evidente crisi di ispirazione, c’è anche il supergruppo rock che solo un anno prima era stato salutato con urla di giubilo. Parlo degli Asia, che propinano questo autunno DON’T CRY, pezzettino pop rock scritto da John Wetton e Geoff Downes all'ultimo momento per lanciare il nuovo deludente album "Alpha". Il pezzo si arrampica fino al N. 10 USA grazie anche a un video che cita Indiana Jones e i film d’avventura. L'album arriva al N. 6, ma vende un solo milione di copie negli USA, contro i 10 (di cui 4 negli USA) venduti dal precedente. E a ottobre, proprio a causa dell'insuccesso, Wetton se ne va (o viene cacciato?), e la band interrompe a metà il tour americano, anche per la scarsa vendita di biglietti. In compenso il singolo entra nella Top 20 italiana, indovinate perchè? Ma perchè è la sigla di "Discoring"!

Asia. Quindi orrore asiatico. Dalle "Storie Di Fantasmi Cinesi" le storie del terrore orientali son diventate famigliari presso il pubblico occidentale. E sembra che in tale genere i più bravi a creare spaventi siano coreani e giapponesi. E gli americani puntualmente a rifare e banalizzare. La proposta?
"Ringu" (Hideo Nakata, 1998). Ovvero l'orrore dentro una videocassetta. Un'idea semplice che si trasforma in uno degli horror più angoscianti e convincenti degli ultimi 10 anni. Da vedere con la copia americana, per capire come spesso una diversa cultura possa influire sulla stessa storia. Se proprio non riuscite a farne a meno, lanciatevi anche nei vari interminabili epigoni e seguiti... Abbinamento culinario? Ovviamente sushi.



Gran finale con il resto: R'N'B, Dance e dintorni...

La scena black non è mai stata così bianca come ora. E non parlo degli schiarimenti della pelle di Michelino (a dire il vero all’epoca ha ancora un sano colorito brunastro ed è lontano anni luce da quel grigio verdastro stile alieno sezionato nell’area 51 che lo contraddistinguerà nei successivi decenni). È che le star di colore, per poter essere accettate dal pubblico (e da MTV) adottano sonorità sempre più vicine al pop bianco e soprattutto alla musica di marca britannica. Per uno strano corto circuito, mentre i pallidi inglesi si danno al soul, i titolari del genere si sbiancano. Tra i pochi che al momento si ricordano del funk c'è Prince. Ma per un Prince, c'è anche un Lionel Richie che è arrivato a comporre una ballata per un musicista country come Kenny Rogers...

E così molti pezzi “black” dell’epoca in realtà potrebbero tranquillamente essere interpretati anche da membri del KKK...

Roberta Flack & Peabo Bryson - Meglio bene accompagnati che soli...

Roberta Flack & Peabo Bryson - Born to LoveTra le ballate R'N'B, strepitoso il successo, specie in Albione (N. 2), per TONIGHT I CELEBRATE MY LOVE FOR YOU, duetto tra la grande reduce dei ’70 Roberta Flack (per chi non lo sapesse l’interprete che ha portato al successo 10 anni prima “Killing Me Softly”) e Peabo Bryson. Il pezzo è scritto da una gran vecchia volpe come Gerry Goffin, ex marito e partner compositivo di Carole King, con cui ha sfornato hit su hit sin dagli anni '60. Stavolta Goffin ha agito in team con Michael Masser, futuro autore delle ballatone di Whitney Houston. E infatti questa ballata un po’ zuccherosa anticipa la tipica struttura da lentazzo da quiet storm che farà la fortuna di gente come Atlantic Starr e Whitney Houston. Il pezzo arriva anche al N. 16 USA ed è incluso in un album che i due hanno inciso, "Born To Love". Una curiosità, la Flack tornerà in alto nelle classifiche americane (per l'esattezza al N. 6 USA) solo nel 1991, con un altro duetto, "Set The Night To Music", stavolta con l’ex UB40 Maxi Priest. Duetto piacevole, che tuttavia mi da l'impressione di una situazione tipo "signora un po' stagionata va in Giamaica a rimorchiare giovane accompagnatore e già che c'è, ci canta assieme una canzone". Beh, se non altro non siamo ai tristi livelli di “confessioni di anziana davanti all’escort prima di pagarlo” come nel caso di quello recente tra la Vanoni e Ramazzotti... Robert Peabo Bryson invece è destinato ad essere l’uomo dei duetti. Infatti i suoi maggiori hit saranno quasi tutti duetti. E negli anni ’90 s specializzerà in canzoni Disney, prima con Celine Dion “Beauty & The Beast”) e poi con Regina Belle (il N. 1 USA “A Whole New World” da “Aladdin”).

Piccola nota personale, molti anni dopo questa canzone entrerà nei miei incubi quando una collega di lavoro (chiamata "il catorcio"), con cui disgraziatamente mi troverò a dividere l'ufficio, inizierà a canticchiarla per ore tutte le dannate mattine... Un tocco di orrore quotidiano prima di parlare di quello cinematografico...

Ballata anche per George Benson che ottiene il secondo hit dell'anno in 7 UK in ottobre con IN YOUR EYES, title track dell'album che nel corso dell'estate è arrivato al N. 3 UK.

Earth, Wind & Fire - Electric UniverseLa fine della disco ha portato con sè moltissime band di colore. Come gli Earth Wind & Fire che, nonostante i soldi spesi per il video fantascientifico della deludente “Magnetic”, sono oramai alla fine della corsa. D'altra parte le idee scarseggiavano già nel precedente album. E quando la band con la sezione fiati più leggendaria della disco decide di "attualizzarsi" passando al suono elettronico, come accade nel disastroso LP "Electric Universe", vuol dire che è proprio finita... E la band non pubblicherà più nulla per quattro anni...

Level 42 - Standing in the LightIn compenso Larry Dunn e Verdine White degli Earth, Wind & Fire partecipano alla produzione di uno degli album funk dell'anno per un quartetto di inglesi... bianchi! Si tratta di "Standing In The Light", quarto album dei Level 42, gruppo in circolazione dal 1980 e guidato dall'abile bassista Mark King. L'album, che esce a ottobre, segna il passaggio da sonorità jazz-fusion a un suono più pop, ma sempre funk. E il cambio di rotta favorisce l'ingresso in Top 10 UK sia dell'LP (N. 9), sia del secondo singolo estratto, THE SUN GOES DOWN (LIVING IT UP), che a settembre arriva al N. 10 UK, diventando il loro primo Top 10.

Tra i grandi reduci dell'era Disco c'è anche Donna Summer. La Signora, ripresasi grazie al successo di “She Works Hard For the Money”, piazza nella Top 20 UK UNCONDITIONAL LOVE (video disneyano...), pezzo di sapore reggae realizzato con i Musical Youth. Per rivederla nella Top 20 britannica, attendere il 1987, mentre per ritornare in Top 10 su ambo le sponde atlantiche dovrà aspettare il 1989 e la cura SAW.

Come trarre spunto dai dischi citati per propinarvi un film del terrore? Semplice, un film in cui il sole cala e c'è un amore assoluto che si celebra nottetempo. Avrete capito che è più facile che mai. E chiamiamo in campo nientemeno che il Conte Dracula. Il "Dracula" di Browning con Lugosi fu presentato come "una strana storia d'amore". Il Dracula interpretato in vari film da Christopher Lee è invece un vero tombeur de femme (ne senso che le manda nella tomba tutte, spingendole con il proprio fascino animalesco erotico). Seduttore anche il "Dracula" di Frank Langella, girato da John Badham dopo "La Febbre Del Sabato Sera". Il "Nosferatu" di Kinski ed Herzog invece, come il suo muto predecessore, si frega perchè attirato dalla seducente Isabelle Adjani. Con quei denti da topo e quella crapa pelata non poteva ambire al ruolo di seduttore (d'altra parte è una versione apocrifa). E dato che parlavamo di R'N'B, che ne dire di "Blacula", versione blaxploitation del Conte? E arriviamo al film che alla fine sintetizza l'equazione amore morte legata al vampiro...
"Dracula Di Bram Stoker" (Francis Ford Coppola, 1992). Più che un semplice film, un saggio sul cinema. Come mezzo espressivo e come "vampiro" delle altre arti che regala vita eterna. Con al contempo una strizzata d'occhio alle paure moderne (l'AIDS). Eccessivo, ridondante, ma cinema allo stato puro. Da vedere assaporando un vino rosso corposo. Basta che non ci sia un ospite che vi dica "io non bevo mai... vino"...

In campo danzereccio tuttavia il suono del momento è quello dello scratching. La nascente cultura hip hop attualmente si esprime attraverso tale pratica. Il genere è il freestyle e il ballo la breakdanceE questo autunno le classifiche presentano dei veri eroi della scena...

The Rock Steady Crew - La febbre della breakdance

"Hey, you, the Rock Steady Crew
Show what you do, make a break, make a move
Hey, you, the Rock Steady Crew
B-boys, breakers, electric boogaloo!"

Rock Steady Crew - (Hey You) The Rock Steady CrewLa Crew arriva dal Bronx e diventa il gruppo di breakdance più popolare del mondo. Il collettivo nasce ad opera di Jimmy D e Jojo nel 1977. All'epoca la brekdance è già diffusa nell'ambiente underground di New York e si organizzano già sfide tra le diverse crew. Ed entrare in un gruppo come la Rock Steady Crew non è affatto facile: ci riesci solo battendo in una sfida di breakdance uno dei membri. Nel 1979 ci riesce Crazy Legs (all'anagrafe Richard Colón). Crazy Legs arriva da Manhattan e di fatto esporta verso l'isola la moda. Nel 1981 Legs fonda la Rock Steady Crew di Manhattan. Nello stesso anno il fotografo del National Geographic Henry Chalfant (noto fotografo dell'ambiente urbano e delle sue sottoculture) invita la crew ad esibirsi davanti al Lincoln Center davanti a Tv e giornalisti. L'esibizione è un duello con i rivali dei The Dynamic Rockers e rende la crew famosa a livello nazionale. La RSC a questo punto inizia ad esibirsi in vari locali, tra cui il Ritz, dove incontra Afrika Bambaataa, che li accoglie nella sua Zulu Nation. E nel 1983 attraversa l'Oceano. Come se non bastassero le trasmissioni TV, il gruppo ha l'onore di partecipare a uno dei film dell'anno, "Flashdance" che segna il definitivo trionfo della breakdance. Rock Steady Crew - Ready for BattleCrazy Legs vi compare sia come un breaker di strada, sia come controfigura della Beals durante l'esibizione finale. La popolarità della formazione in Gran Bretagna sale rapidamente e a questo punto un disco è inevitabile. E infatti la crew firma per la Charisma Records e incide (HEY YOU) THE ROCKSTEADY CREW, di fatto l'inno ufficiale di ogni breakdancer, che arriva al N. 6 UK a fine ottobre. E a novembre la crew viene addirittura invitata da Elisabetta II ad esibirsi per beneficenza al galà della Royal Variety Performance. Seguirà anche un album. Tuttavia la RSC riceverà ben pochi soldi dalle vendite del disco, che nel frattempo diventa un hit internazionale. Infatti vengono imbrogliati alla firma del contratto, che li costringe a subire passivamente le decisioni dell'etichetta. D'altra parte restano comunque ragazzi di strada ignari delle astuzie dei discografici. E tale mancata corresponsione sarà alla base di frizioni interne al gruppo che ne causeranno la sospensione delle attività fino al 1991, anno del ritorno.

L'horror urbano. Un genere trasversale che ha conosciuto una buona fortuna negli ultimi decenni, specie quando si ha a che fare con vampiri ("Underworld", "Blade"). Evidentemente ai nipotini di Dracula, rigorosamente stilosi e fighetti, piacciono le città che non dormono mai. Talvolta è la città stessa a creare i propri mostri. Specie quando ci si accorge di essere soli nella folla...
"Rosemary's Baby" (Roman Polanski, 1968). L'altro '68 dell'orrore: se la "Notte Dei Morti Viventi" crea il new horror, l'incubo di Mia Farrow porta l'horror in serie A, da cui mancava da decenni. E crea l'horror demoniaco. La metropoli e i suoi condomini sono il teatro in cui il Male domina. Oppure è tutto frutto della paranoia della protagonista? Ambientato nel Dakota Building, il grattecielo in cui John Lennon verrà ucciso. Da vedere accompagnandolo a un mix di omogeneizzati. E per dessert, biscotti plasmon e latte.

Ho nominato "Flashdance"? A settembre c'è un secondo N. 1 USA tratto dalla sua colonna sonora...

Michael Sembello - Il Maniaco ballerino

Michael Sembello - ManiacIl buon Michael è un apprezzato session man e autore per alcuni pezzi grossi, sebbene non si sia mai esposto in prima persona. Il nostro tuttavia ha scritto del materiale per sè, registrato in un demo. Tra quel materiale c’è una canzone che ha composto pensando a una colonna sonora. Il delicato brano tratta di un maniaco che fa a pezzi la gente e inchioda i gatti alle porte. L'ha ispirato la visione di un film intitolato "Maniac" e intenderebbe piazzarlo per la soundtrack di un film horror tipo “Halloween” o “Venerdì 13”. Solo che gli propongono di realizzare un pezzo per una colonna sonora di un film completamente differente, intitolato “Flashdance”. E lui che fa? Manda quel demo che ha registrato, su cui c’è pure il pezzo dedicato al maniaco. Ebbene, ai produttori indovinate che pezzo piace? Proprio quello dedicato al maniaco. Solo che non è che il testo sia molto adatto al film con Jennifer Beals. Certo, ripensandoci, un finale nel sangue ci sarebbe pure stato bene: lei passa l’audizione, trionfante va dal ricco moroso che l’aspetta con il cane infiocchettato e il mazzo di fiori, ma i due vengono aggrediti da un maniaco che li fa a pezzi. Come dite? Che non avrebbe avuto senso? Beh, almeno non sarebbe stata scontata come il resto del film...

Comunque il buon Sembello, su consiglio del produttore Phil Ramone, decide di cambiare leggermente il testo, e il nostro maniaco squartatore viene trasformato in una fanciulla maniaca del ballo. Mantenendo così il titolo MANIAC. E il pezzo viene scelto per musicare una delle sequenze più famose del film, quella del training intensivo della bella con tanto di scaldamuscoli ai piedi. Il pezzo viene scelto come secondo singolo estratto dalla colonna sonora e negli USA segue il trionfale destino di “What A Feeling”: arriva al N. 1 il 10 settembre, sfrattando gli Eurythmics e rimanendovi per due settimane. E ripete poi l'exploit in giro per il Mondo (eccetto stranamente la Gran Bretagna, dove il singolo si arena al N. 43). Di lì a poco la suonerà ogni palestra specializzata in aerobica e le vendite degli scaldamuscoli andranno alle stelle.

Purtroppo Michael è destinato a rimanere una one-hit wonder. Continuerà a lavorare dietro le quinte, ma non otterrà più un simile successo come interprete. Anche perchè, come dirà, lui si rifiuterà di prendere in giro il pubblico scrivendo una “Maniac 2”. Ma ci riproverà con un'altra canzone da colonna sonora, anche se dubito molti se ne ricordino: “Gravity” per il film “Cocoon”...

Beh, anche in questo caso il link con l'universo del cinema horror è telefonato. Quanti maniaci in circolazione! L'indimenticabile assassino di bambine Peter Lorre di "M Il Mostro Di Dusseldorf", l'assassino che odia le imperfezioni del classico "La Scala A Chiocciola", il Michael Myers nel capostipite dello slasher, "Halloween" del sommo Carpenter (meno necessari i seguiti e i remake), il Jason di "Venerdì 13" e dei suoi interminabili seguiti, Freddy Krueger, geniale creazione "d'incubo" del più teoretico dei maestri dell'horror, Wes Craven. Tuttavia il film che probabilmente offre il ritratto più terribilmente realista di un serial killer resta...
"Il Silenzio Degli Innocenti" (Jonathan Demme, 1990). Ok, è più un thriller che un horror, ma l'Hannibal Lekter di Anthony Hopkins è uno dei babau più seducenti creati  dal cinema. E il film offre due maniaci al prezzo di uno: al cannibale si contrappone il "mutante" Buffalo Bill alla ricerca di un'identità come pure la sua cacciatrice Clarice. E quel montaggio alternato ingannatore finale è strepitoso, come pur el'uso dei primi piani. Da evitare i seguiti, da gustare l'antecedente "Manhunter". E come cena di accompagnamento? Ma ovviamente un vecchio amico...

Ah, se ho chiuso l'Estate 1983 con dei necrologi, stavolta chiudo con una nascita: Il 14 settembre nasce Amy Winehouse...


USCITE CHIAVE


Tom Waits - Swordfishtrombones Con "Swordfishtrombones", che esce a settembre, Tom Waits cambia rotta: passa alla Island e molla il jazz alcolico, approdando ai lidi sperimentali di Captain Beefheart, Kurt Weill e compagnia. Insomma, diventa il Tom Waits che conosciamo oggi. Merito della moglie Kathleen Brennan, sposata nel 1980. Niente più orchestra e piano, ma un'orchestrina arrugginita con cornamuse, organo e marimba, solo apparentemente scombinata, che accompagna i rantoli del nostro cane sciolto. E il folle viaggio ad alto grado alcolico (e artistico) inizia con UNDERGROUND: un invito a visitare la città nera che sta sottoterra. Come rifiutare? E il viaggio segue con SHORE LEAVE, JOHNSBURG, ILLINOIS, SOLDIER'S THINGS e IN THE NEIGHBORHOOD. Mentre la storia di FRANK'S WILD YEARS diventerà un musical nel 1986. 

Tom Waits ha pure recitato in un paio di horror, "Wolfen" e il "Dracula" di Coppola. Ma è sicuramente associabile alla figura del derelitto alcolizzato che canta alla luna. E un film del 1987 può essere a lui associato senza requie...
"Horror In Bovery Street" (Jim Muro, 1987). Un film poco noto, un trash movie in cui un liquore, il Viper, una volta ingurgitato discioglie in un tripudio di colori malcapitati barboni. Una trama inesistente a servizio dello splatter. L'orrore sconnesso e liberatorio sotto la superficie degli anni '80. Per accompagnare la visione, ovviamente si consiglia un buon liquore...

Paul Simon - Hearts and BonesTorna anche Paul Simon, con "Heart And Bones"Nel 1981 Paul è stato protagonista con Art Garfunkel dello storico Concerto in Central Park e del tour seguente. E i due hanno addirittura ipotizzato di realizzare un nuovo disco insieme ("Think Too Much"). Poi la ruggine tra i due è riemersa alla grande e le canzoni scritte da Paul son quindi finite nel suo quinto album solista. Un album intimista e riflessivo, molto malinconico, scritto dopo un blocco dello scrittore risolto solo con la terapia. Tra le gemme contenute, RENE AND GEORGETTE MAGRITTE WITH THEIR DOG AFTER THE WAR, dedicata al pittore surrealista e alla sua consorte, e la conclusiva THE LATE GREAT JOHNNY ACE, dedicata a John Lennon (e Johnny Ace), con archi arrangiati da Philip Glass. Il pubblico tuttavia non lo capirà e il disco sarà un altro fiasco ("un disastro commerciale"). Così Paul deciderà di cambiare rotta e di dedicarsi alla musica dell'Africa. Mossa estremamente indovinata...

The The - Soul MiningEd esce anche "Soul Mining" per The The, ovvero il londinese Matt Johnson. Dopo un'infanzia passata nel pub paterno, dove ha la possibilità di ascoltare (vive al piano di sopra) i numerosi musicisti che vi suonano, ha fondato i The The come trio nel 1979. Tuttavia ben presto la band diventa una one-man band. "Soul Mining" è di fatto il debutto su LP della sigla (il primo album "Burning Blue Soul" è stato pubblicato a nome di Johnson) ed è stato definito un "synth-noir". Realizzato per l'etichetta Some Bizzarre, di cui di fatto Johnson diventa la punta di diamante, è un tripudio di sperimentazione a servizio di testi intensi, alcuni dei quali ispirati alla Thatcher (THAT SINKING FEELING). Tra i brani, il singolo UNCERTAIN SMILE (con assolo al piano di Jools Holland) e THIS IS THE DAY.

Buon Halloween!

Al prossimo giro, torniamo negli anni '70, in piena era disco: tra paperi, reginette e Ludovico Van, trionfa una ballata dalla Città Ventosa. E sotto la superficie, si agita il punk...

Marco

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